Matteo Ponzone

pittore italiano
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Matteo Ponzone, chiamato anche Matteo Ponzoni (in croato si adotta anche la traduzione del nome Matej o Mate Pončun o ancora una sorta di doppio cognome Matej Ponzoni Pončun), (Arbe, 1586 circa – Venezia, post 1663), è stato un pittore dalmata attivo nel XVII secolo nel territorio della Repubblica di Venezia.

Vita

Nato all'incirca nel 1586 ad Arbe, capoluogo dell'omonima isola all'estremo nord della Dalmazia[1], all'epoca possedimento Repubblica di Venezia, Matteo Ponzone operò prevalentemente a Venezia, salvo un periodo intermedio di una decina d'anni in cui fece ritorno in Dalmazia, lasciando proprie opere in alcune località della costa[2].

Allievo di Jacopo Palma il Giovane e legato al pittore Sante Peranda, che fu probabilmente uno dei suoi maestri e il cui influsso nell'opera di Ponzone appare evidente, fu iscritto alla Fraglia dei Pittori di Venezia dal 1613 al 1633, essendo uno dei più attivi in città lungo tutto questo periodo. Nella sua bottega ebbe come allievi Antonio Zanchi, Andrea Celesti e Pietro Negri, che lo coadiuvarono nelle varie commesse dell'ultimo periodo veneziano.

La cospicua mole di opere rimaste in situ ne definiscono adeguatamente l'importanza per la storia della pittura del primo '600 veneziano, pur se tale importanza è stata rilevata solo in anni recenti[3]. Allo stesso modo, la caratura delle commesse ricevute - fra le quali particolarmente importanti quelle delle chiese di San Giorgio Maggiore, Madonna dell'Orto e San Cassiano - fanno intendere quale fosse l'elevato grado di successo che Ponzone riscosse in vita.

Principali opere

In Dalmazia

  • Ciclo di San Doimo nella cattedrale di Spalato. L'opera fu iniziata nel 1639 dal Ponzone, ma non portata a termine.
  • Storie dell'Eucaristia (otto tele), Santi Girolamo, Francesco e Caterina, sempre nella cattedrale di Spalato.
  • Ritratto di San Lorenzo Giustiniani ancora a Spalato.
  • Attribuiti a Ponzone sono i ventuno dipinti del soffitto della chiesa di San Francesco a Sebenico, come pure altri quadri di Santi.
  • L'ultima cena nel refettorio del convento francescano di Lesina.

Negli altri territori della Serenissima

A Venezia

  • Nella chiesa della Madonna dell'Orto: una serie di ritratti di santi, il San Giorgio che uccide il drago fra i santi Girolamo e Trifone[4], la Flagellazione di Gesù.
  • A San Giorgio Maggiore: San Giorgio che uccide il drago.
  • A San Cassiano: Cristo in croce e quattro Santi.
  • A San Martino: San Giovanni che scrive l'Apocalisse. Considerato uno dei suoi capolavori, è di chiara ispirazione tintorettiana.

Identificazione nazionale

Storicamente non è mai stata fatta alcuna questione di identificazione nazionale riguardo a Matteo Ponzone, la cui appartenenza alla storia veneziana e alla sua area politico-culturale è indubbia.

Note

  1. ^ Secondo un'altra ipotesi, fu invece Venezia il luogo di nascita di Ponzone, identificato con un Mathio et Simon fiol di missier Claudio Bolzon et Madonna Agnesina Negro iguali, nato in parrocchia di San Moisè il 9 novembre 1583. Così Lino Moretti, Nuovi documenti sul Ponzone e sul Forabosco, in Arte Veneta, XL, Milano 1986.
  2. ^ Secondo il Moretti (op. cit.), il Ponzone ricevette una serie di commesse in Dalmazia anche grazie al fatto che suo fratello Sforza fu arcivescovo di Spalato dal 1616 al 1640.
  3. ^ Si veda in tal senso Rodolfo Pallucchini, La pittura veneziana del Seicento, Mondadori, Milano 1981.
  4. ^ Significativa iconografia tipicamente dalmata.

Bibliografia

  • Kruno Prijatelj, Le opere di Matteo Ponzone in Dalmazia, in Arte Veneta, XX, 1966, pp. 153–154.
  • Luciano Rota, Matteo e Sforza Ponzone, in Francesco Semi-Vanni Tacconi (cur.), Istria e Dalmazia, Uomini e Tempi. Dalmazia, Del Bianco, Udine 1992

Voci correlate

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