Scipio Secondo Slataper

militare italiano

Scipio Secondo Slataper (Roma, 6 gennaio 1915Novo Postepolewka, gennaio 1943) è stato un militare italiano. Sottotenente degli alpini, decorato con Medaglia d'oro al valor militare alla memoria per il coraggio dimostrato in combattimento durante la Seconda battaglia difensiva del Don.

Scipio Secondo Slataper
NascitaRoma, 26 gennaio 1915
Mortegennaio 1943
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturadisperso in Russia Tomba di Scipio Slataper, su Itinerari della Grande guerra. URL consultato il 12 settembre 2017.
Dati militari
Paese servitoItalia (bandiera) Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
SpecialitàArtiglieria
Reparto3º Reggimento artiglieria alpina, 3ª Divisione alpina "Julia"
Anni di servizio1941-1943
GradoSottotenente
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Russia
BattaglieOffensiva Ostrogorzk-Rossoš
Seconda battaglia difensiva del Don
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro[1]
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Biografia

Nato a Roma il 26 gennaio 1915,[1] figlio dello scrittore e patriota triestino Scipio,[2] e di Gigetta Carniel, e nipote del pluridecorato tenente colonnello Guido.[3] Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria industriale[1] presso il Politecnico di Milano, nel 1939 viene ammesso a frequentare la Scuola Allievi Ufficiali di Artiglieria della specialità alpina di Bra.[1] Uscitone con il brevetto di sottotenente[1] di complemento[4] nell'aprile del 1941, viene destinato a prestare servizio presso l'Arsenale di Torino. Dopo aver chiesto insistentemente di essere trasferito a un reparto da combattimento,[1] nel giugno successivo è assegnato al 3º Reggimento artiglieria alpina[5] appartenente alla 3ª Divisione alpina "Julia" di stanza in Grecia[5]. Rientrato in Patria[1] insieme al suo reggimento viene assegnato al Gruppo artiglieria “Udine”[5]; nel novembre 1941 sposa Julia Marini da cui ha nell'ottobre 1942 un figlio chiamato Aurelio. Nell’agosto del 1942 parte per il fronte russo.[1] Nel gennaio 1943 viene ferito a Novo Postepolewka durante le fasi della ritirata[4].

Onorificenze

«Ufficiale addetto ai collegamenti di un Comando di Reggimento di Artiglieria Alpina, dislocato in un osservatorio avanzato sul Don, attaccato improvvisamente da una pattuglia avversaria, balzava alla testa di pochi artiglieri e, sotto violento fuoco, costringeva il nemico a precipitosa fuga. Benché ferito al capo da una scheggia di bomba si lanciava all’inseguimento, riuscendo a catturare un ufficiale e quattro soldati e, rientrato nelle nostre linee, rimaneva con i suoi uomini per condividerne la sorte. Successivamente partecipava ad una estenuante ed epica fase di ripiegamento, durante la quale lo si vedeva sempre alla testa dei superstiti artiglieri che trascinava con l’esempio a lotte corpo a corpo, per rompere l’accerchiamento del soverchiante nemico. Nemmeno la rottura di un braccio, provocata da un colpo di mitragliatrice, stroncava il suo slancio. In un estremo combattimento, superando con la virtù indomita dello spirito lo strazio del corpo ormai esausto, riusciva ad azionare una mitragliatrice rimasta senza serventi. Nel disperato tentativo di arrestare ancora una volta il nemico irrompente, scompariva nella mischia. Fulgida figura di soldato, fedele alle tradizioni di italianità della sua famiglia e della gente triestina.»
— Golubaja-Postojaly-Nowo Georgiewki-Novo Postepolewka (Russia), 16 dicembre 1942 – 21 gennaio 1943.

Note

  1. ^ a b c d e f g h Bianchi, Cattaneo 2011, p. 409
  2. ^ Il cantore del Carso, direttore della fiorentina La Voce che tanto profondo segno ha lasciato in tutta la cultura italiana, caduto sul Podgora nel 1915.
  3. ^ Il cui figlio Giuliano cadde a sua volta in Russia e fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.
  4. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p. 408
  5. ^ a b c Bianchi, Cattaneo 2011, p. 35

Bibliografia

Voci correlate