Won't Get Fooled Again/Don't Know Myself
Won't Get Fooled Again è un brano musicale del gruppo rock britannico The Who, incluso nell'album Who's Next del 1971.
Won't Get Fooled Again singolo discografico | |
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Artista | The Who |
Pubblicazione | 1971 |
Durata | 8:32 3:38 (single edit) |
Album di provenienza | Who's Next |
Dischi | 1 |
Tracce | 2 |
Genere | Hard rock Rock |
Etichetta | Polydor (UK) MCA (USA) |
Composta dal chitarrista della band Pete Townshend, si tratta di uno dei brani più celebri del gruppo. Iniziante con un suono d'organo, precisamente un organo del 1968 Lowrey Berkshire Deluxe TBO-1 trattato poi attraverso i filtri del sintetizzatore EMS VCS 3, viene dopo poco accompagnata dalla chitarra di Townshend, dalla batteria di Moon, dal basso di Entwistle e dalla voce di Daltrey.
Il brano
Townshend scrisse la canzone come brano conclusivo della progettata opera rock Lifehouse, con un testo critico nei confronti della rivoluzione e del potere.[2] Per simboleggiare la comunione spirituale che egli aveva trovato nella musica grazie alle opere di Meher Baba e Inayat Khan,[3] Townshend inserì un miscuglio di caratteristiche umane in un sintetizzatore usandolo come base strumentale principale della traccia. Townshend aveva letto The Mysticism of Sound and Music, libro che illustrava la teoria dell'armonia creata dall'"accordo universale", e realizzò come la nuova tecnologia allora emergente dei sintetizzatori gli avrebbe permesso di trasmettere questa idea al pubblico.[4] Si incontrò quindi con i tecnici della BBC Radiophonic Workshop i quali gli fornirono l'idea di catturare il suono della personalità umana attraverso la musica. Townshend intervistò svariate persone con domande di carattere generale, e registrò risposte, battiti del cuore, onde cerebrali, e previsioni astrologiche, convertendo il tutto in una serie di impulsi sonori. Per il demo di Won't Get Fooled Again, egli collegò un organo Lowrey ad un sintetizzatore EMS VCS 3 che trasformò in suoni gli impulsi sonori da lui catturati.[4] Il demo venne poi completato sovraincidendo batteria, basso, chitarra elettrica, voce e battiti di mani.
Registrazione
Gli Who provarono la canzone a New York nel marzo 1971, ma ri-registrarono il brano in una versione più convincente nello studio mobile dei Rolling Stones a Stargroves (a casa di Mick Jagger) il mese successivo, utilizzando il sintetizzatore del nastro demo originale di Townshend.[5] Alla fine, il progetto di Lifehouse venne abbandonato in favore di Who's Next, un disco più convenzionale, dove Won't Get Fooled Again venne posta come ultima traccia.
Pubblicazione
Won't Get Fooled Again venne pubblicata su singolo il 25 giugno 1971, editata a 3:35. Il 17 luglio venne pubblicata anche negli Stati Uniti. La B-side, I Don't Even Know Myself era stata incisa ai Eel Pie Studios nel 1970 per un EP mai realizzato. Il singolo raggiunse la posizione numero 9 in Gran Bretagna e la numero 15 negli Stati Uniti.
La versione completa della canzone della durata di 8 minuti e 32 secondi apparve nell'album Who's Next, pubblicato il 14 agosto negli Stati Uniti e il 27 agosto in Gran Bretagna, dove raggiunse la vetta delle classifiche.[6]
Tracce singolo
- Won't Get Fooled Again - 3:38
- I Don't Even Know Myself -
Formazione
- Roger Daltrey: voce
- Pete Townshend: chitarra elettrica, sintetizzatore EMS VCS 3
- John Entwistle: basso
- Keith Moon: batteria
Curiosità
- Secondo una classifica stilata dalla rivista Rolling Stone, il brano è alla 133ª posizione tra le canzoni più belle mai scritte nella storia della musica.
- Il brano è tornato recentemente alla ribalta dopo che è stato scelto per la sigla di apertura della serie televisiva CSI: Miami.
- Pete Townshend negò al regista Michael Moore il permesso di suonare la canzone sui titoli di coda del suo documentario Fahrenheit 9/11, in quanto incerto della credibilità giornalistica di Moore e non voleva che il suo lavoro potesse essere associato con un documento inattendibile. In seguito Townshend dichiarò: «Una volta capito di cosa trattava il film, fui certo al 90% che la mia canzone non era giusta per loro». In risposta Moore accusò Townshend di essere un sostenitore della guerra in Iraq, cosa che Townshend negò risolutamente.[7]
Note
- ^ Bagarotti, Eleonora, The Who. Pure and Easy. Testi commentati, Arcana Edizioni, 2011, pag. 524
- ^ Pete's Diaries - Won't Get Judged Again, su petetownshend.co.uk, 27 maggio 2006. URL consultato l'8 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2006).
- ^ Kent, 2002, pag. 273
- ^ a b Unterberger, 2011, pag. 27
- ^ Kent, 2002, pag. 280
- ^ Kent, 2002, pag. 288
- ^ Michael Moore is a bully, says Who guitarist, in The Guardian, 14 luglio 2004.
Bibliografia
- Atkins, John (2000). The Who on Record: A Critical History, 1963–1998. McFarland. ISBN 978-0-7864-0609-8.
- Atkins, John (2003). Who's Next (Deluxe Edition) (Media notes). Polydor. 113-056-2.
- Bagarotti, Eleonora (2011). The Who. Pure and Easy. Testi commentati, Arcana Edizioni, ISBN 978-88-6231-159-5
- Marsh, Dave (1983). Before I Get Old : The Story of The Who. Plexus. ISBN 978-0-85965-083-0.
- Neill, Andrew; Kent, Matthew (2002). Anyway Anyhow Anywhere – The Complete Chronicle of The Who. Virgin. ISBN 978-0-7535-1217-3.
- Unterberger, Richie (2011). Won't Get Fooled Again: The Who from Lifehouse to Quadrophenia. Jawbone Press. ISBN 978-1-906002-75-6.