L'Attaccabottoni
L'Attaccabottoni. Scocciatore settimanale, dopo la soppressione del celebre settimanale Becco giallo avvenuta il 31 gennaio 1926, ne fu per certi aspetti l'erede e il continuatore più cauto, meno tagliente e soprattutto, come si soleva dire già all'epoca, del tutto «denicotinizzato», con una linea editoriale e caratteristiche illustrative uguali.
Il giornale di quattro facciate su sei colonne, stampato su carta di colore giallo come il precedente, con sede a Roma, fu fondato da Alberto Giannini, già direttore de "Il Paese" e del "Becco giallo", giornalista esperto nell'esiguo mercato delle riviste satiriche sorte negli anni '20. Numerosi disegni graffianti furono curati da Gabriele Galantara (Rata-Langa) e Domenico Natoli (Nat., Scapin).
La sua vita commerciale fu, peraltro, assai breve: il primo numero risale al 13 giugno 1926, l'ultimo al 17 ottobre dello stesso anno. Appena 19 numeri in totale.
Si ricordano, fra l'altro, quattro interventi di Giuseppe Ungaretti.[1]
L'Attaccabottoni | |
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Stato | ![]() |
Lingua | italiano |
Genere | satira |
Fondatore | Alberto Giannini |
Fondazione | 13 giugno 1926 |
Chiusura | 17 ottobre 1926 |
Sede | Roma |
Note
- ^ Ripubblicati in Giuseppe Ungaretti, Lettere a Giuseppe Raimondi (1918-1966), a cura di E. Conti, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna e Pàtron editore, 2004.
Bibliografia
- Attaccabottoni (L'). Scocciatore settimanale e Becco giallo (Il). Dinamico di opinione pubblica, cfr. in O. Majolo Molinari, La stampa periodica romana dal 1900 al 1926, Istituto di Studi Romani, Roma, 1977, vol. I, pp. 52–53; e vol. II, pp. 101–103.