Utente:Fabian65/Sandbox

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Palazzo Gualino
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàTorino
IndirizzoCorso Vittorio Emanuele II, 8
Coordinate45°03′33.6″N 7°41′20.89″E
Informazioni generali
Condizioniin attesa di riqualificazione
Costruzione1928
Inaugurazione1930
Stilerazionalismo
Usouffici e residenze private di alto prestigio
Realizzazione
ArchitettoGino Levi-Montalcini, Giuseppe Pagano Pogatschnig

Il Palazzo Gualino è un edificio storico di Torino, ubicato al numero 8 di corso Vittorio Emanuele II e rappresenta uno dei più evidenti esempi di edifici razionalisti in Italia.

Cenni storici

Realizzato tra il 1928 e il 1930 su progetto dell'architetto Gino Levi-Montalcini e Giuseppe Pagano Pogatschnig, fu commissionato dal noto finanziere e mecenate biellese Riccardo Gualino. Al suo completamento, fu acclamato dalla stampa di settore[1] come simbolo della nascente corrente del Razionalismo italiano. Primo edificio d'Italia nato appositamente per ospitare uffici (definito come il palazzo delle finestre)[2], fu sede delle molteplici aziende di Gualino tra cui la SNIA fino al 1932. Negli anni cinquanta è stato sede degli uffici di Giovanni Agnelli e Umberto Agnelli e in seguito fu acquisito dal Comune di Torino per farne sede di uffici pubblici.

A partire dagli anni Duemila diviene parte del Fondo Città di Torino che esegue un primo, necessario restauro variandone anche la destinazione d'uso da commerciale a misto residenziale. Nel marzo 2012 il Comune di Torino decide di alienare l'edificio, permettendo ai nuovi proprietari di convertirlo - non senza polemiche[3] - ad uso abitativo, suddividendolo in unità immobiliari residenziali di alto prestigio.

Caratteristiche progettuali

Sorto sul terreno occupato precedentemente da Villa Gallenga compreso tra corso Vittorio Emanuele II e via della Rocca, l'edificio coniuga l'avanguardia tecnica e funzionale alla volontà di realizzare un'opera austera ma "antimonumentale". La struttura è caratterizzata dalla simmetria della facciata nettamente suddivisa nei diversi ordini: sette piani sul corso e cinque sulla via laterale. A scandire ulteriormente questa suddivisione contribuiva la cromìa originale delle facciate che prevedeva un accostamento di giallo chiaro e verde acqua ma la vera innovazione, oltre all'impiego di materiali d'avanguardia, era nella rivoluzionaria disposizione degli spazi. Gli uffici dirigenziali concentrati agli ultimi piani anziché al consueto "piano nobile", sono infatti un evidente elemento di novità nel contesto architettonico torinese. Nella veranda dell'ultimo piano caratterizzata dall'ampia vetrata con affaccio sull'antistante Parco del Valentino, aveva sede l'ufficio presidenziale di Riccardo Gualino; inoltre le ampie finestre, il largo uso del cemento armato, la copertura con un tetto pensile e la progettazione contestuale di tutti gli arredi completano l'opera nella sua interezza.

Il progetto di ristrutturazione

Nell'estate del 2012 la nuova proprietà ha svelato l'intento di ristrutturare l'intero edificio, destinandolo prevalentemente ad un uso residenziale. Questa decisione non ha tardato a far insorgere polemiche tra gli eredi dell'architetto Levi-Montalcini, poiché l'edificio fu appositamente concepito per ospitare uffici all'avanguardia. Tuttavia, l'ambizioso progetto firmato dall'architetto torinese Armando Baietto, prevedeva la suddivisione delle superfici in 30 unità immobiliari di indiscusso prestigio, nonché la complessa realizzazione di ben 75 autorimesse sotterranee mediante la tecnica in "top-down", che avrebbe consentito di effettuare i necessari lavori di scavo e realizzazione delle nuove fondazioni.[4]

Nonostante l'avvio in pompa magna, i lavori si interruppero nel 2013, stante al fallimento della società promotirce delle opere di ristrutturazione, a tutto il 2015 risultavano ancora sospese le opere di riqualifica.[5]

Note

  1. ^ Casabella, 1930, n. 8; "Domus", 1930, n. 6; AA.VV., Guida, 1982, pp. 95-96. Tavola: 49
  2. ^ La seconda vita di Palazzo Gualino è finita con un crac
  3. ^ Salva palazzo Gualino
  4. ^ Fonte: articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica, del 21 giugno 2012.
  5. ^ Il traffico di corso Vittorio ostaggio del cantiere fermo

Bibliografia

  • Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città (a cura di), Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino, 1984.
  • Giuseppe Pagano, Architettura e città durante il fascismo, (a cura di Cesare De Seta), Laterza, Bari, 1976.
  • Luigi Ferrario, Andrea Mazzoli (a cura di), Riccardo Gualino. Architetture da collezione, Istituto Mides/Trau, Roma, 1984.
  • Antonino Saggio, L'opera di Giuseppe Pagano tra politica e architettura, Edizioni Dedalo, Bari, 1984.
  • Giorgio Ciucci, Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944, Einaudi, Torino, 1989 , pp. 42-43
  • Alberto Bassi, Laura Castagno, Giuseppe Pagano, Laterza, Roma, 1994.
  • 'Palazzo Gualino, in Agostino Magnaghi, Mariolina Monge, Luciano Re, Guida all'architettura moderna di Torino, Lindau, Torino, 1995, pp. 118-119.
  • Alessandro Martini, Riccardo Gualino. Cultura, industria e architetture a Torino negli anni Venti, tesi di laurea, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, a.a. 1998-1999, relatore Vera Comoli.
  • Michela Rosso, Palazzo Gualino, in Vera Comoli Mandracci, Carlo Olmo (a cura di), Guida di Torino. Architettura, Allemandi, Torino, 1999, p. 184.
  • Emanuele Levi-Montalcini, Anna Maritano, Levi Montalcini e Torino, in «Domus», n. 824, marzo, 2000, pp. 113-120.
  • Fulvio Irace, voce Giuseppe Pagano, in Carlo Olmo (a cura di), Dizionario dell'architettura del XX secolo, Vol. III, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, 2003.
  • Gino Levi-Montalcini. Architetture, disegni e scritti, numero monografico di «Atti e Rassegna tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», n. 2, 2003.
  • Patrizia Bonifazio, voce Gino Levi Montalcini, in Carlo Olmo (a cura di), Dizionario dell'architettura del XX secolo, Vol. II, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, 2003.
  • Alessandro Martini, Architetture per Gualino, in Vera Comoli, Giuseppe Bracco (a cura di), Torino da capitale politica a capitale dell'industria, Tomo I, Il disegno della città (1850-1940), Archivio Storico della Città di Torino, Torino, 2004, pp. 337-344.
  • Palazzo Gualino (ora uffici pubblici), in Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'Architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Umberto Allemandi & C., Torino, 2008, pp. 250-251.

Voci correlate


  1. RINVIA Test1