WILPF
Women's International League for Peace and Freedom
TipoONG
Fondazione1915
Scopoottenere una pace duratura e la libertà attraverso un sistema di uguaglianza politica e sociale e giustizia economica
Sede centraleStati Uniti (bandiera) New York
Altre sedi33 sedi in tutto il mondo [1]
Lingua ufficialeinglese

La Lega internazionale delle donne per la pace e per la libertà (In inglese the Women's International League for Peace and Freedom o WILPF) è un'organzzazione non-profit e non governativa che lavora "per riunire le donne dalle diverse visioni politiche e dai diversi backgroungd religiosi e filosofici, determinata nello studiare e nel far conoscere le cause della guerra e del lavoro per ottenere una pace permanente" e per unire le donne di tutto il mondo che si oppongono all'oppressione e allo sfruttamento. La WILPF ha sezioni nazionali in 33 paesi.[2]

La WILPF mantiene il primato per la più longeva organizzazione femminista e pacifista al mondo[3]

La WILPF ha sede centrale a Geneva, Switzerland e tiene un ufficio nelle United Nations a New York City.

Storia dell'organizzazione

La figura di Jane Addams

 
Ritratto di Jane Addams

Jane Addams nasce nell'Illinois nel 1860. la sua generazione testimoniò la rivoluzione industriale e tecnologica. Più giovane di una generazione di Susan B. Anthony, Jane perse la madre (Sarah Addams) quando aveva solo due anni e mezzo, e la sua figura di riferimento fu il padre: John Huy Addams. [4] Jane Addams sogna di poter andare al college alla Smith, ma il padre si rifiuta, facendola quindi andare al Rockford Female Seminary, ritenendola una scelta più adatta. Finiti gli studi a Rockford, Addams torna alla sua casa di Cedarville, nella speranza di poter iscriversi allo Smith College. Ma all'improvvisa morte del padre, la Addams inizia un cammino di diverse scelte: si iscrive inizialmente a medicina, fallendo, e decide di fare un viaggio in Europa con le amiche Ellen Starr e Sarah Anderson. È durante questo viaggio che essa deciderà le sue sorti future. Nel 1889 apre quindi, a Chicago; con Ellen Starr la Hull House, per aiutare i meno fortunati, e non solo. La Addams si rivolgeva infatti anche a quelle donne che, una volta terminati gli studi, si trovavano di fronte alla scelta di dover tornare a casa dai genitori o dover iniziare una nuova famiglia, senza la possibilità di avere una vita autonoma. Nei successivi anni, la reputazione della Addams crebbe fino a farla diventare un eminente figura nazionale.[5] Nella Hull-House si insegnavano principi di uguaglianza e di pace (gli stessi principi che permisero di formare la WILPF), che vennero anche descritti in New Ideals of Peace, scritto dalla Addams nel 1907. La pace professata da Jane Addams, viene però infranta in periodo di guerra.[6]

L’International Council of Women (Icw) e l’International Women’s Suffrage Alliance (Iwsa) decisero di fermare le attività internazionali e di sostenere lo sforzo bellico delle varie nazioni poiché, nel contesto imminente, si sarebbero aperte, per le donne, nuove vie di auto-affermazione: la guerra infatti favoriva il loro accesso a lavori che erano sempre stati di dominio maschile e, a causa di ciò, si fece sempre più diffusa la convinzione che l’adesione alle scelte dei governi avrebbe accelerato il riconoscimento del diritto di voto. (art. guerra pace)

Il Partito delle Donne per la Pace (Woman's Peace Party o WPP) negli USA

Template:Main article Nella metà del 1914, pacifismo e femminismo, divennero la base per il tour americano di Emmeline Pethick-Lawrence e di Rosika Schwimmer il Partito delle Donne per la Pace (the Woman's Peace Party o WPP) venne formato nel Gennaio del 1915 a Washington, D.C. all'incontro convocato da Jane Addams e Carrie Chapman Catt. Le approssimative 3,000 donne presenti, approvarono una richiesta per l'estensione del suffragio alle donne e per una conferenza degli stati neutrali per offrire una mediazione continua come mezzo per finire la guerra.[7]

Il WPP mandò rappresentanti ad un successivo Congresso Internazionale delle Donne per la Pace e la Libertà tenuto all'Aia dal 28 Aprile al 1 Maggio del 1915.

Il Congresso Internazionale delle Donne, all'Aia, nel 1915

WILPF fu fondata al Congresso Internazionale delle donne contro la Prima Guerra Mondiale che prese luogo all'Aia (The Hague), Paesi Bassi, nel 1915; il nome WILPF non fu scelto fino al 1919.[8][9]

La prima presidentessa delle WILPF, Jane Addams, aveva precedentemente fondato il Partito delle Donne per la Pace (Woman's Peace Party) negli Stati Uniti, nel Gennaio del 1915, questo gruppo divenne in seguito la sezione WILPF degli Stati Uniti.[10] Insieme a Jane Addams, Marian Cripps e Margaret E. Dungan erano anche loro membri fondatori. Per quanto riguarda la sede centrale della sezione USA delle WILPF nel 1920, era collocata nella città di New York.[11] Marian Cripps, Baroness Parmoor, who later served as president of its British branch.[12][13]

Inoltre, la Lega Internazionale delle donne per la Pace e la Libertà si oppose alla guerra e ai conflitti internazionali. Visto che è innegabile il fatto che le guerre violano la pace e la libertà dell'individuo, la Lega si organizzò e prese azioni formali per mettere fine alla guerra. I maggiori movimenti della Lega sono lettere aperte al segretario generale delle Nazioni Unite per porre fine formalmente alla Guerra in Corea, una Giornata Internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari, della violenza basata sul genere, dei difensori dei diritti umani delle donne. Siccome la Lega è formata da donne, dei professionisti hanno il permesso di arricchire gli argomenti che hanno a che fare con le donne e le persone. As the league is consisted of women, are allowed to improve the current issues related to women and people.

 
Wilpfers al congresso nazionale dell'Aja

Il Congresso fu organizzato dalla femminista tedesca Anita Augspurg, la prima giurista femmina della Germania, e Lida Gustava Heymann (1868–1943) dopo l'invito della Dutch pacifist, femminista e suffragista Aletta Jacobs per protestare contro la guerra che stava infuriando in Europa, e per suggerire dei modi per prevenire la guerra in futuro. Il Congresso venne aperto il 28 Aprile [14] con 1,136 partecipanti da paesi sia neutrali che belligeranti,[senza fonte] adottò la maggio parte della piattaforma del WPP e stabilì il Comitato Internazionale delle Donne per una Pace permanente (International Committee of Women for Permanent Peace o ICWPP) con Jane Addams come presidente.Il WPP divenne presto la sezione degli USA del ICWPP. (Alla conferenza internazionale dell'Aia, il congresso approvò 20 risoluzioni che si concentravano sui diritti delle donne e sul loro ruolo, in modo che potessero contribuire alla costruzione di una pace duratura [suriano p.5]. Il Congresso, piuttosto che discutere le cause della guerra, si pronunciò a favore della pace, volendo risolvere il problema della guerra senza vincitori o vinti, con una pace negoziata. Il primo Maggio 1915 si concluse il congresso con la nascita dell'International Committee of Women for Permanent Peace (ICWPP) stanziatosi ad Amsterdam).

(Lo scopo del ICWPP si concluse con la fine della Prima Guerra Mondiale p.6 sur)

Il secondo Congresso Internazionale delle Donne per la Pace e per la Libertà a Zurigo,1919

(Il secondo congresso Internazionale delle donne sancì l'importanza della presenza autonoma delle donne nell'arena politica. Al Congresso venne chiesto alla società delle nazioni di fare propria la Carta delle Donne che, tra le tante cose, chiedeva il suffragio, l'uguaglianza dei sessi e il riconoscimento dei diritti civili per le donne sposate. Il testo quindi, metteva al centro della riflessione politica la questione della violenza contro le donne in tutte le sue sfaccettature [suriano p6-7-8]. La Carta non venne accettata dalla SdN , per questo motivo, l'iniziativa della Wilpf divenne più necessaria)

Jane Addams incontrò il Presidente Woodrow Wilson e si dice che abbiano elaborato un terreno comune a proposito della pace. Ciò nonostante, al loro secondo congresso internazionale, tenuto a Zurigo nel 1919, l'ICWPP denunciò le condizioni definitive del trattato di pace che concludeva la Prima Guerra Mondiale come uno schema di vendetta dei vincitori contro i vinti che avrebbe piantato i semi di un'altra guerra mondiale. Essi decisero di rendere il loro comitato permanente e di rinominarlo Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la LIbertà.[10] La WILPF spostò la sua sede centrale a Geneva per essere vicino al sito proposto dalla Lega delle Nazioni, nonostante la WILPF non approvasse la presa di potere di quella organizzazione nel condurre blocchi alimentari o nell'usare pressione militare per rinforzare le sue risoluzioni. La Lega chiamò il disarmo internazionale e la fine dell'imperialismo economico.[10] Il riconoscimento della filiale degli Stati Uniti della WILPF e le iscrizioni alla stessa crebbero nel periodo seguente alla Prima Guerra Mondiale, nonostante alcuni attacchi all'organizzazione che la definivano come "antipatrottica" durante la First Red Scare.[10] La WILPF supportò patti come il Patto Navale di Washington (Washington Naval Treaty) e il Kellogg-Briand Pact, considerandole come pietre miliari per un ordine mondiale pacifico.[10]

Durante gli anni '30, Vera Brittain è stata il Vice-Presidente delle WILPF.[15]

Poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale la Lega ha supportato anche misure per fornire sollievo per la comunità ebrea dell'Europa.[10]

Nonostante l'iscrizione alle WILPF sia ristretta alle donne, molti maschi attivisti per la pace hanno contribuito agli incontri e alle pubblicazioni della WILPF, inclusi Bart de Ligt[16] e J. D. Bernal.[17]

Due leader delle WILPF hanno ricevuto il Premio Nobel per la Pace per i loro sforzi, la loro prospettiva internazionale e il loro lavoro con la WILPF: Jane Addams, nel 1931 ed Emily Greene Balch nel 1946.[18]

La WILPF e le Nazioni Unite

La WILPF ha avuto uno Status Consultativo (categoria B) con il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite sin dal 1948 e (ECOSOC) ha Speciali Relazioni Consultive con con l'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) e con la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (United Nations Conference on Trade and Development), e speciali relazioni con International Labour Organization (ILO), Food and Agriculture Organization (FAO), United Nations Children's Fund (UNICEF) e altre organizzazioni e agenzie. La WILPF has advocates and lobbies for the democratization of the UN, the Security Council and all other UN organizations and agencies; monitors Security Council and General Assembly activities in order to promote reforms; opposes the privatisation and corporatisation of the UN, especially the global compact with corporations; and advocates for the abolition of the Security Council veto.

La WILPF in Italia

[Da guerra, pace e suffragio]La WILPF italiana è nata come comitato nazionale dell'ICWPP. La sezione italiana rimase molto periferica nei primi anni della sua nascita. Le dirigenti italiane, durante il primo conflitto mondiale, non poterono, a cause economiche e divieti della polizia, partecipare al dibattito mondiale. Per questo motivo, la loro iniziativa si espresse solo a livello nazionale. La WILPF italiana, avviata nel 1915 presentava due commissioni: la prima a Milano, con il gruppo originario, diretto da Rosa Genoni e la seconda, collocata a Roma e diretta da Anita Dobelli-Zampetti (scelta come referente nazionale dalla segreteria internazionale). Al ritorno dalla conferenza dell'Aia, Dobelli aveva organizzato una visita a Roma da parte della delegazione pacifista (alla quale avrebbe preso parte anche Jane Addams). Tuttavia, il Re e i ministri Salandra e Sonnino, a causa dell'entrata imminente dell'Italia in guerra contro l'Austria, avevano rifiutato di riceverle. Malgrado le difficoltà, i due gruppi continuarono le loro attività. Nel 1916 vi fu la prima iniziativa ufficiale della sezione italiana: una raccolta firme per la liberazione dei prigionieri di guerra. Successivamente, negli anni 1917-18 fu incoraggiata la battaglia a favore del riconoscimento legale dei figli illegittimi. La battaglia ebbe successo anche grazie all'appoggio dei socialisti italiani ma le rappresentanti della WILPF divennero soggetti a controlli più frequenti delle autorità. Finita la guerra, le rappresentanti italiane non poterono partecipare al Congresso di Zurigo a causa dell'annullato rilascio di passaporti, ma marciarono a Roma con lo stesso obiettivo del Congresso: protestare contro i risultati della Conferenza di Versailles. Si protestò contro il blocco alimentare che stava affamando l'Europa centrale e si chiese il rilascio dei prigionieri di guerra e la cessazione dell'intervento armato contro la Russia.

La WILPF oggi

Positions

WILPF envisions a world free of violence, poverty, pollution and dominance. WILPF stands for equality of all people in a world free of racism, sexism and homophobia; the building of a constructive peace through world disarmament; and the changing of government priorities to meet human needs.[19]

Broad areas of concern are:

PeaceWomen

PeaceWomen is a project of the WILPF, based out of their United Nations office in New York City. Its mission is described on its website as follows:

The PeaceWomen Project promotes the role of women in preventing conflict, and the equal and full participation of women in all efforts to create and maintain international peace and security. PeaceWomen facilitates monitoring of the UN system, information sharing and the enabling of meaningful dialogue for positive impact on women’s lives in conflict and post-conflict environments.[20]

PeaceWomen's work focuses on six core areas of action to promote its mission:[20]

  • monitoring the UN Security Council's implementation of the Council's Resolution 1325
  • providing a comprehensive online information source on women, peace and security at www.peacewomen.org
  • monitoring the UN system's implementation of Resolution 1325
  • advocating for the rapid and full implementation of Resolution 1325 and related resolutions
  • managing the translation initiative and general outreach related to women, peace and security

Congressi

Le documentazioni internazionali della WILPF sono reperibili presso il sito inglese: https://www.swarthmore.edu/library/peace/DG026-050/dg043wilpf/index.htm#index.

Qui di seguito vi è una lista dei congressi fatti dalle WILPF.

Vedi anche

Note

  1. ^ wilpf.org, worldwide http://wilpf.org/faq/ worldwide.
  2. ^ wilpf vision and mission, su wilpf.org.
  3. ^ Maria Grazia Suriano, La WILPF. Cento anni di impegno per la pace e i diritti delle donne.
  4. ^ Davis, Allen F., American Heroine: The Life and Legend of Jane Addams, New York, Oxford University Press, 1973, p. 3, ISBN 0-19-501897-4.
  5. ^ (EN) Linda K. Schott, Reconstructing Women's Thoughts: The Women's International League for Peace and Freedom Before World War II, Stanford, Stanford university press, 1997, pp. 17-18, ISBN 0-8047-2746-5.
  6. ^ Donne e conoscenza storica, su url.it.
  7. ^ (EN) Schott, Linda K., Reconstructing Women's Thoughts: The Women's International League for Peace and Freedom Before World War II, Stanford, Calif, Stanford University Press, 1997, pp. 40-41, ISBN 0-8047-2746-5.
  8. ^ Pioneers for Peace. Women’s International League for Peace and Freedom 1915-1965, Oxford, Alden Press, 1980.
  9. ^ Women, peace and transnational activism, a century on History and Policy (2015)
  10. ^ a b c d e f Thomas I. Faith, Women's International League for Peace and Freedom, in Women's Rights in the United States: a comprehensive encyclopedia of issues, events, and people, Santa Barbara, California, ABC-CLIO, 2014, pp. 272–3, ISBN 978-1-61069-214-4.
  11. ^ Harriet Hyman Alonso, Former Suffragists for Peace during the Interwar Years, 1919-1935, in Peace As a Women's Issue: A History of the U.S. Movement for World Peace and Women's Rights, Syracuse University Press, 1993, pp. 85–124, ISBN 978-0-8156-0269-9.
  12. ^ Sybil Oldfield, Ellis, Marian Emily, in {{{ency}}}, Oxford University Press. URL consultato il 6 January 2013.
  13. ^ Sir John Lavery Portrait of The Lady Parmooor Oil on canvas, 76 x 64cm (30 x 25) Signed, su adams.ie. URL consultato il 6 January 2013.
  14. ^ International Congress of Women opens at The Hague, su history.com. URL consultato il 12 December 2014.
  15. ^ Patrick Deane, History in our hands: a critical anthology of writings on literature, culture, and politics from the 1930s, London, Leicester University Press, 1998, pp. 63–4, ISBN 978-0-7185-0143-3.
  16. ^ Bart de Ligt, The Intellectual Class and Modern Warfare, July 1929. (Speech originally given at WIPLF conference in Frankfurt-am-Main).
  17. ^ J.D. Bernal: a life in science and politics, London, Verso, 1999, p. 234, ISBN 1-85984-854-0.
  18. ^ Liz Ford, Centenary Stand: Female Activists Head for The Hague to Set a New Peace Agenda, in The Guardian, 27 April 2015.
  19. ^ [1]
  20. ^ a b About Us - PeaceWomen - A Project of the Women's International League for Peace and Freedom Retrieved 22 July 2010.

Bibliografia

  • Schott, Linda K. Reconstructing Women's Thoughts: The Women's International League for Peace and Freedom Before World War Ii. Stanford, Calif: Stanford University Press, 1997. Print.
  • Confortini, Catia C. Intelligent Compassion: Feminist Critical Methodology in the Women's International League for Peace and Freedom. New York: Oxford University Press, 2012. Print.
  • Davis, Allen F. American Heroine: The Life and Legend of Jane Addams. Chicago: I. R. Dee, 2000. Print.
  • http://wilpf.org/

Further reading

  • Harriet Hyman Alonso, Peace as a Women's Issue: A History of the U.S. Movement for World Peace and Women's Rights Syracuse, NY: Syracuse University Press, 1993.
  • Gertrude Bussey and Margaret Tims, Pioneers for Peace: Women's International League for Peace and Freedom 1915-1965. Oxford: Alden Press, 1980..
  • Carrie A. Foster, The Women and the Warriors: The U.S. Section of the Women's International League for Peace and Freedom, 1915-1946. Syracuse, NY: Syracuse University Press, 1995.
  • Catherine Foster, Women for All Seasons: The Story of the Women's International League for Peace and Freedom. Athens, GA: University of Georgia Press, 1989.
  • Leila J. Rupp: "Transnational Women's Movements," European History Online, Mainz: Institute of European History, 2011.
  • Ethel Snowden, A Political Pilgrim in Europe, New York: George H. Doran, 1921.
  • Anne Wiltsher, Most dangerous women: feminist peace campaigners of the Great War, 1. publ., London, Pandora Press, 1985, ISBN 0863580106.

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