Mazzaferro (Urbino)
Mazzaferro (AFI: /matʦaˈfɛːrro/ , Masafer in dialetto gallo-piceno) è una frazione del Comune di Urbino, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche.
| Mazzaferro frazione | |
|---|---|
| Localizzazione | |
| Stato | |
| Regione | |
| Provincia | |
| Comune | |
| Territorio | |
| Coordinate | 43°42′52.29″N 12°37′17.86″E |
| Altitudine | 424 m s.l.m. |
| Superficie | 2,062[1] km² |
| Abitanti | 1 350 |
| Densità | 654,7 ab./km² |
| Altre informazioni | |
| Cod. postale | 61029 |
| Prefisso | 0722 |
| Fuso orario | UTC+1 |
| Cod. catastale | L500 |
| Nome abitanti | Mazzaferresi |
| Patrono | S. Crescentino |
| Cartografia | |
Geografia fisica
È situata sulla cima di una collina a sud-ovest di Urbino, nella sinclinale intermedia [2] che separa distintamente le anticlinali messiniane della zona montefeltresca (strati marnoso-arenacei) [3]. Si tratta della frazione più vicina al capoluogo comunale, tant'è che per l'esigua distanza viene considerata come un quartiere della Città; infatti è l'unica frazione a partecipare con una propria Contrada alla Festa dell'Aquilone. Questa frazione ha conosciuto un lieve incremento demografico a partire dalla seconda metà del XX secolo.
Origini del nome
L'origine del toponimo è incerta, tuttavia la stretta correlazione tra la sub area dialettale urbinate-fanese-senigalliese e l'isola linguistica gallica del Conero ha giocato un ruolo fondamentale [4]. I cognomi Mazzaferro e Mazzuferi hanno infatti altissima diffusione nelle province marchigiane di Macerata e Ancona [5]. Sembrano derivare dal soprannome e poi nome medioevale Mazzuferus (portatore di mazza ferrata), nel 1301 è noto Mazzuferus Rinieri in qualità di Priore di Firenze [6] [7] mentre nel 1567 il marchigiano Alexander Mazzaferrus si trova nel corpo studentesco di Perugia [8] [9]. Tracce dell'odierno toponimo in accezione territoriale compaiono già il 21 ottobre 1507, nell'atto testamentario del Ven. Don Pietro Paolo Viviani prete d'Urbino [10].
Storia
Si trova sull'antico percorso romano che passando per Urbino collegava Rimini (Ariminum) alla scomparsa città di Pitinum Mergens, in particolare è certo l'attraversamento dell'attuale zona denominata Biancalana [11].
Drammatica e stupefacente è la ricostruzione degli accadimenti verificatisi tra il 1572 e il 1574, artatamente passati in sordina nel periodo in cui Guidubaldo II della Rovere era Duca di Urbino. Nei successivi tre secoli l'accesso agli Archivi Vaticani ha fortunatamente permesso di far luce su quanto storicamente occorso, dopo la pervicace imposizione di nuovi dazi voluti dalla Signoria Ducale. Nel 1892 l'Avv. Luigi Celli documentò fedelmente la dignitosa sommossa degli Urbinati nei confronti di Guidubaldo, pagata peraltro con alto tributo di sofferenza e sangue [12][13]. Tra essi vi erano Virgilio Virgili, Vincenzo Ridolfi, Piero di Simone (detto Fussone) e Guerrino di Pieruccio, sudditi ducali con discreti possedimenti nella campagna di Mazzaferro. Con ruoli diversi si sacrificarono tutti a favore della causa popolana. Di rilievo fu il ruolo di Vincenzo Ridolfi, recatosi a Roma presso Papa Gregorio XIII perorando senza esito l'intervento del Soglio di Pietro e scatenando per questo la collera del Duca di Urbino. Pagarono tutti con la tortura e condanna a morte per decapitazione (alcuni in contumacia), assieme ad altre 31 persone. Virgili e Pieruccio si salvarono con la fuga, Fussone morì in carcere dopo tortura al cavalletto, mentre per Ridolfi la ricostruzione è contraddittoria. Fu certamente arrestato e sottoposto a metodi inquisitori, ma il Celli ne narra sia la fuga che la restituzione dei beni al termine della vicenda grazie al figlio di Guidubaldo. Subentrato alla morte del padre, Francesco Maria II della Rovere era infatti desideroso di ricostruire l'antico legame con la città di Urbino.
Successive informazioni storiche si devono grazie all'opera dei Padri Carmelitani Scalzi dell'ex Convento dell'Annunziata. Infatti nel 1691 valorizzano il territorio di Mazzaferro con piantumazioni ed interventi agricoli [14].
Il moderno insediamento di Mazzaferro nasce con il primo piano regolatore di Urbino, ideato dall'architetto Giancarlo De Carlo nel 1964 [15]. Esisteva già un insediamento abitativo agli inizi degli anni '60, ma De Carlo prevedeva un potenziamento della città “nuova” con dei veri e propri quartieri “satellite”. I lavori sono stati avviati nel 1971 e sottoposti a successive variazioni del progetto agli inizi degli anni '80 [16] [17] [18].
Monumenti o luoghi d'interesse
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata de Cruce o Santa Maria de Cruce
Storia
Nel podere di Mazzaferro [19] sorgeva dal 1496 la Chiesa privata dedicata al Santissimo Nome di Maria Vergine. Nel 1529 la Confraternita dell'Annunziata incaricò la Maestranze Marchigiane di erigere la Chiesa su terreno della Basilica Lateranense (In solo lateranensi). I lavori furono completati nell'arco di un decennio e nel 1539 la Confraternita approvò lo statuto e la veste processionale. Successivamente la Chiesa fu unita al Capitolo di Urbino nel 1597. Nella seconda visita pastorale del vescovo Angeloni, nel 1851, l’edificio risulta sottoposto all'autorità della Chiesa di San Sergio e spettante alla Confraternita che la costruì. Costruita un tempo in aperta campagna, oggi è inglobata nel territorio della frazione di Mazzaferro.
Struttura
L'edificio è costruito in muratura, formata prevalentemente da mattoni legati con malta. Il nucleo storico comprende la Chiesa e la canonica, addossata alla sua sinistra. Di forme semplici, ripete la tradizionale conformazione ad aula unica. La facciata in mattoni termina col timpano e non presenta altre decorazioni. Il portale in pietra modanata è un semplice rettangolo. Sopra il portale un cartiglio riporta il nome della Chiesa. I muri laterali hanno conformazione a scarpata, a mo' di contrafforte. L'interno è semplice e lineare. Uniche decorazioni presenti sono le modanature del cornicione, interrotto dagli archi della campata centrale, oltre alle nicchie inserite in cornici di stucco modellato. Sulla parete di fondo è l'altare originale. Il presbiterio è sollevato sul pavimento dell'aula grazie ad un gradino rivestito in cotto. Nel 1985 l'altare originale è stato parzialmente ridotto in profondità per consentire la costruzione del nuovo, realizzato con sostegni in mattoni e piano di marmo. Sopra l'ingresso è la cantoria, con semplice balaustra in legno priva di decorazioni. Sulla parete destra, libera da edifici, si aprono due finestre. Per la natura franosa del terreno la parete di destra presenta tre tratti di muro a scarpata, per evidenti ragioni statiche.
Copertura
La Chiesa è voltata a botte con sezione ad arco ribassato. Nelle tre campate sono modellate tre unghie per lato in corrispondenza delle finestre e degli archi al centro. Sopra l'imposta della volta è la struttura in legno che sostiene il tetto. La superficie esterna è rivestita con coppi [20][21].
Opere
Dietro l’altare si apprezza il dipinto della metà del secolo XVIII raffigurante la “Madonna tra i Santi Antonio da Padova, Ubaldo e Bernardino da Siena”. L'opera ha una pregevole cornice in legno dorato, originariamente propria della "Santissima Annunziata" realizzata da Alessandro Vitali [22] e sita all'epoca dietro l'altare maggiore dell'ex Convento dell'Annunziata [23] .
Sulla parete di sinistra si trova il dipinto “Madonna e angeli” risalente al 1600, un tipico esempio di pittura Baroccesca [24].
Ampliamenti successivi
Adiacente alla Chiesa si trova il centro parrocchiale eretto tra gli anni ottanta e novanta del XX secolo. La struttura include un salone polivalente adibito anche a Chiesa, in grado di accogliere l'accresciuta popolazione della frazione.
Scultura in ferro "Equilibrio nel vento"
Si trova sulla rotonda al centro della frazione; è stata inaugurata nel 2013, in occasione dell'apertura della 58° edizione della Festa dell'Aquilone. L'opera è stata realizzata dallo scultore urbinate Ermes Ottaviani per commemorare l'antica arte dell'aquilonismo, nata in Cina [25] e sviluppatasi con grande rilievo in Italia ed in particolare ad Urbino (sede della Festa dell'Aquilone).
Non a caso la scultura è stata posizionata nella frazione di Mazzaferro. Infatti l'omonima Contrada si distingue da anni nell'arte della costruzione delle comete di carta e canna di fosso, già omaggiate da Giovanni Pascoli (l'Aquilone, vv 22-33, Primi poemetti).
Istruzione
Nella frazione ha sede la Scuola Primaria "Urbino Mazzaferro", intitolata allo scrittore urbinate Paolo Volponi.
Economia
Data l'estrema vicinanza ad Urbino, l'economia è principalmente legata a quella del capoluogo comunale. Oltre al settore agricolo e ad alcune attività del settore terziario, se ne sviluppano altre legate alla ricettività turistica.
Infrastrutture e trasporti
Mazzaferro è attraversata dalla Strada Statale 73 bis nel tratto che collega Urbino con Urbania. Dista circa 3 Km dal centro storico di Urbino.
Strutture sportive
- Palestra "Palaferro"
- Centro di studi Danza
- Struttura sportiva parrocchiale adiacente al Salone polivalente
Curiosità
Nel 1876 sono state rinvenute nell’ecclesia di Mazzaferro due antichi tubi per la conduzione idrica (fistulae aquariae). Il ritrovamento è di rilievo per due motivi: conferma la presenza stanziale dei romani nel territorio dell'odierna frazione; dalle epigrafi incise sulle condutture sono state dedotte una serie di informazioni tecnologiche correlate alla tecnica di produzione. A tal proposito si concluse che le condutture erano realizzate in piombo fuso, le epigrafi riportavano misure di lunghezza lineare (diverse dall'attuale metro), la tecnica di saldatura era rozza ma strutturata per evitare scoppi [19] [26] [27] [28] [29].
Persone legate a Mazzaferro
- Giorgio Londei ex Sindaco di Urbino dal 19 luglio 1980 al 12 febbraio 1993, Senatore della Repubblica Italiana dal 5 aprile 1992 all'8 maggio 1996 (XI e XII legislatura) [30]. Dal 2013 è il Presidente dell'Accademia di Belle arti di Urbino, attualmente riconfermato fino al 2019.
- Architetto Giancarlo De Carlo.
- Ermes Ottaviani, scultore [31]
Note
- ^ Sistema Informativo Territoriale Comune di Urbino (http://sit.cm-urbania.ps.it:8080/q4web/index.jsp)
- ^ Raimondo Selli, La tettonica del Neogene a NE dei rilievi mesozoici interni (Il Bacino del Metauro) (PDF), in Il bacino del Metauro - descrizione geologica, risorse minerarie, idrogeologia (con annesse 13 tavole), Cassa di Risparmio di Fano, 1954.
- ^ Società geologica italiana, Bollettino della Società geologica italiana, vol. 18, Società geologica italiana, 1899.
- ^ Francesco Avolio, Dialetti umbro-marchigiani, su treccani.it, Treccani. URL consultato il 21 ottobre 2017.
- ^ (IT) Mappa dei Cognomi, su Mappa Dei Cognomi.it. URL consultato il 19 ottobre 2017.
- ^ Sergio Raveggi, I Priori e i Gonfalonieri di Giustizia di Firenze, i Dodici e i Gonfalonieri delle Compagnie(1282-1343). (PDF), Firenze, 2013, p. 100.
- ^ Vittorio Imbriani, Udo Danteschi (PDF), Firenze, G.C. Sansoni, 1891, p. 139.
- ^ Abate Giuseppe Colucci Patrizio Camerinese ed Ascolano, Antichità picene Tomo 19, Delle antichità del medio e dell'infimo evo Tomo 4. (TXT), Fermo, 1794, p. 224.
- ^ Carla Frova, Paolo Nardi, Paolo Renzi (a cura di), Maestri e scolari a Siena e Perugia Una prosopografia dinamica del corpo accademico e studentesco, su http://www3.unisi.it/docentes/index.html, Massimiliano Tiberio. URL consultato il 19 ottobre 2017.
- ^ Don Andrea Lazzari, Delle Chiese Di Urbino E Delle Pitture in Esse Esistenti - Compendio Storico, Urbino, 1801, pp. 22-23.
- ^ (IT) Ulrico Agnati, Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino, collana Genti e Province d'Italia, 1, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, Roma, 1999, pp. 75 e 445, ISBN 88-8265-070-7.
- ^ Gianvittorio Signorotto, Le due corti del duca di Urbino e la rivolta del 1573, in ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA, vol. 11, 2003, pp. 233-260.
- ^ Luigi Celli, Storia della sollevazione di Urbino contro il Duca Guidobaldo II: feltrio della Rovere, dal 1572 al 1574, da documenti inediti dell' Archivio Vaticano (PDF), Tasse e Rivoluzione, Storia Italiana non nota del Sec. XVI, Torino-Roma, L. Roux e C., 1892.
- ^ Saverio Sturm, L'architettura dei Carmelitani Scalzi in età barocca La ‘Provincia Romana': Lazio, Umbria e Marche (1597-1705), collana Architettura, Urbanistica, Ambiente, I edizione, Gangemi, 2012, p. 338, ISBN 8849224982.
- ^ Giancarlo De Carlo, Urbino: la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica, Padova, Marsilio, 1966, p. 239.
- ^ Istituto nazionale di urbanistica, Urbanistica, Edizioni 110-111, Istituto nazionale di urbanistica, 1998, p. 30.
- ^ Espaces Et Sociétés, Edizioni 33-36, Sansoni, 1986, p. 224.
- ^ Istituto universitario di architettura <Venezia>, Ruggero Faccin ed Eleonora Mantese, Urbino : ricerche preliminari alle varianti al PRG e agli strumenti attuativi : prima fase, in Quaderno del Dipartimento di Progettazione, Venezia, Udine: Tecnograph, 1980, p. 210, [BNI] 824095.
- ^ a b Rodolfo Lanciani, 13 (PDF), in Topografia di Roma Antica, I comentarii di Frontino intorno le acque e gli acquedotti, Salviucci, 1880, pp. 194-195.
- ^ Anna Fucili, Tiziano Mancini, Urbino, chiese fuori le mura: "ch'erbose hanno le soglie", Urbania, 1997
- ^ Arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado, Chiesa di Santa Maria de Cruce <Mazzaferro, Urbino>, su Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto e Servizio Informatico della Conferenza Episcopale Italiana (a cura di), Le Chiese delle Diocesi Italiane, 12 giugno 2015. URL consultato il 26 ottobre 2017.
- ^ Regione Marche, Annunciazione, su Fondazione Marche Cultura (a cura di), beniculturali.marche.it. URL consultato il 27 ottobre 2017.
- ^ Don Andrea Lazzari, Delle Chiese Di Urbino E Delle Pitture in Esse Esistenti - Compendio Storico, Urbino, 1801, pp. 138-140.
- ^ Bonita Cleri, Pittura baroccesca nella provincia di Pesaro e Urbino, Società pesarese di studi storici, 2008, p. 258.
- ^ a b Needham, Volume 4, Part 1, 127.
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- ^ Senato della Repubblica, Senato della repubblica Italiana, su senato.it. URL consultato il 27 ottobre 2017.
- ^ Ermes Ottaviani (critica), su ermesottaviani.it. URL consultato il 27 ottobre 2017.
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