Liongo
Liongo (o Lyiongo) Fumo è un leggendario eroe della tradizione swahili. Era un guerriero e un poeta, e a lui sono attribuite numerose canzoni e poesie tradizionali, in particolare fra quelle associate ai riti nuziali e alle danze gungu. Gran parte della tradizione su di lui è tramandata proprio attraverso questi canti.
Gli storici sono inclini a ritenere che Liongo sia un personaggio realmente esistito, anche se è difficile ricostruire i dettagli della sua vita e delle sue imprese. Alcuni elementi delle vicende di Liongo fanno pensare che l'origine del mito risalga al periodo di transizione fra la cultura africana (matrilinea) e quella islamica (patrilinea), intorno al XIII secolo circa. A questo proposito è significativo che diverse fonti rappresentino alternativamente Liongo come un seguace delle religioni tradizionali africane, un musulmano, o addirittura un cristiano.
Le descrizioni tradizionali di Liongo presentano molti punti in comune con quelle di eroi leggendari della tradizione europea; in particolare, ci sono forti analogie con le vicende di Achille, Sigfrido e Robin Hood. Viene descritto come un principe severo, e un guerriero possente: altissimo (quasi un gigante) e quasi invulnerabile, poteva essere ucciso solo da un chiodo (o spillo) di rame piantato nell'ombelico. Questo segreto era noto solo a Liongo e a sua madre Mbowe.
Liongo era principe (o re) di Shanga, un antico regno dell'isola di Pate (la maggiore delle isole Lamu), sebbene fosse probabilmente originario del continente (ci sono diverse località della costa orientale dell'Africa che si attribuiscono il merito di avergli dato i natali). La parte più nota delle sue imprese riguarda la sua caduta in disgrazia, che a seconda delle fonti è attribuita all'ira del popolo[1] o a una disputa con il fratello o il cugino per la successione al trono. In alcune varianti della storia, il rivale-cugino si chiama Hemedi (Ahmad);[2] questa versione potrebbe rappresentare simbolicamente il conflitto fra l'antica tradizione dei re africani e l'avvento dei sultanati islamici. In ogni caso, la vicenda narra che Liongo, imprigionato, si mise a cantare una lunghissima canzone (accompagnata da danze gungu), e il popolo si unì al suo canto, consentendo a Liongo di fuggire nella confusione causata dal frastuono.
Un altro elemento fondamentale dell'epica di Liongo riguarda la sua morte che, come nel caso di quella dell'eroe nordico Sigfrido, fu causata dal tradimento da parte di un figlio , venuto a conoscenza del punto vulnerabile dell'eroe.
In altri canti Liongo viene descritto anche come un maestro nel tiro con l'arco, e alcuni episodi sono incentrati su questo elemento. In una occasione, un re aveva indetto un torneo con lo scopo di attirare Liongo in trappola; Liongo riuscì a vincere il torneo e contemporaneamente sfuggire alla cattura. Alcune descrizioni della sua morte riferiscono che, dopo la fatale ferita procuratagli dallo spillo di rame, si inginocchiò appoggiato al suo arco, morendo in quella posizione; e chi lo vedeva pensava che fosse ancora vivo.
Nella località di Ozi esiste un luogo di sepoltura in cui, secondo la tradizione, giace il corpo di Liongo.