Utente:Teseo/Sandbox
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Il ritratto fotografico è un genere dove si incontrano una serie di iniziative artistiche che ruotano intorno all'idea di mostrare le qualità fisiche e morali delle persone che compaiono nelle fotografie.
La sua pratica si trova già agli inizi della fotografia, che mette in evidenza il lavoro svolto dai fotografi di viaggio, dei fotografi commerciali degli studi parigini, le prime foto ritratto psicologico presentate dalla fotografia accademica, così come il lavoro documentario di David Octavius Hill.
I rappresentanti principali del ritratto fotografico al suo inizio sono Nadar, Disdéri, Julia Margaret Cameron, Lewis Carroll, Gustave Le Gray, Étienne Carjat, Antoine Samuel Adam-Salomon, Pierre Petit e Lady Clementina Hawarden.
In seguito il genere si è evoluto in parallelo con l'evoluzione della storia della fotografia, che è il motivo per cui, insieme a fotografi che si dedicano esclusivamente a quello che abbiamo potuto capire come il ritratto fotografico più ortodosso, troviamo fotografi assegnati a movimenti specifici che si avvicinano al ritratto fotografico con l'uso di idee e tecniche specifiche di queste correnti.
Figure di interesse nel campo del ritratto fotografico sono, tra gli altri, Richard Avedon, Brassaï, Walker Evans, August Sander.
Nel campo della ritrattistica fotografica durante il XIX secolo e l'inizio del XX secolo si è sviluppato un sottogenere noto come fotografia del defunto, che mette in evidenza il lavoro del fotografo spagnolo Fernando Navarro Ruiz.
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Cortesia Serego (1335 circa – Verona, 1386) è stato un condottiero italiano.

Biografia
Cortesia (anagramma di Seratico)[1] Serego nacque da Bonifacio di Uguccione, esponente del ramo principale della famiglia, Cortesia S., che nel 1375 trasferì a Verona gl'interessi della famiglia e pose le sue case in contrada Sant'Andrea. Ebbe parte di rilievo nella vita politica e nella difesa militare della signoria scaligera: fu infatti nominato da Bartolomeo e Antonio della Scala capitano generale dell'esercito; secondo la coeva cronaca del Marzagaia, non sarebbe stato estraneo all'uccisione di Bartolomeo[2] ordinata da Antonio nel 1381; fu comunque loro cognato, avendo sposato nel 1380 una figlia illegittima di Cansignorio, Giacoma, che gli diede due figli e gli portò cospicue ricchezze in Valpolicella e nelle basse veronesi con le donazioni di Antonio della Scala del 22 ottobre 1381 e del 25 marzo 1382. Cortesia, ambasciatore degli Scaligeri presso i Visconti ed efficiente comandante generale delle truppe scaligere contro Sicco da Caldonazzo e i Carraresi, fu sconfitto nel 1386 da Giovanni d'Azzo degli Ubaldini al soldo di questi ultimi e morì, forse loro prigioniero, nello stesso anno. Nel 1387 Antonio della Scala perse la signoria; la sorellastra Giacoma, vedova di Cortesia, il 15 febbraio 1388 gli prestò 2200 ducati d'oro e gioielli per aiutarlo a riprenderla: ma Antonio morì il 3 settembre dello stesso anno e i ducati andarono perduti.
Antonio della Scala donò a Cortesia Villa Serego[3] di sua proprietà, situata in località Santa Sofia di Pedemonte in San Pietro in Cariano.
A Verona, nella Chiesa di Sant'Anastasia, è collocato il suo monumento funebre, eretto agli inizi del XV secolo, voluto dal figlio Cortesia II (1387?-1461)[4] a ricordo del padre.
Discendenza
Cortesia sposò in prime nozze Lucia della Scala, figlia di Cansignorio della Scala e in seconde nozze nel 1381 Giacoma della Scala.