Educatore per la prima infanzia
Nella Comunicazione Educazione e cura della prima infanzia: consentire a tutti i bambini di affacciarsi al mondo di domani nelle migliori condizioni[1] la Commissione Europea sottolinea l'importanza dell'educazione e della cura nella fascia d'età 0-6 anni, al fine di porre le basi per un apprendimento permanente, prevenire l'abbandono scolastico e così aumentare il PIL del proprio paese.
Storia
Educazione della prima infanzia nel passato
La concezione di infanzia nel passato era molto diversa da quella di oggi, e di conseguenza anche la figura dell’educatore. Nel Medioevo, per esempio, il bambino non veniva considerato una persona a tutti gli effetti, questo periodo era visto come insignificante e immeritevole di attenzione. L’adulto accudiva il bambino soddisfacendone i bisogni fisiologici. Prevalentemente il bambino poteva essere guardato secondo due punti di vista: poteva essere considerato un dono dalle famiglie benestanti che possedevano il denaro per prendersene cura o un peso dalle famiglie che non avevano i mezzi per occuparsene, incentivando anche il maltrattamento[2]. L’atteggiamento di disinteresse e indifferenza per l’infanzia dei bambini persistette per lungo tempo. Uno degli studiosi che ha contribuito a concentrare l’attenzione sulla fase dell’infanzia e sull’importanza di un buon educatore che si prenda cura del bambino è stato Rousseau nel ‘700. Con la sua opera "L’Emilio" ha definito le caratteristiche di quello che lui riteneva un buon educatore, identificandolo in una figura che concedesse al bambino di sperimentare la sua spontaneità senza correggere i suoi sbagli e senza imporre regole, ma lasciandolo alla libera scoperta del mondo. Un importante contributo alla rinnovazione del concetto di infanzia venne dagli studi di J. Dewey che con il suo libro “Il mio credo pedagogico[3]”, pubblicato nel 1897, contribuì a rinnovare l’idea di infanzia e a riscoprire il valore di un equilibrato sviluppo. Egli attuò una totale rivoluzione della pedagogia, considerando l’educazione del bambino come una vera e propria responsabilità da parte di chi se ne prende cura[4]. Parlando di educazione e di educatori non si può non citare Maria Montessori, che nei primi del Novecento elaborò un metodo educativo innovativo, valido e utilizzato tutt’oggi in tutto il mondo, cui diede il suo nome. La Montessori sosteneva che fosse necessario un nuovo approccio, di tipo scientifico, nel campo dell’educazione. Il metodo montessoriano parte dal presupposto che l’allievo debba essere libero di sperimentare e di manifestare la propria creatività, pur sempre seguendo una certa disciplina, stimolando abilità e attitudini già proprie dei bambini. Mirava a fornire ai bambini le risorse per imparare in maniera autonoma, ma l’aspetto più interessante del suo metodo consisteva nel creare un ambiente il più possibile accogliente e adeguato alle necessità del bambino, in cui questo potesse esprimersi nel modo più adeguato[5]. Le teorie sulla psicanalisi di Freud hanno contribuito poi a concentrare l’attenzione su come molti problemi psichici dell’adulto siano causati da traumi subiti durante l’infanzia. Questa fase della vita inizia ancora più a configurarsi come determinante per uno sviluppo sereno e armonico dell’adulto. Alla luce di ciò, la figura dell’educatore assume un ruolo sempre più rilevante come accompagnatore, guida, e supporto nella crescita e nello sviluppo del bambino[6].
Educazione della prima infanzia oggi
Educare al giorno d’oggi non è solo un compito che deve essere svolto dalla famiglia o dalla scuola, bensì da tutte quelle istituzioni formali e non formali in cui il bambino o ragazzo opera.
L’educazione ormai non si basa solo sull'impartire norme e valori da parte di chi sta a contato con il discente, basti pensare a come sono ad esempio strutturate a livello fisico le aule scolastiche al giorno d’oggi e l’importanza che riveste un ambiente caloroso e accogliente.
Ci sono quindi stati molti cambiamenti nei metodi educativi non riferiti solo alle pratiche.[7]
Sicuramente promotori di questo cambiamento sono state figure come quelle di Maria Montessori e di Don Lorenzo Milani.
Quest’ultimo scrisse il libro “lettere a una professoressa”[8], la figura di Don Milani è molto importante poiché con l’istituzione della scuola di Barbiana, ha dato la possibilità a chiunque di poter studiare e raggiungere un buon livello culturale, soprattutto è fondamentale sottolineare che nessun veniva lasciato indietro si può dire che era la scuola degli ultimi aperta per coloro che venivano respinti da altre scuole. Oltre al puro studio sui libri o mnemonico gli alunni svolgevano anche altre attività.
All'interno dell’istituto della scuola di Barbiana vi è la frase “I care”, questo per sottolineare che è importante prendersi cura degli altri, anche e soprattutto quando sono più deboli o sfortunati.[9]
Come Don Milani, analogamente, anche il pedagogista Paulo Freire si è schierato dalla parte degli ultimi, scrivendo un libro intitolato “la pedagogia degli oppressi”, centrale nella visione che ha Freire dell’educazione è il riconoscimento da parte dei discenti di ciò che li circonda, è secondo lui fondamentale comprendere bene la realtà e non viverla come cittadini passivi come invece troppo spesso accade, senza rendersi conto che le cose accadono senza che noi possiamo esserne veramente consapevoli e senza quindi riuscire a controllare gli eventi.[10]
A partire dagli anni 2000 il tema dell’educazione della prima infanzia divenne sempre più centrale, proprio nel 2000 a Dakar, durante il forum mondiale dell’educazione, sono stati stilati quelli che dovevano essere gli obiettivi, riguardati l’educazione della prima infanzia, da raggiungere entro il 2015 in diversi Paesi del mondo.
Questi obiettivi facevano riferimento alla presa in carico da parte dei diversi Paesi di tutti coloro che hanno bisogno di un’istruzione, ponendo l’attenzione in maniera particolare sui bambini e i giovani più svantaggiati e con più difficoltà ed espandendo pian piano l’istruzione obbligatoria a livello mondiale.
Nel 2015 gli obiettivi di Dakar sono stati raggiunti solo in parte, per quanto riguarda la prima infanzia sicuramente c’è stato un aumento di alfabetizzazione ma d’altro canto i bambini e ragazzi con più difficoltà, di qualunque genere, non sono stati seguiti e guidati nella maniera corretta, gli ultimi sono rimasti ultimi.
Visto che gli obiettivi che erano stati prefissati non sono stati raggiunti, la data del raggiungimento è stata posticipata al 2030.[11]
Formazione
Metodi
Approcci
Lavoro
Ambiti di intervento
L'educatore per la prima infanzia può sia essere assunto come dipendente che prestare servizio come lavoratore autonomo e può lavorare sia in ambito pubblico che in ambito privato. L'inquadramento della figura si basa sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro[12].
I servizi in cui può operare sono molteplici:
- nidi d’infanzia
- nidi aziendali
- centri infanzia
- micronidi
- sezioni primavera
- baby parking
- ludoteche
- centri per bambini e genitori
- comunità mamma-bambino
- comunità per minori
- servizi dedicati alla famiglia e al sostegno della genitorialità
- ambito giudiziario (quando è coinvolto un minore).
Compiti dell'educatore
L'educatore per la prima infanzia ha il compito di conoscere i bambini di cui si prende cura per individuarne i punti di forza e di debolezza e condurli verso la migliore versione di loro stessi. L'educatore dunque accoglie le richieste e i bisogni dei piccoli, rispondendo nella maniera più opportuna e instaurando una relazione di salda fiducia reciproca sia con lui che con la sua famiglia.
Progettazione
L'educatore per la prima infanzia si occupa di progettare le proposte/attività della giornata, prestando particolare cura a selezionare i materiali da utilizzare e gestendo adeguatamente il tempo e gli spazi a disposizione, al fine di soddisfare le necessità dei bambini e far evolvere le loro capacità. L'educatore deve anche prestare particolare attenzione a offrire il giusto spazio e un'adeguata cura alle routine, al fine di garantire l’accudimento e il benessere fisico del bambino durante l'arco di tutta la giornata.
Osservazione
L'educatore per la prima infanzia osserva i bambini che gli sono affidati in maniera il più possibile oggettiva, ma mettendosi in una relazione empatica con il soggetto, cercando di capire perché sta svolgendo una determinata azione e qual è la sua modalità di relazionarsi con soggetti, oggetti ed eventi. Per fare questo l'educatore può avvalersi di strumenti di supporto quali griglie di osservazione, protocolli aperti, foto, video e registrazioni audio.
Documentazione
L'educatore per la prima infanzia ha il compito di documentare i processi che si verificano nel momento delle proposte/attività, in quanto attraverso essi potrà conoscere meglio il soggetto di cui si prende cura e rendere visibili i suoi progressi. La documentazione consiste in una raccolta organizzata di foto, video, verbalizzazioni e tracce del bambino che danno senso a ciò che egli svolge durante le proposte/attività progettate dall'educatore. Dunque essa ha la funzione di rendere espliciti gli obiettivi pedagogici verso cui l'azione educativa sta tendendo.
Valutazione
La valutazione ha un ruolo importante per un educatore, in quanto è quella componente che rende possibile un'attenta e adeguata riprogettazione: sulla base di quanto osservato e documentato in precedenza, egli individua punti di forza, punti di debolezza e direzioni future da intraprendere per la progettazione degli interventi successivi. Attraverso questo processo viene garantita un'ottica di continuità educativa consapevole e non estemporanea o improvvisata. È importante che nel processo di valutazione l'educatore non esprima giudizi di valore, ma si limiti ad una valutazione oggettivamente qualitativa di ciò che è o non è risultato efficace.
Relazione con le famiglie
L'obiettivo di creare una solida relazione sin dal primo incontro con il bambino e i suoi genitori, viene perseguito dall'educatore attraverso un'attenta progettazione delle modalità di ambientamento dei bambini, tenendo conto sia delle esigenze della struttura che quelle della nuova famiglia. Affinché la relazione con il bambino si consolidi al meglio infatti è fondamentale che i genitori abbiano fiducia negli educatori e che collaborino per creare una forte alleanza educativa e condivisione d'intenti.
Gruppo di lavoro
L'educatore non opera da solo, ma è parte di un gruppo di lavoro, detto équipe educativa, nel quale rientrano i colleghi, gli operatori ausiliari e il pedagogista/coordinatore, figure con le quali dialoga quotidianamente e si confronta periodicamente per orientare al meglio il suo lavoro. L'intera équipe educativa aderisce al Progetto Educativo della struttura, il quale contiene la visione pedagogica della struttura e le sue componenti organizzative.
Aggiornamento e Formazione
L'educatore per la prima infanzia ha il dovere di aggiornarsi in modo continuo, sia attraverso corsi di formazione che corsi di aggiornamento, i quali devono essere necessariamente tenuti da esperti. Oltre a ciò, egli deve costantemente possedere un'attitudine riflessiva e consapevole di sè, nell'ottica di sapere, saper fare e saper far fare, saper essere e saper divenire.
Territorio
L'educatore collabora anche col territorio per condividere con la comunità il lavoro svolto con i bambini appartenenti ad essa. Risulta molto importante infatti che i bambini si percepiscano come parte di una comunità e che il territorio si interessi ai suoi piccoli futuri cittadini.
Legge Iori
La Legge 205, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29.12.2017[13] ed entrata in vigore il 01.01.2018, nota anche come Legge Iori (dal nome dell'Onorevole Vanna Iori) norma la figura dell'educatore professionale socio-pedagogico, prevedendo che tale figura consista in colui che ha conseguito la laurea triennale in Scienze dell’Educazione e della Formazione (L19). Tutti coloro che non possiedono questo titolo e lavorano in servizi educativi dovranno aggiornare il loro titolo di studio nelle modalità previste dalla legge. La legge al momento non contiene direttive per quanto riguarda il lavoro educativo nei nidi d'infanzia. I titoli validi sono quelli indicati nel D.leg. 65/2017 - Sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni[14]. Nonostante ciò, alcune università hanno già inserito all'interno dei corsi l’indirizzo di specializzazione dedicato alla Prima Infanzia, ossia a quella fascia d’età che va dagli 0 ai 3 anni. L'educatore professionale socio-pedagogico è riconosciuto a livello europeo, situandosi al livello 6 del Quadro europeo delle politiche per l’apprendimento permanente.
Note
- ^ EUR-Lex - 52011DC0066 - IT, su eur-lex.europa.eu. URL consultato il 10 novembre 2018.
- ^ Giallongo, Angela., Il bambino medievale : educazione ed infanzia nel Medioevo, Dedalo, 1990, pp. 9-12, ISBN 8822005295, OCLC 26570300.
- ^ John Dewey, Il mio credo pedagogico. Antologia di scritti sull'educazione, La Nuova Italia, 1982, ISBN 9788822104236.
- ^ "Educazione" secondo Dewey - Educandoci, in Educandoci, 7 agosto 2015. URL consultato l'11 novembre 2018.
- ^ Chi era Maria Montessori - Il Post, in Il Post, 31 agosto 2012. URL consultato l'11 novembre 2018.
- ^ Giorgia Lauro, Sigmund Freud e la teoria dello sviluppo psicosessuale | News ed informazioni, su www.scuoledipsicoterapia.it. URL consultato l'11 novembre 2018.
- ^ Annali online della Didattica e della Formazione Docente, su annali.unife.it, 8, n. 11/2016, pp. 98-109. URL consultato il 9 novembre 2018.
- ^ Scuola di Barbiana., Lettera a una professoressa, Mondadori, 2017, ISBN 9788852081538, OCLC 1020127436. URL consultato il 9 novembre 2018.
- ^ Perché il messaggio di Don Milani è ancora attuale - Tuttoscuola, in Tuttoscuola, 27 ottobre 2018. URL consultato il 9 novembre 2018.
- ^ ALLA SCOPERTA DI PAULO FREIRE NELLA PEDAGOGIA ATTUALE. URL consultato il 9 novembre 2018.
- ^ Rapporto EFA 2015 (PDF), su m.flcgil.it.
- ^ UNCI, CISAL, CISAL TERZIARIO, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.
- ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 10 novembre 2018.
- ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 10 novembre 2018.
Bibliografia
- Baumgartner Emma, Il gioco dei bambini, Carocci, Roma, 2010. ISBN 9788843054367
- De Rossi Marina, Restiglian Emilia, Narrazione e documentazione educativa. Percorsi per la prima infanzia, Carocci, Roma, 2013. ISBN 9788874666393
- Fogarolo Flavio, Munaro Claudia, Fare inclusione. Strumenti didattici autocostruiti per attività educative e di sostegno", Erickson, Trento, 2014. ISBN 9788859006374
- Foni Augusta, La relazione con le famiglie al nido. Percorsi di formazione, dialogo e partecipazione, Erickson, Trento, 2015. ISBN 9788859008392
- Iori Vanna (a cura di), Educatori e Pedagogisti. Senso dell'agire educativo e riconoscimento professionale, Erickson, Trento, 2018. ISBN 9788859016038
- Lightfoot-Lawrence Sara, Il dialogo tra genitori e insegnanti. Una conversazione essenziale per imparare gli uni dagli altri, Edizioni Junior, Reggio Emilia, 2012. ISBN 9788884346124
- Quinto Borghi Battista (a cura di), Star bene al nido d'infanzia. Strumenti per la gestione organizzativa ed educativa dell'asilo nido, Edizioni Junior, Reggio Emilia, 2010. ISBN 9788884345134
- Pavone Marisa, L'inclusione educativa. Indicazioni pedagogiche per la disabilità, Mondadori, Milano, 2014. ISBN 9788861843141
- Restiglian Emilia, Progettare al nido. Teorie e pratiche educative, Carocci, Roma, 2012. ISBN 9788874666416
- Ricci Carlo, Valorizzare le differenze individuali nella prima infanzia. La promozione della salute fin dall'asilo nido, Erickson, Trento, 2005. ISBN 9788879467537
- Rinaldi Carla, Giudici C, Krechevsky, Rendere visibile l'apprendimento. Bambini che apprendono individualmente e in gruppo, Reggio Children, Reggio Emilia, 2009. ISBN 9788887960563