Gestione dei rifiuti

insieme delle procedure di gestione dell'intero processo dei rifiuti

Per gestione dei rifiuti si intende l'insieme delle politiche volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro sorte finale, e coinvolgono quindi: la raccolta, il trasporto, il trattamento (riciclaggio o smaltimento) e anche il riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall'attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute dell'uomo e sull'ambiente. Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull'ambiente e la possibilità di recuperare risorse da essi, e la riduzione della produzione di rifiuti stessi.

La strategia adottata dall'Unione Europea e recepita in Italia con il DL Ronchi del '97 (sostituito con il DL 152/06 Parte IV) affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una logica di gestione integrata del problema.

Le soluzioni per la gestione dei rifiuti sono:

Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) e, se non è possibile il riuso, riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio il polistirene, i tovaglioli di carta) e il sottovaglio (ovvero la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni dell'incenerimento con recupero energetico o lo smaltimento in discarica. Dunque anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà almeno un 15% di rifiuti residui da smaltire i discarica o da recuperare come combustibili. Da un punto di vista ideale il ricorso alle discariche (in primis) ed all'incenerimento indifferenziato dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. Purtroppo la carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia rispetto ai partners europei [1].

Il trattamento dei rifiuti

Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche volte ad assicurare che i rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull'ambiente.

Può riguardare sostanze solide, liquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno.

Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti.

Trattamento a freddo dei rifiuti

Scopo della maggior parte dei processi di trattamento a freddo dei rifiuti residui (ossia i rifiuti che rimangono dopo aver attuato le migliori pratiche per la raccolta differenziata) è di ridurre il volume del materiale in vista dello smaltimento finale e di stabilizzare i rifiuti in modo tale che venga minimizzato il potenziale per la formazione dei gas o per il trasporto degli inquinanti attraverso il percolato.

Smaltimento dei rifiuti

Riciclaggio dei rifiuti

  Lo stesso argomento in dettaglio: Riciclaggio dei rifiuti e Raccolta differenziata.

Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo.

In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord, dove supera il 35%), ma è ancora inferiore alle potenzialità.

Numerosi sono i materiali che possono essere riciclati anche se vi sono complessità associate al caso della plastica per la quale in diversi casi l'incenerimento risulta spesso economicamente più vantaggioso del riciclo. Per questo talvolta la plastica (in genere quella di qualità inferiore) viene comunque avviata alla termovalorizzazione anche se dal punto di vista energetico e ambientale non ottimale.

Compostaggio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Compost.

Il compostaggio con produzione di frazione combustibile è una tecnologia che, prescindendo da una separazione spinta della frazione umida da quella secca, permette di produrre energia elettrica sfruttando il biogas ottenuto dalla frazione umida. La frazione secca può essere avviata in discarica o utilizzata per produrre combustibile. Un vantaggio consiste, oltre alla possibilità di produrre energia, nel basso livello di emissioni in ambiente. Lo svantaggio consiste nell'eventuale difficoltà a smaltire la frazione combustibile e il compost ottenuti, con aumento dei volumi da avviare in discarica.

Incenerimento con recupero energetico

  Lo stesso argomento in dettaglio: Inceneritore e Combustibile derivato dai rifiuti.

L'incenerimento è una tecnologia consolidata che permette di ottenere energia elettrica e fare del teleriscaldamento sfruttando i rifiuti. Questi vengono bruciati in forni inceneritori e l'energia termica dei fumi viene convertita in entalpia del vapore acqueo che, tramite turbina, produce energia elettrica.

La termovalorizzazione dei rifiuti non è di per sé contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo, ma è solo un anello della catena di smalitimento, per alcuni assimilabile al recupero.

Il ricorso alla termovalorizzazione è ancora limitato e rappresenta, con circa il 12%, uno dei valori più bassi in Europa, anche se specie al Nord è in aumento, e in Lombardia ad esempio raggiunge il 30%. Dalla combinazione di questi due fattori scaturisce un ricorso eccessivo allo smaltimento in discarica, che è in continua diminuzione (dal 2001 al 2004, al Nord -21%, al Sud -4% e al Centro -3%) ma interessa attualmente in tutto circa il 56,9% dei rifiuti urbani prodotti (45% al Nord, 69,5% al Centro, 73,2% al Sud; si stima che sul totale nazionale il 76% sia rifiuto da raccolta indifferenziata e il 24% siano residui dai diversi processi di trattamento: biostabilizzazione, CDR, incenerimento, residui da selezione delle R.D.), con conseguenze ambientali che si vanno aggravando soprattutto nel Sud, dove molti impianti sono ormai saturi e la raccolta differenziata stenta a decollare: gli inceneritori sarebbero perciò, secondo alcuni, da aumentare, ma le proposte di costruzione di termovalorizzatori sono spesso accompagnate da polemiche anche molto aspre e contestazioni territoriali (NIMBY, ovvero non nel mio giardino).

Gli investimenti necessari per realizzare i termovalorizzatori sono molto elevati, e il loro ammortamento richiede circa 20 anni.

Vi sono forti pressioni e strumentalizzazioni sul problema dei termovalorizzatori: da un lato vi sono forze politiche poco impegnate sul fronte del recupero e del riciclo, con la relativamente facile soluzione del termovalorizzatore e con l'ancor più facile soluzione delle discariche, dall'altra l'opinione pubblica che interpreta lo stato delle cose come una competizione fra la raccolta differenziata e la termodistruzione. Per questo motivo difficoltà dal punto di vista dell'opinione pubblica nell'accettare un inceneritore nelle proprie vicinanze, anche se i limiti normativi sulle loro emissioni sono molto più severi rispetto alle normali centrali termoelettriche o ad altre attività industriali.[1].

È emblematico il caso dell'inceneritore costruito recentemente dall'Amsa a Milano, Silla 2: inizialmente aveva avuto l'autorizzazione per bruciare 900 t/giorno di rifiuti, poi si è passati a 1250 e infine a 1450t/g. Se si guarda alla gestione dei rifiuti a Milano, ci si accorge che la raccolta differenziata raggiunge il 35% circa (fisso da anni), e tutto il resto (o quasi) viene incenerito da Silla 2. Se si considera che la media di riciclo della provincia di Milano è intorno al 45% (in costante miglioramento), e che a Milano la raccolta dei rifiuti organici non è mai andata oltre la sperimentazione in piccole aree della città, nonostante il più che collaudato sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta e la notevole sensibilizzazione della popolazione, che permetterebbero sicuramente di fare molto di più, appare più che lecito il sospetto che non si punti sulla raccolta differenziata proprio per alimentare Silla 2.

D'altro canto, se si considera che nei comuni più virtuosi la raccolta differenziata supera già adesso l'80%, si deduce che anche al Nord essa è ancora molto meno sviluppata di quanto potrebbe, e che gli impianti di termovalorizzazione sono già adesso sovradimensionati, perciò, se non si importeranno da altre regioni rifiuti da incenerire, non si potrà sviluppare appieno la raccolta differenziata e il riciclo senza far funzionare i termovalorizzatori sotto regime e quindi in perdita. [2]

Discarica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Discarica di rifiuti.

Un classico metodo consiste nella preselezione dei rifiuti con successiva seperazione della frazione umida, che viene stabilizzata onde evitarne una indesiderabile degenerazione microbica, dalla frazione secca e successivo avviamento in discarica. La frazione secca ottenuta tramite questo processo non è convenientemente utilizzabile come combustibile in quanto il suo potere calorifico è sensibilmente inferiore rispetto a frazioni combustibili ottenute con trattamenti più moderni. Si ha quindi lo svantaggio di non poter ridurre sensibilmente i volumi e quindi vi è un enorme impatto ambientale.

Oggi lo smaltimento in discarica è ancora, in Italia, il principale metodo di eliminazione dei rifiuti, in quanto è una soluzione comoda, economica, meno osteggiata dall'opinione pubblica rispetto ai termovalorizzatori, e - purtroppo - in alcuni casi facilmente controllabile dalla malavita.

Note

  1. ^ a b Relazione di De Stefanis sul recupero energetico nel ciclo integrato di gestione dei rifiuti
  2. ^ Dati tratti dal Rapporto Rifiuti 2005 dell'Osservatorio Nazionale dei Rifiuti.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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