Palazzo Leone da Perego
Palazzo Leone da Perego è un edificio storico di Legnano. È stato ricostruito nel 1898 conservando alcune decorazioni dell'omonimo edificio precedente medioevale[1]. Situato a pochi passi dalla Basilica di San Magno, possiede due entrate, una in via Magenta e l'altra in via Girardelli. Prende il nome da Leone da Perego, arcivescovo di Milano deceduto a Legnano nel 1257[2]. Insieme a Palazzo Visconti forma la "Corte Arcivescovile".
Palazzo Leone da Perego | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Località | Legnano |
Indirizzo | Via Girardelli 10 |
Coordinate | 45°35′37.79″N 8°55′06.17″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1898 |
Uso | Pubblico |
Realizzazione | |
Proprietario | Comune di Legnano |
Storia
Il castello dei Cotta
Nell'Alto Medioevo, in una zona adiacente a quella dove ora sono presenti Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, sorgeva il castello dei Cotta[2]. Il primo nucleo del castello dei Cotta fu probabilmente una torre di avvistamento a difesa delle incursioni degli Ungari[2]. Nel X secolo molte regioni del Regno d'Italia furono oggetto di queste invasioni, e Legnano non fu un'eccezione[2]. Nell'XI secolo la primigenia torre di avvistamento fu completata dall'aggiunta di un vero e proprio palazzo fortificato, opera della famiglia Cotta[2]. Oltre alle opere difensive del castello, erano anche presenti un fossato (dentro il quale erano state deviate parte delle acque dell'Olonella) e delle mura che racchiudevano il centro abitato di Legnano[3]. La famiglia Cotta era vassalla dell'Arcivescovo di Milano e partecipò alla lotta di quest'ultimo contro il contado del Seprio[2]. Originariamente il castello Cotta aveva forma rettangolare di dimensioni 22 m per 6,5 m[4]. Il maniero dei Cotta fu poi demolito tra il XIII ed il XIV secolo[5].
I resti del castello Cotta sono stati trovati nel 1951 da Guido Sutermeister durante gli scavi per la costruzione della Galleria INA[2]. Nello specifico, furono scoperte le fondamenta di parte del castello, dei muraglioni difensivi e del fossato. Della parte del castello che si estendeva nelle adiacenze della Corte Arcivescovile, non ci sono pervenuti ritrovamenti perché non sono mai stati effettuati scavi archeologici rilevanti[5].
Le mura era provviste di due porte di accesso. Quella meridionale, conosciuta come "porta di sotto", fu presente fino al 1818[3]. La porta di sotto era anche provvista di un passaggio coperto che passava sopra la volta dell'apertura e che collegava il castello dei Cotta con Palazzo Visconti, che sorse in seguito[4]. Sul lato contrapposto, a nord, era situata una "porta di sopra" della quale, però, non ci sono giunte testimonianze, dato che fu probabilmente abbattuta in tempi più remoti[3].
Nel Medioevo Legnano diventò un baluardo difensivo di Milano, ruolo che conservò anche in seguito. Per questo motivo Legnano fu spesso sede dei soggiorni di alcuni Arcivescovi meneghini, tra cui Leone da Perego ed Ottone Visconti, diventando un punto di riferimento importante per la difesa di Milano[2]. Accanto al castello dei Cotta sorsero poi altri edifici, tra cui l'originario Palazzo Leone da Perego e l'attuale Palazzo Visconti, che presero il nome dai vescovi che vi soggiornarono[5].
Il Palazzo Leone da Perego originario e Palazzo Visconti
Il Palazzo Leone da Perego originario, costruito probabilmente nel XIII secolo[1], era costituito da un fabbricato rettangolare con tetto spiovente che aveva la misura di 33 m di lunghezza, 10 m di larghezza e 9,5 m di altezza[4]. Fu edificato interamente in mattoni, e gli ambienti erano distribuiti su due piani[4]. Era caratterizzato dalla presenza di numerose finestre bifore con arco ogivale[4]. La finestra situata sopra l'ingresso di corso Magenta del palazzo Leone da Perego attuale, richiama, seppur con evidenti differenze, le antiche finestre andate perdute[4]. Una di esse, prima della demolizione del palazzo originario, è stata trasferita al civico museo archeologico di Milano[4]. Le finestre bifore ad arco ogivale furono molto comuni a Legnano fino al XVI secolo[4].
L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo Leone da Perego, grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del XV secolo. Durante i secoli il palazzo fu oggetto di diversi rimaneggiamenti. Ad esempio le antiche finestre bifore a sesto acuto furono trasformate in aperture rettangolari, mentre gli ampi saloni furono rimpiccioliti con la creazione di locali più piccoli[7]. Questi ultimi probabilmente non erano affrescati ma erano decorati con arazzi e quadri[7]. Sopra il portone di ingresso era presente un affresco, che fu perso con la demolizione dell'edificio[8]. Sul lato era stata costruita una loggetta esterna che dava su un piccolo giardino[7]. In seguito le finestre furono dotate di un piccolo tetto protettivo[7]. L'ingresso di Palazzo Leone da Perego verso il cortile era provvisto di un porticato[7].
Sul lato sud del Palazzo Leone da Perego originario era prospiciente l'antico Palazzo Visconti. Quest'ultimo era conosciuto con questo nome perché fu residenza dell'arcivescovo di Milano Ottone Visconti, che successe a Leone da Perego[7]. I due edifici formavano un cortile che era denominato "Corte Arcivescovile"[7]. In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del castello dei Cotta, continuò ad essere presente la già citata "porta di sotto"[3]. Questo passaggio coperto, con la demolizione del castello dei Cotta, iniziò a collegare il complesso architettonico formato da Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, a un edificio posto dall'altra parte dell'odierno corso Magenta, che all'epoca si chiamava via Porta di Sotto[9][10].
Nel 1898 Palazzo Leone da Perego fu demolito e ricostruito utilizzando alcune decorazioni dell'omonimo complesso precedente[1]. Di queste ultime, le uniche che sono sopravvissute sono due stemmi viscontei che sono presenti, rispettivamente, all'ingresso di corso Magenta ed all'interno del complesso architettonico[7]. Palazzo Visconti fu invece conservato[11].
Il complesso attuale
Il complesso odierno si sviluppa intorno ad un cortile chiamato ancora oggi "Corte Arcivescovile". È formato dall'ottocentesco Palazzo Leone da Perego e dal duecentesco Palazzo Visconti. Nei secoli il complesso edilizio cambiò molte volte la destinazione d'uso. Ad esempio, San Carlo Borromeo per un certo periodo, destinò Palazzo Visconti a prigione per ecclesiastici[6].
L'odierno Palazzo Leone da Perego, dopo essere stata adibito a scuola materna, è dal 2001[1] area espositiva di SALe e può considerarsi uno dei cuori pulsanti della cultura legnanese. L'acronimo "S.A.Le." (acronimo si "Spazio arte Legnano") identifica gli spazi espositivi della città di Legnano. I due siti adibiti ad essere sede di mostre all'interno del progetto SALe sono appunto Palazzo Leone da Perego ed il castello di San Giorgio, che è stato aperto alle esposizioni a partire dal 2007[12].
Nel 1973 Palazzo Visconti venne trasformata in sala conferenze e, successivamente, in sala cinematografica, il cinema Ratti. Per adibirlo alla nuova funzione, gli ambienti interni furono completamente svuotati, mentre gli affreschi neoclassici presenti sulla pareti vennero coperti[6]. Tra essi, fino alla copertura delle pareti, erano visibili degli affreschi raffiguranti alcuni stemmi di Ottone Visconti, un ciclo di pitture riproducente le quattro stagioni, e molti motivi pittorici contenenti puttini e animali[6].
Note
- ^ a b c d Palazzo Leone da Perego, su spaziartelegnano.com. URL consultato il 9 ottobre 2014.
- ^ a b c d e f g h D'Ilario, 1984, pag. 211.
- ^ a b c d Agnoletto, 1992, pag. 32.
- ^ a b c d e f g h D'Ilario, 1984, pag. 213.
- ^ a b c D'Ilario, 1984, pagg. 211-213.
- ^ a b c d D'Ilario, 1984, pag. 215.
- ^ a b c d e f g h D'Ilario, 1984, pag. 214.
- ^ D'Ilario, 1984, pagg. 213-214.
- ^ Agnoletto, 1992, pag. 33.
- ^ D'Ilario, 1984, pag. 216.
- ^ D'Ilario, 1984, pagg. 214-215.
- ^ Il castello di Legnano su "spaziartelegnano.com", su spaziartelegnano.com. URL consultato il 24 ottobre 2014.
Bibliografia
- Giorgio D'Ilario, Egidio Gianazza, Augusto Marinoni, Marco Turri, Profilo storico della città di Legnano, Edizioni Landoni, 1984, ISBN non esistente.
- Attilio Agnoletto, San Giorgio su Legnano - storia, società, ambiente, 1992, ISBN non esistente.
Voci correlate
Altri progetti
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