Alfonso Maria de' Liguori
Sant'Alfonso Maria de' Liguori | |
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Vescovo, scrittore, poeta, pittore, musicista | |
Nato | 27 settembre, 1696, Marianella, Napoli |
Morto | 1 agosto, 1787, Pagani, Salerno |
Venerato da | Chiesa Cattolica |
Beatificazione | 15 settembre 1815, Roma |
Canonizzazione | [[]] 1839, Roma |
Santuario principale | Convento della Casa Redentorista, Pagani, Salerno |
Ricorrenza | 1 agosto |
Attributi | crocifisso nella mano destra indicato con la mano sinistra |
Patrono di: | confessori, moralisti |
Alfonso Maria de' Liguori (Napoli, 27 settembre 1696 – Pagani, Salerno, 1 agosto 1787) fu un vescovo italiano, fondatore di una congreazione e autore di opere letterarie popolari. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, di cui è anche Dottore, soprannominato Doctor Zelantissimus.
Gli studi
Nacque nel quartiere di Marianella a Napoli, di famiglia nobile, primo di otto figli nati da Giuseppe de' Liguori e Anna Maria Caterina Cavalieri.
Il padre, un nobile cavaliere del seggio di Portanova nonché ufficiale superiore della marina militare, lo affidò, sin da piccolo, a precettori di rango, tra cui, il pittore Francesco Solimena che gli insegnò i rudimenti della sua arte in cui, negli anni a venire, Alfonso diede prova di abilità.
All'età di soli dodici anni s'iscrisse all'Università di Napoli e, quattro anni dopo, nel 1713 conseguì il dottorato in diritto civile e canonico (dopo aver sostenuto un esame col grande filosofo e storico Giambattista Vico), cominciando ad esercitare la professione di avvocato già all'età di sedici anni grazie ad una speciale dispensa vicereale.
Nel 1718 ottenne la nomina a giudice del "Regio Portulano" di Napoli e, dopo pochi anni, era già ambasciatore del viceré cardinale Altan.
La vocazione e l'attività sacerdotale
Le sue frequentazioni alla Confraternita dei Dottori presso l'Oratorio dei Filippini con l'assunzione del compito di visitare e di assistere i malati del più grande ospedale di Napoli, chiamato degli Incurabili, furono l'occasione che gli permisero di avviarsi sul cammino verso il seminario.
Un cammino tuttavia non facile, vista l'opposizione del padre che lo voleva sposo di una lontana parente, ma facilitato dalla delusione professionale patita da Alfonso in seguito alla sconfitta in un processo di Filippo Orsini Gravina, da lui patrocinato, contro Cosimo III Granduca di Toscana.
Fu così che, il 27 agosto 1723, deponendo la sua spada da cavaliere ai piedi della statua della Madonna della Mercede, pronunciò le parole che lo portarono verso il sacerdozio: "mi impegno a entrare fra i Padri dell'Oratorio".
Fu ordinato sacerdote il 17 dicembre 1726, all'età di trent'anni e, come risultato di un compromesso con il padre, sempre contrario alla sua scelta, non poté entrare nell'ordine dei Filippini, divenendo sacerdote diocesano con residenza nella casa paterna.
Non limitando la sua predicazione alle chiese, organizzò delle riunioni serali (le cosiddette "Cappelle serotine"), chiamando a raccolta i fedeli più umili a cui spiegava il Vangelo con modi semplici davanti alla Chiesa di Santa Teresa degli Scalzi. Le riunioni vennero inizialmente ostacolate dalle autorità civili e religiose ma, grazie alla caparbietà del sacerdote e dei fedeli, furono approvate dal cardinale Pignatelli.
Nel 1730, per riprendersi dai postumi di una malattia ai polmoni, fu inviato dai medici sulle alture di Scala e Ravello, nel salernitano dove iniziò la sua opera di predicazione ai contadini poveri.
A seguito del terremoto del 1731 che aveva colpito la città di Foggia e che stava provocando l'allontanamento dei fedeli dalla Chiesa si recò, alcuni anni dopo, in Capitanata. Qui, secondo una leggenda devozionale, il 30 novembre 1735 mentre predicava sarebbe stato avvolto da un fascio di luce e sarebbe stato visto levitare da terra davanti a tutta la folla radunata nella Cattedrale della città, dove l'episodio è ricordato nella raffigurazione di una delle vetrate.
La Congregazione del Santissimo Redentore
Nel 1732 lasciò definitivamente Napoli ritirandosi nuovamente a Scala dove fondò la Congregazione del Santissimo Redentore, approvata nel 1749 da papa Benedetto XIV.
La vita della nuova Congregazione fu travagliata a causa dei divieti tipici di un'epoca alquanto ostile agli ordini religiosi, ma il sacerdote, forte della sua esperienza giuridica, escogitando la formula di Congregazione religiosa, pienamente legale nel Regno di Napoli, riuscì a reggere a tutte le pressioni contrarie.
I Redentoristi, con la loro predicazione improntata alla semplicità apostolica, raggiunsero con le loro missioni vaste zone del Regno giungendo sino in Italia centrale ed in Polonia.
Negli anni successivi alla fondazione della congregazione, Alfonso si dedicò alla stesura di numerose opere ascetiche, dogmatiche, morali ed apologetiche, tra cui la "Theologia moralis" 1753-1755 e "La pratica del confessore" 1755. Fu anche compositore di molte canzoni in lingua italiana e dialettale, tra cui la famosissima "Tu scendi dalle stelle".
Il culto
Nel 1762 fu consacrato vescovo di Sant'Agata de' Goti da Papa Clemente XIII, incarico che dovette abbandonare nel 1775 per problemi di salute (soffriva di una forma di artrite che gli incurvò la spina dorsale).
Si trasferì nella casa dei Redentoristi di Pagani, dove rimase fino alla morte, il 1 agosto 1787.
Fu beatificato nel 1816 e canonizzato nel 1831. Pio IX lo proclamò Dottore della Chiesa nel 1871 mentre Pio XII nel 1950 gli conferì il titolo di "celeste Patrono di tutti i confessori e moralisti".
Principali opere
Notevole fu l'attività lettararia di Sant'Alfonso sia come autore di opere "popolari", quindi di spessore facilmente accessibile a tutti, sia di opere più "tecniche" trattanti ad esempio la teologia (in particolare quella morale), l'apologetica, la dogmatica.
Ecco alcune delle sue opere più celebri:
Collegamenti esterni
- Sant'Alfonso Maria de' Liguori - I.D.I.S. (Istituto per la Dottrina e l'Informazione sociale)
- L'Opera Omnia di S. Alfonso