Segnocinema

rivista bimestrale italiana di cinema

Segnocinema è una rivista italiana di cinema nata nel settembre del 1981 su iniziativa del Cineforum di Vicenza. Tra i fondatori Maurizio Manduzio, Paolo Madron e Mario Calderale. L'attuale direttore è Paolo Cherchi Usai.

Segnocinema
StatoItalia (bandiera) Italia
Linguaitaliano
Periodicitàbimestrale
Generestampa nazionale
Formatomagazine
Fondazione1981
Chiusura2023
SedeVicenza
EditoreCineforum di Vicenza
Diffusione cartacea50 000
DirettorePaolo Cherchi Usai
Redattore capoMario Calderale
ISSN0393-3865 (WC · ACNP)
Sito webwww.segnocinema.it/

Esce ogni bimestre e si caratterizza per avere una parte monografica (gli "speciali") dedicata a temi teorici di argomento cinematografico e una parte più informativa con ampio spazio alle recensioni di film usciti nelle sale.

A differenza di altre riviste di cinema, Segnocinema non usufruisce di nessun finanziamento per l'editoria da parte dello Stato italiano. La rivista esiste e resiste esclusivamente per merito delle copie vendute e degli abbonamenti.

Storia

Segnocinema nasce nel settembre del 1981, nell’ambito del Cineforum di Vicenza. Il primo decennio è di assestamento, con interventi di taglio accademico e massicce dosi di vecchia e nuova cinefilia. Tra il 1984 e il 1987, si segnalano i contributi di Alberto Crespi, Stefano Della Casa, Enrico Ghezzi, Filippo Porcelli. Poi, al debutto degli anni Novanta, si scatena il dibattito su teoria e critica. La rivista diventa un vivace laboratorio dove si proiettano sul terreno concreto della critica le grandi battaglie teoriche del decennio. Spiccano i contributi di Paolo Cherchi Usai (“Il silenzio del critico”, n°45, 1990), di Gianni Canova (“Contro la cinefilia”, n° 46, 1990), di Flavio De Bernardinis (“Il falò delle verità”, n° 49, 1991), ma a dominare la scena è soprattutto il confronto senza esclusione di colpi fra l’empirista Alberto Pezzotta (“Per una critica inattuale”, n° 50, 1991) e il postmodernista Marcello Walter Bruno (“La commedia degli equivoci n° 52-53, 1991). Il dibattito si smorza verso la metà del decennio. Mentre Marcello Walter Bruno scrive un saggio significativamente intitolato “Perché non andrò più al cinema” (n° 85, 1997), su Segnocinema iniziano a farsi notare i primi due critici convintamente post-theory: Vincenzo Buccheri (“Vent’anni dopo”, n°82, 1996) e Roy Menarini (“Bugiardo e più bugiardo”, n° 87, 1997). Negli “anni zero” il rinnovamento della rivista passa attraverso i nomi di Andrea Bellavita, Luca Bandirali e Enrico Terrone, negli scritti dei quali si riprende la critica alla nozione di Autore e ai luoghi comuni della critica cinematografica, e si manifesta l’esigenza di un rinnovamento metodologico.

Speciali

La storia di Segnocinema oltre che dai nomi dei collaboratori è scandita dagli Speciali, a partire dal primo, “Critica e critica” (n°1), passando per gli innovativi studi sui Trailer (n°31), sull’Attore (n° 42), sul “Non filmabile” (n°46), sulla Luce e sulla Musica (n° 48 e n° 49), per arrivare sino ai numeri monografici dedicati ai classici del cinema italiano: Ultimo tango a Parigi (n° 113), (n° 119), C'era una volta in America (n° 125), Salò o le 120 giornate di Sodoma (n° 134), Io sono un autarchico (n° 138).

Rubriche

Una rubrica storica di Segnocinema è lo "SplitSegno - Perché Sì, Perché No", nella quale due critici si sfidano uno difendendo e l'altro stroncando un determinato film. Fra le altre rubriche che hanno scandito la storia della rivista si segnalano “Scult”, a cura di Marcello Garofalo, “SegnoPixel” a cura di Bruno Di Marino, “SegnoCorti” a cura di Anna di Martino, per arrivare alle più recenti “ActorSegno” a cura di Maria Paola Pierini e “SegnoSound” a cura di Sergio Bassetti.

Collegamenti esterni