Orto dei Cappuccini
Ubicazione
StatoNon hai inserito il nome/codice della nazione! Leggi il manuale del template che stai usando! (bandiera) Non hai inserito il nome/codice della nazione! Leggi il manuale del template che stai usando!
IndirizzoViale Luigi Merello, 59 Cagliari, Italia
Coordinate39°13′29.52″N 9°06′39.67″E
Caratteristiche
TipoOrto botanico
Istituzione1595
[Orto botanico di Padova Sito web]
 Bene protetto dall'UNESCO
Orto botanico di Padova
 Patrimonio dell'umanità
File:180px-Cagliari12.jpg
Tiposcientifica, botanica
CriterioC (ii) (iii)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal1997
Scheda UNESCO(EN) Botanical Garden (orto botanico), Padua
(FR) Scheda

L'orto dei Cappuccini a Cagliari è un giardino storico, ristrutturato e riaperto al pubblico nel maggio del 2016. E' Situato tra il Viale Luigi Merello che lo delimita ad ovest, il Vico I Merello e la collina calcarea che ospita il convento dei Cappuccini e le facoltà universitarie che ne costituiscono il confine orientale.

Cenni storici

Realizzato nel 1591 sulla collina ad ovest dell’Anfiteatro romano, il Convento dei frati Cappuccini, il primo in sardegna, possedeva una vasta estensione di terreno, al cui interno si trovavano alcune antiche cisterne di epoca romana.

L'Hortus Simplicium, ossia l'orto adibito alla coltivazione delle piante medicinali che costituivano la maggioranza dei "semplici" medicamenti provenienti dalla natura, fu fondato nel 1595.

Il convento crebbe rapidamente, al punto che, nel 1649, includeva ben 65 celle per i frati, oltre alle cucine e al refettorio, con la presenza di un lanificio, di un'infermeria e di un vasto orto per la coltura delle piante officinali. Tutto ciò era reso possibile solo grazie alla disponibilità di una grande quantità d’acqua, garantita soprattutto dalla presenza di un pozzo dentro al quale, grazie ad una complessa opera di canalizzazione idrica, confluiva l'acqua piovana.

Il padre cappuccino Giorgio Aleo, autore di una famosa “Storia Cronologica di Sardegna” riferisce una notizia relativa alla pestilenza cagliaritana del 1656, che probabilmente riguarda il cisternone dell’Orto dei Cappuccini. L’Aleo scrive infatti che negli ultimi giorni di maggio del 1656 la mortalità a Cagliari era diventata così elevata, che non vi erano “fossori” a sufficienza per seppellire i morti. Di fronte al crescente numero di cadaveri insepolti il magistrato di sanità decise allora di far “tumulare” i morti in pozzi e cisterne: ed i morti del quartiere di Castello finirono “in un antico cisternone vicino ai Cappuccini”. Nell'orto dei cappuccini, ora di proprietà comunale, si aprono varie monumentali cisterne scavate nella roccia calcarea, per lungo tempo attribuite a periodo punico. Si tratta, invece, di cave di blocchi aperte forse nel I-II secolo d.C., per la costruzione del vicino anfiteatro romano. Esse furono adibite a cisterne solo in un secondo tempo, una volta impermeabilizzate con il cocciopesto (un intonaco di calce mista a cocci triturati). La più ampia poteva contenere fino a un milione di litri d'acqua piovana, proveniente dall'anfiteatro attraverso un lungo cunicolo sotterraneo ancora percorribile. Varie prospezioni effettuate nel 1997 da Gruppo Speleologico Specus hanno consentito di appurare che la cavità subì gia in antico un ulteriore riadattamento a carcere, come testimoniano le numerose anelle osservabili lungo le pareti, destinate al fissaggio delle catene. In corrispondenza di una di queste è stato scoperto un importante graffito paleocristiano, forse risalente agli inizi del IV secolo d.C. Si tratterebbe, secondo una ipotesi, di un'immagine simbolica della Navicula Petri, la nave della chiesa, con l'albero della vela costituito da una croce monogrammatica e sul ponte i dodici Apostoli, "pescatori di uomini", schematicamente rappresentati nel salpare la rete. L'autore andrebbe probabilmente individuato in uno sconosciuto martire cristiano, detenuto prima di essere ucciso forse nei giochi dell'anfiteatro

Collezioni

L'orto ha attualmente una superficie di quasi 8.000 metri quadrati e contiene oltre 6.000 piante coltivate, raccogliendo 3.500 specie differenti; che rappresentano, seppur in forma ridotta, una parte significativa del regno vegetale. La struttura è circondata da un muro circolare costruito nel 1552 per arginare i furti di erbe medicinali. All'interno quattro spalti sono a loro volta suddivisi in aiuole. Al centro una piscina per le piante acquatiche viene alimentata da un fiotto d'acqua calda proveniente da una falda posta a quasi trecento metri sotto il livello dell'orto.

Numerose sono le piante introdotte per la prima volta in Italia attraverso l'orto botanico.
Fra queste il Ginkgo biloba, la magnolia, la patata, il gelsomino, l'acacia e il girasole.

Gli alberi storici

G

Attività collaterali

Dal 1835, all'interno dell'orto botanico si trova una biblioteca che dispone di antiche e nuove testimonianze. Oltre ai libri, conserva altro materiale tra cui erbari secchi, manoscritti, fotografie, quadri, planimetrie storiche e oggetti museali.[1] Nello stesso anno fu fondato nel comprensorio dell'orto un erbario, diventato oggi un museo che ha al suo interno una fornita collezione di piante essiccate, alghe, funghi, muschi, licheni, galle, legni, semi e frutti. L'erbario del museo comprende circa 500.000 campioni provenienti da Italia, Europa, Asia, Africa e Americhe, pervenuti a partire dalla fine del XVIII secolo.[2]

In una palazzina attigua all'ingresso dell'orto, si trovano le sale espositive del Centro di Ateneo per i Musei, dove vengono allestite mostre relative alla botanica a fini di divulgazione scientifica. Durate tali eventi si possono ammirare vari reperti conservati nei musei dell'ateneo cittadino.[3]

Ristrutturazione e ampliamento

Nel maggio 2016, l'adiacente Collegio Antonianum dei gesuiti ha venduto gran parte dei suoi terreni all'orto botanico e nel 2008 sono cominciati i lavori di ampliamento. La nuova area è di circa 15 000 m²[4] ed è caratterizzata da importanti innovazioni tecnologiche realizzate in armonia con la vecchia struttura. La principale novità riguarda la realizzazione di quattro serre che riprodurranno diversi ecosistemi terrestri, da quello tropicale a quello arido. Oltre a concentrarsi sul rapporto tra pianta e ambiente, il nuovo intervento mette in risalto un possibile diverso utilizzo dei vegetali da parte dell'uomo. piante sono disposte secondo una metodologia fitogeografica, cosicché il visitatore ha l'immediata rappresentazione della ricchezza o povertà di biodiversità presente in ogni fascia climatica. a amente in base alle condizioni, di aprirsi e chiudersi per regolare al meglio il flusso di calore ed umidità presenti nella struttura. tate fedelmente riprodotte]] Questo clima si sviluppa a latitudini comprese tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. La temperatura media in questa parte della serra si attesta sui 25 °C, con oscillazioni di 2-4 gradi nel corso dell'anno. All'interno della serra è riprodotta fedelmente il clima tropicale, come possiamo notare dalla foto a lato, questo per garantire la migliore sopravvivenza agli esemplari presenti in quest'area del Giardino della Biodiversità.

Foresta tropicale subumida

Le precipitazioni della fascia Subumida e della Savana sono notevolmente inferiori a quelle della fascia tropicale, all'interno di questa serra la temperatura media è di circa 20 °C, dove tale temperatura ha un'oscillazione di circa 10 °C nell'arco dell'anno.

Le cavità

In questa serra troviamo un'elevata biodiversità, caratteristica principe del clima mediterraneo, il quale tuttavia è il meno esteso tra i climi temperati, infatti, le zone di clima temperato ricoprono meno del 2% della superficie terrestre; ma conservano il 20% del patrimonio dell'intera biodiversità.

Il cisternone arido

 
Serra arida, troviamo qui riprodotto il clima arido caldo, con la caratteristica flora.

A caratterizzare quest'area della serra è la scarsità di "precipitazioni" (meno di 250 millimetri all'anno), tale serra rispecchia i climi ardi caldi e i climi aridi freddi. i primi tipici della Africa settentrionale e della penisola arabica; i secondi tipici del Mar Caspio e del deserto dei Gobi (Mongolia).All'Alba ci sono 0° mentre durante il giorno 40°.

Note

  1. ^ Biblioteca dell'orto botanico, bibliorto.cab.unipd.it
  2. ^ Il museo botanico, ortobotanico.unipd.it
  3. ^ Le mostre, ortobotanico.unipd.it
  4. ^ Il nuovo orto botanico, ortobotanicopd.it

Bibliografia

  • Else M. Terwen-Dionisius, ''Date and design of the botanical garden in Padua", Journal of Garden History, vol.14, number 4 (1994) 213-235
  • A. Minelli, L'orto botanico di Padova (1545-1995), Marsilio, 1998 ISBN 88-317-6977-4
  • G. Buffa, F. Bracco, N. Tornadore, Guida all'orto botanico di Padova. Quattro percorsi per conoscerne la storia e le piante. Centrooffset, Padova, 1999. ISBN 88-900229-1-4
  • S. Zaggia, L'università di Padova nel Rinascimento. La costruzione del palazzo del Bo e dell'Orto botanico, Venezia, Marsilio, 2003, pp. 79–121. ISBN 88-317-8384-X

Voci correlate

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