Lasa (Italia)
Lasa (Laas in tedesco; Loos in dialetto sudtirolese, pronunciato [lo:s][5]) è un comune italiano di 3.938 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È situato in Val Venosta, lungo il corso del fiume Adige, ad un'altitudine media di 868 m s.l.m. (che oscilla tra un minimo di 832 e un massimo di 3.545 m s.l.m.).
| Lasa comune | |
|---|---|
| Lasa/Laas | |
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Amministrazione | |
| Sindaco | Andreas Tappeiner (SVP) dal 16-5-2010 |
| Territorio | |
| Coordinate | 46°36′59.81″N 10°42′00.57″E |
| Altitudine | 868 m s.l.m. |
| Superficie | 110,23 km² |
| Abitanti | 3 937[2] (31-12-2010) |
| Densità | 35,72 ab./km² |
| Frazioni | Alliz, Cengles, Oris, Parnez, Tanas, Tarnello |
| Comuni confinanti | Malles Venosta, Martello, Prato allo Stelvio, Silandro, Sluderno, Stelvio |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 39023 |
| Prefisso | 0473 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Codice ISTAT | 021042 |
| Cod. catastale | E457 |
| Targa | BZ |
| Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[3] |
| Cl. climatica | zona F, 3 825 GG[4] |
| Nome abitanti | lasini/Laaser[1] |
| Cartografia | |
| Sito istituzionale | |
Storia
Il 2 maggio 1945, nell'ultima fase della seconda guerra mondiale, il paese fu teatro della "Strage di Lasa", attuata dalla Wehrmacht come rappresaglia contro un tentativo di furto di munizioni realizzato da operai italiani ai danni della polveriera di Cengles: in essa morirono 9 persone, fucilate dai soldati tedeschi.[6]
La polveriera, dipendente dalla caserma Druso di Silandro, venne dismessa negli anni 1990 e in parte demolita. Solo il vecchio corpo di guardia (riattato a falegnameria da un contadino del posto) rimase in piedi fino al 2010, allorché fu definitivamente smantellato.
Toponimo
Il toponimo è attestato come Las nel 1143 e probabilmente ha un'origine preromana.[7]
Stemma
Lo stemma rappresenta un martello e due scalpelli rossi, disposti in banda su sfondo bianco rigato di nero.
Il campo bianco e nero simboleggia i giacimenti di marmo, il martello e gli scalpelli gli strumenti per la sua lavorazione (principale risorsa del borgo). Lo stemma è stato adottato il 27 settembre 1966.[8]
Monumenti e luoghi d'interesse
L'acquedotto storico
Il paese era attraversato da un acquedotto in pietra sopraelevato (denominato, in lingua tedesca, Kandlwaal), lungo 600 metri e alto tra i 15 e i 32 metri. Nel 1907 l'acquedotto venne distrutto da un incendio, che ne lasciò integre solo alcune parti a cavallo del fiume Adige.
Aree naturali
Società
Ripartizione linguistica
La sua popolazione è in larga maggioranza di madrelingua tedesca:
| % | Ripartizione linguistica (gruppi principali)[9] |
|---|---|
| 98,09% | madrelingua tedesca |
| 1,67% | madrelingua italiana |
| 0,24% | madrelingua ladina |
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[10]

Economia
Il marmo
Lasa è famosa per la produzione di marmo pregiato, molto apprezzato già dai tempi dei Romani (anche se lo sfruttamento sistematico ebbe inizio ai primi del Novecento). Con il marmo di Lasa venne scolpita - a puro titolo d'esempio - la statua di Walther von der Vogelweide sita nell'omonima piazza centrale di Bolzano.
Dal punto di vista agricolo, rilevante è la produzione di albicocche.
Infrastrutture e trasporti
Il paese è servito (attraverso la stazione di Lasa) dalla ferrovia della Val Venosta, che collega Merano a Malles Venosta.
Nel territorio comunale si trova la ferrovia marmifera di Lasa, una linea ferroviaria adibita al trasporto merci che - tramite un tratto in piano e una ripida funicolare - collega la vallata alle cave di marmo situate sulle montagne del versante sud della valle.
Amministrazione
| Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
|---|---|---|---|---|---|
| nel 1954 | Karl Gartner | - | Sindaco | ||
| nel 1956 | Ernst Muther | - | Sindaco | ||
| 2005 | 2010 | Andreas Tappeiner | SVP | Sindaco | |
| 2010 | in carica | Andreas Tappeiner | SVP | Sindaco | |
Personalità
Nativo di Lasa era il medico, antropologo e mecenate Franz Tappeiner (1816-1902).
Curiosità
- Nel territorio comunale di Lasa si trova lo sbarramento (una traversa fluviale a tre luci lunga 34 m circa) che alimenta la centrale idroelettrica di Castelbello-Ciardes, gestita da SEL e Edison tramite la società paritetica SelEdison.[11].
Note
- ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 333.
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Carlo Tagliavini, Teresa Capello, Dizionario degli Etnici e Toponimi italiani, Bologna, ed. Pàtron, 1981.
- ^ Strage di Lasa, ecco cosa accadde - Alto Adige
- ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
- ^ (EN) Tirol Atlas Lasa
- ^ Astat Censimento della popolazione 2011 - Determinazione della consistenza dei tre gruppi linguistici della Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige - giugno 2012
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Centrale idroelettrica di Castelbello
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lasa
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marmo di Lasa
| Controllo di autorità | VIAF (EN) 144586737 · SBN BVEV218216 · LCCN (EN) no2002071455 · GND (DE) 4363729-2 · J9U (EN, HE) 987007473887005171 |
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