Cividale del Friuli
Cividale del Friuli, o semplicemente Cividale (Cividât in friulano standard[5], Zividât in friulano centro-orientale[5][6], Čedad in sloveno[7]), è un comune italiano di 11 292 abitanti[2] della provincia di Udine in Friuli-Venezia Giulia.
Cividale del Friuli comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Stefano Balloch (FI-LN-UDC) dal 18-5-2010 (riconfermato il 31-5-2015) |
Territorio | |
Coordinate | 46°05′25.8″N 13°26′06″E |
Altitudine | 135 m s.l.m. |
Superficie | 50,65 km² |
Abitanti | 11 292[2] (31-12-2015) |
Densità | 222,94 ab./km² |
Frazioni | Carraria, Fornalis, Gagliano, Grupignano, Purgessimo, Rualis, Rubignacco, San Giorgio, Sanguarzo, Spessa[1] |
Comuni confinanti | Corno di Rosazzo, Moimacco, Premariacco, Prepotto, San Pietro al Natisone, Torreano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 33043 |
Prefisso | 0432 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 030026 |
Cod. catastale | C758 |
Targa | UD |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 676 GG[4] |
Nome abitanti | cividalesi |
Patrono | san Donato |
Giorno festivo | 21 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia", Cividale del Friuli è sede della UTI del "Natisone" di cui fa parte con i comuni di Buttrio, Corno di Rosazzo, Drenchia, Grimacco, Manzano, Moimacco, Premariacco, Prepotto, Pulfero, Remanzacco, San Giovanni al Natisone, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna, Stregna e Torreano.
Fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii, da cui poi ha preso il nome tutta la regione, divenne la capitale longobarda del Friuli.
Geografia fisica
Territorio
Cividale del Friuli sorge ai piedi dei colli del Friuli orientale, sulle sponde del Natisone, a 17 km da Udine, sulla strada che collega la pianura friulana alla media e alta valle dell'Isonzo in territorio sloveno. Si estende su una superficie di 49,50 km², da un'altitudine minima di 97 metri, ad una massima di 508 metri[8].
Clima
Le precipitazioni si concentrano nei periodi compresi tra marzo e maggio, con un leggero calo nei mesi estivi, e un riacutizzarsi nel periodo compreso tra ottobre e novembre inoltrato.
Origini del nome
La città, ai tempi dei romani, era chiamata Forum Iulii. La tradizione la indica come fondata da Giulio Cesare: Forum Iulii ita dictum, quod Iulius Caesar negotiationis forum ibi statuerat[9]. Il toponimo di Forum Iulii potrebbe invece aver avuto origine dalla Gens Iulia che ha lasciato nella zona diverse altre testimonianze nei nomi attribuiti ai luoghi della regione. Tra il secolo VII e VIII venne chiamata Civitas, Civitate(m) del Forum Iulii. Alla fine dell'VIII secolo Paolo Diacono la riportò come Civitas vel Castrum Foroiulianum. Nel X secolo, essendo allocata nella parte orientale del regno di Lotario, cominciò a chiamarsi Civitas Austriae. Abbreviando il nome ufficiale, la popolazione la denominò come Civitate(m), da cui discesero i nomi locali di Sividàt, Zividàt, Cividàt e successivamente, intorno al XV secolo, prima in ambito letterario, quello di Cividale.[10]
Storia
Epoca romana
La presenza umana nella zona dove oggi sorge Cividale risale a epoche piuttosto antiche, come attestato dalle stazioni preistoriche del Paleolitico e del Neolitico trovate appena fuori della città; ad esse si aggiungono abbondanti testimonianze dell'Età del Ferro e della presenza veneta e celtica risalenti sino al IV secolo a.C. La strategica posizione di questo primitivo insediamento indusse i Romani a stabilirvisi, fondando forse alla metà del II secolo a.C. un castrum, di ovvia natura militare, il quale fu in seguito elevato da Giulio Cesare a forum (mercato) e per tale motivo la località assunse il nome di "Forum Iulii" poi divenuto identificativo di tutta la regione. Successivamente la località fu elevata a municipium, venendo ascritta alla tribù romana Scaptia e assurse infine al rango di capitale della Regio X Venetia et Histria allorché Attila rase al suolo Aquileia nel V secolo[11].
Epoca longobarda
Nel 568 giunsero dalla Pannonia i Longobardi, di origine scandinava, il cui re Alboino elesse subito la romana Forum Iulii a capitale del primo ducato longobardo in Italia e ponendovi duca il proprio nipote Gisulfo. Ribattezzata la propria capitale Civitas Austriae, ossia "Città dell'Austria" (da cui il nome moderno), i longobardi vi eressero edifici imponenti e prestigiosi e nei dintorni fondarono strutture fortificate assegnate alle fare, ossia le stirpi nobili di quel popolo germanico; nel 610 Cividale venne saccheggiata e incendiata dagli Avari, chiamati dal re longobardo Agilulfo (allora con sede a Milano) per punire la riottosità del duca "friulano" Gisulfo II. Nel 737, durante il regno di Liutprando e per sfuggire alle incursioni bizantine, il patriarca di Aquileia Callisto decise di trasferire qui la propria sede, così come già fece il vescovo di Zuglio che venne scacciato dallo stesso Callisto. La città ebbe così aumentato il suo ruolo anche grazie a quest'importante presenza ecclesiastica; già pochi decenni più tardi, nel 796, qui si tenne il concilio che riconfermò l'indissolubilità del matrimonio[11][12].
Il Sacro Romano Impero e il Patriarcato di Aquileia
Nel 775 il Ducato del Friuli fu invaso dai Carolingi e i longobardi, col loro duca Rotgaudo in testa, impugnarono per l'ultima volta le armi fronteggiando l'arrivo dei Franchi. Sconfitti gli antichi dominatori, i Carolingi istituirono la marca orientale del Friuli, mantenendo come capitale Civitas Austriæ. Quest'ultima divenne sede di un'importante corte, soprattutto durante il marchesato di Eberardo che attirò uomini di cultura da tutt'Europa. Dalle famiglie che ressero la marca ebbero i natali importanti uomini politici tra cui l'imperatore Berengario, figlio dello stesso Eberardo. Nel X secolo, ossia in epoca ottoniana, la marca friulana venne declassata a contea (o contado) e inserita dapprima nella marca di Verona e quindi in quella di Carinzia (quest'ultima facente dapprima parte del Ducato di Baviera per poi assurgere essa stessa a Ducato). La ricomposizione dei poteri a livello centroeuropeo e norditaliano lasciò un importante spazio ai patriarchi, i quali accrebbero i propri beni e il proprio potere sin dall'inizio del X secolo e nel 1077 divennero liberi feudatari del Sacro Romano Impero su un vasto territorio. Sorse così lo Stato patriarcale durato sino al 1419[11].
Cividale rimase comunque il massimo centro politico e commerciale di tutto il Friuli, rivaleggiando dal XIII secolo con Udine, la quale era in forte ascesa grazie a una più congeniale posizione geografica, tanto che il patriarca Bertoldo di Andechs-Merania nel 1238 vi trasferì la propria sede. La città vide sorgere monasteri e conventi, palazzi e torri, qui posero residenza le più importanti casate parlamentari del Friuli e ne fiorirono di altrettanto dignitose. Nel 1353 l'imperatore Carlo IV, dopo una sanguinosa vendetta operata da suo fratello il patriarca Nicola di Lussemburgo (1350-58) - e scatenata anche contro i cividalesi per punire l'assassinio del predecessore Bertrando - concedette a Cividale l'apertura dell'Università.
Nel 1301 un terremoto e una violenta grandinata colpirono Cividale ma non si segnalarono danni neppure al Duomo, che invece nel 1348 fu notevolmente rimaneggiato da una violenta scossa, le notizie sono molto scarne e trovano riscontro solo nel sito "storing.ingv.it". Nel 1364, probabilmente l'8 agosto, il Duomo subì ulteriori danni; in questo caso si conosce l'intensità della scossa, che fu di 4.83° scala Richter, ma non si sa se vi furono delle vittime. Il terremoto ebbe come epicentro Lombai nel comune di Grimacco e un'ulteriore conferma la troviamo sul portale dell'Abruzzo.
Le lotte intestine friulane, durante le quali Cividale era spesso alleata dei conti di Gorizia e dei nobili castellani contro Udine, trovarono via via una più serrata intensità sino a concludersi convulsamente nel 1419, quando Venezia si decise a invadere la regione. Cividale si diede per prima alla Serenissima, stipulando una solenne pace e una contestuale alleanza. Nei decenni successivi alcuni nobili progettarono di aprir le porte allo spodestato patriarca Ludovico di Teck, tornato nel 1431 alla testa di 4.000 ungari[11], ma il progetto fallì.
Dalla dominazione veneziana al Regno d'Italia
Scongiurato dopo quasi un trentennio il pericolo dei turchi, i quali pure in queste zone compirono razzie e violenze sino al 1499, nel primo Cinquecento scoppiò la guerra tra Venezia e la Lega di Cambrai e l'Impero tentò di occupare la città assediandola con le armate del duca Enrico VII di Brunswick nel 1509, ma dopo un'epica lotta i cividalesi riuscirono a far desistere l'esercito alemanno. Quest'ultimo, tuttavia, riuscì comunque a occupare Cividale due anni più tardi, ma solo per poche settimane, dovendo abbandonare la città anche a causa di un terremoto e di una pestilenza. Con la pace di Worms (1530)[senza fonte] la città perdette la gastaldia di Tolmino e le annesse miniere di mercurio d'Idria: ciò ne decretò un'inesorabile decadenza economica oltre a una marginalizzazione geografica e in seguito viaria dalla quale non ebbe mai più modo di riprendersi. Più di una volta si tentò di riportare a Cividale la sede del patriarcato d'Aquileia ma invano, con l'eccezione di Nicolò Donà nel 1497[11].
Nel 1553 Cividale ebbe istituito da Venezia un proprio provveditore ordinario, scelto dal Senato nel novero del patriziato veneto, e nel 1559 venne finalmente sancita la sua autonomia e del proprio territorio dalla Patria del Friuli, svincolandosi in tal modo dall'invisa Udine. Tra il 1598 e il 1599 si sviluppò una drammatica epidemia di peste. Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, Cividale fu teatro di una lunga faida che coinvolse pressoché tutte le famiglie nobili locali creando non pochi grattacapi ai rettori veneti. Nello stesso periodo, alcuni cividalesi si distinsero con le armi non solo durante la guerra di Gradisca (1615-1617), combattuta ovviamente anche in questo territorio, ma pure in varie armate d'Europa. Malgrado il drastico ridimensionamento politico ed economico, qui ebbero i natali parecchi uomini di cultura, talvolta di rilevanza internazionale, nonché importanti uomini d'arme e di chiesa e non si cessò mai di abbellire i palazzi e le chiese avvalendosi di celebri nomi quali il Palladio, Palma il Giovane e così via[11].
Nel 1797 con il trattato di Campoformido tra Napoleone e l'Austria Cividale passò all'Impero asburgico; dopo il breve periodo in cui fece parte del napoleonico Regno d'Italia, essa fu riassegnata all'Austria dal Congresso di Vienna (1815). Fra il 1848 ed il 1866 vi fu la presenza di un vivace movimento risorgimentale; nel 1866, dopo la terza guerra di indipendenza, fu annessa al Regno d'Italia col Veneto e il Friuli[11] e nel periodo noto come Belle Époque fu teatro di un'effervescente attività politica.
Le due guerre mondiali
Durante la Prima guerra mondiale, Cividale ospitò il comando della II Armata e rimase danneggiata da bombardamenti aerei; occupata dagli austro-tedeschi in seguito alla disfatta di Caporetto, la città venne riconquistata dagli italiani alla fine di ottobre 1918 dopo la vittoria sul Piave. Negli anni seguenti fu foriera di illustri personalità date al Fascismo. Nel corso della Seconda Guerra mondiale (1943) la città venne annessa con tutto il Friuli al III Reich e qui vennero anche dislocate truppe cosacche e calmucche alleate dei tedeschi.
Sul suo territorio si consumò non solo la guerra civile ma altresì un drammatico episodio di lotta tra partigiani osovani (liberali, cattolici, azionisti e militari monarchici) e garibaldini (comunisti e socialisti, agli ordini del IX Korpus jugoslavo): nel Bosco Romagno i Gappisti comunisti uccisero diversi combattenti Osovani (tra cui il fratello di PierPaolo Pasolini) precedentemente catturati alle malghe di Porzûs. Furono diversi gli episodi di scontro tra Osovani e Garibaldini filo-titini. Una situazione ambigua, poiché gli Jugoslavi non nascosero mai il loro desiderio di annettere i territori italiani fino al Tagliamento, in virtù di un'infondata convinzione che il Friuli fosse anticamente abitato da sloveni. Questo provocò una netta contrapposizione tra Osovani e Garibaldini.
Nel secondo dopoguerra, Cividale è stata la sede del comando e di alcuni reparti della Brigata meccanizzata "Isonzo", posta a difesa della frontiera orientale in caso di invasione da parte del patto di Varsavia, dove alcune componenti della Fanteria d'arresto custodivano diverse opere difensive, tra cui la Galleria di Purgessimo. La particolare posizione in tale contesto storico e geopolitico portò alla presenza in zona dell'Organizzazione Gladio, - articolazione nazionale della Stay Behind della NATO - a cui aderirono principalmente alpini ed ex alpini addestrati ad organizzare una resistenza armata sul territorio in caso di invasione sovietica. La Città e il territorio subirono alcuni danni nel terremoto del 1976, ma le ferite vennero presto rimarginate.
Onorificenze
Cividale è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici patiti durante la seconda guerra mondiale.[15]
Monumenti e luoghi d'interesse
Tra le testimonianze artistiche e architettoniche della città spiccano:
- Ipogeo celtico, ambiente scavato nel sottosuolo, diverse sono le interpretazioni sull'origine e la funzione e se ne ipotizza una funzione funeraria e in seguito quella di carceri in età romana e longobarda
- Oratorio di Santa Maria in Valle (Tempietto Longobardo, sec. VIII), straordinario compendio di architettura e scultura altomedievale;
- Duomo di Santa Maria Assunta (XV - XVI secolo), dopo il crollo del 1502 fu riedificato con gusto rinascimentale dall'architetto Pietro Lombardo da Carona; all'interno si ammira la Pala d'argento di Pellegrino II, capolavoro dell'oreficeria medioevale italiana e due tele di Palma il Giovane;
- Museo cristiano, attiguo al Duomo da cui vi si accede, ospita il battistero di Callisto (VIII secolo) e l'ara di Rachtis (730-740 circa), capolavori della scultura longobarda;
- Palazzo comunale, costruito tra il 1545 ed il 1588 su preesistente edificio del 1286, all'interno del cortile sono stati rinvenuti attraverso degli scavi i resti di una domus romana risalente al I-II secolo d.C.[16];
- Palazzo dei Provveditori veneti, costruito tra il 1565 ed il 1605 su un modello di Palladio, ospita il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli che conserva, in particolar modo, reperti archeologici di età longobarda e importanti codici medievali;
- Chiesa di San Francesco, ora sconsacrata ed utilizzata per mostre temporanee e manifestazioni;
- Chiesa di San Giovanni in Xenodochio;
- Chiesa di Santa Maria di Corte;
- Chiesa dei Santi Pietro e Biagio;
- Chiesa dei Santi Silvestro e Valentino;
- Chiesa di San Martino;
- Chiesa di San Pantaleone a Rualis;
- Chiesa di San Giorgio in Vado a Rualis;
- Casa medievale, in Borgo Brossana, risalente al Trecento[17];
- Ponte del Diavolo con la suggestiva vista sul Natisone, che la leggenda vuole costruito dal diavolo in cambio dell'anima del primo passante. La tradizione vuole che i cividalesi non fossero stati in grado di costruire un ponte sul Natisone in un punto considerato troppo pericoloso. Allora ricorsero all'aiuto del diavolo, che promise di risolvere il problema in cambio dell'anima del primo che avesse attraversato il ponte. I cittadini accettarono questa condizione e il diavolo costruì rapidamente il ponte facendosi aiutare da sua nonna diavolessa, che portò nel suo grembiule il grande masso che sta al centro del fiume, tre le arcate. I cividalesi però non erano sciocchi: facendo attraversare il ponte ad un cane ingannarono il diavolo, che dovette accontentarsi dell'anima dell'animale;
- Dimore nobiliari: palazzo de Nordis (sec. XVI); palazzo Conti-Paciani (secc. XVI-XVIII); castello Craigher-Canussio (secc. XIV-XIX); palazzo Pontotti-Brosadola (sec. XVIII); palazzo Bonessa (secc. XV-XVIII); palazzetto de Puppi (secc. XVII-XVIII); palazzo de Portis (secc. XV-XVIII); casa Levrini (sec. XVI); villa Foramiti-Moro (sec. XVIII); palazzo de Claricini (sec. XVIII); villa Gàbrici (sec. XIX); villa Di Lenardo (sec. XIX).
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[18]

Etnie e minoranze straniere
Gli stranieri residenti nel comune sono 914, ovvero l'8,09% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[19]:
- Romania, 149
- Albania, 123
- Bosnia ed Erzegovina, 113
- Ucraina, 60
- Repubblica di Macedonia, 48
- Ghana, 41
- Cina, 34
- Bangladesh, 29
- Marocco, 27
- Montenegro, 23
Lingue e dialetti
A Cividale del Friuli, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza il friulano centro-orientale, una variante della lingua friulana. Nel territorio comunale vige la Legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana"[20]. Cividale è altresì compresa nell'elenco dei comuni nei quali si applicano le misure per la tutela della minoranza di lingua slovena, a norma dell'articolo 4 della legge n. 38 del 23 febbraio 2001[21] "Norme per la tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli - Venezia Giulia".
Religione
La maggior parte della popolazione comunale, come per il resto dell'Italia, appartiene alla Chiesa cattolica.
A Cividale del Friuli ha sede la forania di Cividale, suddivisione dell'arcidiocesi di Udine e costituita da 18 parrocchie gestite da 16 sacerdoti[22].
Nel comune sono presenti le parrocchie di:
- santa Maria Assunta a Cividale
- san Floriano a Gagliano
- santi Maria e Mauro a Purgessimo
- santo Stefano a Rualis
- san Marco Evangelista a Rubignacco
- san Giorgio a Sanguarzo.
Cucina
La cucina cividalese è tipica della valle del Natisone e del Friuli orientale. Particolarmente importanti i vini, i formaggi e la pasticceria: la Gubana, un tipico dolce delle valli del Natisone, a base di pasta dolce lievitata con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, scorza grattugiata di limone, dalla forma a spirale e cotto al forno, le gubanette, simili alla gubana ma più piccole, e gli strucchi, pasta dolce fritta o lessa ripiena con uvetta, pinoli, noci e nocciole.
Cultura
Cividale è la città capofila del progetto Longobardi in Italia: i luoghi del potere (568-774 d.C.), inserito nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel giugno 2011 ed è membro associato del progetto europeo a guida italiana EUHeritage-TOUR[23]; a Cividale fa parte del sito seriale l'area della Gastaldaga con il Tempietto longobardo e il Complesso episcopale, che include i resti del Palazzo patriarcale sottostanti al Museo archeologico nazionale.
Istruzione
Nel comune sono presenti le seguenti scuole[24]: 4 scuole materne, 4 scuole elementari, 1 scuola secondaria di 1º grado, 1 scuola media, 1 centro di formazione professionale[25], 1 istituto professionale di Stato per l'industria e l'artigianato, 1 istituto tecnico commerciale, 1 istituto tecnico agrario, 1 liceo scientifico, 1 liceo classico, sede didattica della scuola di specializzazione in beni storico-artistici dell'Università degli Studi di Udine[26].
Musei
- Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli
- Museo cristiano e tesoro del duomo di Cividale del Friuli
Eventi
- Messa dello Spadone (6 gennaio), particolare rito religioso e corteo in costumi d'epoca con la rievocazione storica dell'entrata a Cividale del Patriarca Marquardo von Randeck (1366).
- Dan emigranta (6 gennaio), manifestazione culturale degli sloveni della provincia di Udine, che nel 2012 ha raggiunto la 50ª edizione[27].
- Gioco del Truc (Pasqua), antico e tradizionale gioco che si svolge nelle piazze della città nel periodo pasquale.
- Mittelfest (luglio), importante appuntamento internazionale di spettacolo dell'area mitteleuropea.
- Palio di San Donato (agosto), rievocazione storica in costumi medioevali con botteghe artigiane, giochi, gare di corsa pedestre e di tiro con l'arco nell'atmosfera medioevale di Cividale.
- Natibongo (ultima settimana di agosto), festival di musica etnica che si svolge nel Parco "Lesa" adiacente il fiume Natisone.
- "Rally del Friuli e delle Alpi Orientali"; "Rally Alpi Orientali Historic", rally validi per i massimi campionati italiani ed europei.
- Gara di velocità in salita Cividale-Castelmonte (ottobre), cronoscalata automobilistica valida per il Trofeo Italiano Velocità Montagna, per il campionato Sloveno ed Austriaco senza dimenticare gli altri numerosi trofei.
- Fiera di San Martino (novembre), mercatini e bancarelle nelle vie e piazze del centro storico.
- Baule del diavolo (ogni quarta domenica del mese), mercatino dell'usato e delle cose vecchie nelle piazze del centro storico.
- Mittelteatro (la prima settimana di giugno), rappresentazione artistica che si svolge al teatro Adelaide Ristori, fatti dai ragazzi delle scuole. Due rappresentazioni al giorno, una la mattina (per le scuole) e una la sera (per il pubblico)
Persone legate a Cividale del Friuli
- Adelaide Ristori, attrice teatrale
- Adone del Friuli, duca longobardo
- Amelio Tagliaferri, storico
- Antonio Mattioni, ingegnere
- Arnaldo Piutti, chimico
- Berengario del Friuli, marchese del Friuli, re d'Italia e imperatore
- Eberardo del Friuli, marchese del Friuli e santo
- Enrico Bonessa, generale e ingegnere
- Eugenio Cefis, dirigente d'azienda ed imprenditore
- Fiore dei Liberi, mastro d'arme e trattatista
- Francesco Chiarottini, pittore
- Antonio Dugoni, pittore
- Giovanni Battista Boscutti, aviatore ed eroe di guerra
- Gisulfo I del Friuli, duca longobardo
- Guglielmo Pelizzo,senatore e sindaco
- Guido Podrecca, giornalista e uomo politico
- Grimoaldo, re dei Longobardi
- Jacopo Stellini, abate, filosofo e professore di filosofia
- Jacopo Tomadini, compositore di musica sacra
- Leone Morandini, artigiano e scultore
- Lorenzo Crisetig, calciatore
- Marquardo di Randeck, patriarca
- Nicolò Bonessa, militare ed eroe di guerra
- San Paolino II d'Aquileia, patriarca
- Paolo Diacono, monaco, storico e poeta longobardo
- Ratchis, duca e re longobardo
- Roberto Chiacig, cestista
- Scipione di Manzano, poeta, primo Magistrato, Signore di Manzano
- Vittorio Podrecca, marionettista
- Giovanni De Lucia - attore
Economia
Servizi
A Cividale ha sede la Banca Popolare di Cividale, banca locale di riferimento per il Friuli Venezia Giulia ed il Veneto Orientale.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il paese è attraversato dalla strada statale 54 del Friuli.
Ferrovie
La stazione di Cividale è scalo terminale della linea ferroviaria per Udine ed è servita dai treni regionali FUC a frequenza oraria.
Il nuovo terminale è stato aperto nel 2008 e funge da centro intermodale tra servizi ferroviari e su gomma extraurbani e urbani.
Amministrazione
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1985 | 1990 | Giuseppe Pascolini | Democrazia Cristiana | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
1990 | 1995 | Giuseppe Pascolini | Democrazia Cristiana | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
1995 | 1997 | Giuseppe Bernardi | Centro-sinistra | Sindaco | Dimissioni del Consiglio |
1997 | 1998 | Edoardo Colli | - | Commissario straordinario | - |
1998 | 2000 | Giuseppe Pascolini | Centro-destra | Sindaco | Scioglimento del Consiglio |
2000 | 2005 | Attilio Vuga | Centro-destra | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
2005 | 2010 | Attilio Vuga | Centro-destra | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
2010 | 2015 | Stefano Balloch | Centro-destra | Sindaco | Scadenza naturale del mandato |
2015 | in carica | Stefano Balloch | Centro-destra | Sindaco | - |
Dati del Ministero dell'Interno[28].
Curiosità
Nella città di Cividale del Friuli è ambientato il racconto giallo di Anthony Muroni intitolato "Il sangue della festa" pubblicato nell'anno 2013.
Note
- ^ Comune di Cividale del Friuli - Statuto.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ a b AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 213.
- ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana
- ^ Valli del Natisone: Toponomastica popolare slovena di Cividale, su www.lintver.it. URL consultato il 28 luglio 2015.
- ^ Dati Comuni Italiani.it, su comuni-italiani.it. URL consultato il 7 ottobre 2011.
- ^ Paolo Diacono, Historia langobardorum, vol. II, cap. 14
- ^ Autori Vari, Dizionario di toponimastica-Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET editore, 1990, p. 213.
- ^ a b c d e f g Grion
- ^ Olinto Marinelli, Giuda delle Prealpi Giulie, Udine, Società Alpina Friulana, 1912, p. 594.
- ^ ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali, su dati.acs.beniculturali.it.
- ^ Nel corso dell'Ottocento, il governo del Regno Lombardo-Veneto aveva fregiato con il titolo di città minori della Venezia i comuni di Adria, Asolo, Badia (oggi Badia Polesine), Ceneda, Chioggia, Cividale (oggi Cividale del Friuli), Cologna (oggi Cologna Veneta), Conegliano, Este, Lendinara, Lonigo, Montagnana, Oderzo, Pordenone, Portogruaro, Sacile, Schio e Serravalle. Per quanto riguarda Ceneda e Serravalle, poco dopo l'unità d'Italia sono state unificate nel nuovo comune di Vittorio Veneto, trasferendo a quest'ultimo il titolo. Vedi Ruggero Simonato, Roberto Sandron, Portogruaro nell'Ottocento: contesto storico e ambiente sociale, Nuova Dimensione Editrice, 1995, pp. 18/21 Portogruaro nell’Ottocento: contesto storico e ambiente sociale - Google Libri
- ^ la motivazione è visionabile sul sito Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare - Istituzioni Decorate di Medaglia d'Argento al Valor Militare Comune di Cividale del Friuli
- ^ Palazzo comunale, su cividale.net. URL consultato il 26 giugno 2013.
- ^ La casa medioevale, su cividale.net. URL consultato il 26 giugno 2013.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Bilancio demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2015 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 16 novembre 2016.
- ^ lista ufficiale Denominazioni ufficiali in Lingua Friulana , su arlef.it, Arlef. URL consultato il 26 ottobre 2011.
- ^ Decreto del Presidente della Repubblica 12 settembre 2007, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 28 febbraio 2015.
- ^ Forania di Cividale, su webdiocesi.chiesacattolica.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
- ^ Sito ufficiale del progetto europeo EUHeritage-TOUR, su euheritage-tour.eu. URL consultato il 13 luglio 2014.
- ^ Scuole, su cividale.net. URL consultato il 17 maggio 2013.
- ^ CIVIFORM, su civiform.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
- ^ Sede didattica di Cividale del Friuli, su uniud.it. URL consultato il 17 maggio 2013.
- ^ Dan Emigranta, su cividale.net. URL consultato il 24 febbraio 2013.
- ^ Amministratori - Dati storici, su amministratori.interno.it. URL consultato il 7 luglio 2013.
Bibliografia
- Giusto Grion, Guida storica di Cividale e del suo distretto, Whitefish, Kessinger Publishing, 2010 [1899], ISBN 1-167-52875-1.
- Valentino Ostermann, La vita in Friuli, seconda edizione riveduta da Giuseppe Vidossi, 1940, Del Bianco Editore.
- Anton von Mailly, Leggende del Friuli e delle Alpi Giulie, tradotto da Karin Hensel, 1986, Editrice Goriziana.
- Amelio Tagliaferri, Cividale. Guida Breve, in collab. con M. Brozzi, Cividale, 1970, pp. 78
- Amelio Tagliaferri, Cividale del Friuli. Introduzione e Guida all'arte e ai monumenti della città ducale, Udine, Del Bianco Editore, 1982, pp. 90
- Amelio Tagliaferri, Storia e immagini di una città del Friuli (Cividale), Milano, Giuffrè Editore, 1983, pp. 337
- Amelio Tagliaferri, Il Cantore di Cividale in età napoleonica (1805-1813), Udine, 1990, pp. 94
- Amelio Tagliaferri, Cividale prima di Cesare - Da Castrum a Forum, Pordenone, 1991, pp. 80.
Voci correlate
Altri progetti
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- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cividale del Friuli
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Collegamenti esterni
- Comune di Cividale del Friuli, su cividale.net.
- Sito della comunità montana del Torre, Natisone e Collio, su cm-torrenatisonecollio.it.
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