Emilio Alessandrini
Emilio Alessandrini (Penne, 30 agosto 1942 – Milano, 29 gennaio 1979) è stato un magistrato italiano, assassinato durante gli anni di piombo da un "commando" del gruppo terroristico Prima Linea.

Biografia
Dopo aver conseguito nel 1960 la maturità classica al liceo "Gabriele D'Annunzio"[1] di Pescara, Alessandrini si laureò in giurisprudenza all'Università di Napoli. Dal 1968 fu Sostituto Procuratore della Repubblica a Milano. Nel 1972, insieme ai colleghi Gerardo D'Ambrosio e Luigi Fiasconaro, condusse l'istruttoria sulla strage di Piazza Fontana che portò all'incriminazione di Franco Freda e Giovanni Ventura, appartenenti alla destra eversiva, ma anche al coinvolgimento nelle indagini di Guido Giannettini del SID (Servizio Informazioni Difesa), l'oramai disciolto Servizio Segreto Civile.
Alessandrini partecipò con Toni Negri, Tiziana Maiolo (all'epoca cronista del quotidiano Il manifesto) e altri ad un incontro a casa di Antonio Bevere. Maiolo sostenne in un articolo sul Manifesto che sarebbe stato proprio Alessandrini, dopo l'incontro, a riconoscere in quella di Negri la voce del telefonista delle Brigate Rosse che contattava la famiglia Moro, e di questa impressione averne messo a parte il giudice Pietro Calogero con cui collaborava nelle discusse indagini che porteranno al cosiddetto Processo 7 aprile contro membri e presunti simpatizzanti dell'Autonomia Operaia. Lo stesso Negri fu in seguito accusato di essere il mandante dell'omicidio di Alessandrini, salvo poi essere assolto da tale accusa e condannato per altre imputazioni.[2][3]
Successivamente, si occupò con particolare determinazione del terrorismo di estrema sinistra, avviando, tra l'altro, una delle prime indagini sull'Autonomia Operaia milanese. Questo impegno contribuì a metterlo nel mirino di Prima Linea, l'organizzazione eversiva guidata da Sergio Segio, Marco Donat Cattin, Susanna Ronconi, Bruno La Ronga. Infatti, nel settembre del 1978, nel covo di Corrado Alunni (Prima Linea) in via Negroli a Milano, vennero trovate tre sue foto.[4]
L'assassinio
Ma questo "avvertimento" a nulla servì poiché il 29 gennaio 1979 Alessandrini, mentre si stava recando al Palazzo di Giustizia di Milano, venne assassinato da un gruppo di fuoco di Prima Linea; a sparare al magistrato furono Sergio Segio "Sirio" e Marco Donat-Cattin "Alberto", mentre rimasero di copertura Michele Viscardi "Matteo" e Umberto Mazzola; nell'auto che li attendeva c'ero Bruno Russo Palombi[5]. Il 30 gennaio, il giornalista Walter Tobagi, che sarà ucciso il 28 maggio dell'anno seguente dal gruppo terrorista di estrema sinistra Brigata "28 marzo", scrisse nel Corriere della Sera: «Sarà per quella faccia mite, da primo della classe che ci lascia copiare i compiti, sarà per il rigore che dimostra nelle inchieste, Alessandrini è il prototipo del magistrato di cui tutti si possono fidare; era un personaggio simbolo, rappresentava quella fascia di giudici progressisti, ma intransigenti, né falchi chiacchieroni, né colombe arrendevoli».[6] Poco prima di morire, Alessandrini si era occupato anche dello scandalo finanziario del Banco Ambrosiano e delle connessioni tra estremismo di sinistra e servizi segreti.
Onorificenze
Nel trentennale dell'omicidio, le Poste italiane hanno emesso un francobollo in sua memoria[7].
In suo onore il suo nome è stato dato all'ITIS di Teramo, all'IPSSCT di Abbiategrasso (MI), all'ITIS e ITC di Montesilvano (PE), al liceo scientifico di Vittuone (MI) e al Parco Alessandrini a Milano, al Parco della Stazione Centro di Budrio (BO) mentre, a Pescara, gli è stata dedicata la piazza dove in passato sorgeva il Tribunale e a Penne, città natale, il Tribunale e il corso principale sono intestati a lui.
A lui vengono dedicate l'aula magna del liceo classico "G. D'Annunzio" di Pescara e l'aula magna dell'istituto superiore "Mosè Bianchi" di Monza (MB).
Ad Emilio Alessandrini sono state dedicate aule nei Palazzi di giustizia:
- l'aula magna (insieme a Guido Galli) del Tribunale di Prato (2010)[8][9] e del Palazzo di Giustizia di Milano (2013);[10]
- l'aula principale (insieme a Guido Galli) delle udienze penali del Tribunale di Trento nel 2009;[11][12]
- nei Tribunali di Pescara, Taranto, Teramo, Nocera Inferiore
Note
- ^ Consiglio superiore della Magistratura (a cura di), "Emilio Alessandrini" in Nel loro segno. In memoria dei magistrati uccisi dal terrorismo e dalle mafie. (PDF), 3ª ed., 2015.
- ^ http://www.gadlerner.it/2016/01/05/lautobiografia-di-toni-negri-imbarazza-la-sinistra-ma-censurarla-non-ha-senso
- ^ http://www.poliziaedemocrazia.it/live/index.php?___domain=archivio&action=articolo&idArticolo=565
- ^ Armando Spataro, Ne valeva la pena, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010, p. 22
- ^ Associazione italiana vittime del terrorismo e dell'eversione contro l'ordinamento costituzionale dello Stato, su vittimeterrorismo.it.
- ^ SAN - Rete degli Archivi per non dimenticare, su memoria.san.beniculturali.it.
- ^ Alessandrini, FSFI
- ^ Tribunale di Prato | Aula Guido Galli
- ^ Tribunale, l-aula magna intitolata ai magistrati caduti - Cronaca - il Tirreno
- ^ Palagiustizia Milano. L'aula magna intitolata a Galli e Alessandrini, in La Stampa, 31 maggio 2013, p. 18
- ^ Galli e Alessandrini ricordati con una targa, «Trentino», 14 novembre 2009, 18
- ^ «Riforma devastante per la democrazia», «L'Adige», 14 novembre 2009, 22
Bibliografia
- Mario Calabresi, Spingendo la notte più in là. Storia della mia famiglia e di altre vittime del terrorismo, Mondadori, 2007
- Giuseppe De Lutiis, Alessandrini, Emilio, in Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1988
- Armando Spataro, Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa, Editori Laterza, Roma-Bari, 2010
Collegamenti esterni
- Un giovane magistrato ucciso dai terroristi. La sua vita, le sue inchieste. Puntata della trasmissione La Storia siamo noi