Asti spumante metodo classico

vino DOCG piemontese
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Asti spumante metodo classico

Asti spumante metodo classico
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
Resa (uva/ettaro)8,0 t
Resa massima dell'uva60%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
11,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
12,0% di cui svolto dal 6,0 all'8,0%
Estratto secco
netto minimo
17,0 g/l
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
30/11/11  
Gazzetta Ufficiale del
Vitigni con cui è consentito produrlo
[senza fonte]

Asti spumante metodo classico è una tipologia del vino a DOCG Asti[1].

Zona di produzione

 
Zona di Costigliole d'Asti

La prima delimitazione della zona di produzione dell'Asti risale al 1932.
Erano compresi 45 comuni: Acqui Terme (AL), Alice Bel Colle (AL), Asti, Bistagno (AL), Bubbio (AT), Calamandrana (AT), Calosso (AT), Camo (CN), Canelli (AT), Cassinasco (AT), Cassine (AL), Castagnole delle Lanze (AT), Castel Boglione (AT), Castel Rocchero (AT), Castelletto Molina (AL), Castelnuovo Belbo (AT), Castiglione Tinella (CN), Cessole (AT), Coazzolo (AT), Cossano Belbo (CN), Costigliole d'Asti (AT), Fontanile (AT), Grognardo (AL), Incisa Scapaccino (AT), Loazzolo (AT), Mango (CN), Maranzana (AT), Moasca (AT), Mombaruzzo (AT), Monastero Bormida (AT), Montabone (AT), Neive (CN), Neviglie (CN), Nizza Monferrato (AT), Quaranti (AT), Ricaldone (AL), Rocchetta Belbo (CN), San Marzano Oliveto (AT), Santo Stefano Belbo (CN), Sessame (AT), Strevi (AL), Terzo (AL), Treiso (CN), Trezzo Tinella (CN), Vesime (AT), Visone (AL).
A questi si sono aggiunti Rocchetta Palafea(AT), Alba, Santa Vittoria d'Alba(CN), Serralunga d'Alba (CN) (nel 1967) e Castino (CN), Perletto (CN), San Giorgio Scarampi(AT) (nel 1976).[2]

Vitigni con cui è consentito produrlo

Tecniche di produzione

I vigneti possono insistere esclusivamente su terreni collinari. Per i nuovi impianti e i reimpianti la densità non può essere inferiore a 4.000 ceppi/ha. Le forme di allevamento consentite sono a controspalliera. È vietata ogni pratica di forzatura ed anche l'irrigazione di soccorso.

Tutte le operazioni di vinificazione debbono essere effettuate nella zona DOC.

La rifermentazione, da effettuarsi con il metodo champenoise, non può avere una durata inferiore a nove mesi.

Caratteristiche organolettiche

  • spuma: fine, persistente;
  • colore: da giallo paglierino a dorato assai tenue;
  • odore: caratteristico, spiccato, delicato;
  • sapore: aromatico, caratteristico, dolce, equilibrato;

Informazioni sulla zona geografica

Cenni storici

Il Moscato bianco è un vitigno antico, proveniente dal bacino orientale del Mediterraneo. La diffusione di queste uve è dovuta al particolare gusto dolce che si otteneva facendole appassire.

A partire dal Trecento, il vino dolce aromatico divenne molto ricercato, e grazie principalmente ai commerci che Venezia aveva nel Mediterraneo orientale si diffuse nella penisola italiana con il nome di "vino greco".

Nel 1511, l'uva è citata come "Muscatellum" negli statuti di La Morra, e nel 1597, sono richieste talee di Moscato alla comunità di Santo Stefano Belbo da parte del duca di Mantova.

Giovan Battista Croce, milanese, si trasferì in Piemonte alla fine del XV secolo, gioielliere del Duca di Savoia Carlo Emanuele I, può essere considerato, secondo Renato Ratti, il fondatore della branca enologica piemontese che ha dato origine ai vini dolci, aromatici e poco alcolici tra i quali primeggia il Moscato d'Asti.

Proprietario di un vigneto tra Montevecchio e Candia, il Croce produsse alcuni vini ottenuti da sperimentazioni da lui stesso eseguite e pubblicate in un libro dal titolo " Della eccellenza e diversità dei vini che sulla montagna di Torino si fanno e del modo di farli" (stampato nel 1606).

In questo manuale Giovan Battista Croce trattò di alcune tecniche ancora attuali al giorno d'oggi dalla spremitura, alla purificazione, che consiste di asportare tutte le sostanze impure dal vino (sostanze pectiche e mucillaginose), fino all'uso del freddo per bloccare la fermentazione.

La divulgazione di queste notizie, permise lo sviluppo del "vino bianco" in tutto il Piemonte e l'affermazione di questo sui mercati mondiali.[2]

Riferimenti normativi

  • Riconoscimento D.O.C. (D.P.R. del 9 luglio 1967)
  • Approvata la DOCG con DM 29.11.93 GU 287 - 07.12.1993
  • Modificata con DM 14.08.95 GU 228 - 29.09.1995
  • Modificata con DM 05.05.08 GU 123 - 27.05.2008
  • Modificata con DM 21.11.2011 GU 281 - 02.12.2011
  • Modificata con DM 30.11.2011 Pubblicato sul sito ufficiale del Mipaaf Sezione Qualità e Sicurezza Vini DOP e IGP

Il Consorzio per la tutela dell'Asti

Il Consorzio per la tutela dell'Asti è stato ufficialmente costituito il 17 dicembre 1932 e venne riconosciuto nel 1934.

Nato con l'intento di definire la zona d'origine, il vitigno, la tecnica di preparazione e la tipologia finale, oggi ha il compito anche di promuovere la conoscenza e la diffusione dell'Asti in tutto il mondo, oltre che vigilare sulle caratteristiche qualitative.

Nel caso che il prodotto sia ritenuto non idoneo, il marchio consortile non viene concesso.

La sede del Consorzio è in Piazza Roma 10 ad Asti nel Palazzo Gastaldi.[2]

Abbinamenti consigliati

Produzione

Note

Voci correlate

Asti (disambigua)