Davide Cova

giornalista, politico e ingegnere italiano
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Davide Cova (Cagliari, 27 giugno 1891 - 9 maggio 1947), fu tra i primi fondatori del movimento per la rinascita della Sardegna, sorto nella prima metà del XX secolo per favorire il superamento dello stato di disagio e isolamento del popolo sardo.

Ancora giovanissimo si occupò della "questione sarda" con un gruppo di studiosi che si riunivano a Cagliari, alla ricerca degli elementi che impedivano il progresso della Sardegna:i grandi problemi sorti nei lunghi secoli in cui l'Isola fu luogo di pena o da depredare continuavano a restare irrisolti mentre perdurava lo stato di miseria e di sfruttamento , la mancanza d'istruzione, di strade e collegamenti , d'industrie e leggi adeguate.La presenza dello Stato era sopratutto per gli avventi fiscali, anche gli studi condotti sulla società e sull'economia avevano spesso questo unico scopo. Il malessere generale contribuiva ad alimentare ancor più i conflitti e le faide nelle comunità. Davide Cova che desiderava una società più giusta , senza discriminazioni sociali fondò il movimento definito anche "rinascimento sardo" che iniziava la sua azione col promuovere nei sardi la consapevolezza dell'identità, il senso del valore della propria cultura , l'amore per la propria terra sottoposta al disboscamento, voluto da oltre quarant'anni prima dal Cavour, ed ancora attivo per la carbonizzazione dei restanti boschi,con disastrose conseguenze sul territorio. Dopo la morte del padre fu incoraggiato dalla madre a continuare gli studi alla Regia Facoltà di Matematica di Cagliari, dov'era apprezzato dai suoi insegnanti, scienziati di fama come Domenico Lovisato di Mineralogia, e Antonio Fais di Calcolo infinitesimale.Tra il 1909-1910 fondava a Cagliari con l'amico Attilio Deffenu il giornale "Sardegna" illustrato dal pittore Mario Delitala che intendeva portare avanti gli ideali del movimento sardo, liberare la Sardegna dal protezionismo che favoriva le fabbriche del nord e impediva qiualsiasi attività all'imprenditoria locale, promuovere l'arte e l'espressione nelle sue varie forme, quali mezzi importanti per comunicare , educare, produrre, sviluppare una maggior coscienza politica tra i sardi.Continuò i propri studi a Milano, al Regio Istituto Tecnico o Politecnico dove si laureò in ingegneria industriale, nel 1914, conseguì vari titoli e specializzazioni nel 1915, e il diploma in architettura. A Milano partecipò a movimenti culturali e per le conquiste dei diritti umani,collaborò al Movimento per il suffragio universale,al Movimentp per i diritti dei lavoratori e fu impegnato per i problemi del Meridione. diede sostegno al Movimento per la liberazione della donna, esclusa dal diritto di voto. Al ministro Giovanni Giolitti presentò una dettagliata relazione sulla situazione della Sardegna. Prima della guerra fu a Roma, con un gruppo di altri delegati sardi per protestare contro la noncuranza del governo, i quali, ricevuti da rappresentanti del Ministero,ottennero alcune promesse, vanificate negli anni successivi, inseguito allo scoppio della Prima Guerra Mondiale.La guerra contribuì a creare altri problemi.Molti giovani morirono in combattimento, tra cui l'amico Deffenu, partito volontario. Verso la fine del 1917 Davide Cova fondava a Cagliari, con alcuni studiosi,il giornale "Il Popolo Sardo"su argomenti di riflessione e analisi della situazione.Le strade più immediate da percorrere per risolvere i gravi problemi erano la valorizzazione del patrimonio popolare, la diffusione della cultura,lo sviluppo dell'agricoltura, il miglioramento dei collegamenti,la conquista dell'autonomia A Cagliari aprì uno studio in società con un altro ingegnere e lavorò a diversi progetti. Fu insegnante all'Università e fece parte della Società Ginnastica "Amsicora" fin dagli anni immediatamente successivi all sua fondazione,più tardi fu istruttore tecnico e contribuì alla realizzazione di strutture allora inesistenti e alla progettazione e organizzazione delle fiere di maggio. Nel 1919, cessata la pubblicazione de "Il Popolo Sardo", Davide Cova fondava il periodico "Il Solco", dove venivano espressi i motivi della necessità di un regionalismo per l'Isola e l'esortazione dei sardi all'azione, nei vari campi della cultura, del lavoro e dell'arte.Presentava ai sardi, la necessità di un partito di sostegno ai parlamentari della Sardegna, e fondava tra il 1920 e il 21 il Partito Sardo D'azione,con Lussu e Bellieni. Alle elezioni del 1920 il successo fu grande con quattro parlamentari sardi in Parlamento e dovunque nell'Isola si osservò una rinata fiducia. Egli nei congressi di quegli anni definìva la Sardegna:"Cuore del mediterraneo" per la sua centralità geografica nel mare e sosteneva la necessità di creare infrastrutture e porti per rendere più facili la comunicazione e gli scambi. Ad Oristano, nel 20 definì la città"Cuore dell'Isola", per la sua posizione di quasi equidistanza dagli altri centri, e per la sua funzione simbolica in quanto patria della Giudicessa Eleonora, la promulgatrice del primo codice di leggi sardo. Nell'aprile del 21 il Partito Sardo ad Oristano integrò lo statuto. Per le sue idee di apertura verso le innovazioni non gli mancarono episodi spiacevoli; a Cagliari fu aggredito da un gruppo di scalmanati e ne uscì vivo per miracolo.Le squadre fasciste sostenute dalla propaganda che in loro favore faceva "L'unione Sarda= praticavano lo scontro fisico con l'avversario politico, ne distruggevano le sedi denunciate come "covi di sovversivi". I Sardisti, in particolare,erano apertamente accusati di voler distruggere l'unità nazionale: "Il Solco" fu bruciato in piazza ed egli scampò all'arresto,grazie al fatto che la madre, avvertita da fonti trasversali,lo informò in tempo per mettersi in salvo. Egli fuggi prima a Tunisi e dopo si nascose a Milano, sotto falso nome, dove visse lavorando in un'officina. Rientrato in Sardegna avendo superato il concorso al posto d'ingegnere dirigente dell'ufficio tecnico municipale di Oristano, realizzò diversi progetti per la Città, dal monumento ai caduti, all' acquedotto(per la cui realizzazione fece studi sull'acquedotto delle Puglie, allora il più grande ed efficiente d'Europa),il caseggiato della scuola elementare, i giardini pubblici, numerosi edifici , aziende agricole, opere di bonifica e di trasformazione fondiaria ecc. Nel 23 progettò la scuola d'arte applicata, ristrutturando un edificio in disuso e dotandolo dei laboratori, aule, fornaci e attrezzature per gli insegnamenti di pittura, ceramica, scultura, arti grafiche,decoro , artigianato del legno e del ferro ecc.Nella scuola d'arte , giunsero, da lui invitati a prestarvi insegnamento, gli artisti sardi migliori del periodo(Francesco Ciusa,Mario delitala, Melis Marini,Antonio Ballero, Gaetano Ciuffo, Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Giorgio Pintus,un giovanissimo Carlo Contini) inoltre maestri del legno e del ferro, mentre egli insegnava archittetura. La Scuola D'arte Applicata di Oristano inaugurata officialmente dalle autorità nel 1925. forniva ai giovani preparazione e competenza artistica ma anche cultura generale ed era il centro per la nascita di nuove idee, utili per le attività artigianali e industriali. Ben presto se ne videro i risultati ed aumentarono le ordinazioni di opere. La scuola faceva parte di un progetto molto ampio che l'ingegner Cova aveva preparato in quegli anni; si trattava di un piano regolatore per Oristano e i paesi limitrofi che presentava la nascita del porto nell'ampio golfo,e quella di un borgo nella marina della Gran Torre(oggi Torregrande) ed inoltre creava nella città unità abitative,scuole, edifici, giardini, piazze , spazi da destinare allo sport e allo svago, un museo archeologico ed una pinacoteca. La città di diecimila abitanti avrebbe notevolmente accresciuto i posti di lavoro e benessere tanto da poter accogliere circa trentamila abitanti.Il progetto si presentò interessante per le autorità locali, ma non fu mai relizzato; infatti nel 1929, avendo Davide Cova rifiutato di iscriversi al Partito Fascista,fu allontanato dal posto di lavoro. La Scuola D'arte Applicata fu fatta chiudere.Fu poi considerato elemento da sorvegliare e spesso veniva recluso, specialmente in occasione della visita di qualche personalità del regime o della casa reale.Egli vinse lo sconforto dedicandosi ancor più alla sua professione d'ingegnere, realizzando talvolta a proprie spese fattorie, oleifici, opere di bonifica, mantenendosi in qualche modo in cotatto con alcuni amici in esilio e nell'Isola. Poi ci furono gli anni terribili della Seconda Guerra. A Cagliari i bombardamenti distrussero la casa materna ed il negozio di ottica. La madre si salvò per miracolo.Nel dicembre del 1943 Davide Cova ebbe dal CLN l'incarico di sindaco del comune di Oristano(che non dava diritto ad alcun appannaggio).Mise ordine alla città sconvolta dagli eventi, attento a rispondere alle esigenze dirette della popolazione, compiendo quelle azioni che servivano, nell'immediato, a dare sostegno alla gente(l' acquisto dei vaccini contro l'epidemia di tifo, l'ordinanza sull'orto di guerra e la continua cura affinché le norme venissero rispettate e alla popolazione non mancassero i viveri e l'esercito avesse dove approvigionarsi, senza doversi servire dei viveri destinati ai civili)Riprese a fare, il piano regolatore di Oristano, progettò il porto e la zona marina diTorregrande,realizzò la sistemazine edilizia in qualche zona della città, lavorando a lume di candela e a sue spese, per non gravare sul già difficoltoso bilancio comunale. Nominò un curatore dei beni archeologici, adattò un locale e nell'impossibilità di un vero e proprio museo, istituì "L'antiquarium Arborense" per esporre i pezzi d'antiquariato provenienti da una collezione tenuta accantonata nel ventennio precedente.Riprese poi l'attività di partito nell'intento di portare avanti le idee per le quali tanto aveva lottato in passato; collaborò con gli avvocati Piero Sotgiu e Gonario Pinna alla stesura di un Progetto di Statuto Regionale. Morì ad Oristano, sul treno per Cagliari,il 9 maggio 1947.