Friedrich Spee

gesuita e scrittore tedesco

Friedrich Spee von Langenfeld (Kaiserswerth, 25 febbraio 1591Treviri, 7 agosto 1635) è stato un gesuita e scrittore tedesco, noto come critico dei processi contro le streghe e autore di inni religiosi. Spee fu tra i primi critici dell'uso della tortura giudiziaria, argomentando che tale forma di interrogatorio non è un modo per ottenere la verità, poiché chi la subisce è disposto ad ammettere qualsiasi cosa pur di farla cessare.[1]

Friedrich Spee von Langenfeld

La forma spesso usata "Friedrich von Spee" è da considerarsi errata.[2]

Vita

Spee nacque a Kaiserswerth sul Reno. Dopo gli studi nel collegio gesuitico di Colonia, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1610. Compì i suoi studi teologici e insegnò nei collegi della Compagnia[1] a Treviri, Fulda, Würzburg, Spira, Worms e Magonza, dove fu ordinato sacerdote nel 1622.

Nel 1624 divenne professore all'Università di Paderborn . Dal 1626 insegnò a Speyer, a Wesel, a Treviri e a Colonia, e predicò a Paderborn, Colonia e Hildesheim. Nel 1628 Friedrich Spee venne inviato a Peine, città un tempo protestante e ora, grazie alle vittorie imperiali, tornata nelle mani dei cattolici. Qui si dedicò alla predicazione del cattolicesimo ai cittadini protestanti riscuotendo un grande successo ma facendosi anche molti nemici: nel 1629 fu vittima di un tentativo di omicidio e rimase gravemente ferito.

Dopo un periodo di convalescenza, Spee riprese la sua attività come professore di teologia morale a Paderborn[3] e successivamente a Colonia e, nel 1633, fu inviato a Treviri. Durante l'assedio della città da parte delle forze imperiali nel marzo del 1635 (nel corso della Guerra dei Trent'anni), Spee si segnalò per lo zelo con cui prestò soccorso ai feriti, e morì poco dopo per avere contratto la peste mentre assisteva in un ospedale dei soldati che ne erano stati colpiti.[1]

Opere

 
Il Trutz-Nachtigal di Spee

L'attività letteraria di Spee fu in gran parte concentrata negli ultimi anni della sua vita. Due delle sue opere furono pubblicate solo dopo la sua morte: Goldenes Tugendbuch (Libro d'oro delle Virtù), un'operetta devozionale molto apprezzata da Leibniz, e il Trutznachtigall (In gara con l'usignuolo), una raccolta di inni sacri, che occupa un posto di rilievo tra i libri religiosi del 17° secolo ed è stata più volte ristampata e aggiornata fino ai giorni nostri.

La sua opera più importante, la Cautio criminalis, seu de processibus contra sagas, è un'indagine dettagliata sui processi per stregoneria, basata sulla sua esperienza personale in Westfalia. Si ritiene che Spee sia stato per lungo tempo "confessore delle streghe" a Würzburg, dal momento che dimostra di avere una conoscenza approfondita di quelli che potevano essere i pensieri personali di un condannato. Il libro fu stampato in latino nel 1631 a Rinteln senza il nome o il permesso dell'autore.[4]

Spee non sosteneva l'immediata abolizione dei processi per stregoneria, ma descriveva con sarcasmo gli abusi che si verificavano nella gran parte dei processi, in particolare l'uso del cavalletto. Si faceva promotore di misure di riforma, e in particolar modo candeggiava la promulgazione di una nuova legge imperiale in materia e l'introduzione della responsabilità per danni da parte dei giudici.

La Cautio Criminalis indusse ad abolire i roghi delle streghe in alcuni luoghi, specialmente a Magonza e diede un importante contributo alla fine della caccia alle streghe. L'impatto morale della pubblicazione fu notevole. Per tutto il XVII secolo ne comparvero molte nuove edizioni e traduzioni in lingua tedesca.

Tra i membri dell'ordine gesuita il trattato fu accolto con favore. Una celebre osservazione contenuta nel libro suggeriva che la Germania e l'Inghilterra dovevano avere più streghe e diavoli della Spagna e dell'Italia, dal momento che nei primi due paesi c'erano molti più roghi di presunte streghe. Questa affermazione è, con tutta probabilità, una critica non tanto sottile all'Europa protestante, che fu responsabile di molti più processi per stregoneria rispetto ai paesi cattolici.

Il libro di Spee è stato ripubblicato fino ai giorni nostri.[1] Una traduzione italiana è stata recentemente curata da Salerno Editrice.

Argomenti contro la tortura

 
Prima edizione anonima della Cautio Criminalis, attribuita a un "teologo romano sconosciuto"

La Cautio Criminalis contiene 52 domande alle quali Spee tenta di fornire una risposta argomentata.[1] Le conclusioni di Spee sono le seguenti:

  • Alle presunte streghe devono essere forniti un avvocato e una difesa legale, e l'enormità del crimine rende questo diritto ancora più importante del normale.
  • Esiste il rischio reale che gli innocenti confessino sotto tortura semplicemente per porre fine alla sofferenza.
  • Condannare le presunte streghe per non avere confessato sotto tortura è assurdo. Spee si opponeva all'idea che tale silenzio fosse di per sé prova di stregoneria, poiché in questo caso chiunque sarebbero stato colpevole.
  • La tortura non produce la verità, dal momento che coloro che desiderano porre fine alle sofferenze possono fermarla sia dicendo la verità che mentendo.
  • Le denunce dei complici fatte dalle "streghe" sotto tortura sono di scarso valore: o la persona torturata è innocente, nel qual caso non ha complici, o è davvero in combutta con il diavolo, nel qual caso le sue denunce non possono essere degne di fede.

Spee era particolarmente preoccupato per i casi in cui una persona veniva costretta sotto tortura a denunciare i suoi complici, che venivano poi torturati e costretti a denunciare altri complici, fino al punto che chiunque poteva divenire sospetto:

Molte persone che incitano con veemenza l'Inquisizione contro gli stregoni nelle loro città e nei loro villaggi non sono affatto consapevoli e non si accorgono né prevedono che una volta che hanno iniziato a chiedere la tortura, ogni persona torturata deve denunciarne molte altre. I processi continueranno, e alla fine le denunce raggiungeranno inevitabilmente loro e le loro famiglie, poiché, come ho avvertito sopra, e non si metterà fine ai processi finché non saranno tutti bruciati. (domanda 15) [1]

Spee non contesta l'esistenza delle streghe e inizia il libro dichiarando apertamente che le streghe esistono realmente. Tuttavia, è molto turbato dal fatto che persone innocenti vengano torturate e uccise insieme alle vere streghe. Sosteneva (domanda 13) che la parabola della zizzania in Matteo Matteo 13,24-30[5] significava che a qualcuno dei colpevoli doveva essere concessa la libertà, così che anche gli innocenti non fossero condannati.

Gli inni religiosi di Spee

 
Francobollo tedesco in onore del 400 ° compleanno di Spee (1991)

Spee ha scritto i testi e le melodie di dozzine di inni, ed è ancora oggi l'autore al quale viene attribuita la maggior parte degli inni cattolici tedeschi.[1] Sebbene sia stato un innografo anonimo in vita, oggi gli vengono attribuite diverse opere popolari tra le quali la canzone dell'Avvento "O Heiland, reiß die Himmel auf", i canti natalizi "Vom Himmel hoch, o Engel, kommt" e "Zu Bethlehem geboren", e l'inno di Pasqua "Lasst uns erfreuen" ampiamente usato con testi inglesi negli inni del XX secolo "Ye Watchers and Ye Holy Ones" e "All Creatures of Our God and King".

Opere

Bibliografia

  • Friedrich von Spee, I processi contro le streghe, a cura di Anna Foa, traduzione di Mietta Timi, Salerno Editrice, Roma 2004.
  • Friedrich von Spee e la caccia alle streghe, a cura di Silvio Silvi, Delta tre Edizioni, 2017.
  • Pamela Reilly, "Friedrich von Spee's Belief in Witchcraft: Some Deductions from the 'Cautio Criminalis'", Modern Language Review, 54:1 (Jan. 1959), pp. 51–55.

Note

  1. ^ a b c d e f g Friedrich Spee von Langenfeld: Cautio Criminalis, or a Book on Witch Trials (1631), translated by Marcus Hellyer. University of Virginia Press, 2003. ISBN 0-8139-2182-1. The translator's introduction (pp. vii–xxxvi) contains many details on Spee's life.
  2. ^ Gunther Franz (Publisher): Friedrich Spee zum 400. Geburtstag. Kolloquium der Friedrich-Spee-Gesellschaft Trier (German). Paderborn, 2001
  3. ^ Tra i suoi studenti a Paderborn c'era il giovane e talentuoso Hermann Busenbaum, che vent'anni dopo avrebbe scritto la celebre Medulla theologiae moralis, un'opera di teologia morale che sarebbe diventata un testo standard per le generazioni successive. Nella Medulla Busenbaum riconobbe con gratitudine i contributi apportati al suo pensiero teologico dal suo vecchio maestro.
  4. ^ Claudio Magris, L'avvocato delle streghe in «Corriere della Sera», 16 novembre 2014.
  5. ^ Mt 13,24-30, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.

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