Teodor Meleșcanu

politico rumeno
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Teodor Meleșcanu (Brad, 10 marzo 1941) è un politico e diplomatico rumeno.

Teodor Meleșcanu

Ministro degli esteri
In carica
Inizio mandato4 gennaio 2017
Capo del governoSorin Grindeanu
PredecessoreLazăr Comănescu

Durata mandato10 novembre 2014 –
18 novembre 2014
Capo del governoVictor Ponta
PredecessoreTitus Corlățean
SuccessoreBogdan Aurescu

Durata mandato19 novembre 1992 –
11 dicembre 1996
Capo del governoNicolae Văcăroiu
PredecessoreAdrian Năstase
SuccessoreAdrian Severin

Ministro della difesa
Durata mandato5 aprile 2007 –
22 dicembre 2008
Capo del governoCălin Popescu Tăriceanu
PredecessoreSorin Frunzăverde
SuccessoreMihai Stănișoară

Direttore del Serviciul de Informaţii Externe
Durata mandato28 febbraio 2012 –
22 settembre 2014
PredecessoreMihai Răzvan Ungureanu
SuccessoreSilviu Predoiu

Senatore per la circoscrizione di Prahova
In carica
Inizio mandato21 dicembre 2016

Durata mandato17 dicembre 2004 –
5 marzo 2012

Durata mandato12 dicembre 1996 –
28 dicembre 2000

Dati generali
Partito politicoPDSR (1993-1997)
Alleanza per la Romania (1997-2002)
PNL (2002-2012)
ALDE (dal 2016)
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità di Bucarest
Università di Ginevra

Esperto funzionario del ministero degli esteri nel periodo della Romania comunista, dopo la rivoluzione romena del 1989 si avvicinò al nuovo Fronte Democratico per la Salvezza Nazionale di Ion Iliescu e fu ministro degli esteri sotto il governo del socialdemocratico Nicolae Văcăroiu (1992-1996).

Già senatore, si orientò progressivamente al centro-destra e, nel 1997, fondò il partito Alleanza per la Romania, che nel 2002 confluì nel Partito Nazionale Liberale di Călin Popescu-Tăriceanu. Tra il 2007 e il 2008 fu ministro della difesa nel governo Tăriceanu II.

Su nomina del presidente Traian Băsescu tra il 2012 e il 2014 rivestì l'incarico di capo del Serviciul de Informaţii Externe (SIE), l'intelligence rumena. Lasciò il SIE per candidarsi alla presidenza della repubblica in occasione delle elezioni presidenziali in Romania del 2014, alle quali ottenne appena l'1% delle preferenze.

Fu nuovamente ministro degli esteri sotto i governi Ponta III (rivestì l'incarico per poco più di una settimana nel 2014) e Grindeanu (in funzione dal 2017).

Nel 2016 ottenne un ulteriore mandato al senato nelle liste dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE)[1].

Formazione e carriera accademica

Nato nel 1941, trascorse l'infanzia tra il nativo villaggio di Brad (Hunedoara) e quello di Buteni, luogo di origine dei nonni materni. Nell'adolescenza si trasferì ad Arad per frequentare il liceo Moise Nicoară e nel 1959 fu ammesso alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Bucarest, conseguendo la laurea nel 1964[2]. Tra il 1964 e il 1966 seguì un corso di studi postlauream in relazioni internazionali nello stesso ateneo[3][4][5].

Dopo che nel 1966 ebbe ottenuto il suo primo incarico di funzionario diplomatico nel quadro del ministero degli esteri, frequentò dei corsi postlauream in Svizzera presso la facoltà di scienze economico-sociali dell'Università di Ginevra (1967-1968) e del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra (1967-1970). Nel 1973 conseguì il dottorato in scienze politiche e diritto internazionale dell'Università di Ginevra[3][5][6].

Protagonista di una lunga carriera diplomatica sotto il regime, dopo la rivoluzione vi affiancò anche la carriera didattica. Tra il 1990 e il 1991 fu professore presso la Scuola nazionale di scienze politiche e amministrative di Bucarest e dal 1992 al 2013 ordinario di scienze politiche presso le facoltà di scienze politiche e di storia dell'Università di Bucarest. Dal 2013 fu nuovamente docente presso la scuola dottorale di scienze politiche e amministrative[4][7]. Autore di numerose pubblicazioni, tra le altre attività scientifiche fu vicepresidente dell'associazione di diritto e relazioni internazionali (ADIRI) di Bucarest, membro dell'istituto di studi politici di Bucarest, dell'istituto romeno di studi internazionali (IRSI) e della commissione dell'organizzazione delle Nazioni Unite per il diritto internazionale (1996-2011) e presidente della stessa commissione nel 2004[5][7].

Fu insignito, inoltre, di due lauree honoris causa: una dall'istituto di studi diplomatici di Città del Messico (1963) e un'altra dall'Università di scienze umanistiche di Chișinău (2003)[7]. Dal 2002 fu membro dell'ordine degli avvocati di Bucarest[6].

Carriera diplomatica tra regime e democrazia

La sua carriera diplomatica nel ministero degli esteri iniziò a 25 anni nel 1966, operandovi nei successivi 30 anni fino al 1992 e riuscendo, tramite concorsi e promozioni, a raggiungere il rango di ambasciatore[5][3].

Nel 1966 fu assunto alla direzione giuridica e dei trattati. Tra il 1970 e il 1978 lavorò come segretario nel dipartimento per le organizzazioni internazionali, nella sezione trattati sul disarmo. Rientrato nel 1973 dalla Svizzera, dove aveva compiuto studi specialistici, continuò la scalata nei quadri del ministero. Tra il 1978 e il 1985 fu segretario della commissione permanente per la Romania presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite a Ginevra[4].

La caduta del regime di Nicolae Ceaușescu avvenne nel dicembre 1989, mentre le prime elezioni libere furono celebrate nel maggio 1990. Queste furono vinte dal Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) di Ion Iliescu e Petre Roman. Nel quadro del governo Roman II, su indicazione diretta dell'allora ministro degli esteri Adrian Năstase (poi premier dal 2000 al 2004), Meleșcanu fu nominato sottosegretario di stato (1990 - 1991), capo del dipartimento per l'America latina, Asia e Africa (agosto 1990 - maggio 1991) e, infine, segretario di stato (maggio 1991 - novembre 1992)[4][2].

Nel 1990 ottenne il grado di consigliere diplomatico e, nel 1992, quello di ambasciatore[4].

Carriera politica dopo la rivoluzione

Ministro degli esteri nel governo Văcăroiu

Le elezioni parlamentari in Romania del 1992 segnarono la vittoria del partito successore del FSN, il Partito della Democrazia Sociale di Romania (PDSR). Il nuovo primo ministro Nicolae Văcăroiu nominò Meleșcanu ministro degli esteri del suo governo. Durante il mandato, quindi, fu membro e leader delle delegazioni rumene in seno alle conferenze e alle riunioni delle Nazioni Unite, dell'OSCE, del Consiglio europeo e della NATO. Proprio in questo periodo la Romania, che iniziava a riaprirsi alla politica internazionale dopo la chiusura imposta dal regime, firmò l'Accordo europeo di associazione alla Comunità europea e fece domanda di adesione ad Unione Europea e NATO[2].

Senatore PDSR e fondazione di ApR

Al termine della legislatura si candidò con il PDSR per un seggio al senato in occasione delle elezioni parlamentari in Romania del 1996 (vinte dalla coalizione di centro-destra della Convenzione Democratica Romena). Eletto nel distretto di Prahova fu membro della commissione per la politica estera del senato e, fino al novembre 1997, membro della delegazione del parlamento romeno al consiglio europeo[1].

Nel giugno 1997, tuttavia, si verificò una rottura con il PDSR, per via della quale Meleșcanu lasciò il partito e decise di costituire una nuova formazione politica insieme ad altri ex elementi del PDSR (Mircea Coşea, Iosif Boda, Marian Enache[4]). Nel dicembre 1997 fu nominato presidente del nuovo partito, Alleanza per la Romania (ApR)[2] e riconfermato nella funzione anche nel marzo 2001[5]. Il partito di Meleșcanu si professava come alternativa ai due poli che dominavano la scena politica: il PDSR (centro-sinistra) e la CDR (centro-destra e che guidava il governo con Victor Ciorbea)[2].

Nonostante le premesse, il partito non ottenne il successo auspicato. Dopo aver conseguito discreti risultati alle elezioni amministrative del 2000 (comunque sotto il 10%), cercò un'intesa con il Partito Nazionale Liberale (PNL) (centro-destra) per una candidatura congiunta alle presidenziali dello stesso anno. Meleșcanu proponeva se stesso, mentre il PNL preferì sostenere Theodor Stolojan, elemento che fece fallire le trattative[2].

Alle elezioni parlamentari in Romania del 2000 ApR non riuscì ad ottenere alcun seggio tra camera dei deputati e senato, mentre alle elezioni presidenziali (vinte facilmente da Ion Iliescu) Meleșcanu ottenne appena l'1,9% delle preferenze[2].

Passaggio al PNL ed esperienza nel governo Tăriceanu

Dopo il fallimento elettorale, nel 2002 ApR sparì definitivamente dalla scena politica e confluì interamente nel Partito Nazionale Liberale, all'interno del quale Meleșcanu rivestì subito il ruolo di vicepresidente ed assunse altre funzioni direzionali. Nominato inizialmente primo vicepresidente del partito nel 2002, fu confermato vicepresidente nel corso del congresso ordinario del febbraio 2005 e vicepresidente con competenze sulle relazioni internazionali in occasione del congresso straordinario del gennaio 2007[2][4][5].

Alle elezioni parlamentari in Romania del 2004 il PNL si presentò in alleanza con il Partito Democratico (PD) nella coalizione di centro-destra Alleanza Giustizia e Verità che portò Călin Popescu Tăriceanu alla guida del governo. Meleșcanu fu eletto al senato con il PNL nel distretto di Prahova. In qualità di senatore fu membro della commissione per la politica estera e di quella per le nomine, i regolamenti e le immunità dei senatori[1].

Il 5 aprile 2007, in seguito all'uscita del PD dalla coalizione di governo, Tăriceanu decise un rimpasto che portò Meleșcanu alla guida del ministero della difesa in sostituzione di Sorin Frunzăverde[5].

Dopo le contestate dimissioni del ministro della giustizia Tudor Chiuariu richieste personalmente dal presidente Traian Băsescu, che poi si scontrò anche con Tăriceanu sull'eventuale designazione di Norica Nicolai[4], tra il 15 gennaio 2008 e il 29 febbraio 2008 Meleșcanu fu anche ministro della giustizia ad interim, fino alla turbolenta nomina di Cătălin Marian Predoiu[5][2].

Concluso il mandato, ottenne nuovamente l'elezione al senato nelle liste del PNL anche per la legislatura 2008-2012. Il PNL, tuttavia, fu sconfitto e passò all'opposizione di un governo guidato da Emil Boc, presidente del Partito Democratico Liberale (PD-L), vicino al presidente della repubblica Băsescu. Meleșcanu partecipò, in qualità di presidente, alla commissione permanente sulla difesa, l'ordine pubblico e la sicurezza nazionale e fu membro della commissione congiunta camera-senato per l'elaborazione di proposte legislative di revisione della costituzione[1].

Nel maggio 2010 fu indicato dal PNL per un posto di giudice alla Corte costituzionale della Romania, ma la proposta non ebbe seguito[4].

Aspetti controversi

Alcuni osservatori fecero notare che la sua scalata nella carriera diplomatica fosse stata favorita dalla vicinanza personale a Corneliu Mănescu, ex ministro degli esteri (1961 - 1972) e Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (1967)[2].

Secondo le dichiarazioni di Mircea Răceanu (diplomatico condannato a morte da Ceaușescu nel 1989 con l'accusa di aver collaborato con i servizi segreti americani) e del generale Ion Mihai Pacepa (capo della Securitate, rifugiatosi negli Stati Uniti nel 1978), Meleșcanu sarebbe stato un ufficiale sotto copertura della Securitate, l'onnipresente polizia politica del regime[5][8][9]. Nel 2006 Pacepa nello specifico dichiarò:

(romeno)
«Dupa decembrie 1989, ofiteri conspirati ai Securitatii au reusit sa preia atat conducerea noilor servicii secrete ale tarii, cat si pe cea a MAE. Virgil Magureanu a devenit sef al SRI. Generalul Mihai Caraman a preluat SIE. Teodor Melescanu a devenit ministru de externe si a pastrat 80% din ambasadorii lui Ceausescu»
(italiano)
«Dopo il dicembre 1989, gli ufficiali cospiratori della Securitate sono riusciti ad ottenere la guida dei nuovi servizi segreti dello stato e del ministero degli esteri. Virgil Măgureanu è diventato capo del Serviciul Român de Informaţii. Il generale Mihai Caraman ha preso il Serviciul de Informaţii Externe. Teodor Meleșcanu è diventato ministro degli esteri e ha mantenuto l'80% degli ambasciatori di Ceaușescu»

Vita privata

Durante gli anni all'Università di Bucarest conobbe la moglie Felicia, divenuta poi negli anni '70 giornalista e conduttrice televisiva, deceduta nel 2004. I due ebbero una figlia, Marina, medico odontoiatrico[5][2]. Nel 2009 si sposò in seconde nozze con Viorica[2].

Pubblicazioni

Autore di numerosi saggi e articoli su riviste specialistiche sui temi di diritto internazionale e scienze politiche, fu autore o coautore dei seguenti volumi[7][10]:

  • (FR) Teodor Meleșcanu, Drept internațional Public, Bucarest, Università di Bucarest, 1996.
  • (RO) Teodor Meleșcanu, Pentru o altfel de politică, Iași, Polirom, 2000.
  • (RO) Teodor Meleșcanu, Renașterea diplomației românești, Cluj, Editura Dacia, 2002.
  • (RO) Teodor Meleșcanu, Riscuri și pericole la adresa securității, Bucarest, Editura Cavallioti, 2003.
  • (FR) Jean Pierre Cot e Teodor Meleșcanu, Charte des Nations Unies, commentaire article par article, Parigi, Editions Economica, 2005.
  • (RO) Șerban Cioculescu e Teodor Meleșcanu, Manual de analiză a politicii externe, Iași, Polirom, 2010.

Altri progetti

Note

  1. ^ a b c d (RO) Teodor Viorel MELEŞCANU Sinteza activitatii parlamentare în legislatura 2016-prezent, su cdep.ro, Camera dei deputati della Romania. URL consultato l'11 marzo 2017.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l (RO) Iulia Marin, Alegeri prezidenţiale 2014. Teodor Meleşcanu, de la studentul care îl idealiza pe Avram Iancu la cârma spionajului românesc, Adevărul, 12 ottobre 2014. URL consultato l'11 marzo 2017.
  3. ^ a b c (RO) G. S., Teodor Meleșcanu, BIOGRAFIE. Cine este noul ministru propus pentru Afaceri Externe, Antena 3, 3 gennaio 2017. URL consultato l'11 marzo 2017.
  4. ^ a b c d e f g h i (RO) BIOGRAFIE: Meleşcanu, diplomat de 46 de ani, politician de 20, propus la şefia spionajului extern, Mediafax, 27 febbraio 2012. URL consultato l'11 marzo 2017.
  5. ^ a b c d e f g h i j (RO) Alina Neagu, Teodor Melescanu, din nou ministru de Externe. Melescanu a condus MAE si in timpul turului II al alegerilor prezidentiale din 2014, cand a refuzat sa suplimenteze numarul sectiilor de votare din diaspora, HotNews, 3 gennaio 2017. URL consultato l'11 marzo 2017.
  6. ^ a b (RO) Teodor Viorel MELEŞCANU, su senat.ro, Senato della Romania. URL consultato l'11 marzo 2017.
  7. ^ a b c d (RO) TEODOR VIOREL MELEȘCANU CURRICULUM VITAE (PDF), su leadership-politic.ro. URL consultato l'11 marzo 2017.
  8. ^ (RO) Mircea Răceanu, Infern ’89 - Povestea unui condamnat la moarte, Bucarest, Curtea Veche, 2009.
  9. ^ (RO) Pacepa sustine ca Melescanu a fost ofiter acoperit al Securitatii, Evenimentul Zilei, 5 settembre 2006. URL consultato l'11 marzo 2017.
  10. ^ (RO) TEODOR VIOREL MELEȘCANU, su mae.ro, Ministero degli affari esteri (Romania). URL consultato l'11 marzo 2017.

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