Capitan Pastene

Frazione del comune di Lumaco (Cile)

Capitan Pastene è una frazione del comune di Lumaco, in provincia di Malleco nella Regione dell'Araucanía, nel Cile meridionale,

Capitan Pastene
località
Capitán Pastene
Capitan Pastene – Veduta
Capitan Pastene – Veduta
piazza
Localizzazione
StatoCile (bandiera) Cile
Regione Araucanía
ProvinciaMalleco
ComuneLumaco
Territorio
Coordinate38°10′59.88″S 72°59′56.76″W
Altitudine218 m s.l.m.
Abitanti2 600
Altre informazioni
Linguespagnolo
Fuso orarioUTC-4
Nome abitantipastenini
Cartografia
Mappa di localizzazione: Cile
Capitan Pastene
Capitan Pastene

Nella località è insediata una comunità italo-cilena di circa 2000 persone, discendenti da emigranti modenesi dei primi del Novecento.

Geografia fisica

La località si trova a 218 m s.l.m., a circa 800 km a sud della capitale Santiago del Cile. Capitán Pastene è situata a circa dieci chilometri da Lumaco, passando per Traiguén verso la costa, dopo aver salito un ampio pendio.

Origini del nome

 
Busto dedicato a Giovanni Battista Pastene nella piazza principale

Inizialmente chiamata Colonia Nuova Italia (Colonia Nueva Italia), a seguito di una concessione di terreni nella regione dell'Araucanía da parte del governo cileno a una società chiamata Nuova Italia, fondata dal giornalista Salvatore Nicosia e dai fratelli Giorgio e Alberto Ricci di Pavullo nel Frignano con l'obiettivo iniziale di insediare cento famiglie.[1]

Nel 1907 l'insediamento vene ridenominato Capitán Pastene, in onore del capitano genovese Giovanni Battista Pastene, che nel XVI secolo esplorò le coste cilene sotto l'autorità di Pedro de Valdivia, padre della nazione cilena. Pastene fu uno dei primi esplorare le rive del "Mare del Sud" (nome utilizzato all'epoca per indixare l'Oceano Pacifico).[2]

Storia

 
Coloni modenesi a Capitan Pastene nel 1910: la famiglia Castagna

Nei primi anni del XX secolo numerose famiglie originarie del Frignano sull'Appennino modenese (in particolare di Pavullo nel Frignano) emigrarono verso il meridione del Cile. Nel 1904 arrivarono le prime 23 famiglie, seguite l'anno successivo da altre 62 famiglie, per un totale di circa 700 persone, che procedettero alla colonizzazione dell'area fino ad allora abitata solo dagli indios Mapuche e da poco pacificata dalle truppe cilene nella loro guerra contro le tribù araucane[3] In seguito giunsero anche nuclei famigliari di origine romana.[4]

Monumenti e luoghi d'interesse

 
Iglesia San Felipe de Neri nel febbraio 2011

Nella piazza principale si trova la chiesa di San Filippo Neri, edificio bianco con campanile laterale.

L'insediamento è caratterizzato da strade ben tracciate, una piazza con fontane danzanti e una piazza rotonda, intitolate ai pricipali personaggi storici della cultura italiana, tra cui Dante Alighieri, Giuseppe Garibaldi, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Verdi.[4]

La Casa Salvestrini (conosciuta anche come Casa de don Pastene) era un'abitazione storica, situata in calle Manuel Montt 389 all'angolo di calle J. Verdi, costruita tra il 1910 e il 1920 per conto di Ubaldo Salvestrini. Si trattava di una delle poche case in legno costruite all'inizio del XX secolo e ancora in piedi, particolarmente degna di nota per i dettagli nel suo frontone, ringhiera al secondo piano e portico di accesso. L'edificio era realizzato con tronchi di quercia e con un rivestimento interno ed esterno in raulí senza vernice, mentre la struttura del tetto era in legno e coperture in metallo.[5] Nel 2009 la Casa Salvestrini era stata dichiarata monumento nazionale storico dal Ministero dell'educazione del governo del Cile, quale chiara testimonianza e protagonista del processo migratorio che ha accolto centinaia di italiani che continuano a contribuire allo sviluppo dell'area e del Paese.[6] Nel maggio 2017 un incendio doloso ha completamente distutto l'edificio, causando una grave perdita al patrimoni culturale della regione.[7][8]

Società

A Capitán Pastene si trova attualmente una piccola concentrazione di 2.000 italo-cileni, che costituiscono la quasi totalità della popolazione locale.

Lingue e dialetti

L'uso della lingua italiana è pressochè scomparsa fra i discendenti dei coloni italiani, tuttavia è ancora in uso qualche parola, anche del dialetto modenese, specialmente in ambito culinario.[4]

Tradizioni e folclore

Annualmente, la comunità italo-cilena di Capitán Pastete organizza una grande festa per celebrare le proprie origini e l'arrivo dei coloni. La popolazione locale indossa i vestiti tradizionali risalenti agli inizi del XX secolo e percorrono le strade a bordo di carretti trainati da cavalli.[4]

Cultura

 
Una casa di Capitán Pastene con le bandiere italiana, cilena e della Regione Emilia-Romagna

Visto l'alto numero di famiglie modenesi che hanno fondato la comunità, il paese ha mantenuto diverse tradizioni e memorie dei comuni di origine: nella toponomastica, nei cognomi, nella gastronomia, costituendo un raro caso di enclave italiana ed emiliana perfettamente preservata in America Latina[9].

Cucina

La località di Capitan Pastene è nota per aver mantenuto le antiche tradizioni culinarie italiane, in particolare della cucina modenese. Fra i piatti tradizionali vi sono infatti i tortellini, i borlenghi e il prosciutto crudo.[4][10]

Il prosciutto de Capitán Pastene viene preparato utilizzando una miscela di spezie chiamata merquen un tempo utilizzata dalla tribù dei Mapuche, per poi essere stagionato secondo la tradizione della salumeria modenese del prosciutto di Modena;[4] questo prodotto ha peraltro ottenuto dal governo cileno anche il marchio di denominazione d'origine.

Economia

Turismo

La città sta vivendo un revival turistico basato sulla cultura italiana ancora presente.

Amministrazione

Gemellaggi

Nel 2000 si è avuto il gemellaggio del comune di Pavullo con quello di Angol (capoluogo della provincia cilena omonima dove si trova Capitan Pastene), in attesa della creazione del comune di Capitan Pastene (proposto recentemente[quando?]).

In questa provincia, gemellata a quella di Modena, abitano circa 16.000 discendenti di coloni modenesi[11].

Note

  1. ^ Sito ufficiale degli italo-cileni di Capitan Pastene[collegamento interrotto]
  2. ^ Stefano Ferrari, Capitan Pastene: storia di un inganno.
  3. ^ Racconto con informazioni dettagliate sulla "Colonia Nuova Italia"
  4. ^ a b c d e f Casa della memoria dell'emigrazione, su L’epopea di Capitan Pastene, emilianoromagnolinelmondo.regione.emilia-romagna.it, Regione Emilia-Romagna.
  5. ^ (ES) Casa Salvestrini de Pastene, su Consejo de monumentos nacionales de Chile.
  6. ^ Governo del Cile - Ministero dell'educazione, Decreto Nº 298 (2009) (PDF), 10 agosto 2009.
  7. ^ (ES) Catalina Díaz e Carlos Martínez, Indagan intencionalidad en incendio que destruyó casa patrimonial de Capitán Pastene, su BiobioChile, 9 maggio 2017.
  8. ^   Incendio arrasó con centenaria casa de Capitán Pastene, su Soy Chile, 9 maggio 2017.
  9. ^ I "Nonnos" di Capitan Pastene[collegamento interrotto]
  10. ^ Gian Paolo Bonomi, CILE, Capitan Pastene,,, QUELL’ANGOLO DI EMILIA CON TORTELLINI E ‘PORSUT’, su gianpaolobonomi.it.
  11. ^ Gemellaggi

Bibliografia

  • (ESIT) Stefano Ferrari, Capitan Pastene: storia di un inganno, 2014, ISBN 9786050309966.
  • Maria Rosaria Stabili, Da sfruttati a sfruttatori; Italiani e mapuches in Capitan Pastene, Cile, 1905—1940, in Vanni Blengino, Emilia Franzina e Adolfo Pepe (a cura di), La riscoperta delle Americhe: lavoratori e sindacato nell'emigrazione italiana in America Latina 1870—1970, Milano, Teti Editore, 1993, pp. 291-310.

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