Marocchinate
Con il termine marocchinate vengono generalmente definiti tutti gli episodi di violenza sessuale e violenza fisica di massa, ai danni di svariate migliaia di individui di ambo i sessi e di tutte le età (ma soprattutto di donne) effettuati dai goumier francesi inquadrati nel Corpo di spedizione francese in Italia (Corps expéditionnaire français en Italie - CEF) durante la campagna d'Italia della seconda guerra mondiale. Questi episodi di violenza sfociavano a volte anche in esecuzioni coatte degli abitanti delle zone sottoposte a razzia e violenza, e raggiunsero l'apice durante i giorni immediatamente successivi l'operazione Diadem e lo sfondamento della linea Gustav da parte degli Alleati[1].
Marocchinate | |
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![]() Militari marocchini inquadrati nell'esercito francese accampati nei pressi di Monte Cassino
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Tipo | stupri e uccisioni di massa, torture |
Data | maggio 1944 |
Luogo | Basso Lazio |
Stato | ![]() |
Obiettivo | popolazione civile |
Responsabili | Reparti marocchini del Corps expéditionnaire français en Italie |
Motivazione | Stupri da conquista |
Conseguenze | |
Morti | diverse migliaia di donne, bambini e uomini |
I fatti
Il 14 maggio 1944 i goumier del Corpo di spedizione francese in Italia, attraversando un terreno apparentemente insuperabile nei monti Aurunci, aggirarono le linee difensive tedesche nell'adiacente Valle del Liri, consentendo al XIII Corpo britannico di sfondare la linea Gustav e di avanzare fino alla successiva linea di difesa predisposta dalle truppe germaniche, la linea Adolf Hitler. In seguito a questa battaglia si ritiene che il generale Alphonse Juin abbia dato ai suoi soldati cinquanta ore di "libertà"[1][2], durante le quali si verificarono i saccheggi dei paesi e le violenze sulla popolazione denominate appunto marocchinate.
A seguito delle violenze sessuali molte persone furono contagiate da sifilide, gonorrea ed altre malattie a trasmissione sessuale, e solo l'uso della penicillina statunitense salvaguardò quelle zone da una vasta epidemia. Molte donne rimasero incinte ed altrettante abortirono od ebbero aborti spontanei; benché non siano state fatte ricerche in merito, si ritiene che si verificarono diversi casi di suicidio tra le donne violentate, nonché molti casi di infanticidi della prole nata dagli stupri[3].
Le testimonianze
Il sindaco di Esperia (comune in provincia di Frosinone) affermò che nella sua città 700 donne su un totale di 2.500 abitanti furono stuprate, e alcune di esse, in seguito a ciò, morirono. Con l'avanzare degli Alleati lungo la penisola, eventi di questo tipo si verificarono altrove: nel Lazio settentrionale e nella Toscana meridionale[4].
Lo scrittore Norman Lewis, all'epoca ufficiale britannico sul fronte di Montecassino, narrò gli eventi:
Diverse città laziali furono investite dalla foga dei goumier (truppe marocchine): si segnalano nella Provincia di Frosinone le cittadine di Esperia[6], Castro dei Volsci, Vallemaio, Sant'Apollinare, Ausonia, Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri, Coreno Ausonio, Morolo e Sgurgola, mentre nella Provincia di Latina si segnalano le cittadine di Lenola, Campodimele, Spigno Saturnia, Formia, Terracina, San Felice Circeo, Roccagorga, Priverno, Maenza e Sezze, in cui numerose ragazze e bambine furono ripetutamente violentate, talvolta anche alla presenza dei genitori[7].
Numerosi uomini che tentarono di difendere le proprie congiunte furono uccisi o violentati a loro volta. Il parroco di Esperia don Alberto Terrilli che cercò invano di salvare tre donne dalle violenze dei soldati, fu legato e sodomizzato tutta la notte, morendo due giorni dopo per le sevizie subite.[8]
A Pico i soldati statunitensi del 351º reggimento fanteria (della 88ª divisione di fanteria, i cui membri erano soprannominati i "blue devils" per la loro ferocia in combattimento[9]) giunsero mentre i goumier stavano compiendo le violenze, ma furono bloccati dal comandante francese del reparto, che disse loro che "erano qui per combattere i tedeschi e non i francesi"[10].
In una relazione redatta il 28 maggio 1944 del capitano italiano Umberto Pittali viene detto che “ufficiali francesi lasciano ai marocchini una discreta libertà di azione” e “preferiscono ignorare” quanto accade[10]. Secondo un testo
Don Alfredo Salulini nel suo libro Le mie memorie del tempo di guerra (1992, Casamari, Tipolitografia dell'Abbazia), racconto autobiografico, cita un episodio di una giovane ragazza di appena 16 anni tenuta prigioniera in un casolare di campagna all'inizio di Vallecorsa e costretta a subire violenza carnale da un intero plotone di goumiers (anche soldati francesi che si nascondevano tra loro), morta dopo una settimana di violenze.
Conseguenze
Le reazioni delle autorità
Il 18 giugno del 1944 papa Pio XII sollecitò Charles de Gaulle a prendere provvedimenti per questa situazione. Ne ricevette una risposta accorata e al tempo stesso irata nei confronti del generale Guillaume. Ancora, il cardinale francese Tisserant rivolse una lamentela al generale Juin, che rispose che "si era provveduto alla fucilazione di 15 militari, accusati di stupri, colti sul fatto, mentre altri 54, colpevoli di violenze varie e omicidi, erano stati condannati a diverse pene compresi i lavori forzati a vita.[12]" Entrò quindi in scena la magistratura francese, che fino al 1945 avviò 160 procedimenti giudiziari nei confronti di 360 individui. I reparti coloniali vennero alla fine ritirati e la 2ª divisione marocchina venne reimpiegata sul fronte tedesco, nella Foresta Nera e a Freudenstadt, nell'aprile del 1945, dove accaddero ancora episodi di stupri e rapine[13].
Il giallo del volantino
Per quanto l'originale sia introvabile, si conosce la traduzione di un volantino in francese e arabo che sarebbe circolato tra i goumier:
La storia del volantino, tuttavia, potrebbe essere stata solo una storia messa in giro per far ricadere la colpa dell'intera vicenda sul generale Juin. Con l'accettazione dell'esistenza di questo volantino (della cui reale esistenza non esistono prove), infatti, si nega la possibilità che questo fenomeno abbia interessato mezza Italia.
Un'ulteriore prova che questo fenomeno non fosse circoscritto alle 50 ore di cui parlerebbe il volantino sarebbe la presenza di moduli prestampati per denunciare le violenze effettuate dai marocchini.
Anche se si nega l'esistenza del volantino, tuttavia, l'acquiescenza di comandanti ed ufficiali ed il carattere sistematico delle violenze hanno portato a definire l'idea di una libertà di azione concessa ai soldati nei confronti dei civili. Ai soldati marocchini, cioè, sarebbe stato concesso il diritto di preda.
Dati sulle violenze
Una nota del 25 giugno del 1944 del comando generale dell'Arma dei Carabinieri dell'Italia liberata alla Presidenza del Consiglio, segnalerebbe nei comuni di Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, Morolo, e Sgurgola, in soli tre giorni (dal 2 al 5 giugno 1944, giorni della liberazione di Roma), 418 violenze sessuali, di cui 3 su uomini, 29 omicidi, e 517 furti.[15]
Numerosi stupri si sono verificati anche nei comuni di Latina, Lenola, Campodimele, Fondi, Formia, Sabaudia, San Felice Circeo, Sezze, Cori, Norma, Roccagorga, Latina, Maenza, Prossedi, Spigno Saturnia, Frosinone, Ceccano, Giuliano di Roma, Vallecorsa, Castro dei Volsci, Villa Santo Stefano, Amaseno, Esperia, Supino, Pofi, Pratica, Pastena, Pico, Pontecorvo.[16]
Le stime ammonterebbero a circa 3.100 casi, come riportato in una inchiesta italiana sottostimata per difetto fino ai dati probabilmente inverosimili delle 50.000 denunce presentate entro la fine del conflitto.[17]
Nella seduta notturna della Camera del 7 aprile 1952 la deputata del PCI Maria Maddalena Rossi (presidente dell'UDI) denunció che solo nella Provincia di Frosinone vi erano state 6.000 violenze da parte delle truppe "Magrebine" del generale Alphonse Juin. Al convegno "Eroi e vittime del '44: una memoria rimossa" tenutasi a Castro dei Volsci il 15 ottobre 2011, il Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime delle "Marocchinate" Emiliano Ciotti fa una stima dello stupro di massa:
Altri episodi
Queste violenze non vennero compiute solo in questa zona dell'Italia: il fenomeno sarebbe iniziato già dal luglio 1943 dopo lo sbarco alleato in Sicilia, proseguendo poi nel resto della penisola. Si sarebbe arrestato solo nell'ottobre del '44 alle porte di Firenze, quando il corpo di spedizione francese fu trasferito in Provenza.
In Sicilia, i goumier avrebbero avuto scontri molto accesi con la popolazione per questo motivo: si parla del ritrovamento di alcuni goumier uccisi con i genitali tagliati e infilati in bocca (secondo alcuni un chiaro segnale). La violenza era su donne e uomini, ma soprattutto su donne, per cui i siciliani, oltre a nascondere le donne in rifugi naturali o artificiali come grotte o pozzi, in diversi casi reagirono come a Capizzi, dove una quindicina di marocchini vennero uccisi con l'acquiescenza delle autorità militari alleate[18]; in altri casi gli autori degli stupri vennero uccisi a roncolate o evirati, sbudellati, squartati, sventrati, affogati, bruciati e dati in pasto ai maiali[18].
Il fenomeno nel cinema e nel teatro
Il film La ciociara, ispirato al romanzo omonimo di Alberto Moravia e diretto da Vittorio De Sica, culmina con la violenza da parte dei goumier sulle protagoniste, madre e figlia adolescente; la madre chiama i violentatori "turchi", in un disperato sfogo verso degli ufficiali francesi che si fingono scettici.
Nel 2013 è stata rappresentata la pièce teatrale "La Marocchinata" scritta e diretta da Stefania Catallo, basata sulla testimonianza di una delle vittime dei goumiers. Ad ottobre 2015 è stato pubblicato "Le Marocchinate", un libro di testimonianze autentiche raccolte in 12 anni di ricerca attiva da Stefania Catallo, che contiene tra l'altro gli atti parlamentari presentati da Maria Maddalena Rossi per ottenere l'indennizzo delle vittime[19][20]. A gennaio 2017, visto il successo riscosso, è stata pubblicata una nuova edizione, "La memoria scomoda della guerra: le Marocchinate", che porta sulla copertina un codice QR tramite il quale si può vedere la testimonianza di una delle vittime.
Il 13 giugno 2015 è andata in scena all'Opera di San Francisco l'opera Two women (La ciociara), tratta dal romanzo di Moravia e dalla sceneggiatura cinematografica di Luca Rossi, e musicata da Marco Tutino, su libretto dello stesso Tutino e di Fabio Ceresa, per l'interpretazione di Anna Caterina Antonacci nel ruolo di Cesira.[21] L'opera è stata poi ripresa, in prima europea, al Teatro lirico di Cagliari il 24 novembre 2017, ed anche ripetutamente teletrasmessa da RAI5.[22]
Ad agosto 2016 ha debuttato al Festival "Narrastorie - Il Festival del racconto di strada" lo spettacolo "Le Marocchinate", un monologo scritto da Simone Cristicchi e Ariele Vincenti ed interpretato da quest'ultimo[23].
Onorificenze alle vittime
— Vallecorsa (FR) 1943/1944[24].
— Esperia (FR), Ottobre 1943-Maggio 1944[25].
— Lenola (LT), 1943-1944[26].
— Castro dei Volsci (FR), 1943-1945[27].
— Ceccano (FR), 1943-1944[28].
— Campodimele (LT), 1943-1945[29].
— Pofi (FR), 1943-1944[30].
— Spigno Saturnia (LT), 1943-1944[31].
Note
- ^ a b La verità nascosta delle “marocchinate”, saccheggi e stupri delle truppe francesi in mezza Italia.
- ^ Vasco Ferretti, Kesselring, Mursia, 2009, pag. 97: Il carattere sistematico delle violenze e della sostanziale acquiescenza degli ufficiali francesi che erano al loro comando conferma che essi ubbidivano a disposizioni superiori in base alle quali ai goumier marocchini era stata accordata "mano libera", o "carta bianca" che dir si voglia nei confronti della popolazione civile italiana nel presupposto che tali truppe erano state reclutate "mediante un patto che accordava loro il diritto di preda e di saccheggio". La discriminante etica e giudiziaria tra vincitori e vinti in questo caso risulta molto evidente.
- ^ INDAGINE CONOSCITIVA SULLA TUTELA DEI DIRITTI DELLE MINORANZE PER IL MANTENIMENTO DELLA PACE E DELLA SICUREZZA A LIVELLO INTERNAZIONALE, su documenti.camera.it. URL consultato il 3 luglio 2017.
- ^ roma.it, seduta del 16-12-2010, mozione n.33
- ^ Fabio Andriola, Come ti umilio il liberato, articolo su L'Italia settimanale, N° 7 anno III 23 febbraio 1994, pag.46
- ^ Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia moderna, Vol. 10, pag.285. Feltrinelli editore, 2002.
- ^ ACS-PCM, Gab 1944-47, n. 10270, f. 19-10, Nota del comando generale dell'Arma dei carabinieri alla presidenza del Consiglio dei ministri dell'Italia liberata, "nei comuni di Giuliano di Roma, Patrica, Ceccano, Supino, Morolo e Sgurgola, paesi nei quali si ebbero stupri, omicidi, furti, rapine, saccheggi di abitazioni poi devastate e incendiate e dove vennero violentate, spesso ripetutamente, donne, ragazze e bambine da soldati in preda a sfrenata e sadica esaltazione sessuale."
- ^ C. Beatrice Tortolici, Violenza e dintorni, pag. 83, Armando Editore, 2005.
- ^ Part II: We Were There: From Gruber to the Brenner Pass; 88th Infantry Division WWII Unit History
- ^ a b Strazza, pp. 110-111.
- ^ Strazza, p. 111.
- ^ Strazza, p. 126.
- ^ Strazza, p. 125.
- ^ v. p.83, C. Beatrice Tortolici Violenza e dintorniArmando Editore, 2005
- ^ La storia è racconto attraverso i libri da digilander.libero.it/freetime1836/
- ^ Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate.
- ^ Strazza, pp. 126-127.
- ^ a b Strazza, pp. 103-1104.
- ^ Interrogazione parlamentare del 7 aprile 1952 dall'on. Maria Maddalena Rossi al ministro Tessitori, seduta presieduta dal vicepresidente on. Targetti (PDF), su legislature.camera.it, camera.it. URL consultato il 3 marzo 2018.
- ^ Le marocchinate, di Stefania Catallo, su change.org, 5 novembre 2015. URL consultato il 3 marzo 2018.
- ^ Paolo Pontoniere, "Two Women", "La ciociara" sbarca a San Francisco: "Un'opera verista", «la Repubblica», 12 giugno 2015
- ^ Programma del Teatro lirico di Cagliari; Angela Calvini, «La ciociara», il melodramma della verità, «Avvenire», 25 novembre 2017.
- ^ “Le marocchinate”, monologo di Simone Cristicchi e Ariele Vincenti anche interprete, su marcantonioluciditeatro.it, 31 ottobre 2016. URL consultato il 3 marzo 2018.
- ^ Medaglia d'oro al merito civile al Comune di Vallecorsa
- ^ Medaglia d'oro al merito civile al Comune di Esperia
- ^ Medaglia d'oro al merito civile al Comune di Lenola
- ^ Medaglia d'argento al merito civile al Comune di Castro dei Volsci
- ^ Medaglia d'argento al merito civile al Comune di Ceccano
- ^ Medaglia d'argento al merito civile al Comune di Campodimele
- ^ Medaglia d'argento al merito civile al Comune di Pofi
- ^ Medaglia d'argento al merito civile al Comune di Spigno Saturnia
Filmografia
- La ciociara - film del 1960 diretto da Vittorio De Sica.
Bibliografia
- Fabrizio Carloni, Il corpo di spedizione francese in Italia, 1943-1944, Milano, Mursia, 2006, ISBN 88-425-3552-4.
- A. Riccio, Etnografia della memoria, storie e testimonianze del secondo conflitto mondiale nei Monti Aurunci, Roma, Edizioni Kappa, 2008, ISBN 88-7890-940-8.
- Alberto Moravia, La ciociara, Bompiani, 1962.
- M. Lucioli, D. Sabatini, La ciociara e le altre: il corpo di spedizione francese in Italia: 1943-1944, Frascati, Tusculum, 1998.
- Gigi Di Fiore, Controstoria della Liberazione: Le stragi e i crimini dimenticati degli Alleati nell'Italia del Sud, BUR, 2012.
- Michele Strazza, Senza via di scampo - Gli stupri nelle guerre mondiali (PDF), in Collana “Un archivio della memoria”, Consiglio Regionale della Basilicata, Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità, 2010.
- Stefania Catallo, Le marocchinate, ed. Sensibili alle foglie, 2015.
- Stefania Catallo, La memoria scomoda della guerra. Le marocchinate, collana Il roseto, Universitalia, 2017, p. 98.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Associazione Nazionale Vittime delle "Marocchinate" o Goumier, su vittimemarocchinate.blogspot.com.
- "CASO DELLE DONNE ITALIANE STUPRATE DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE AL CENTRO DI NUOVE RICERCHE La ciociara e le altre", articolo de La Stampa del 25 novembre 2002, su archivio.lastampa.it (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2013).
- "Le marocchinate", articolo sul sito dell'Istituto Tecnico C.G.P.A.C.L.E. "Luca Pacioli" di Crema (CR), da Web Archive, su pacioli.net. URL consultato il 26 gennaio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 dicembre 2013).
- Atti parlamentari - 37011 - Camera dei Deputati, "Seduta notturna di lunedì 7 aprile 1952" (PDF), su legislature.camera.it.
- Disegno di legge Senato n.1081 presentato il 25 luglio 1996 "Norme in favore delle vittime di violenze carnali in tempo di guerra", su senato.it.
- Sito del Quirinale con pagina relativa alla medaglia d'oro al merito civile, su quirinale.it.
- "RAI - La Storia siamo Noi: Bottino di guerra - Le donne violentate in Ciociaria", su lastoriasiamonoi.rai.it. URL consultato il 26 gennaio 2016.