Il libro di Dede Korkut
AutoreSconosciuto
GenereEpica / Poesia
SottogenereGli argomenti trattati vertono sulla morale
Lingua originaleTurco oguzo
ProtagonistiKorkut

Il Libro di Dede Korkut è una delle opere più famose e importanti della letteratura turca oguza. Le tematiche del libro vertono sulla morale e sui valori relativi allo stile di vita nomade dei turchi oghuzi (che poi, dopo la conversione all'islam, sarebbero divenuti i Turcomanni) in epoca preislamica, nonché del loro incontro con gli ideali della religione del sacro Corano. Il libro è oggi parte della cultura letteraria dei paesi con lingua di origine turca, quali la Turchia, l'Azerbaijan, il Turkmenistan e il Kazakhstan.Template:Italic title Template:Refimprove Template:Infobox poem

I racconti di carattere epico raccolti nel Libro di Dede Korkut sono parte dei circa 1000 racconti epici raccolti attorno alla cultura mongola e turca e tra questi si distinguono per importanza e apporto storico. Questo libro tratta, attraverso brevi opere di carattere epico, la storia, la letteratura, l'identità e le scienze dei popoli che ne compongono i personaggi.

Compendio dell'opera

Il Libro di Dede Korkut è un dastan anche conosciuto col nome di Oghuz-nameh che prende luogo in un'area molto vasta comprendente l'Asia Centrale, l'Iran e l'Anatolia e in cui la maggior parte delle vicende si svolgono nell'area azera del Caucaso.

Questo libro rappresenta per i Turchi, in particolare per coloro che si riconoscono come oguzi, un compendio sulla propria storia, sulla propria identità, sui costumi e i valori dei propri avi. Il libro commemora le lotte per la libertà, in un periodo in cui i turchi oguzi erano semplicemente pastori, e in cui si iniziava a perdere, tra gli stessi turchi, la consapevolezza di essere i discendenti degli oguzi, difatti questo termine col tempo passò in disuso tra quelle genti. Difatti, a partire dalla metà del X secolo, i turchi iniziarono a prendere il nome di "Turcomanni"; il processo si sviluppò attraverso i secoli fino a concretizzarsi definitivamente nel XIII secolo. Possiamo descrivere Turcomanni tutti coloro che, tra i turchi (oguzi e non solo), abbracciarono la religione islamica e spesso, con la stessa, una vita che si avvicinava molto più allo stile sedentario, abbandonando le origini nomadi. Nacquero quindi alcune confederazioni turcomanne, una delle quali, gli Ak-koyunlu (dal turco "montoni bianchi"), si stabilì come dinastia tra l'Azerbaijan, l'Iraq, l'iran occidentale e la Turchia orientale.

Contenuti

Essendo stato scritto tra il X e il XIII secolo, periodo durante il quale si attuava la conversione di massa all'islam della popolazione turca: per questa ragione, le dodici storie contenute nel Libro di Dede Korkut ritraggono spesso i protagonisti come dei buoni musulmani, intenti a combattere e ostacolare i propri avversari, considerati infedeli. Alle volte, tuttavia, sono inseriti dei riferimenti alla magia, un argomento ricorrente nella tradizione turca, in particolare quella preislamica, considerata nell'islam "l'era dell'ignoranza" (in arabo: جاهلية‎ - jāhilīyah). Dede Korkut (aka "Nonno Korkut") appare nell'opera come un famoso bardo, e il suo ruolo consiste nel collegare le storie tra loro. Korkut è rappresentato come un uomo anziano, rispettato: viene appunto chiamato con l'appellattivo di aksakal, letteralmente "dalla barba bianca", il che sta a sottolineare il suo rilievo come saggio, capace di risolvere le dispute affrontate all'interno delle tribù. Ancora oggi, all'interno di alcune società di origine turca come l'Azerbaijan, il termine aksakal viene utilizzato con rispetto per descrivere un membro importante della famiglia, rimpiazzando di fatto il termine ata, "padre" o "avo".

Il personaggio di Dede Korkut , secondo lo storico islamico Rashid al-Din Hamadani (m. 1318), fu un uomo straordinario che visse per 295, palesandosi quando il capotribù turco oguzo Inal Syr Yavkuy Khan lo mandò come ambasciatore dal Profeta Muhammad, che Korkut divenne in questa istanza musulmano e che diede consigli importanti al Grande Khan degli Oguzi, e successivamente ne seguì le elezioni.

L'opera racconta parabole su guerrieri e combattimenti, riguardo in particolare i conflitti che vedevano come protagonisti i turcomanni contro i turco altaici Qıpçaq e i nomadi delle steppe Peceneghi (Beçenek). Molti temi sono simili a quelli tipici della tradizione letteraria occidentale: ad esempio, la storia che racconta del mostro Tepegoz (Goggle-eye in inglese) assomiglia molto a quella narrata nell'Odissea di Omero in cui si racconta del ciclope Polifemo; da ciò si evince che l'autore/gli autori del Libro di Dede Korkut conoscessero le opere greche, o che l'opera di Omero e il libro epico turco abbiano delle radici anatoliche in comune.

Nel libro vengono descritte con enfasi le qualità fisiche e atletiche degli uomini nonché delle donne turche: tutti loro sono considerati atleti di grande qualità, specialmente per quanto riguarda l'andare a cavallo, la lotta libera, il polo, l'arcieria e il lancio del giavellotto, considerati come sport nazionali turchi.

Sinossi

(Titoli forniti dal traduttore Geoffrey Lewis)

  1. Boghach Khan figlio di Dirse Khan: racconta la miracolosa nascita di Boghach Khan, di come crescendo sia divenuto un guerriero portentoso e sia riuscito ad accaparrarsi un regno; di come suo padre Dirse sia stato ingannato dai suoi stessi militari, che volevano Boghach morto e convinsero Dirse a cercare di ucciderlo, di come Boghach sia stato salvato da sua madre e di come, infine, Boghach abbia salvato suo padre dai suoi militari traditori. Korkut appare alla fine della vicenda, quando i protagonisti stanno festeggiando, e scrive la storia delle loro gesta.
  2. Come la casa di Salur Kazan's fu saccheggiata: racconta del kafir (infedele) Re Shökli di Georgia, il quale razziò l'accampamento di Salur Kazan mentre costui era impegnato in una battuta di caccia assieme ai suoi nobili, di come poi Kazan insieme al pastore Karajuk si siano alleati per travare Shökli, di come la moglie di Kazan, Burla, e il loro figlio abbiano dimostrato intelligenza, prontezza ed eroismo durante il periodo di cattività, e di come Kazan coi suoi alleati riesce a sconfiggere Shökli.
  3. Bamsi Beyrek del Cavallo Grigio: racconta di come il giovane principe Bay Büre dimostrò il suo valore acquisendo il nome di Bamsi Beyrek, di come vinse la mano di Lady Chichek contro la resistenza del fratello di lei, Karchar il pazzo, di come fu rapito dagli uomini del Re Shökli e tenuto prigioniero per sedici anni, di come sia fuggito dopo aver sentito che la sua amata era stata data in moglie a un altro uomo e di come è riuscito a riconquistarla; Korkut appare nella storia come un attore, che fornisce al principe Bay Büre il suo nome Bamsi Berek e lo aiuta a convincere con l'astuzia Karchar il pazzo.
  4. Come fu imprigionato il principe Uruz figlio del principe Kazan: racconta di come Salur Kazan si rese conto che suo figlio Uruz fosse già sedicenne senza aver mai partecipato a una battaglia, di come i due siano stati sorpresi da degli infedeli mentre cacciavano e di come Uruz, preso dal panico, sia stato imprigionato, di come sua madre reagì nel sapere suo figlio prigioniero e di come gli uomini di Kazan e Burla abbiano salvato Uruz, il quale era stato ritrovato da Kazan. In questa storia sono menzionato tre re infedeli: Shökli, Kara Tüken e Bughachuk, il quale viene decapitato.
  5. Dumrul il Selvaggio, figlio di Dukha Koja: racconta di come Dumrul il selvaggio abbia offeso Dio sfidando Azraele, l'angelo della morte, di come poi abbia capito il suo errore e trovato perdono in Dio a condizione che qualcun altro accetti di morire in sua vece, di come tutti i parenti di Dumrul si siano rifiutati di accettare lo scambio e che l'unica ad accettare fu sua moglie; a questo punto Dumrul si prostra a Dio chiedendo di salvare sua moglie e che Dio abbia concesso loro 140 anni di vita; Korkut appare alla fine per comandare che questa storia sia mantenuta in vita grazie ai bardi.
  6. Kan Turali figlio di Kanli Koja: racconta di come Kan Turali abbia conquistato il cuore e la mano della principessa infedel Saljan di Trebisonda sconfiggendo a mani nude un toro, un leone e un cammello, di come il padre della principessa abbia cambiato idea e abbia mandato 600 uomini per ucciderlo e di come infine la principessa aiuti Kan Turali a sconfiggere gli uomini di suo padre. Korkut appare anche in questo caso come un bardo che racconta la vicenda intera al matrimonio tra Kan Turali e la principessa Saljan.
  7. Yigenek figlio di Kazilik Koja: racconta di come Kazilik Koja sia catturato dal re infedele Direk di Arshuvan mentre cercava di razziare il castello di Düzmürd sul mar Nero, di come sia tenuto prigioniero per 16 anni, di come suo figlio Yigenek crebbe senza sapere che il padre era tenuto prigioniero e di come scoprì che era ancora vivo e chiese perciò il permesso al Khan Bayindir per salvarlo, e infine di come Yigenek sconfigge il re Direk dopo che gli uomini di Bayindir avevano fallito. korkut appare alla fine, durante le celebrazioni per la vittoria di Yigenek.
  8. Come Basat uccise Tepegoz: racconta di come Basat sia stato cresciuto da una leonessa e di come Tepegoz fosse nato da padre umano e madre peri (creatura a metà tra angelo e demone, nella mitologia armena e persiana), di come i due siano stati cresciuti come fratelli, di come Tepegoz terrorizzò gli oguzi chiedendo loro di continuo giovani uomini e pecore da mangiare, di come Basat fu convinto da una madre degli oguzi a combattere contro Tepegoz, che viene ucciso in modo molto simile a come accade nell'odissea a polifemo. Korkut in questo racconto gioca il ruolo di mediatore tra Tepegoz e gli oguzi.
  9. Emren figlio di Begil: racconta di come Begil sia divenuto guardiano di Georgia per conto di Bayindir Khan, ma che sia tentato dalla ribellione dopo essere stato offeso dal Khan; di come Begil rompe una gamba dopo una caduta da cavallo durante una battuta di caccia e di come Shökli tenti di approfittare della situazione per attaccarlo; di come Emren prende l'armatura del padre e conduce gli uomini di Begil in sua difesa e di come Dio ascolti le preghiere di Emren che gli chiede la forza necessaria per vincere. Emren riesce anche a convertire Shökli all'islam. Al termine della storia Begil e Bayindir Khan Begil e Bayindir Khan si riconciliano.
  10. Segrek figlio di Ushun Koja: racconta di come Egrek, figlio maggiore di Ushun Koja, sia stato catturato dal Re Nero vicino a Julfa e rinchiuso nelle prigioni della torre Alinja; di come Segrek crebbe senza sapere che il fratello maggiore era rinchiuso, finché non viene insultato da alcuni ragazzi per questa ragione; di come Ushun Koja e sua moglie cercarono di evitare che Segrek andasse in cerca di suo fratello facendolo sposare, tuttavia Segrek rifiuta di consumare le nozze fino a che non trova suo fratello; di come Segrek raggiunge il castello del Re Nero e si difende dagli attacchi dei suoi uomini, cadendo poi in un profondo sonno per la stanchezza; di come il Re Nero promette ad Egrek di lasciarlo libero se si prenderà cura dell'assalitore misterioso; di come i fratelli si riconoscono e insieme uccidono gli uomini del Re Nero, per poi tornare a casa assieme.
  11. Come Salur Kazan fu imprigionato e come suo figlio Uruz lo ha liberato: racconta di come Salur Kazan fu imprigionato a Trebisonda, presso il castello di Tomanin, dove insultò gli infedeli rifiutando di chiedere loro pietà; di come suo figlio Uruz sia cresciuto senza sapere nulla di suo padre, e di come abbia scoperto della sua prigionia; di come Uruz abbia condotto un esercito di nobili per salvare Salur Kazan, e di come abbiano attaccato Ayasofia a Trebisonda; di come Salur sia stato inviato per proteggere il castello dagli assalitori, ma avendo capito chi erano costoro, si sia rifiutato di ucciderli; di come, infine, lui e suo figlio si riunirono e attaccarono assieme gli infedeli, li sconfissero e tornarono a casa.
  12. Cosa gli oguzi periferici si ribellarono agli oguzi centrali e come morì Beyrek: racconta della ribellione degli oguzi periferici contro Kazan Khan dopo essersi sentiti da lui offesi in favore degli oguzi centrali; di come lo zio di Kazan, Uruz, cerca di convincere il suo figliastro Beyrek ad aderire con lui alla ribellione, e di come lo uccide perché Beyrek rifiuta l'offerta; di come il corpo di Beyrek sia riportato a casa, dove chiede a Kazan di vendicarlo e, infine, di come Kazan sconfigge Uruz, riportando i ribelli alla fedeltà.
  13. Le conoscenze di Dede Korkut:

Manuscript tradition

Since the early 18th century, the Book of Dede Korkut has been translated into French, English, and Russian.[1][2] However, it was not until it caught the attention of H.F. Von Diez, who published a partial German translation of Dede Korkut in 1815, based on a manuscript found in the Royal Library of Dresden,[3] that Dede Korkut became widely known to the West. The only other manuscript of Dede Korkut was discovered in 1950 by Ettore Rossi in the Vatican Library.[4] Until Dede Korkut was transcribed on paper, the events depicted therein survived in the oral tradition, at least from the 9th and 10th centuries. The "Bamsi Beyrek" chapter of Dede Korkut preserves almost verbatim the immensely popular Central Asian dastan Alpamysh, dating from an even earlier time. The stories were written in prose, but peppered with poetic passages. Recent research by Turkish and Turkmen scholars revealed, that the Turkmen variant of the Book of Dede Korkut contains sixteen stories, which have been transcribed and published in 1998.[5]

Dating the composition

The work originated as a series of epics orally told and transferred over the generations before being published in book form. There are numerous versions collected of the stories. It is thought that the first versions were in natural verse, since Turkish is an agglutinative language, but that they gradually transformed into combinations of verse and prose as the Islamic elements affected the narrative over time.

Various dates have been proposed for the first written copies. Geoffrey Lewis dates it fairly early in the 15th century,[6] with two layers of text: a substratum of older oral traditions related to conflicts between the Oghuz and the Pecheneks and Kipchaks and an outer covering of references to the 14th-century campaigns of the Akkoyunlu Confederation.[7] Cemal Kafadar agrees that it was no earlier than the 15th century since "the author is buttering up both the Akkoyunlu and the Ottoman rulers".[Note 1] However, in his history of the Ottoman Empire, Stanford Jay Shaw (1977) dates it in the 14th century.[Note 2] Professor Michael E. Meeker argues for two dates, saying that the versions of the stories we have today originated as folk stories and songs no earlier than the 13th century and were written down no later than the early the 15th century.[Note 3] At least one of the stories (Chapter 8) existed in writing at the beginning of the 14th century, from an unpublished Arabic history, Dawadari's Durar al-Tijan, written in Egypt some time between 1309 and 1340.[9]

A precise determination is impossible to come by due to the nomadic lifestyle of the early Turkic people, in which epics such as Dede Korkut passed from generation to generation in an oral form. This is especially true of an epic book such as this, which is a product of a long series of narrators, any of whom could have made alterations and additions, right down to the two 16th-century scribes who authored the oldest extant manuscripts.[10] The majority of scholars of ancient Turkic epics and folk tales, such as Russian-Soviet academician Vasily Bartold and British scholar Geoffrey Lewis, believe that the Dede Korkut text "exhibits a number of features characteristic of Azeri, the Turkish dialect of Azerbaijan".[11]

Soviet treatment

The majority of the Turkic peoples and lands described in the Book of Dede Korkut were part of the Soviet Union from 1920 until 1991, and thus most of the research and interest originated there. The attitude towards the Book of Dede Korkut and other dastans related to the Turkic peoples was initially neutral.

Turkish historian Hasan Bülent Paksoy argues that after Stalin solidified his grip on power in the USSR, and especially in the early 1950s, a taboo on Turkology was firmly established. He observes that the first full-text Russian edition of the Book of Dede Korkut, by Azerbaijani academicians Hamid Arasli and M.G.Tahmasib and based on the Barthold translation of the 1920s, was published on a limited basis only in 1939 and again in 1950.[12][13] He asserts, "Turk scholars and literati (who raised the same issues) were lost to the Stalinist 'liquidations' or to the 'ideological assault' waged on all dastans in 1950–52."[12] According to Paksoy, this taboo of the early 1950s was also expressed in the "Trial of Alpamysh" (1952–1957), when "all dastans of Central Asia were officially condemned by the Soviet state apparatus".

Soviet authorities criticized Dede Korkut for promoting bourgeois nationalism. In a 1951 speech delivered at the 18th Congress of the Azerbaijani Communist Party, Azerbaijani communist leader Mir Jafar Baghirov advocated expunging the epic from Azerbaijani literature, calling it a "harmful" and "antipopular book" that "is shot through with the poison of nationalism, chiefly against the Georgian and Armenian brother-peoples."[14]

Nevertheless, the publication of dastans did not wholly cease during that period, as editions of Alpamysh were published in 1957, 1958 and 1961,[15] as they had been in 1939, 1941, and 1949;[16] the entry on dastans in the second edition of the Great Soviet Encyclopedia (volume 13, 1952) does not contain any "condemnation" either.[17] Despite the liberalization of the political climate after the denunciation of Stalinism by Nikita Khrushchev in February 1956, the same "Barthold" edition of the Book of Dede Korkut was re-published only in 1962 and in 1977. Problems persisted all the way to perestroika, when the last full edition in Azerbaijani language was sent for publication on July 11, 1985, but received permission for printing only on February 2, 1988.[12]

UNESCO celebrations

In 1998, the Republic of Azerbaijan and UNESCO nominated, and in 2000 celebrated, the "One thousand three hundredth anniversary of the epic Azerbaijani legend Kitab-i Dede Qorqud".[18] In 2000, the General Director of UNESCO remarked: "Epics – and I have in mind in particular that of the Turkish-speaking peoples attributed to Dede Korkut, perpetuated by oral tradition up to the 15th century before being written down...are vectors of the historical, geographical, political, social, linguistic and literary references of the peoples whose history they relate. Although many of these epics have already been noted down, the oral and gestural skills of the storytellers and griots who keep them alive should also be immortalized without delay. The matter is urgent."[19][20]

Since 1956, UNESCO has commemorated historic events and the anniversaries of eminent personalities celebrated by Member States and Associate Members, in order to give them worldwide significance.[21] Azerbaijan announced the Kitab-i Dede Qorqud as its first "Celebration of anniversaries" in 1998.[22] In 1999 the National Bank of Azerbaijan minted gold and silver commemorative coins for the 1,300th anniversary of the epic.[23]

See also

Turkic Nomad Epics/Dastans

Notes

  1. ^ Bentinck, Histoire Genealogique des Tatars, 2 vols. (Leiden, 1726).
  2. ^ Abu Al Ghazi Bahadur, A History of the Turks, Moguls, and Tatars, Vulgarly called Tartars, Together with a Description of the Countries They Inhabit, 2 vols. (London, 1730)
  3. ^ Kitab-i Dedem Korkut – Mscr.Dresd.Ea.86 digital
  4. ^ Kitab-i Dedem Korkut – Vat. turc. 102 digital
  5. ^ Prof. Melek Erdem, Ankara University, "On the Connection with the Manuscripts of Turkmenistan Variant of Dede Korkut Epics". Journal of Modern Turkish Studies (2005), 2/4:158-188
  6. ^ a b Template:Harvp
  7. ^ a b Michael E. Meeker, "The Dede Korkut Ethic", International Journal of Middle East Studies, Vol. 24, No. 3 (Aug., 1992), 395–417. "According to Lewis (1974), an older substratum of these oral traditions dates to conflicts between the ancient Oghuz and their Turkish rivals in Central Asia (the Pecheneks and the Kipchaks), but this substratum has been clothed in references to the 14th-century campaigns of the Akkoyunlu Confederation of Turkic tribes against the Georgians, the Abkhaz, and the Greeks in Trebizond."
  8. ^ Stanford Jay Shaw, History of the Ottoman Empire and Modern Turkey, Cambridge University, 1977, pg 141.
  9. ^ Template:Harvp
  10. ^ Template:Harvp
  11. ^ Template:Harvp
  12. ^ a b c Prof. H.B.Paksoy (ed.), "Introduction to Dede Korkut" (As Co-Editor), Soviet Anthropology and Archeology, Vol. 29, No. 1. Summer 1990; and, "M. Dadashzade on the Ethnographic Information Concerning Azerbaijan Contained in the Dede Korkut dastan", Soviet Anthropology and Archeology, Vol. 29, No. 1. Summer 1990. Reprinted in H. B. Paksoy (Ed.), Central Asia Reader: The Rediscovery of History (New York/London: M. E. Sharpe, 1994), ISBN 1-56324-201-X (Hardcover); ISBN 1-56324-202-8 (pbk.)
  13. ^ Template:Harvp
  14. ^ "Report by Comrade M[ir] D[zhafar Abbasovich] Bagirov at 18th Congress of Azerbaidzhan Communist Party on the Work of the Azerbaidzhan Communist Party Central Committee," Current Digest of the Russian Press No. 24, Vol. 23 (July 28, 1951), 8.
  15. ^ "Alpamysh" entry in Bol'shaya sovetskaya entsiklopediya (the Great Soviet Encyclopedia, third edition) [1][collegamento interrotto]
  16. ^ Alpamysh entry in Bol'shaya sovetskaya entsiklopediya (the Great Soviet Encyclopedia, second edition)
  17. ^ "Dastan" in Great Soviet Encyclopedia, second edition. See also "Dastan" [2][collegamento interrotto] entry in the Great Soviet Encyclopedia, third edition.
  18. ^ UNESCO website, accessed March 19, 2007 Celebration of anniversaries with which UNESCO was associated since 1996, UNESCO website, accessed March 19, 2007
  19. ^ UNESCO, Address by Mr Koichiro Matsuura, Director-General of UNESCO, on the occasion of the information meeting with the Permanent Delegations on the project "Proclamation of masterpieces of the oral and intangible heritage of humanity". UNESCO, 5 May 2000
  20. ^ Another mention of Dede Korkut by Mr. Matsuura is made in August 2005
  21. ^ UNESCO website
  22. ^ UNESCO website
  23. ^ Central Bank of Azerbaijan. Commemorative coins. Coins produced within 1992–2010: Gold and silver coins dedicated to 1300th anniversary of epos "Kitabi – Dede Gorgud". – Retrieved on 25 February 2010.

Bibliografia

(EN) Metin YURTBAŞI, Dede Korkut Tales can Inspire the Turkish ESL Students to Speak Better English.

(EN) Eleonora Babayeva, Il Libro di Dede Korkut (PDF), su acarindex.com, 2007.

Ettore Rossi, Motivi Biblici E Coranici Nel "kitāb-I Dede Ḳorḳut, 1953.

Giampiero Bellingeri, Prefazione a Il Dede Korkut Tra Esemplarità E Fondamenta Al Primato, 2008.

Ettore Rossi, Osservazioni preliminari per una edizione critica del Kitab-i Dede Qorqut, in Rivista degli studi orientali, vol. 27, 1952, pp. 68-73.

Michael Meeker, the Dede Korkut ethic (online), su 7buruk.blogspot.it, Volume 24 No. 3, Agosto 1992, pp. 395-417. Formato sconosciuto: online (aiuto)

Kamil Nerimanoğlu, The Poetics of "the Book of Dede Korkut, Ankara, 1998.

References


Bibliography

  • The book of my grandfather Korkut, Moscow and Leningrad, USSR Academy of Sciences, 1962.
  • Cemal Kafadar, Between Two Worlds: the Construction of the Ottoman State, University of California Press, 1996, ISBN 9780520206007.
  • The Book of Dede Korkut, Harmondsworth, UK, Penguin Books, 1974.

Curiosità

Korkut viene chiamato alle volte "Dede" e altre volte "Ata", che sono sostantivi turchi significanti "Nonno" e "Padre".
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