Banditismo sardo
Il banditismo sardo è stato ed è un fenomeno criminale, sociale e politico della Storia della Sardegna la cui origine si perde nella notte dei tempi e che ebbe la sua maggiore visibilità negli anni '60 e '70 del secolo scorso.
Caratteristiche
Le attività criminali dei banditi in Sardegna sono state: il furto di bestiame (abigeato), il sequestro di persona,
la rapina e l’omicidio anche su commissione. La loro vicenda è spesso legata, per contesto e formazione, a quella dei pastori che
sono ancora oggi parte determinante della cultura e dell’economia dell’isola. Il loro destino è stato invece legato alla latitanza ed è proprio da questo che trae origine il significato del termine bandito.
Il banditismo sardo si distingue da altri fenomeni simili per l’assenza di un capo e di una gerarchia all’interno dell’organizzazione criminale[1]. Le bande nascono e si sciolgono secondo necessità e i banditi osservano un codice morale e comportamentale personale che prende spunto da quello tramandato verbalmente: il Codice barbaricino
Storia
La storia del banditismo in Sardegna e dei tentativi di repressione da parte delle autorità statali al fine di risolvere il problema, è lunga e complessa e le fonti, come i documenti ufficiali sul tema si concentrano per la gran parte in quell’arco di tempo che va dall’unità d’Italia ad oggi.
Sappiamo però che i regnanti hanno visto da sempre questo fenomeno come un problema molto serio e in epoca sabauda hanno risposto in modo straordinariamente forte attraverso il Marchese Carlo San Martino di Rivarolo, Francesco Emanuele Valguarnera e Giovanni Battista Lorenzo Bogino.
La prima Commissione parlamentare d'inchiesta che si occupò del fenomeno si tenne dal 1868 al 1870[2], fu presieduta da Agostino Depretis e non giunse a conclusioni. La seconda commissione fu quella presieduta da Francesco Pais Serra che venne pubblicata nel 1896 dalla Camera dei Deputati con il titolo di Relazione dell'inchiesta sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna.
La terza Commissione parlamentare d'inchiesta si riunì quindi 100 anni dopo la prima, nel 1968[3] per iniziativa fra gli altri di due politici nuoresi: Carta (Dc) e Pirastru (Pci) [4]. Nel 2° capitolo della relazione conclusiva pubblicata nel 1972 dichiara: Il banditismo sardo è un fenomeno che dura da secoli. Storicamente nasce dal conflitto tra una società pastorale, che vuole imporre regole tradizionali, e uno Stato di conquistatori che vuole imporre le sue leggi. L'ostilità della società pastorale alle leggi dello Stato unitario è facilmente comprensibile.
Banditi e personaggi di spicco
- XVII secolo: Giovanni Galluresu [5] [6]
- XIX secolo: Giovanni Tolu, Sebastiano (Bastiano) Tansu Il muto di Gallura, Francesco Derosas
- XX secolo: Giuseppino Càmpana, Annino Mele, Attilio Cubeddu, Giovanni Farina, Graziano Mesina, Matteo Boe, Luigi Lombardini
- XXI secolo: Raffaele Arzu
I sequestri di persona
L'Anonima sequestri o Anonima sarda, detta a volte Anonima gallurese o anche Super anonima ha compiuto alcuni sequestri di persona divenuti famosi. Fra questi il Sequestro di Fabrizio De André e Dori Ghezzi, il Sequestro di Farouk Kassam, il Sequestro Soffiantini e il Sequestro di Silvia Melis.
Filmografia
- Banditi a Orgosolo, regia di Vittorio De Seta (1961)
- Padre padrone (film), regia di Paolo e Vittorio Taviani (1977)
Note
- ^
(IT) Carlo Lucarelli, Sardegna - Perché banditi 1/4, su YouTube, Blu notte, Misteri Italiani, 26 lug 2012, a 31 min 15 s. URL consultato il 30 Ott 2018.«Mauro Mura "Io penso che ci sia al fondo un problema di gerarchia"»
- ^ Commissione d'inchiesta parlamentare sopra le condizioni morali, economiche e finanziarie della Sardegna, su Parlamento Italiano, 22 giugno 1868 - 14 agosto 1869. URL consultato il 30 Ottobre 2018.
- ^ Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni di criminalità in Sardegna (PDF), su Senato.it, 29 marzo 1972. URL consultato il 30 Ottobre 2018.
- ^ . (IT) Peppino Fiori, Banditismo Sardo - Commissione parlamentare d'inchiesta 1968, su YouTube, Rai: Sette giorni al Parlamento, 27 set 2012. URL consultato il 30 Ott 2018.
- ^ Giovanni Tolu. Storia di un bandito sardo narrata da se medesimo, su Google Book. URL consultato il 30 Ottobre 2018.
- ^ Oggi Strinna in biblioteca con il suo Galluresu, su La Nuova Sardegna .it, 7 novembre 2013. URL consultato il 30 Ottobre 2018.
Bibliografia
- Enrico Costa, Il muto di gallura, Tempio Pausania, Tipografia Editrice Ditta G. Tortu, 1912.
- Enrico Costa, Giovanni Tolu. Storia di un bandito narrata da lui medesimo, Sassari, Giuseppe Dessì Editore, 1897.
- Antonio Pigliaru, Il banditismo in Sardegna. Il codice della vendetta barbaricina, Milano, Giuffré Edizioni, 1975.
- Gavino Ledda, Padre padrone, Feltrinelli, 1975.
- Ugo Dessy, Quali banditi? 1977 – 1983, Verona, Bertani editore, 1977.
- Giovanni Francesco Ricci, Banditi: storia dell'ammutinamento della Gallura, dei più famosi fuorilegge e delle principali faide della Gallura sabauda, 1720-1848, Solinas, 2000.
- Alberto Ledda, La civiltà fuorilegge. Storia del banditismo sardo, Mursia, 2009.
- Gianpaolo Cassitta, La zona grigia, Cagliari, Condaghes, 2010.
- Antonio Strinna, L'eroe maledetto, Arkadia, 2013.