Utente:Memnone di Rodi/Sandbox
Simboli patri spagnoli
La bandiera;
lo stemma;
il motto;
il toro;
Santiago Matamoros;
la Marcha Real;
il 12 ottobre;
la peseta.
Simboli patri uruguaiani
- la bandiera uruguaiana;
- la bandiera di Artigas;
- la bandiera dei Trentatré orientali;
- l'Himno Nacional de la Repùblica Oriental del Uruguay;
- la coccarda nazionale;
- lo stemma;
- il motto;
- il 25 agosto;
- il peso uruguaiano;
- il ceibo;
- il Sole di maggio.
Lettura sociale
La lettura sociale (in inglese social reading) è un servizio online offerto da alcuni siti, che permette agli utenti di discutere a proposito dei propri libri e autori preferiti e di comprare libri elettronici a prezzi scontati, in definitiva dei veri e propri social network dedicati alla lettura.
Funzionamento
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Memnone di Rodi Κώνσυλτα λ΄ωράκολο
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Memnone di Rodi - Κώνσυλτα λ΄ωράκολο
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Memnone di Rodi - Κώνσυλτα λ΄ωράκολο
Memnone di Rodi - Κώνσυλτα λ΄ωράκολο
Repubbliche marinare
Template:Repubbliche marinare
Amalfi
http://books.google.it/books?id=DZzmzLkCL54C&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q&f=false
Agrigento, Cagliari, Marsiglia, Barcellona, Cordoba, Siviglia, Aleppo
Gaeta
Roma, Sardegna, Sicilia, Tarquinia
Costantinopoli
Napoli, Frascati
http://books.google.it/books?id=03oKAAAAIAAJ&printsec=frontcover&hl=it#v=onepage&q=Gaeta&f=false
Barberia
Tunisi, Bugia
Pisa
Genova, Pavia
Tripoli, Marocco
Siria
Palermo, Salerno, Puglia, Famagosta.
Castro, Cava
Duchi di Gaeta
ante 1032: Dinastia Docibili - Indipendente 1032-1039: Pandolfo IV di Capua - Diepndente da Capua 1040-1045: Guaimario IV di Salerno - Dipendente da Salerno 7 1046-1057: Atenolfo I - Indipendente 11 1058-1061: Giordano I - Dipendente da Capua 4 1062-1065: Atenolfo II - Indipendente 4 1066-1067: Dannimbaldo - Indipendente 2 1068-1084: Goffredo Ridello - Dipendente da Capua 1085-1092: Rinaldo Ridello - Dipendente da Capua 24 1093-1100: Landolfo - Indipendente 1101-1104: Guglielmo Blosseville - Indpendente 1105-1111: Riccardo Dell'Aquila - Indipendente 1112-1113: Andrea Dell'Aquila - Indipendente 1114-1120: Gionata di Caleno - Indipendente 1121-1135: Riccardo III di Caleno - Indipendente 42
Noli
http://www.comune.noli.sv.it/it/noli/storia/informazioni.htm

La fortuna di Noli cominciò con le Crociate: la sua particolare posizione geografica la rese infatti un'importante porto per la costruzione delle navi e il trasporto di uomini e vettovaglie diretti in Terra Santa.
Partecipando alle crociate, Noli ottenne numerosi privilegi dai sovrani cristiani di Antiochia e di Gerusalemme e soprattutto ingenti ricchezze, con cui poté comprare gradatamente i vari diritti marchionali dai marchesi del Carretto, da cui dipendeva, fino alla completa indipendenza nel 1192, ufficializzata quattro anni dopo da Enrico VI di Svevia.
Ad appena dieci anni dalla sua nascita, i consoli del neonato comune decisero intelligentemente di allearsi con la vicina e assai più potente Repubblica di Genova: nel 1202 infatti Noli ne divenne un protettorato, condizione che sarebbe durata per tutta la sua esistenza.Questo rese Noli una repubblica marinara "anomala" rispetto alle altre: infatti non batté mai moneta propria né ebbe fondachi autonomi, appoggiandosi per queste cose ai genovesi, pur mantenenendo una totale indipendenza interna.
La piccola repubblica visse per un periodo di florida espansione durante tutto il XIII e il XIV secolo, in cui costruì molte nuove torri, si dotò di una cinta muraria ed estese i suoi confini fino a comprendere i limitrofi paesi di Orco, Mallare, Segno e Vadocittà; città fortemente guelfa, aderì alla Lega lombarda contro Federico II e fu per questo premiata da papa Gregorio IX con la costituzione della diocesi di Noli nel 1239 e la donazione dell'Isola di Bergeggi.
Ma la prosperità di Noli era legata alle crociate: quando queste terminarono, la sua posizione geografica, tanto utile nel Duecento, si rivelò inadatta ai taffici di maggior cabotaggio delle navi quattrocentesche; i nolesi, tagliati fuori dai commerci marittimi, cessarono ogni attività mercantile e divennero pescatori. Questa è un'altra peculiarità della storia di Noli: infatti a partire dal 1400 la repubblica di Noli smise di fatto di essere "marinara", pur conservando la propria indipendenza per altri quattro secoli.
All'isolamento commerciale si aggiunsero le continue guerre con i vicini comuni di Savona e Finale Ligure, che contribuirono a condannare la cittadina ligure a una lunga decadenza, che sarebbe durata fino alla fine dell'indipendenza, avvenuta nel 1797 con l'annessione alla Repubblica Ligure.[1][2][3]
- ^ http://www.comune.noli.sv.it/it/noli/storia/storia.htm
- ^ Michelin / MFPM, Liguria, Michelin, 2010.
- ^ Touring Club Italiano, Liguria, Milano, Touring Editore, 1982. ISBN 8836500099
Arte
generico (Ragusa) bizantino (Amalfi, Venezia, Ancona, Genova, Gaeta) arabo/arabo-normanno (Amalfi, Venezia, Gaeta, Pisa, Noli) romanico (Noli, Pisa, Gaeta, Venezia, Ancona) franco-inglesi (Genova)
Corbezzolo
Il corbezzolo è la pianta nazionale italiana; esso infatti, nel periodo di Natale ha contemporaneamente le foglie verdi, i fiori bianchi e i frutti rossi, gli stessi colori della bandiera italiana. L'ideatore di questa simbologia fu Giovanni Pascoli, che per commentare il passo dell'Eneide di Virgilio in cui si parla del cadavere di Pallante adagiato su rami di corbezzolo, scrisse un'ode in cui considera Pallante il primo eroe morto per la causa nazionale, e il corbezzolo come una prefigurazione del tricolore.Il tema fu ripreso in lingua latina nel Carme Hymnus in Romam.
Ducato di Sorrento
http://www.ilmegliodisorrento.com/2011/01/sorrento-e-il-suo-ducato/
Italiani
Volta, Lombardia n
Fermi, Lazio (P piacentino, M barese) c
Lorenzo de' Medici Toscana c
Rita Levi Montalcini Piemonte n
Leopardi Marche c
Leonardo Toscana c
Cristoforo Colombo Liguria n
Fellini Lazio c
Verdi Emilia-Romagna n
Dante toscana c
Magnani Lazio c
Foscolo Zante x
Umberto Eco Piemonte n
D'annunzio Abruzzo s
Galilei Toscana c
Marconi Emilia-Romagna n
Garibaldi Nizza, x
Manzoni Lombardia n
Deledda Sardegna c
Carducci toscana c
Pavarotti Emilia-Romagna n
Machiavelli Toscana c
Marco Polo Venezia n
Rossi Marche c
Sergio Leone Lazio c
Luigi Pirandello Sicilia s
Pasolini Emilia-Romagna n
Bernini Campania s
Quasimodo sicilia s
Caravaggio Lombardia n (s)
Federico II Marche c (s)
Michelangelo Toscana c
Campanella, Boccioni, Coppi, Giorgione, Canova, Verdi, Foscolo
- Federico II, a cui la Treccani dedica l'Enciclopedia Federiciana e che compare col suo Castel del Monte sulle monete italiane da 1 eurocent;
- Alessandro Manzoni, Autore tra i massimi della letteratura secondo la Treccani;
- Giuseppe Garibaldi, uno dei più grandi artefici del Risorgimento italiano secondo la Treccani;
- Luigi Pirandello, uno dei più grandi drammaturghi di tutti i tempi secondo la Treccani;
- Giosué Carducci, premio Nobel per la Letteratura, zelantissimo insegnante, dotto erudito, geniale critico e storico e insieme poeta dei maggiori che l'Italia abbia avuto, secondo la Treccani;
- Eugenio Montale, premio nobel per la Letteratura, Tra i massimi poeti italiani del Novecento secondo la Treccani;
- Nicola Pisano, ché La sua opera ebbe nell'ambito della scultura un ruolo altrettanto incisivo di quello che, una generazione più tardi, Giotto rivestì per la pittura secondo la Treccani.
- Enrico Fermi, Premio Nobel per la Fisica, uno dei fisici più completi del nostro secolo secondo la Treccani;
- Guglielmo Marconi, Premio Nobel per la Fisica, presidente della Treccani;
#Giovanni Falcone della cui opera il risultato era di portata storica secondo la Treccani; #Cesare Beccaria tra i massimi rappresentanti dell'illuminismo italiano e che pose le fondamenta della scienza criminale moderna secondo la Treccani--Memnone di Rodi
- Dante Alighieri, a cui la Treccani dedica l'Enciclopedia Dantesca e che figura sulle monete italiane da 2 euro;
- Galileo Galilei, di cui il Montanelli riporta l'elogio del Grozio la più grande mente di tutti i tempi;
- Niccolò Machiavelli, ché per il Montanelli Nessun'opera [s'intende "Il Principe"] dai tempi di Aristotele influenzò tanto la scienza politica e l'arte del governo e Tutti riconoscono in lui il fondamento di una disciplina [la scienza politica];
- Lorenzo il Magnifico, che, per il Montanelli di Magnifico, a quei, tempi, si dava a ogni Signore. Ma Lorenzo lo fu per eccellenza e antonomasia.
- Sophia Loren, l'attrice italiana che ha vinto più premi Oscar;
- Federico Fellini, il regista italiano che ha vinto più premi Oscar;
- Luciano Pavarotti, il cantante italiano che vinto più premi Grammy;
- Michelangelo Buonarroti, culmine della civiltà rinascimentale secondo la Treccani;
#Raffaello Sanzio, uno dei più grandi interpreti del Rinascimento secondo la Treccani;
- Giotto di Bondone, massimo protagonista della civiltà artistica gotica italiana secondo la Treccani;
- Gianlorenzo Bernini, il massimo protagonista della cultura figurativa barocca secondo [1];
#Francesco Petrarca, l'iniziatore di quel grande moto spirituale e culturale che poi si chiamò umanesimo secondo [2];
- Giacomo Leopardi, tra i massimi scrittori della letteratura italiana di tutti i tempi secondo la Treccani;
#Benedetto Croce, la figura di maggior rilievo della vita culturale italiana della prima metà del Novecento secondo la Treccani;
- Fausto Coppi, uno dei maggiori e più completi [ciclisti] di tutti i tempi secondo la Treccani;
- Tommaso Campanella il maggior lirico italiano del Seicento secondo la Treccani;
- Umberto Boccioni, l'espressione più alta e compiuta del futurismo italiano secondo la Treccani;
- Giorgione, l'iniziatore dell'era pittorica moderna secondo la Treccani;
- Antonio Canova, come un nuovo Fidia secondo la Treccani;
- Giuseppe Verdi, Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi secondo la Treccani;
- Ugo Fosccolo, Tra i massimi esponenti della letteratura italiana del neoclassicismo e del primo romanticismo e scrittore del primo romanzo italiano moderno secondo la Treccani.
Napoli e l'Unità
Storia d'Italia di ruggiero Romano libro di storia Storia d'Italia di Denis Mack Smith Storia d'Italia di Indro Montanelli la nuova storia d'Italia a fumetti di Enzo Biagi Storia della Campania e di Napoli. Linee per un curricolo di storia locale e ... Di Giulio De Martino,De Martino Giulio Campania di Antonio Canino Storia e Coscienza Storica di Bontempelli e Bruni Prefazione all'Agricoltore Sperimentato di Antonio Genovesi Conflitti e squilibri nel Mezzogiorno tra Cinque e Ottocento di Luigi De Rosa Mezzogiorno tra riforme e rivoluzione di Pasquale Villani Storia facile dell'economia italiana dal Medioevo a oggi di Carlo M. Cipolla
Template:Opera
Tipologia
Genere
Sottogenere
Forma
Italiani2
12 C 7 N 9 S 1 X
12 let 5 art 6 fil 3 sci 2 pol 1 mus 1 rel
- Dante 5320 C
- Leonardo da Vinci 1496 C
- Alessandro Manzoni 1479 N
- Giacomo Leopardi 1478 C
- Gabriele D'Annunzio 1376 S
- Garibaldi 1236 X
- Luigi Pirandello 875 S
- Tommaso d'Aquino ex aequo Torquato Tasso 830 SS
- Giuseppe Verdi 826 N
- Michelangelo Buonarroti 808 C
- Benedetto Croce 803 S
- Petrarca 738 C
- Galileo 660 C
- Francesco d'Assisi 551 C
- Raffaello Sanzio 522 C
- Caravaggio 511 N
- Fermi 500/1000 C
- Gaimbattista Vico ex aequo Giovanni Pascoli 480 SN
- Pier Paolo Pasolini 472 N
- Giovanni Verga 421 S
- Boccaccio 420 S
- Federico II 397 C (S?)
- Machiavelli 380 C
- Ariosto 431,5 N
- Giordano Bruno 371 S
- Eugenio Montale 399 N
- Giotto 332 C
- Tiziano Vecellio 300
- Tommaso Campanella 232
- Piero della Francesca 536
- Andrea Palladio 220
- Ludovico Ariosto 388
- Tommaso Campanella 293
- Alcide De Gasperi 285 + 185/370
- Giorgio de Chirico 283
- Italo Svevo 250
- Marconi 200
- Pavarotti 22 + 276/552
- Sophia Loren 128
- Valentino Rossi 66
- Antonio Canova 187
- Federico Fellini 176
- Botticelli 172
- Gian Lorenzo Bernini 171
- Marco Polo 161
- Italo Calvino 159
- Giuseppe Ungaretti 154
- Giovanni Giolitti 150/450
- Leon Battista Alberti 150
- Tintoretto 144
- Lorenzo de' Medici 139
- Montessori 137 + 540/1080
- Giorgione 137
- Cristoforo Colombo 135
- Umberto Boccioni 117
- Donatello 116
- Masaccio 110
- Giovannni Bellini 108
- Giuseppe Verdi 9600
- Dante 5477
- Leonardo da Vinci 4412
- Michelangelo Buonarroti 3262
- Marco Polo 3165
- Garibaldi 2528
- Giotto 1469
- Galileo 1408
- Montessori 1217
- Francesco d'Assisi 999
- Gabriele D'Annunzio 916
- Benedetto Croce 832
- Giacomo Leopardi 815
- Giordano Bruno 806
- Torquato Tasso 791
- Cristoforo Colombo 753
- Luigi Pirandello 750
- Pier Paolo Pasolini 742
- Machiavelli 720
- Petrarca 718
- Tommaso d'Aquino 699
- Federico Fellini 688
- Alcide De Gasperi 655
- Donatello 644
- Alessandro Manzoni 641
- Giambattista Vico 627
- Giorgio de Chirico 601
- Giovanni Pascoli 590
- Raffaello Sanzio 576
- Pavarotti 574
- Fermi 551
- Italo Svevo 545
- Andrea Palladio 544
- Leon Battista Alberti 514
- Giorgione 499
- Tintoretto 492
- Federico II 459
- Boccaccio 455
- Italo Calvino 441 #Ariosto 431,5
- Eugenio Montale 399
- Giovanni Verga 377
- Lorenzo de' Medici 373
- Masaccio 364
- Botticelli 362
- Tommaso Campanella 357
- Antonio Canova 353
- Tiziano Vecellio 326
- Sophia Loren 304
- Gian Lorenzo Bernini 297
- Marconi 228
- Giuseppe Ungaretti 291
- Giovannni Bellini 275
- Umberto Boccioni 268
- Giovanni Giolitti 200
- Antonello da Messina 190
- Valentino Rossi 100
- Giuseppe Verdi 9600
- Dante 5477
- Leonardo da Vinci 4412
- Michelangelo Buonarroti 3262
- Marco Polo 3165
- Garibaldi 2528
- Caravaggio 1618
- Giotto 1469
- Galileo 1408
- Montessori 1217
- Francesco d'Assisi 999
- Gabriele D'Annunzio 916
- Benedetto Croce 832
- Giacomo Leopardi 815
- Giordano Bruno 806
- Torquato Tasso 791
- Cristoforo Colombo 753
- Luigi Pirandello 750
- Boccaccio
- Machiavelli 720
- Petrarca 718
- Tommaso d'Aquino 699
- Federico Fellini 688
- Alcide De Gasperi 655
- Gianlorenzo Bernini
- Alessandro Manzoni 641
- Giambattista Vico 627
- Giorgio de Chirico 601
- Valentino Rossi
- Raffaello Sanzio 576
- Pavarotti 574
- Fermi 551
- Marconi 545
- Andrea Palladio 544
- Sophia Loren
- Giorgione 499
N 11 C 14 S 9 X 2
Significato della Bandiera d'Italia
http://www.radiomarconi.com/marconi/storiabandiera/significato.html
https://celebrarelanazione.files.wordpress.com/2011/03/mondadori_repubblica_vecchio.pdf
http://www.quirinale.it/qrnw/simboli/tricolore/tricolore.html
Famiglie di religioni
https://www.britannica.com/topic/classification-of-religions
Monitoraggio vessillologia
Descrizione Storia SiSignificato Usi Altre bandiere
Araldica
https://www.britannica.com/topic/heraldry
Bandiere col Sole
Impero romano e Medioevo ==
Durante l'età augustea l'Italia fu organizzata in un sistema amministrativo distinto da quello tipico della province[1] divenendo la parte privilegiata dell'impero: i suoi abitanti liberi erano cittadini romani[2], esentati dalla tassazione diretta, eccetto la nuova tassa sulle eredità creata per finanziare i bisogni militari. L'Italia fu dotata di una fitta rete stradale e di numerose strutture pubbliche (evergetismo augusteo). I privilegi accordati da Roma all'Italia, tanto da farne una sorta di metropoli rispetto alle altre province dell'impero, affondavano le loro radici nella più antica politica d'espansione romana, che facendo leva sul comune substrato culturale e linguistico caratterizzante molti popoli italici (Latini, Osci, Falisci, Umbri ecc.) ed i Veneti, assimilava poi nella stessa koinè anche gli altri popoli della regione italiana (Liguri, ecc.).
Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'unità territoriale della penisola non venne meno né col regno degli Ostrogoti, la prima di tante occasioni mancate nel Medioevo per far nascere anche in Italia una coscienza nazionale come viceversa avvenne in altri paesi europei, né dopo l'intervento diretto dell'imperatore d'Oriente Giustiniano I e la successiva guerra gotica (535-553). Questa unità si ruppe con l'invasione longobarda e la conseguente spartizione della penisola.
I Longobardi inizialmente tesero a rimanere separati dalle popolazioni soggette sia sotto il profilo politico che militare, ma col tempo finirono sempre più per fondersi con la componente latina e tentarono, sull'esempio romano e ostrogoto, di riunificare la penisola per dare una base nazionale al loro regno.[3] Tale tentativo fallì per l'intervento dei Franchi richiamati da papa Adriano I, secondo un copione tipico destinato a ripetersi nei secoli a venire, che vede il papa cercare il più possibile di impedire la nascita di una potenza nemica sul suolo italico in grado di compromettere la sua autonomia.[4]
Prima della conquista franca infatti, il Regnum Langobardorum si identificava con la massima parte dell'Italia peninsulare e continentale e gli stessi re longobardi, dal VII secolo, non si consideravano più solo re dei longobardi, ma dei due popoli (longobardi e italici di lingua latina) posti sotto la propria sovranità nei territori non bizantini e dell'Italia tutta (Dei rex totius Italiae). I vincitori si erano pertanto gradualmente romanizzati, abbracciando la cultura dei vinti grazie anche all'accettazione del latino come unica lingua scritta dello Stato e come strumento di comunicazione privilegiato a livello giuridico e amministrativo. Durante il periodo longobardo, a seguito della Donazione di Sutri si formò il primo nucleo dello Stato Pontificio: il Patrimonium Sancti Petri, primo nucleo territoriale su cui si estenderà il potere temporale della Chiesa, fino al 1870.
I Franchi, a partire dalla seconda metà dell'VIII secolo, tentarono di ricostituire l'Impero con Carlo Magno: tale organismo prese corpo definitivamente un secolo e mezzo più tardi, con un sovrano germanico, Ottone I di Sassonia. Il Regno d'Italia era legato a questo grande organismo statuale da vincoli di vassallaggio, dai quali vanamente cercò di sottrarsi. I più celebri fra tali tentativi furono quello di Berengario del Friuli (850-924),[5] e poi di Arduino d'Ivrea (955-1015), personaggi considerati dalla storiografia nazionalista come antesignani dei patrioti risorgimentali. Arduino, attorno all'anno 1000, sostenuto dalla nobiltà laica del nord Italia, condusse alcune campagne militari per liberare l'Italia dalla tutela germanica.[6]
Nei primi secoli dopo il Mille, lo stesso desiderio di autonomia e libertà portò a un notevole sviluppo delle Repubbliche marinare (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia), e poi dei liberi Comuni di popolo, favorendo quella rinascita dell'economia e insieme delle arti che approderà al Rinascimento, e che fu anticipata dal risveglio religioso che si ebbe nel Duecento con le figure di Gioacchino da Fiore e Francesco d'Assisi.[7]
Se durante l'alto Medioevo il sentimento nazionale italiano si mantenne ancora piuttosto in ombra, partecipando alla contesa tra le due potenze di allora, il Papato e l'Impero, con i quali si schierarono rispettivamente Guelfi e Ghibellini, esso cominciò così lentamente a emergere, alimentandosi soprattutto del ricordo dell'antica grandezza di Roma, e trovando nell'identità religiosa rappresentata dalla Chiesa, idealmente erede delle istituzioni romane, un senso di comune appartenenza.[8] La vittoria nella battaglia di Legnano ad opera della Lega Lombarda contro l'imperatore Federico Barbarossa (1176), e la rivolta dei Vespri siciliani contro il tentativo del re di Francia di assoggettare la Sicilia (1282), saranno assunte in particolare dalla retorica romantica ottocentesca come i simboli del primo risveglio di una coscienza di patria.[9]
Mentre però da un lato la formazione dei comuni e delle signorie portò al fallimento di una composizione politica unitaria, per il prevalere di interessi locali in un'Italia suddivisa in piccoli stati, spesso in lotta fra di loro, d'altro lato, secondo taluni autori, fu proprio questo il periodo in cui si formò l'Italia come nazione, « [...] forse...la più precoce delle nazioni europee...[10]», e in cui, secondo alcuni storici, si produsse ad opera di Federico II di Svevia il primo serio tentativo di unificazione peninsulare[11]. Tale tentativo, secondo altre correnti storiografiche, fu invece espressione della volontà di una politica espansionistica di assoggettamento ad opera del sovrano svevo-italiano, tesa a favorire l'instaurarsi di signorie ghibelline a lui amiche, sottraendo l'Italia dall'influenza papale e sottomettendola per intero all'impero germanico.[12]
Ispirata ad uno spirito di riscossa nazionale nell'ambito militare venne considerata la vittoria nel 1379 del condottiero Alberico da Barbiano nella Battaglia di Marino al comando delle milizie italiane contro mercenari francesi e bretoni al soldo dell'Antipapa Clemente VII. Per questa sua impresa Alberico riceverà da Papa Urbano VI uno stendardo col motto "LI-IT-AB-EXT" ("Italia ab exteris liberata" - L'Italia liberata dagli stranieri). Secondo Gregorovius questa fu «la prima volta [in cui] le armi nazionali vinsero le compagnie di ladroni stranieri; l'Italia si destò alla fine dal suo letargo, sicché da quella giornata di Marino si può dire che cominci l'era di una nuova milizia italiana e di una nuova arte di guerra»[13]
Rinascenze e Rinascimento
Durante le rinascenze culturali del XIII e XIV secolo, che avrebbero condotto al fiorire del Rinascimento, si dimostrò ben vivo il ricordo della passata grandezza dell'Italia come centro del potere e della cultura dell'impero romano e come centro del mondo, e il Paese fu ispirazione ed oggetto di studio per poeti e letterati, cantando lodi all'Italia antica - già vista come continuum culturale se non nazionale - e deprecandone la contemporanea situazione.
Un sentimento di comune appartenenza nazionale sembrò maturare presso gli intellettuali del tempo mentre il volgare latino locale veniva elevato al rango di lingua letteraria, primo ideale elemento di una coscienza collettiva di popolo.[15] Anche grazie a tali letterati e intellettuali, fra cui emersero le figure universali di Dante, Petrarca e Boccaccio, che ebbero scambi culturali senza tener conto dei confini regionali e locali, la lingua italiana dotta si sviluppò rapidamente, evolvendosi e diffondendosi nei secoli successivi anche nelle più difficili temperie politiche, pur rimanendo per molti secoli lingua veicolare solo per le classi più colte e dominanti, venendo progressivamente ed indistintamente adottata come lingua scritta in ogni regione italofona, prescindendo dalla nazionalità dei suoi principi. Dante e Petrarca inoltre introdussero la locuzione Bel paese, come espressione poetica, per indicare l'Italia:
Allo stesso tempo Dante deplorò la condizione politica in cui si trovava l'Italia con la famosa terzina della Divina Commedia:
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello! ,[18]»
Nel 1474 Flavio Biondo manda alle stampe l'opera l'Italia illustrata, un libro di geografia e di storia su quelle che allora erano le diciotto province della penisola. Sul piano politico, invece, a causa della mancanza di uno Stato unitario sul modello di quelli che stavano via via sorgendo nel resto d'Europa, i piccoli stati italiani furono costretti a supplire con l'intelligenza strategica dei suoi capi politici alla superiorità di forze degli stati nazionali europei, arrivando a concordare una alleanza la Lega Italica. Esemplare fu in proposito il signore di Firenze Cosimo de' Medici (1389-1464), non a caso soprannominato Pater Patriae, ovvero "Padre della Patria",[19] e considerato uno dei principali artefici del Rinascimento fiorentino: la sua politica estera, infatti, mirante al mantenimento di un costante e sottile equilibrio fra i vari stati italiani, sarà profetica nell'individuare nella concordia italiana l'elemento chiave per impedire agli stati stranieri di intervenire nella penisola approfittando delle sue divisioni.[20]
L'importanza della strategia di Cosimo, proseguita dal suo successore Lorenzo il Magnifico (1449-1492) nella sua continua ricerca di un accordo tra gli stati italiani in grado di sopperire alla loro mancanza di unità politica,[21] non venne tuttavia compresa dagli altri prìncipi della penisola, ed essa si concluse con la morte di Lorenzo nel 1492.
Da allora in Italia ebbe inizio un lungo periodo di dominazione straniera, la quale, secondo gli storici risorgimentali, fu quindi dovuta non a sterile arrendevolezza, bensì al ritardo del processo politico di unificazione. Nella propaganda risorgimentale, per via del romanzo omonimo di Massimo d'Azeglio, è anzi rimasto celebre e ricordato come gesto di patriottismo l'episodio della disfida di Barletta (1503), quando tredici cavalieri italiani,[22] alleati degli spagnoli per la conquista del Regno di Napoli, capeggiati dal capitano di ventura Ettore Fieramosca, sconfissero in duello altrettanti cavalieri francesi che li avevano insultati accusandoli di viltà e codardia.[23]
L'interesse per l'unità si spostò intanto dall'ambito culturale a quello dell'analisi politica e, già nel XVI secolo, Machiavelli e Guicciardini[24] dibattevano il problema della perdita dell'indipendenza politica della penisola, divenuta nel frattempo un campo di battaglia fra Francia e Spagna e infine caduta sotto la dominazione di quest'ultima.[25]
Pur con programmi diversi, Machiavelli e Guicciardini, fautori rispettivamente di uno Stato accentrato e di uno federale[26], concordavano sul fatto che la perdita dell'individualità nazionale fosse avvenuta a causa dell'individualismo e della mancanza di senso dello Stato delle varie popolazioni italiane. Ecco quindi il compito del Principe al quale Machiavelli lanciava la sua nota
All'inizio del XVII secolo Cesare Ripa con la sua opera Iconologia, nella voce "Italia con le sue provincie. Et parti de l'isole" rifacendosi ai testi classici diffonde l'immagine classica dell'Italia turrita, con cornucopia e sovrastata da una stella, "come rappresentata nelle Medaglie di Commodo, Tito et Antonino"[28] e conclude la descrizione dell'Italia con la frase «Siede sopra il Globo (come dicemmo) per dimostrare come l'Italia è Signora et Regina di tutto il Mondo, come hanno dimostrato chiaro gli antichi Romani, et hora più che mai il Sommo Pontefice maggiore et superiore a qual si voglia Personaggio.»
- ^ ad eccezione di Sicilia e Sardegna
- ^ solo nel 212 (Constitutio Antoniniana) la cittadinanza fu estesa a tutto l'impero
- ^ «né mai più fu ritentata per undici secoli la grande impresa (dicon essi) del costituire l'unità italiana.» (Giuseppe Brunengo, I primi Papi-Re e l'ultimo dei re longobardi, Coi tipi della Civiltà Cattolica, 1864, p.260
- ^ Montanelli, Da Carlo Magno all'anno Mille. Storia d'Italia, BUR, 1994.
- ^ «Alcuni storici e una certa retorica nazionalistica hanno fatto di lui un campione e un assertore dell'unità d'Italia», tratto da Montanelli & Gervaso, Storia d'Italia, vol. 6, Da Carlomagno all'anno 1000, pag. 139, Fabbri editori, 1994.
- ^ Umberto Eco, Il Medioevo. Barbari, cristiani, musulmani, Encyclomedia Publishers, 2010
- ^ Konrad Burdach, Riforma, Rinascimento, Umanesimo, trad. a cura di D. Cantimori, Sansoni, Firenze 1986.
- ^ AA.VV., Origini dello Stato. Processi di formazione statale in Italia fra medioevo ed età moderna, a cura di G. Chittolini, A. Molho e P. Schiera, Il Mulino, Bologna 1994.
- ^ Le garzantine, Atlante storico.., pag. 150 e 151
- ^ La citazione è tratta da: Umberto Cerroni, L'identità civile degli italiani, Lecce, Piero Manni, 1996, pag. 24
- ^ Umberto Cerroni, op. cit p. 25
- ^ Raffaele Morghen, L'unità monarchica nell'Italia meridionale in Nuove questioni di storia medioevale, Marzorati. Milano, 1977 (riportato in Giampaolo Perugi, Pagine di storiografia, Zanichelli editore, 2000, p.216)
- ^ Ferdinand Gregorovius, Storia di Roma nel medioevo, Vol VI, Venezia 1875 p.592
- ^ Biografie dei capitani venturieri dell'Umbria scritte ed illustrate con documenti da Ariodante Fabretti, A. Fumi, 1843, p.109
- ^ «Già nella prima metà del Trecento essa aveva dato ciò che le altre nazioni non avevano dato ancora... una lingua raffinata, una grande poesia... una prosa letteraria...» da Umberto Cerroni, op. cit., p. 24
- ^ Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXIII, verso 80.
- ^ Petrarca, Canzoniere, CXLVI, versi 13-14.
- ^ Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI, verso 76-78.
- ^ «Capì che il destino dell'Italia era condizionato dall'equilibrio fra le quattro grandi potenze che vi si erano formate: Milano, Venezia, Firenze e Napoli. [...] Lo chiamarono "Padre della Patria", certamente alludendo a una patria fiorentina. Ma Cosimo lo fu di tutta l'Italia. Forse egli carezzò un sogno di unità nazionale. Ma capì ch'era irrealizzabile, e quindi si contentò dell'unico traguardo che un uomo di Stato italiano, a quei tempi, poteva proporsi: un Direttorio dei "quattro grandi", solidali nel proposito di mantenere la Penisola al riparo da intrusioni straniere» (Montanelli & Gervaso, Storia d'Italia, vol. 12, La civiltà del Rinascimento, pp. 11-12, Fabbri editori, 1994).
- ^ Le garzantine, Atlante storico.., pag. 223 e 225
- ^ «Questa fu la politica dei Medici sino alla fine del Quattrocento. Ad essa l'Italia è debitrice di quei decenni di relativa pace e di meravigliosa prosperità che consentirono il miracolo del Rinascimento» (Montanelli, op. cit., p. 12.).
- ^ Si trattava di «professionisti della guerra che non si facevano certo nessuno scrupolo a passare da una parte all'altra secondo le convenienze e circostanze, come farà uno dei tredici di Barletta», ma nei confronti dei quali il capitano spagnolo non perse l'occasione, offertagli dalla provocazione francese, di «far leva sull'amor proprio degli italiani» (Giuliano Procacci, La disfida di Barletta. Tra storia e romanzo, Bruno Mondadori editore, 2001 pagg. 47-48).
- ^ Il grande risalto che all'epoca venne dato all'episodio, secondo lo storico Giuliano Procacci (op.cit., p.45), era dovuto al desiderio di perpetuare un'immagine epica della classe feudale della cavalleria ormai superata come strumento di guerra
- ^ F. Guicciardini, Storia d'Italia, libro I, ed. Ricciardi, Milano-Napoli, 1953
- ^ G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, vol.I, Feltrinelli, Milano, 1956
- ^ «E se bene l'Italia divisa in molti domini abbia in vari tempi patito molte calamità che fose in un dominio solo non avrebbe patito [...] nondimeno in tutti questi tempi ha avuto al riscontro tante città floride [...] che io reputo che una monarchia gli sarebbe stata più infelice che felice» (in F. Guicciardini, op.cit.)
- ^ N. Machiavelli, Opere scelte, Volume 1969,Parte 1, Editori riuniti, 1969
- ^ Cesare Ripa, Iconologia, 1603