Utente:Michele859/Sandbox28
He'd like to come and meet us
But he thinks he'd blow our minds»
«C'è un uomo delle stelle che aspetta in cielo
Vorrebbe venire ad incontrarci
Ma pensa che potrebbe mandarci fuori di testa»
Starman è un brano musicale scritto dall'artista inglese David Bowie e pubblicato come 45 giri il 14 aprile 1972.
Quarta traccia di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e primo singolo estratto dall'album, Starman è considerata una delle canzoni più influenti dell'intero repertorio di Bowie e all'epoca rappresentò un punto di svolta nella sua carriera soprattutto grazie alla performance a Top of the Pops che la BBC trasmise il 6 luglio 1972 e che è stata citata come fonte d'ispirazione da un'intera generazione di artisti.[1][2]
Starman si trova al 56º posto nella classifica dei 100 migliori singoli secondo la rivista New Musical Express e al 19º tra le 100 canzoni che hanno cambiato il mondo del mensile Q.[3]
Tracce
- Starman (D. Bowie) - 4:16
- Suffragette City (D. Bowie) - 3:25
Formazione
Il brano
Sostenuta dalla chitarra acustica di Bowie e dall'arrangiamento per violini di Mick Ronson, Starman sfoggia una delle melodie più contagiose di David Bowie e parte del suo fascino, come sostiene il biografo Nicholas Pegg, risiede «nell'ostentazione delle sue fonti».[1] Il bridge di chitarra e pianoforte tra il ritornello e i versi successivi è strettamente legato ai Badfinger dei primi anni settanta,[4] ma richiama anche You Keep Me Hangin' On delle Supremes e Melting Pot dei Blue Mink, mentre il ritornello stesso riecheggia Over the Rainbow, oltre a rappresentare l'ennesimo riferimento di Bowie ai T. Rex, in particolare a Hot Love del 1971.[1][5]
Il titolo e l'introduzione acustica di Starman potrebbero richiamare Space Oddity ma nel frattempo le fantasie hippy hanno lasciato il posto ad un gergo cosmico esemplificato da un messaggio proveniente dallo spazio che interrompe una trasmissione radiofonica. La canzone racconta la storia di un "uomo delle stelle" che, attraverso la radio, entra in contatto con i giovani di una Terra ormai condannata promettendo la salvezza del pianeta. Come rivelò lo stesso Bowie nel 1974, in un'intervista con lo scrittore William S. Burroughs su Rolling Stone, Ziggy Stardust non è l'uomo delle stelle ma solo il suo messaggero terreno, contrariamente all'opinione secondo cui spesso si dipinge Ziggy come un extraterrestre.[6]
Il brano ha inevitabilmente generato varie interpretazioni e alcuni hanno visto nel testo un accenno alla seconda venuta di Cristo, una sorta di annuncio messianico con l'"uomo delle stelle" a rappresentare un Creatore extraterrestre che ha già visitato la Terra in epoche passate e che considera l'idea di tornare per controllare come la vita umana sta procedendo.[4] D'altra parte Starman può essere vista anche come metafora dalla rockstar che una volta era uguale al suo pubblico e che ora è considerato quasi come un figura divina che si erge dalla folla,[4] l'atto autocelebrativo della nascita di una nuova stella e un veicolo mediante il quale Bowie rivela il proprio status di icona.[1]
In realtà, secondo lo stesso Bowie il brano potrebbe essere letto «a un livello più immediato come "In cielo c'è un uomo delle stelle che dice: spassatevela ragazzi", ma l'idea di base è che le creature dello spazio sono abbastanza reali e umane, e che la prospettiva di incontrare altri esseri dovrebbe renderci felici».[1]
L'attrazione esercitata dalla fantascienza aveva già permeato alcuni dei lavori passati di Bowie ed il cantante è sempre stato affascinato dalla giustapposizione di fantastico e banale, di mistico e quotidiano. Durante la stessa intervista rilasciata a Rolling Stone nel 1974, Bowie si addentrò anche in una disquisizione sul ruolo della canzone all'interno del progettato allestimento teatrale di Ziggy Stardust: «La fine viene sancita dall'arrivo degli "infiniti". In realtà sono una sorta di buchi neri, ma gli ho dato un aspetto umano perché sarebbe stato piuttosto difficile rappresentare un buco nero in scena... Ziggy viene avvertito in sogno dagli infiniti di annunciare l'arrivo di un uomo proveniente dalle stelle, allora lui scrive Starman. È il primo annuncio di speranza giunto alla gente, che gli si affeziona immediatamente».[6]
Inizialmente non era prevista la sua presenza nell'album e la traccia venne inserita all'ultimo momento (in sostituzione di Round and Round) su suggerimento di Dennis Katz, capo della sezione A&R della RCA.[1]
Il lato B
Con il pianoforte sincopato tipo Little Richard e la chitarra martellante di Mick Ronson, Suffragette City si affermò rapidamente come uno dei brani cruciali di Ziggy Stardust. Più o meno ambigua a seconda delle interpretazioni, la traccia può essere letta come la richiesta di un ragazzo che vuole essere lasciato solo con la sua partner oppure, sulla stessa linea di John, I'm Only Dancing, un mutamento di sesso da partner maschile a femminile. Suffragette City venne inizialmente offerta da Bowie ai Mott the Hoople, gruppo glam rock che in quel periodo era sul punto di sciogliersi, ma la band di Ian Hunter decise di rifiutarla in quanto considerata non adatta alla band (venne invece accettata All the Young Dudes che avrebbe raggiunto in breve tempo il 3o posto in classifica).[7] Nel 1976 venne ripubblicata su 45 giri, stavolta come lato A, per promuovere la raccolta di greatest hits ChangesOneBowie.[8]
Registrazione
Uscita e accoglienza
Starman fu pubblicata il 14 aprile 1972 e rappresentò la prima vera hit dai tempi di Space Oddity, anche se inizialmente stentò in termini di vendite. Oltre che nel Regno Unito il 45 giri uscì in Germania, Jugoslavia, Francia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Argentina, Brasile e Sudafrica. Nella seconda metà del 1972 fu distribuito anche in Giappone, Australia e Nuova Zelanda.[9][10] In Spagna e in Italia (dove raggiunse il 32o posto in classifica l'anno successivo)[11] venne pubblicato con John, I'm Only Dancing come lato B, in Portogallo in un maxi-singolo che includeva anche Hang On to Yourself, John, I'm Only Dancing e Suffragette City e in Messico come lato B di Space Oddity.[9][10]
Nonostante lo scarso riscontro commerciale il brano ricevette da subito molte recensioni positive. Il 29 aprile 1972 John Peel scrisse sulla rivista Disc and Music Echo: «David Bowie è, con Kevin Ayers, il più importante e sottovalutato innovatore nella musica pop contemporanea in Gran Bretagna», definendo Starman «un classico, una gemma»,[12][13] mentre il Record Mirror riportò: «Un forte sostegno di chitarra, un'apertura piuttosto sconnessa ma in seguito canta a squarciagola con personalità e drammaturgia».[14] Il New Musical Express proclamò Starman singolo della settimana e la rivista Sounds definì la canzone «un perfetto esempio del talento molto sotto-stimato di David».[15] A fine giugno il singolo entrò in classifica nel Regno Unito alla posizione n. 49 e dopo l'apparizione a Top of the Pops raggiunse il 10o posto.[16] Negli Stati Uniti, dove uscì in una versione leggermente più breve (la stessa di The Singles Collection), raggiunse la 65a posizione nella Billboard Hot 100 il 19 agosto 1972.[17]
Starman dal vivo
Il 5 luglio 1972 Bowie e gli Spiders from Mars fecero un'apparizione a Top of the Pops per eseguire Starman (inclusa nel DVD Best of Bowie), che venne mandata in onda il giorno successivo. Circondata da un pubblico di ragazzi che ballavano e accompagnata dal pianista Robin Lumley, la band si esibì con un look inequivocabilmente glam: David con una tuta arcobaleno e una sfolgorante tintura di capelli arancione, Mick Woodmansey coi capelli ossigenati, Trevor Bolder con le basette argentate e Mick Ronson con i lunghi capelli decolorati e una tuta da paracadutista gialla di satin. Più di ogni altra performance fu proprio questo passaggio televisivo di tre minuti a catapultare Bowie nella celebrità. Il critico e dj Marc Riley (ex componente dei The Fall) lo definì «un momento cruciale nella storia della musica britannica, come quello dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester nel '76»[18] e Starman, che fino a quel momento non aveva avuto nessun impatto commerciale, fece irruzione nella top ten.[16]
In realtà quello a Top of the Pops non rappresentava il primo passaggio televisivo della canzone. Bowie e gli Spiders (già con Robin Lumley) avevano infatti già eseguito Starman il 15 giugno davanti ad un fondale di stelle colorate nella trasmissione Lift-Off with Ayshea di ITV.[1] Tra l'altro, la parte vocale reincisa da Bowie appositamente per questa occasione includeva uno scherzoso accenno al brano che l'anno precedente aveva dato il via alla serie di successi di Marc Bolan, altra stella del glam rock: «Some cat was laying down some get-it-on rock n roll».[1]
Il 22 maggio 1972 David Bowie registrò Starman durante una sessione BBC per il Johnnie Walker Lunchtime Show (inclusa in Bowie at the Beeb del 2002), con nuove sovraincisioni di chitarra e voce aggiunte a una base d'accompagnamento remixata tratta dal nastro originale. Il 6 giugno, giorno dell'uscita dell'album Ziggy Stardust, il brano venne mandato in onda e ritrasmesso per i tre giorni successivi ma in seguito è stato proposto dal vivo solo occasionalmente.[19] Dopo lo Ziggy Stardust Tour 1972 (nei concerti del Rainbow Theatre di agosto il personaggio era "interpretato" da Lindsay Kemp)[20] e le date giapponesi dell'Aladdin Sane Tour 1973 è riapparso solo nel 1990 in alcune date del Sound+Vision Tour, in qualche concerto estivo del 2000, tra cui il Glastonbury Festival del 25 giugno, e nel programma TFI Friday di Channel 4 di due giorni prima. Le ultime occasioni sono state l'Heathen Tour del 2002 e il Reality Tour del 2003/2004.
Pubblicazioni successive
Nel 2003 Starman è stata inserita in versione "Metrophonic Remix" nel promo Club Bowie - Rare and Unreleased 12" Mixes della Virgin,[21] anche se poi è stata esclusa dall'edizione commerciale uscita il 17 novembre. Nel 2011 il singolo è stato ripubblicato con un book fotografico di Mick Rock, autore dei primi videoclip di David Bowie,[22] mentre il 21 aprile 2012 è uscito come picture disc in occasione del Record Store Day (in 2000 copie), con la versione live di Top of the Pops del luglio 1972 sul lato A e quella in studio sul lato B.[23]
Essendo uno dei brani più celebri di David Bowie, Starman si trova in numerose raccolte di greatest hits:
Starman nella cultura popolare
- Nel 1994 la canzone è stata inserita nell'opera teatrale di Kevin Elyot My Night with Reg.[24]
- Nel 1999 l'attore britannico Brian Murphy ne ha offerto un'interpretazione nel quarto episodio della sitcom beckettiana Mrs Merton and Malcolm, mandata in onda da BBC One.
- In una delle storie dell'omonima serie a fumetti, opera di James Dale Robinson, il protagonista Mikaal Tomas afferma che la popolazione terrestre lo ha chiamato "Starman" proprio per le similitudini tra la sua vita e la canzone di Bowie.
- Il brano si può ascoltare nell'episodio della ventiseiesima stagione de I Simpson, intitolato Il Musk che cadde sulla terra, e nelle serie tv Torchwood e Life on Mars, rispettivamente nel 9º episodio della prima stagione e nel 1º episodio della seconda stagione.
- Il brano è presente nella colonna sonora del film Sopravvissuto - The Martian del 2015.
- Starman è stata usata ampiamente dal candidato del Partito Democratico Bernie Sanders nella campagna per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016.[25]
Cover
Oltre ad essere stata oggetto di numerose cover, Starman è stata eseguita in varie lingue con titolo e testo differente: in italiano dai Profeti nel 1972 (L'amore mi aiuterà), in finlandese dai Fredi nel 1973 (Muukalainen), in francese da Papillon nel 1974 (L'air que je chante) e in brasiliano dai Nenhum de Nós nel 1989 (Astronauta de Mármore) e da Seu Jorge nel 2004, nella colonna sonora di Le avventure acquatiche di Steve Zissou.
Tra gli artisti che hanno inciso una cover:
- The Alan Caddy Orchestra and Singers in Twelve Top Hits del 1972
- Claudio Mingardi nel maxi-singolo Star del 1984 (medley con Star di Robyx)
- i Loopside come singolo nel 1984
- Tomoyasu Hotei in Guitarhythm II del 1991
- i 10,000 Maniacs nella versione maxi-singolo di These Are Days del 1992
- Dan in Come When You Wanna del 1996
- Phillip Boa and the the Voodooclub come singolo nel 1996
- Bob Downe in Greatest Hits del 1996
- Aske Jacoby e Cæcilie Norby in Clubbing del 1997
- i Culture Club in Don't Mind If I Do del 1999
- Joe Dolan in 21st Century Joe del 1999
- i Trio Töykeät in High Standards del 2003
- i Mates of State nell'EP All Day del 2004
- la Jeff Duff Band in Lost in the Stars del 2005
- i Jaurim in 靑春禮瓚 (청춘예찬, Ode to Youth) del 2005
- i Leningrad Cowboys in Zombies Paradise del 2006
- i Fourgoodmen in Heart Of Winter: 2006 Tour Sampler del 2006
- i Golden Smog in Blood on the Slacks del 2007
- Nena in Cover Me del 2007
- John C. Reilly nella colonna sonora di Walk Hard: La storia di Dewey Cox del 2007
- Jen Chapin in Light of Mine del 2008
- i Baked a la Ska nell'album omonimo del 2009
- Starburkes & The Tea Leaf in Acoustic Coffee House del 2009 (digital release)
- Killian Mansfield e Todd Rundgren in Somewhere Else del 2009
- gli Yalta Club nel CD singolo Highly Branded del 2012
- The Space Lady in The Space Lady And Burnt Ones del 2015
Altre cover che si trovano in album tributo o compilation di artisti vari includono quelle di:
- The Glitterband in Wham Bam Thank You Glam del 1996
- gli Osmo's Cosmos in 70's Rock 'n' Roll Show del 1997
- gli Octopus in Come Again del 1997
- gli Slackdaddy in Loving The Alien - Athens, Georgia Salutes David Bowie del 1998
- Birth Marc in Ashes to Ashes - A Tribute To David Bowie del 1999
- i Nosferatu in Goth Oddity: A Tribute to David Bowie del 1999
- i Cybernauts in Cybernauts Live del 2000
- la May Hart Band in Spiders from Venus: Indie Women Artists and Female-Fronted Bands Cover David Bowie del 2004
- i Classic Rock String Quartet in The Bowie Chamber Suite - A Classic Rock Tribute to Bowie del 2004
- Shawn Mars in Hero - The MainMan Records Tribute to David Bowie del 2007
- i Mimes of Wine in Repetition*Bowie - Midfinger's Tribute to David Bowie del 2007
- Boy Eats Drum Machine in Bridging the Distance - A Portland, OR Covers Compilation del 2007
- Richie Ranno in David Bowie Acoustic Tribute del 2007
- Techno Cowboy in The Ziggy Stardust Omnichord Album del 2009
- Caroline Weeks in We Were So Turned On: A Tribute To David Bowie del 2010
- gli Universe 2 in Oddities - A Tribute to David Bowie del 2010 (digital release)
- i Vara-tones in Ziggy Played Surf Guitar del 2011
- gli Accelorater in Tribute to David Bowie del 2011
- The Rural Alberta Advantage in Paper Bag Records Vs. The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars del 2012
- The Deer Tracks in A Salute to the Thin White Duke - The Songs of David Bowie del 2015
- Lea DeLaria in House of David del 2015
Note
- ^ a b c d e f g h Nicholas Pegg, David Bowie. L'enciclopedia, Arcana, 2002, pp. 191-193, ISBN 88-7966-270-8.
- ^ a b Marc Spitz, Bowie: A Biography, Crown Publishing Group, 2009, pp. 191-192, ISBN 978-0-307-46239-8.
- ^ Starman nelle classifiche “Best of All Times”, su acclaimedmusic.net, www.acclaimedmusic.net. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ a b c James E. Perone, The Words and Music of David Bowie, Greenwood Publishing Group, 2007, pp. 28-29, ISBN 978-0-275-99245-3.
- ^ Riferimenti musicali di Starman, su bowiesongs.wordpress.com, www.bowiesongs.wordpress.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ a b Intervista su Rolling Stone, 1974, su rollingstone.com, www.rollingstone.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Nicholas Pegg, David Bowie. L'enciclopedia, Arcana, 2002, pp. 196-197, ISBN 88-7966-270-8.
- ^ Suffragette City, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ a b Pubblicazione di Starman, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ a b Pubblicazione di Starman, su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Starman nelle classifiche, su hitparadeitalia.it, www.hitparadeitalia.it. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Dylan Jones, When Ziggy Played Guitar: David Bowie and Four Minutes that Shook the World, Preface Publishing, 2012, p. 72, ISBN 978-1848093850.
- ^ Recensione John Peel, su johnpeelarchive.com, www.johnpeelarchive.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Recensione Record Mirror, su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Recensione New Musical Express, su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ a b Starman nelle classifiche, su officialcharts.com, www.officialcharts.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Starman nelle classifiche, su billboard.com, www.billboard.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ David Buckley, Strange Fascination: David Bowie, the Definitive Story, Virgin Books, 2005, p. 127, ISBN 978-0-7535-1002-5.
- ^ Sessione BBC 22 maggio 1972, su illustrated-db-discography.nl, www.illustrated-db-discography.nl. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ The Rainbow Theatre, 19 agosto 1972, su 5years.com, www.5years.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Pubblicazioni successive, su discogs.com, www.discogs.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Pubblicazioni successive, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ Pubblicazioni successive, su bowie-singles.com, www.bowie-singles.com. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ My Night With Reg, su telegraph.co.uk, www. telegraph.co.uk. URL consultato il 20 agosto 2015.
- ^ The Brilliance Of How Bernie Sanders Has Used Music To His Advantage, su europe.newsweek.com, www.europe.newsweek.com. URL consultato il 6 agosto 2016.
Bibliografia
- Nicholas Pegg, David Bowie. L'enciclopedia, Arcana, Roma, 2002, ISBN 88-7966-270-8.
- (EN) Marc Spitz, Bowie: A Biography, Crown Publisher, New York, 2009, ISBN 978-0-307-39396-8.
- (EN) James E. Perone, The Words and Music of David Bowie, Greenwood Publishing Group, Westport, 2007, ISBN 978-0-275-99245-3.
- (EN) David Buckley, Strange Fascination: David Bowie, the Definitive Story, Virgin Books, Londra, 2005, ISBN 978-0-7535-1002-5.
- (EN) Dylan Jones, When Ziggy Played Guitar: David Bowie and Four Minutes that Shook the World, Preface Publishing, UK, 2012, ISBN 978-1848093850.
- (EN) James Robinson (testi), Craig Hamilton, Ray Snyder, Gregory Wright (disegni); 1976: Super Freaks and Backstabbers, in Starman n. 28, DC Comics, marzo 1997.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- [http://www.teenagewildlife.com/Albums/ZS/S.html Testo di Starman
- [http://www.teenagewildlife.com/Albums/ZS/SC.html Testo di Suffragette City