Concilio di Mâcon (585)

sinodo cristiano del 585
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Il concilio di Mâcon riunì il clero vescovile gallico su convocazione del re franco Gontrano. Si tenne nell'anno 585 sotto la presidenza di Prisco, vescovo di Lione. Furono presenti i vescovi di Burgundia, Neustria, Aquitania e Guascogna. Non vi parteciparono invece gli episcopi di Austrasia.

Canoni

Al Concilio furono promulgato venti canoni, che possono essere riassunti come segue:

  • I. Esortazione al riposo domenicale, che all'epoca il popolo cristiano aveva la temeraria abitudine di non osservare. Si prevedevano sanzioni contro i trasgressori, commisurate alla classe sociale : colpi di bastone per un contadino o uno schiavo ; un avvocato che aveva intentato una causa di Domenica, la perdeva; un monaco sarebbe stato allontatano dai confratelli per sei mesi.
  • II. I padri conciliari raccomandavano la celebrazione della Settimana santa, che comportava la partecipazione agli inni ed ai « sacrifici » e l'astensione dal lavoro servile per sei giorni.
  • III. I battesimi dovevano essere celebrati tutti nella domenica di Pasqua (con l'eccezione dei neonati in pericolo di vita)
  • IV. Tutti i fedeli, uomini e donne, devono portare all'altare un'offerta di pane e vino ;
  • V. Coloro che non pagano le decime ecclesiastiche verranno scomunicati ;
  • VI. Nessun prelato che si sia intossicato con cibi alterati o sia ubriaco può toccare l'ostia né può celebrare la Messa ;
  • VII. Gli ex schiavi (i «liberti»), che nonostante la loro nuova condizione vengono trattati spesso ingiustamente dai « giudici », non possono essere portati davanti ai magistrati civili, ma davanti al loro vescovo. Egli, nell'esprimere il suo giudizio, può essere assistito da un giudice civile o affidare ad egli il verdetto
  • VIII. Se qualcuno si rifugia in una chiesa per sfuggire al potere secolare [1] , il potere secolare può varcare la soglia solo su permesso del vescovo.
  • IX. Un potente che ha motivi di accusa contro un vescovo non può farsi giustizia da solo ma deve deferire l'accusato al vescovo metropolita.
  • X. Colui il quale ha un risentimento nei confronti di una persona sottoposta al vescovo lo deve portare davanti al vescovo, ed è il vescovo che decide sul caso.
  • XI. I vescovi devono praticare e sostenere l'ospitalità.
  • XII. Nei processi in cui sono accusati vedove ed orfani, i giudici del potere secolare devono coinvolgere il potere ecclesiastico.
  • XIII. Nella residenza episcopale non devono abitare cani poiché ciò contrasta con la vocazione all'ospitalità.
  • XIV. I potenti non possono impossessarsi dei beni di altri senza processo.
  • XV. I laici devono mostrare segni di rispetto per i chierici, anche verso coloro i quali appartengono agli ordini minori.
  • XVI. La vedova di un suddiacono, di un esorcista o di un accolito non può risposarsi.
  • XVII. È proibita la pratica di seppellire i propri morti nelle tombe di altri morti.
  • XVIII. L'incesto va colpito con le pene più gravi in assoluto. Chi lo pratica « in merda convolvuntur ».
  • XIX. È vietato ai chierici assistere sia agli interrogatori dei colpevoli sia alle esecuzioni (capitali).
  • XX. (Dopo questo concilio) i vescovi si incontreranno di nuovo tra tre anni.

I vescovi d'Austrasia non parteciparono al concilio. È quindi per sentito dire che San Gregorio, vescovo di Tours, una città dell'Austrasia, venne a conoscenza di una discussione – su un tema peraltro non contenuto nei venti canoni – che diede vita alla famosa « leggenda del Concilio di Macon ».

Note

  1. ^ Si intende quello che noi oggi chiamiamo « Stato », in questo caso la Polizia o i Carabinieri.
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