Giorgio Ravaz (Torino, 17 ottobre 1923Chesod, 23 ottobre 1944) è stato un partigiano italiano con qualifica gerarchica di sottotenente nella Banda autonoma Marmore, operante nell'area della Valtournenche (Valle d'Aosta). Morì nello scontro con le milizie nazifasciste giunte a Chesod (Antey-Saint-André) per un rastrellamento. Fu insignito di medaglia di bronzo al valor militare "alla memoria".

Biografia

Figlio di Paolo Augusto Ravaz e Teresa Reviglio, era nato a Torino il 17 ottobre 1923 e aveva frequentato l'ITIS per tessili e chimici tintori dal 1939 al 1943[1]. L'istituto aveva sede in Via Niccolò Paganini 22, l'attuale sede dell'IPS Beccari[2]. Nell'anno scolastico 1943/44 Giorgio Ravaz risultava iscritto al quarto anno[3]. Allora residente a Torino, il ragazzo venne chiamato alle armi, in forza all'8^ Reggimento Autieri (Roma), il 16 gennaio 1943[4].

Ravaz scelse la renitenza alla leva, dal 1° febbraio 1944, arruolandosi tra le fila della resistenza partigiana: entrò nella Banda Marmore (in seguito ricreata e rinominata 101^ Brigata Garibaldina Marmore[5]), operante in Valtournanche (Valle d'Aosta) all'interno della quale assunse il grado di sottotenente dal 15 agosto 1944.

Nata nel 1944, la banda era una formazione autonoma, non legata ai partiti del CLN e contraria ad una eventuale annessione della Valle d’Aosta alla Francia. Comandata da Celestino “Tito” Perron, era costituita da elementi profondamente legati al territorio, provenienti dalla valle e dai dintorni, che nel tempo giunse a contare quasi duecento uomini armati.

La banda venne duramente colpita da un pesante rastrellamento tedesco nell’ottobre del ’44, che causò la morte di tredici componenti del gruppo e lo sparpagliarsi di quasi tutti i suoi membri. Giorgio Ravaz morì in combattimento il 23 ottobre 1944[6] durante un rastrellamento a Chesod, frazione di Antey-Saint-André; altri componenti del gruppo furono catturati ed immediatamente fucilati sul posto. Il suo corpo fu ritrovato solo molti mesi dopo, il 12 aprile 1945. A dare l'annuncio della sua morte e del successivo ritrovamento del cadavere sarà il necrologio del quotidiano Il Popolo nuovo martedì 15 e mercoledì 16 maggio 1945.

Agli inizi del ’45 però Tito e compagni si riorganizzeranno, fondando la 101esima Brigata Garibaldina “Marmore”, grazie alle armi avute dagli alleati in Francia e all’appoggio del CLN di Torino.

Note

  1. ^ Fascicolo “Ricerca sul Partigiano Giorgio Ravaz”, stampato da ANPI, Sez. Martorelli (Torino, circoscrizione 6), Torino 2017.
  2. ^ Verificabile qui http://www.istitutobeccari.gov.it/
  3. ^ Fascicolo “Ricerca sul Partigiano Giorgio Ravaz”, stampato da ANPI, Sez. Martorelli (Torino, circoscrizione 6), Torino 2017, documenti delle comunicazioni scuola-famiglia.
  4. ^ Fascicolo “Ricerca sul Partigiano Giorgio Ravaz”, stampato da ANPI, Sez. Martorelli (Torino, circoscrizione 6), Torino 2017, documenti delle comunicazioni tra esercito ed istituto scolastico.
  5. ^ http://intranet.istoreto.it/partigianato/dettaglio.asp?id=72123
  6. ^ “Giorgio Ravaz è ucciso durante il combattimento, tutti gli altri componenti del gruppo sono catturati ed immediatamente fucilati sul posto”, Silens loquor. Cippi, lapidi e monumenti a ricordo dei partigiani e dei civili morti nella Resistenza in Valle d’Aosta 1943-1945, a cura di Daniela Giovanna Jon e Marisa Alliod, 2007, Le Chateux Edizioni (pag.16).

Collegamenti esterni