Socialismo con caratteristiche cinesi (中国特色社会主义S), inteso come Socialismo adattato alle condizioni cinesi, è parte dell'ideologia ufficiale del Partito Comunista Cinese (PCC)[1]. La definizione deriva da un discorso fatto da Deng Xiaoping durante il 12° Congresso del PCC, nel 1982, in cui il leader esortò il Partito a "seguire il proprio percorso e costruire un Socialismo con caratteristiche cinesi"[2]. Il Socialismo con caratteristiche cinesi si basa sui principi del Socialismo Scientifico, ed il suo sistema economico consiste in un'economia di mercato orientata alla multiproprietà, con una predominanza del settore pubblico[3]. Il Partito Comunista Cinese e la sua leadership sostengono che il Socialismo con caratteristiche cinesi sia l'adattamento del socialismo e del Marxismo alla realtà socio-economica cinese, e in quanto tale, nel suo aspetto teorico sia un processo dinamico in continua evoluzione, il risultato di trent'anni di riforme e implementazioni[4]. La svolta capitalistica dell'economia cinese è giustificata ideologicamente dalla teoria che la Cina si trovi in una Fase Primaria del Socialismo, in cui deve sviluppare le sue forze produttive ed un'economia di mercato prima di poter passare definitivamente al modello socialista[5].

Storia

Prima Fase: La Teoria di Deng Xiaoping

 
Deng Xiaoping nel 1979

Nel 1976, con la morte di Mao Zedong e la fine della Rivoluzione Culturale, Deng Xiaoping potè tornare sulla scena politica cinese. Per portare avanti la loro politica di riforme, ed eliminare i suoi avversari politici, Deng e i suoi alleati iniziarono a delineare un piano per ideare un nuovo tipo di Socialismo cinese che sostenesse i loro progetti[6]. Per fare questo bisognava però screditare ciò che era stato fatto durante gli anni della Grande Rivoluzione Culturale, e quindi criticare Mao Zedong. Questo non era affatto un compito facile: Mao godeva di enorme prestigio, era uno dei fondatori della Repubblica Popolare e la figura più importante nella storia del Partito Comunista Cinese, e una critica troppo feroce nei suoi confronti avrebbe portato dubbi non solo sulla legittimità del governo del Partito, ma anche sulla validità morale della Rivoluzione stessa[7]. Per risolvere questo problema, Deng dichiarò la necessità di una "valutazione oggettiva" della figura del Grande Timoniere, che tenesse conto sia dei suoi meriti che dei suoi errori. Nelle parole dello stesso Deng: "Faremo una valutazione oggettiva dei contributi e degli errori del Presidente Mao. Riconfermeremo che i suoi contributi sono primari e i suoi errori secondari. Adotteremo un approccio realistico verso gli errori che ha compiuto nella sua vecchiaia. Continueremo ad aderire al Pensiero di Mao Zedong, che rappresenta la parte corretta della vita del Presidente Mao. [...] Non faremo al presidente Mao ciò che Krushchov fece a Stalin."[8]. La valutazione formale dell'esperienza Maoista da parte del Partito Comunista Cinese arrivò nel 1981 nella forma della "Risoluzione su alcune questioni che riguardano la Storia del nostro Partito dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese"[9]. La Risoluzione da una parte dava un parere molto positivo della figura di Mao come rivoluzionario e modernizzatore, e riconfermava la centralità del suo Pensiero come una delle colonne portanti del Partito; dall'altra, criticava aspramente gli eccessi di Mao dopo il 1957, in particolare il Grande Balzo in Avanti e la Rivoluzione Culturale, che vennero definiti 'radicali' e 'utopici'[10]. Deng era così riuscito nel doppio compito di ripudiare l'eredità della Rivoluzione Culturale (cosa che gli permise di giustificare la sua purga degli esponenti della 'ultrasinistra'), senza screditare completamente la figura di Mao. poteva quindi dedicarsi a costruire la fondazione ideologica del suo percorso di riforma.

Nel 1978, infatti, il Terzo Plenum dell'11° Congresso del Partito Comunista Cinese aveva dato ufficialmente il via alla politica detta di "Riforma e Apertura" (cit vogel). Deng Xiaoping cominciò, dal 1982 in poi, ad utilizzare sempre più frequentemente il termine "Socialismo con Caratteristiche Cinesi" per descrivere un nuovo socialismo che si adattasse alla realtà cinese, e che potesse giustificare ideologicamente la svolta capitalista delle riforme economiche. In un discorso del 1984, "Costruire un socialismo con caratteristiche cinesi", Deng affermò che il socialismo era la prima fase del comunismo, e che il suo obiettivo primario era sviluppare le forze produttive. Aggiunse inoltre che l'unico modo per mantenere un'equa distribuzione della ricchezza e portare benefici a tutto il paese era di sviluppare le forze produttive continuando ad aderire ai principi del socialismo, senza cioè abbracciare completamente il capitalismo[11]. Lo storico Ezra Vogel definisce il Socialismo con Caratteristiche Cinesi come un'espressione meravigliosa ma estremamente vaga che si adattava perfettamente al metodo di Deng, ovvero 'allungare' la struttura ideologica accettabile per permettere al paese di perseguire politiche economiche efficaci[12].

Nel 1987 l'allora segretario generale Zhao Ziyang approfondì e definì i concetti riguardanti la particolare condizione di arretratezza dell'economia cinese e la necessità della modernizzazione e delle riforme economiche, presentando al 13° Congresso del Partito Comunista Cinese un rapporto intitolato "Avanzare lungo la via del Socialismo con Caratteristiche Cinesi", in cui discuteva della Fase Primaria del Socialismo: nel rapporto Zhao Ziyang dichiarava che questa era una fase specifica della Cina, che doveva essere superata, sviluppando un'economia di mercato che affiancasse l'economia pianificata, e potenziando i propri mezzi di produzione, per poi giungere alla modernizzazione socialista vera e propria. Il concetto di Fase Primaria del Socialismo non è originale di Zhao Ziyang: Mao Zedong aveva parlato, nel 1958, di uno "Stadio Iniziale del Socialismo", ma non aveva mai elaborato l'idea[13]. La teoria della Fase Primaria del Socialismo nasce dalla decisione di Zhao di intraprendere un primo serio studio teorico sui progressi del programma di Riforma e Apertura, ormai in atto da diversi anni: si tratta quindi di una teoria nata dalla pratica, e non viceversa[14].

Nel 1992, in occasione del 14° Congresso del Partito Comunista Cinese, l'allora Segretario Generale del Partito Jiang Zemin (che l'anno dopo sarebbe diventato Presidente) fece nel discorso di apertura un lungo tributo a Deng Xiaoping e al successo della politica di Riforma e Apertura: non solo, elevò la visione politica di Deng a teoria, la "Teoria di Deng Xiaoping" (邓小平理论)[15], e introdusse il fondamentale concetto di "Economia Socialista di Mercato"[16][17], che rappresenta, insieme alla Fase Primaria del Socialismo, uno dei pilastri teorici del Socialismo con Caratteristiche Cinesi.

Evoluzioni successive

  Lo stesso argomento in dettaglio: Teoria delle tre rappresentanze.


Con il passaggio dalla leadership di Deng Xiaoping a quella di Jiang Zemin, il Socialismo con Caratteristiche Cinesi continuò a rimanere centrale nei discorsi del nuovo Segretario, sia come obbiettivo da raggiungere che come parte fondamentale dell'Ideologia del PCC. Nel suo discorso al 15° Congresso del Partito Comunista, JIang Zemin esortava a "tenere alto lo stendardo della Teoria di Deng Xiaoping" e "portare avanti a tutto tondo la grande causa di construire un Socialismo con Caratteristiche Cinesi nel 21° secolo"[18]. Negli anni seguenti Jiang Zemin cominciò a delineare il suo personale contributo al corpus teorico del Partito Comunista Cinese, ovvero la Teoria delle Tre Rappresentanze: la prima volta in cui presentò la Teoria fu nel discorso dato durante un'ispezione della provincia del Guangdong nel febbraio del 2000, in cui affermò che, analizzando la storia del Partito, si poteva giungere alla conclusione che il Partito godeva del supporto del popolo cinese perché aveva sempre rappresentato le "tendenze di sviluppo delle forze di produzione più avanzate della Cina, l'orientamento della cultura cinese più avanzata, e garantire gli interessi degli strati più ampi della popolazione"[19]. Successivamente il Presidente Jiang Zemin continuò a sviluppare il pensiero delle "Tre Rappresentanze" in altri discorsi ufficiali, e nel rapporto politico per il 16° Congresso del Partito nel 2002 dichiarò che, per entrare in una nuova fase della Costruzione di un Socialismo con Caratteristiche Cinesi, bisognava non solo continuare a mantenere l'eredità della Teoria di Deng Xiaoping, ma anche aderire al pensiero delle "Tre Rappresentanze" (pensiero che poneva come continuazione ed evoluzione del Marxismo-Leninismo, del Pensiero di Mao Zedong e della Teoria di Deng Xiaoping)[19].

Note

  1. ^ http://english.cpc.people.com.cn/206972/206981/8188065.html
  2. ^ Deng 1994, p. 2
  3. ^ http://en.people.cn/90002/92169/92211/6275043.html
  4. ^ Rong 2009, p. 134
  5. ^ Li 1995, p. 399-400
  6. ^ Choi 2011, p. 392
  7. ^ Meisner 1999, p. 440
  8. ^ http://en.people.cn/dengxp/vol2/text/b1470.html, su en.people.cn. URL consultato il 6 luglio 2016.
  9. ^ http://en.people.cn/dengxp/vol2/text/b1420.html, su en.people.cn. URL consultato il 6 luglio 2016.
  10. ^ Meisner 1999, pp. 446-448
  11. ^ Deng Xiaoping, su academics.wellesley.edu. URL consultato il 7 luglio 2016.
  12. ^ Vogel 2011, p. 499
  13. ^ Li 1995, p. 399-400
  14. ^ Redenius 1988, p. 337
  15. ^ Vogel 2011, p. 729
  16. ^ Vogel 2011, p. 729
  17. ^ Full Text of Jiang Zemin's Report at 14th Party Congress -- Beijing Review, su www.bjreview.com.cn. URL consultato il 16 luglio 2016.
  18. ^ Jiang Zemin's Report, su fas.org. URL consultato il 17 agosto 2016.
  19. ^ a b http://en.people.cn/90002/92169/92211/6274616.html, su en.people.cn. URL consultato il 17 agosto 2016.

Bibliografia

  • Xiaoping Deng, Selected Works of Deng Xiaoping (1982-1992), vol.3, Beijing Foreign Languages Press, 1994, ISBN 978-7119016900.
  • Gucheng Li, A Glossary of Political Terms of the People's Republic of China, Chinese University Press, 1995, ISBN 9789622016156.
  • Maurice Meisner, Mao's China and After: A History of the People's Republic, Free Press, 1999, ISBN 978-0684856353.
  • Yeonsik Choi, The Evolution of “Socialism with Chinese Characteristics”: Its Elliptical Structure of Socialist Principles and China’s Realities, in Pacific Focus, 3 Dicembre 2011, pp. 385–404.
  • Maurice Meisner, The Deng Xiaoping Era: An Inquiry into the Fate of Chinese Socialism, 1978-1994, Hill and Wang, 1996, ISBN 978-0809078158.
  • Ezra Vogel, Deng Xiaoping and the Transformation of China, Belknap Press, 2011, ISBN 978-0674725867.
  • Charles M. Redenius, Justifying Economic Reform in China: The Theory of the Primary Stage of Socialism, in The Journal of Social, Political, and Economic Studies, 13 Marzo 1988, pp. 333–346.
  • Changsheng Rong, Analyzing the Theoretical System of Socialism with Chinese Characteristics, in Asian Social Science, vol. 5, n. 10, Ottobre 2009, pp. 134-136, Rong 2009.



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