Caproni Ca.183bis
Il Caproni Ca.183bis e' un esempio perfetto del mix tra originalità visionaria precorritrice e arretratezza dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale. Rinnegando la turbina a gas come poco pratica e troppo futuristica (proprio mentre la Whittle and Ohain stava esaminando con interesse questo tipo di motori italiani), l'ingegner Campini decise di progettare un complesso ventilatore canalizzato per la postcombustione, azionato dal pistone del motore.
L'areoplano sperimentale Caproni-Campini indico' che questo sistema avrebbe potuto dare sostanziali vantaggi a regimi dove i propulsori convenzionali erano meno efficienti. Ad alte quote il compressore ha potuto dare ad un intercettore una spinta supplementare supplementare estremamente utile; di conseguenza, una squadra della Caproni inizio' la progettazione di un caccia per alte quote: il CA.183bis. Il CA.183bis aveva un motore raffreddato a liquido, il DB.605 da HP 1250 nel naso, che azionava 3 propulsori a lame controrotanti. Un motore radiale raffreddato ad aria FIAT A.30 da 700 hp un motore azionava un compressore di Campini posto in in un condotto a metà della fusoliera. Delle palette nell'aria di raffreddamento, ai lati della fusoliera, garantivano una massa d'aria necessaria per il rafreddamento del motore FIAT e per il postcombustore. Il dispositivo di Campini si ritiene che fosse in grado di garantire fino a 60 mph di velocità (la velocita' massima si aggirava intorno ai 460 mph) e garantiva all'aereo una quota operativa fino a 1242 miglia. Il caccia era armato con quattro cannoncini MG.151 da 20 mm nelle ali, all'esterno del propulsore con mitragliatrice fra la banca del cilindro del DB.605.
Il peso s pieno carico del progetto era di 16.538 libbre.