Val d'Aveto
Val d'Aveto | |
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Località principali | Rezzoaglio, Santo Stefano d'Aveto in Liguria e Ferriere, Cerignale e Corte Brugnatella in Emilia |
Fiume | Aveto |
La val d'Aveto è una vallata situata tra le regioni Liguria ed Emilia-Romagna, inserita tra la città metropolitana di Genova e la provincia di Piacenza.
La valle è attraversata dal torrente omonimo, tributario della Trebbia a cui si unisce nel comune piacentino di Corte Brugnatella, in località Confiente. In essa sono presenti i due comuni di Rezzoaglio e Santo Stefano d'Aveto, appartenenti al territorio metropolitana genovese; nella provincia di Piacenza vi sono quelli di Ferriere, Cerignale e Corte Brugnatella.
Geografia fisica
Flora
La Liguria è tra le regioni italiane quella che annovera il maggior numero di specie vegetali. All'interno della regione certamente l'Appennino ligure e la val d'Aveto occupano una posizione privilegiata, grazie alle loro caratteristiche climatiche, geografiche e geologiche[1].
L'Appennino ligure si può considerare una cerniera tra la regione fitogeografica medioeuropea e quella mediterranea, il cui confine corre proprio lungo la dorsale appenninica. Oltre a ciò questa catena montuosa rappresenta il raccordo tra le Alpi e l'Appennino Peninsulare. Questa particolare condizione rende possibile la presenza nella stessa area di specie botaniche caratteristiche dei diversi ambienti con cui l'Appennino ligure confina.
Si aggiungono a questa situazione favorevole il notevole gradiente altitudinale, che per la val d'Aveto va dai circa 350 metri della confluenza con il fiume Trebbia fino ai 1804 m della vetta del monte Maggiorasca, e la vicinanza con il mare propria della parte più meridionale della valle che vede alcune delle cime che la circondano, come ad esempio il monte Ramaceto o lo stesso monte Aiona, affacciarsi direttamente sulle valli che giungono al mare.
In val d'Aveto vengono coltivate varietà di patata particolari: la patata quarantina prugnona, la patata cabannese e la patata quarantina bianca genovese.
Fauna
Dal punto di vista faunistico, oltre ai classici animali da allevamento e da cortile, abitano la valle molte specie, quali: tassi, ricci, volpi, cinghiali, faine, gatti selvatici e persino lupi; ricca l'avifauna, che comprende rapaci (tra cui gufi, civette, poiane e falchi), codirossi, rondini montane, fringuelli, ballerine bianche, cardellini, ghiandaie, upupe, cuculi e tordi, per citarne solo alcuni.
Clima
Il clima della parte ligure, sebbene la valle si trovi all'interno degli Appennini, ha caratteristiche più similari a quello alpino.
La neve può infatti iniziare a cadere già da fine settembre e terminare le sue precipitazioni anche a giugno (come avvenuto nel 2013).
Storia
In epoca romana gli abitanti della valle, appartenenti alle etnie dei Liguri Iluati e dei Liguri Veleiati, dettero non pochi problemi alla nascente potenza latina, in un periodo protratto dal II secolo a.C., fino alla sconfitta dei Veleiati della foresta del monte Penna, ad opera del console Marco Claudio Marcello nel 166 a.C..
I Liguri veneravano il monte stesso come dio, e le foreste alle sue pendici erano considerate luoghi sacri. Tito Livio e il Console Gneo Fabrizio ne lodarono le doti di combattenti a Roma.
Nell'Alto Medioevo, la valle accolse una comunità di monaci di san Colombano, che costruirà a Villa Cella, un monastero importante, tanto da essere nominato in alcuni documenti di epoca longobarda. Esso e tutta la zona dipenderà dai monaci della potente abbazia di San Colombano di Bobbio.
Successivamente la valle passò sotto il dominio dei Malaspina, che iniziarono la costruzione del castello di Santo Stefano d'Aveto, e infine dei Fieschi che acquistarono il territorio per la somma di 28.000 lire alla fine del XV secolo.
Dopo la Congiura dei Fieschi nel 1547 a Genova, che fallì miseramente, la valle venne assegnata alla famiglia Doria; contro di loro vi saranno due importanti rivolte alla fine del XVIII secolo, quando la valle diventò parte integrante della Repubblica di Genova, del Regno di Sardegna e infine del Regno d'Italia.
Durante la seconda guerra mondiale, data la sua difficile accessibilità, la valle verrà usata come rifugio da alcune formazioni partigiane, ma venne risparmiata dagli scontri, eventi che si verificarono soprattutto nelle valli vicine come la val Fontanabuona, la valle Sturla e la val Graveglia.
Oggi parte del territorio è occupata dal Parco naturale regionale dell'Aveto. Nella Riserva naturale Agoraie di sopra e Moggetto, è presente il "lago degli Abeti", uno specchio d'acqua che ospita sul fondo alcuni tronchi d'abete fossili.
La valle fu tana di briganti e di leggende: si narra che poco lontano dalla radura chiamata Cabruscià, vi fosse una locanda dove l'oste avvelenava i clienti più facoltosi; scoperto dai Malaspina venne bruciato vivo nella sua locanda, da cui il nome della radura Ca bruxià (dal genovese Casa bruciata). Altre fonti indicano con questo nome una dogana sulla strada che conduce al centro abitato di Borzonasca, fuori dalla valle.
Anticamente un lago occupava le odierne piane della Moglia, vicino al paese di Cabanne (Rezzoaglio). Furono i monaci di Villa Cella, lavorando duramente, ad aprire le chiuse naturali che intrappolarono l'acqua nella piana, e a farla defluire attraverso la gola detta Masappello.
La valle ebbe certamente un visitatore illustre: lo scrittore e Premio Nobel Ernest Hemingway. Durante il secondo conflitto bellico, precisamente nell'anno 1945, transitando sia per la val d'Aveto che nella val Trebbia come corrispondente al seguito dell'esercito di liberazione, si dice abbia scritto sul proprio diario la seguente frase[2]:
Testimonianze dirette[3] confermano inoltre che Ernest Hemingway visitò una seconda volta la val d'Aveto, durante gli anni cinquanta, per recarsi a pescare lungo il fiume Aveto.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture
- Castello di Santo Stefano d'Aveto.
- Ruderi del Castelluzzo dei Della Cella di Caselle di Allegrezze (Santo Stefano d'Aveto)
- Casa-Torre di Amborzasco (Santo Stefano d'Aveto)
- Ruderi della Torre di Castelà fra Pievetta e Campomenoso (Santo Stefano d'Aveto)
- Resti del Castello di Esola (Santo Stefano d'Aveto)
- Resti del Castello di Mileto (Santo Stefano d'Aveto)
- Resti dei Castelletti della Moglia (Santo Stefano d'Aveto)
- Ruderi delle mura del Castello di Rezzoaglio
- Resti della Casa-Torre di Brignole (Rezzoaglio)
- Ruderi della Casa-Torre di Casoni del Piano (Rezzoaglio)
- Tracce della Torre di Castagnola (Ferriere)
- Torri di Castelcanafurone (Ferriere)
- Rimanenza del castello di Brugneto (Ferriere)
- Torre di Salsominore (Castlà) (Ferriere)
- Santuario della Madonna di Guadalupe a Santo Stefano d'Aveto.
Aree naturali
- Parco naturale regionale dell'Aveto.
- Monti, boschi e laghi: monte Pagliaro, monte Penna, monte Maggiorasca, monte Aiona, Riserva naturale Agoraie di sopra e Moggetto, Foresta del Penna, Lago delle Lame, Lago degli Abeti.
La zona della val d'Aveto più apprezzata dai bagnanti è quella nel comune di Corte Brugnatella, (Piacenza), in cui il torrente forma delle magnifiche gole e dove è attorniato da spiagge, a volte anche di sabbia.
Cultura
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle quattro province (Alessandria, Genova, Pavia, Piacenza), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e balli molto antichi. Strumento principe di questa zona è il piffero appenninico che accompagnato dalla fisarmonica, e un tempo dalla müsa (cornamusa appenninica), guida le danze e anima le feste.
Persone legate alla valle
- Ernest Hemingway, scrittore di fama mondiale, visitò per due volte la Valle (si veda la sezione "Storia");
- Adalberto Giuffra, fu un fotografo che raccolse più di 15.000 straordinarie testimonianze fotografiche della vita contadina, e il suo archivio denominato ABSSA (ovvero Archivio Berto di Santo Stefano d'Aveto), è tutt'oggi consultabile dopo un recupero curato anche dall'Università degli Studi di Genova, presso il comune di Santo Stefano d'Aveto.
Enogastronomia
Caratteristici di questa zona sono i formaggi "santo stefano" "u cabanin " "Sarazzu": notevole in val d'Aveto è infatti la presenza di pascoli e allevamenti di bestiame.
Particolarmente apprezzati anche i prodotti tipici della montagna, in particolare i frutti di bosco, che qui trovano facile diffusione.
La valle è altresì famosa per i suoi funghi, che dato il microclima e l'altitudine, presentano caratteristiche particolari.
Demografia
Comuni principali
Di seguito è riportata la lista dei cinque comuni della valle ordinati per numero di abitanti al 31 dicembre 2010[4]:
Pos. | Stemma | Comune di | Popolazione (ab) |
Superficie (km²) |
Densità (ab/km²) |
Altitudine (m s.l.m.) |
---|---|---|---|---|---|---|
1º | File:Ferriere-Stemma.png | Ferriere | 1.551 | 179 | 8,7 | 626 |
2º | File:Santo Stefano d'Aveto-Stemma.png | Santo Stefano d'Aveto | 1.251 | 55,4 | 22,6 | 1.012 |
3º | File:Rezzoaglio-Stemma.png | Rezzoaglio | 1.074 | 105,3 | 10,2 | 735 |
4º | Corte Brugnatella | 688 | 46,4 | 14,8 | 476 | |
5º | Cerignale | 170 | 31 | 5,5 | 708 |
Note
- ^ Per approfondimenti è possibile consultare, sul sito Valdaveto.net, la sezione Flora della Val d'Aveto curata da Giorgio Venturini
- ^ Quando Hemingway attraversò la 'Valle degli dei'
- ^ La vera storia di Hemingway a pesca in Val d'Aveto
- ^ Dato Istat al 31/12/2010
Bibliografia
- Daniele Calcagno, "Castelli e Ville del Districto de Vale de Aveto", Rezzoaglio 2011
- Daniele Calcagno, Marina Cavana, Sandro Sbarbaro, “Canto di un Patrimonio Silente”, Chiavari 2003