Wikipedia:Bar/Discussioni/Pdc: tre proposte secche ma... motivate
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Pdc: tre proposte secche ma... motivate |
26 giugno 2018, 07:33 9,5 KB · Atom |
Dopo essermi sfogato al bar degli sfigati, dietro invito di alcuni cavalli - di razza provo a lanciare qui 3 proposte (con tanto di motivazioni) inerenti alle pdc:
1. Parificare il voto dei favorevoli a quello dei contrari; perché, attenzione, quella che a una prima apparenza sembra essere una garanzia nei confronti dei contrari alla cancellazione, in realtà non di rado si rivolta contro di essi. Guardate cosa è accaduto in questa pdc (alla quale non ho mai partecipato, né avevo mai contribuito a quella voce): dopo una settimana di sterili discussioni si decide la proroga di sette giorni, e durante la proroga interviene un solo utente, contrario alla cancellazione; ciononostante l'admin di turno ritiene sussistente il consenso alla cancellazione. Alle mie rimostranze l'admin esplica garbatamemte le sue ragioni e tra l'altro afferma: Direi che a questo punto troppe PdC sono tirate "per i capelli" senza argomentazioni solide, tanto per andare in votazione e "vincere facile"., ove "vincere facile" sta, ovviamente, per regola dei 2/3. Morale della favola: quella voce avrebbe avuto mooolte più probabilità di salvarsi se il voto dei favorevoli avesse avuto lo stesso valore di quello dei contrari, mentre per come stanno oggi le cose l'admin di turno, sia pur assolutamente in buona fede, tende inconsciamente a favorire il partito cancellazionista.
2. Limitare il verdetto delle pdc a 6 mesi. Attualmente vi è una grave discrepanza tra i verdetti contrari alla cancellazione (che restano in vigore per 3 mesi) e quelli favorevoli (che invece valgono di qui all'eternità). Eppure il numero medio di utenti partecipanti a una singola pdc è certamente molto basso: non sono in grado di valutarlo, ma sarà pur sempre nell'ordine di poche unità, il che significa che anche le singole assenze settimanali (dovute a contingenze di vita reale) finiscono per risultare decisive. Così se in quella settimana gli autori della voce sono oberati di impegni e non possono intervenire, la voce andrà perduta per sempre. Finora si era sempre detto che tale discrepanza serviva a compensare la regola dei 2/3, ma una volta tolta la regola dei 2/3 si potrà togliere anche la dannazione perpetua delle voci cancellate, fissando un limite (ad es. 6 mesi) oltre il quale i verdetti emessi (favorevoli o contrari) scadono improrogabilmente. Si potrebbe obiettare che così assisteremo ogni 6 mesi alla riproposizione delle stesse voci, ma in realtà molti titoli sono legati alle mode passeggere, e comunque nulla impedisce di trovare soluzioni progressive, come ad esempio il raddoppio del tempo di attesa a ogni cancellazione (ad es.: una voce cancellata oggi può essere riproposta tra 6 mesi, ma se fra 6 mesi è di nuovo cancellata occorrerà poi attendere 1 anno, quindi 2 anni e solo dopo, magari, scatterà il veto perpetuo).
3. Obbligo di avvisare almeno un progetto. Questo perché attualmente la scelta è a totale discrezione del proponente, col risultato che non vengono comunicate le pdc più importanti, ma solo quelle proposte dagli utenti più zelanti. Poiché la scarsa partecipazione alle pdc è una piaga che porta spesso a risultati incongrui, credo che l'obbligo di avvisare almeno un progetto sarebbe un vantaggio per tutti, favorevoli e contrari.
In definitiva: parità di voto, parità di durata dei verdetti e maggiore partecipazione. La parola alla comunità--3knolls (msg) 01:04, 26 giu 2018 (CEST)
- L'amministratore di turno preferisce evitare sempre e comunque di andare in votazione ma, piuttosto, pesare parola per parola al fine della ricerca di un consenso e di motivazioni valide e solide a supporto di ciascuna tesi. Richieste di ripristino di pagine cancellate e/o votazioni basate esclusivamente sul conteggio delle opinioni nascono da una visione errata di quello che è il consenso e soprattutto perché si crede che Wikipedia sia una democrazia della maggioranza. Detto questo non credo che si possa giungere a una quadra sui 2/3, anche se questa regola nasce nel 2004 e ogni tentativo di rivederla è fallito sia attraverso discussioni (vedi anche gli archivi) sia attraverso sondaggi. --НУРшЯGIO(attenti all'alce) 02:18, 26 giu 2018 (CEST)
- Io mi ritrovo pienamente favorevole a una revisione dei criteri per le PdC, e quanto proposto da 3knolls (proprio per la discussione citata avevo chiesto il motivo, senza sapere che avevi già fatto anche tu la stessa richiesta poco prima) mi sembra molto ragionevole. Inoltre, quando il consenso non è chiaro, renderei l'obbligo di proseguire per votazione, anche quando le motivazioni per il mantenimento sono ridicole: sarà la comunità a giudicare a quel punto se la voce deve essere mantenuta o cancellata. Ma quando il consenso non è chiaro? Allo stato attuale, e quella discussione ne è un esempio perfetto, la decisione viene presa dall'amministratore di turno e non è detto che un altro amministratore avrebbe agito allo stesso modo, perché non c'è un consenso chiaro. Un consenso chiaro si raggiunge quando si è certi che qualsiasi altra persona avrebbe agito allo stesso modo, e nessuno può avere nulla da obiettare. La regola della "democrazia" va applicata con buon senso, perché sennò si trasforma nell'opposto e, secondo me, è peggio. --Wind Of Freedom - (scrivimi) 04:20, 26 giu 2018 (CEST)
- Ma anche no. Se le motivazioni sono ridicole queste semplicemente non si tengono in considerazione, e non si va in votazione. Il consenso si basa su delle motivazioni fondate, altrimenti si butta tutto in caciara, altro che consenso. In questo modo si spalancherebbero le porte a POV pusher, a gente che si mette a giocare con le regole e altri che vogliono mantenere o cancellare solo per partito preso. Per non parlare poi delle utenze dormienti o neoutenti e/o IP che avrebbero campo libero di scorrazzare per le PdC scrivendo anche nonsense ma facendo pesare quello che a tutti gli effetti sarebbe un pre-voto. Alla fine quello che si richiede è la tanto deprecata "conta dei pallini", cosa che sta all'opposto del buonsenso. La ridicolaggine sta nel fatto che in quella PdC si parla di stazioni ferroviare e ipotetici criteri di enciclopedicità inesistenti. Con un ultimo intervento solitario che non porta nulla di nuovo ma solo un articolo che menziona appena l'oggetto della pagina sottolieandone l'interesse locale. Le ridicolaggini vanno combattute con serietà e non avallate con troppa leggerezza. --НУРшЯGIO(attenti all'alce) 06:58, 26 giu 2018 (CEST)
- Io mi ritrovo pienamente favorevole a una revisione dei criteri per le PdC, e quanto proposto da 3knolls (proprio per la discussione citata avevo chiesto il motivo, senza sapere che avevi già fatto anche tu la stessa richiesta poco prima) mi sembra molto ragionevole. Inoltre, quando il consenso non è chiaro, renderei l'obbligo di proseguire per votazione, anche quando le motivazioni per il mantenimento sono ridicole: sarà la comunità a giudicare a quel punto se la voce deve essere mantenuta o cancellata. Ma quando il consenso non è chiaro? Allo stato attuale, e quella discussione ne è un esempio perfetto, la decisione viene presa dall'amministratore di turno e non è detto che un altro amministratore avrebbe agito allo stesso modo, perché non c'è un consenso chiaro. Un consenso chiaro si raggiunge quando si è certi che qualsiasi altra persona avrebbe agito allo stesso modo, e nessuno può avere nulla da obiettare. La regola della "democrazia" va applicata con buon senso, perché sennò si trasforma nell'opposto e, secondo me, è peggio. --Wind Of Freedom - (scrivimi) 04:20, 26 giu 2018 (CEST)
- Fatico a comprendere il senso di questo intervento: ci si oppone sia al sistema della maggioranza (qualificata) sia a quello del non-voto (argomenti pesati)? E questo per risolvere casi in cui le opinioni si dividono esattamente a metà (4:4)?
- Il problema che vedo nell'esempio è che solo il primo e l'ultimo intervento si sono espressi sulla voce secondo le regole della cancellazione, uno indicando «non vengono forniti elementi di rilevanza, e le fonti sono autoreferenziali» e l'altro invece suggerendo (ma non affermando esplicitamente) una sufficienza delle fonti. Gli altri, come troppo spesso accade, paiono esprimersi piú su argomenti astratti, come parlando a nuora perché suocera intenda. Quando si parla per principi, è difficile trovare una via di mezzo. Le PdC non dovrebbero essere un'occasione per ribadire i propri (pre)giudizi su un settore del mondo ma per esprimersi sulle voci discusse. Non credo peraltro che il sistema di voto (o non voto) possa essere determinante su questo punto, e l'amministratore salvifico nemmeno: è la tendenza italiana a dividersi in tifoserie, che al massimo può essere mascherata.
- Ora, io sono anche favorevole al concetto che in assenza di un consenso chiaro per la cancellazione si vada in ordinaria (dove la maggioranza qualificata è il metodo privilegiato per appurare il reale e motivato consenso). Cerchiamo però di non ottimizzare il sistema per casi minoritari. --Nemo 07:23, 26 giu 2018 (CEST)