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Qiu Xiaolong, (Cinese semplificato 裘小龙; pinyin: Qiú Xiǎolóng) (Shanghai, 1953), è uno scrittore, poeta, traduttore saggista cinese di lingua inglese.
Originario di Shanghai, dove ha vissuto nella prima parte della sua vita, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1988 come studente straniero per lavorare ad un libro su T.S. Elliot. A seguito degli eventi che culminarono con la repressione di piazza Tian’an Men del 1989, viene bollato come nemico del governo e costretto a rimanere negli Stati Uniti per evitare ripercussioni.[1]
La sua fama è legata ai romanzi di genere poliziesco/giallo/mystery ambientati nella sua città natale, Shanghai, raccolti in una serie che porta il nome del suo principale protagonista, l'ispettore Chen. Uomo dalla solida formazione morale, amante della poesia, Chen si muove in una Shanghai che riflette il tumultuoso e rapido cambiamento che la Cina sta vivendo dagli inizi degli Anni Novanta.
Interamente tradotti in italiano e pubblicati dalla casa editrice Marsilio, i romanzi di Qiu Xiaolong hanno suscitato l’entusiasmo di critica e pubblico, facendo guadagnare al suo autore nel 2001 il prestigioso Anthony Award come miglior esordio con il suo romanzo La misteriosa morte della compagna Guan.[1][2]
Biografia
Gli anni in Cina
Autore eclettico, poeta e traduttore, Qiu Xiaolong nasce a Shanghai nel 1953, in un periodo storico della Repubblica Popolare Cinese segnato dal decennio della Rivoluzione Culturale.[3] Il padre, proprietario di una piccola azienda di profumi divenuta poi de facto statale con la nazionalizzazione delle industrie durante gli anni Cinquanta, viene bollato con tutta la sua famiglia come “nemico di classe”[4] e costretto a fare pubblica ammenda con conseguente richiesta di perdono davanti ad un pubblico di guardie rosse. La madre, a seguito delle irruzioni del governo per sequestrare i beni di lusso posseduti dalla famiglia, subisce un forte crollo nervoso da cui non riuscirà a riprendersi.[3]
Il primo approccio alla scrittura di Qiu Xiaolong consiste nella stesura di una confessione di colpevolezza per conto del padre, chiamato a pentirsi delle sue trascorse attività capitalistiche in cambio di un intervento chirurgico di ripristino della retina. Se la prima dichiarazione, redatta dal padre, non venne ritenuta sufficiente, quella di Qiu, caratterizzata da un linguaggio melodrammatico, valse a questi la definitiva assoluzione. Lo scrittore così commenterà l'episodio: “è stata la prima volta in cui ho guadagnato fiducia nella mia scrittura.”[3]
Durante la sua adolescenza, nel pieno della Rivoluzione Culturale, Qiu viene esentato dall'obbligo di trasferirsi nelle campagne per la “rieducazione”, imposto a tutti i giovani cinesi, perché affetto da bronchite cronica. Ha quindi la possibilità di dedicarsi appieno alla lettura e alla pratica del Taiqi,[4] e ad avvicinarsi alla letteratura in lingua inglese, che riuscirà a padroneggiare una volta conclusa la Rivoluzione con la morte di Mao nel 1976.
Dopo essersi iscritto alla Easter China Normal University di Shanghai, si trasferisce a Pechino alla Chinese Academy of Social Sciences dove si laurea. In questo periodo inizia a scrivere poesie e a tradurre poeti come T.S. Elliot, le cui opere erano giunte in Cina grazie alla riapertura dei rapporti con l’Occidente.[4][1]
L'arrivo negli Stati Uniti
Grazie a un programma di scambio offerto dalla Ford Foundation, nel 1988 Qiu giunge a Saint Louis negli Stati Uniti, con lo scopo di dedicarsi più approfonditamente allo studio di T.S. Elliot, immergendosi completamente nella sua città natale e studiando nell'università fondata dal nonno, la Washington University. Il programma di soggiorno temporaneo, a fini di studio, subirà un'improvvisa ridefinizione a seguito delle ripercussioni che la rivolta di Tian’an Men imprimerà alla vita dello scrittore cinese: il 4 luglio del 1989, in occasione dell'omonima festività americana, Qiu prende la decisione di installare un chiosco per la vendita di involtini primavera vicino al fiume St. Louis. L'intenzione era quella di devolvere il ricavato per sostenere gli studenti cinesi che stavano protestando a Tian'an Men. Qiu si vide bene dall'esporsi eccessivamente, ma in quanto poeta il suo era un nome famoso e per questo venne riportato da un'emittente televisiva che si occupava della trasmissione dell'evento. A seguito delle minacce da parte della polizia ricevute dalla sorella ancora in Cina e l'annullamento dell'accordo di pubblicazione di un suo libro di poesie in Cina, Qiu prese la decisione di rimanere negli Stati Uniti, dove avrebbe iniziato a scrivere esclusivamente in Inglese e dove fece arrivare la moglie [1][4]
Nel 1995 ottiene il dottorato presso la Washington University e decide di raccontare i cambiamenti in atto in Cina attraverso i suoi romanzi.[1][4]
Ad oggi Qiu vive una vita tranquilla a St. Louis con la moglie e la figlia Julia. Con la saga dell'Ispettore Chen egli ha pubblicato, ad oggi, dieci romanzi in lingua Inglese, tradotti anche in 19 lingue tra cui Svedese, Giapponese, Ebraico[5] e in lingua italiana, che hanno venduto più di 2 milioni di copie in tutto il mondo.[6]
Written in English, the books have been translated into 19 languages including Swedish, Japanese and Hebrew.
Nl frattempo egli ha continuato a dedicarsi alla poesia pubblicando nel 2003 una raccolta dal titolo Lines around China e traducendo ed editando una collezione bilingue, inglese - cinese, dal titolo Treasury of Chinese Love Poems.[4]
Carriera letteraria
Gli inizi
Qiu Xiaolong inizia ad appassionarsi alla letteratura sin dall'adolescenza, quando inizia ad acquisire una notevole familiarità con con i romanzi gialli e le detective stories; fu così introdotto al genere nella sua traduzione in cinese, facendo attenzione a non venire scoperto perché allora, durante gli anni della Rivoluzione Culturale, anche "Sherlock Holmes poteva metterti nei guai".[7][8] Tra gli autori che hanno influito sulla sua formazione letteraria, lo scrittore cita gli svedesi Maj Sjowall e Per Wahloo, che lo hanno affascinato per il realismo dell'antieroe - l’ispettore Martin Beck - protagonista della loro serie di gialli. [7](nota)
Parallelamente Qiu coltiva la sua passione, anch'essa precoce, per la poesia: dapprima con le raccolte di poesie Tang dell'autore Li Shangyin, per poi passare a raccolte di poeti cinesi contemporanei, durante la Rivoluzione Culturale. Mettersi a confronto con la difficoltà della poesia Tang, fortemente elusiva ed evocativa, ha avuto, secondo Qiu stesso, il vantaggio di fortificare il suo spirito creativo e interpretativo. Nel 1978 egli inizia a scrivere poesie mentre studia sotto la guida del poeta Bian Zhilin. Da studente egli scrive poesia, articoli accademici e traduce anche in cinese opere del poeta modernista T.S. Eliot come The Waste Land e The Love Song of J. Alfred Prufrock. Della poesia occidentale Qiu entrerà a contatto con autori romantici come Keats, Shelley e Byron, ma sarà soprattutto la "teoria impersonale" di T.S. Eliot ad avere l'influenza più grande sia nella produzione poetica che in quella in prosa. Secondo questa teoria, che si oppone alla tradizione romantica, afferma che il poeta non deve identificarsi con la persona all'interno del poema.[9][8][7]
Lo stesso vediamo nella produzione in prosa: L'ispettore Chen protagonista dei suoi romanzi condivide dei tratti comuni con l'autore stesso, si veda la passione per la letteratura, la poesia cinese o anche la cucina, ma non è l'autore stesso, portando ad una tensione tra ciò che è personale gli spunti autobiografici) e l'intento dell'autore stesso di mantenere il distacco dal suo personaggio.[2](nota)
La produzione in lingua inglese
Con la decisione di rimanere negli Stati Uniti a seguito degli eventi del 1989, per Qiu pubblicare in Cina risulta difficoltoso e decide quindi di adottare la lingua inglese come lingua di scrittura. Concluso il dottorato, nel 1995 torna in Cina dopo un lungo periodo di assenza e rimane stupito dai cambiamenti sociali che stavano accadendo nel suo Paese, primo fra tutti l'ascesa della mentalità capitalista e il declino del socialismo, o anche la scomparsa della "vecchia" Cina e l'arrivo, improvviso e destabilizzante, della modernità. Tornato negli Stati Uniti egli tenta di esprimere il suo stupore con un poema lungo intitolato "Don Chisciotte in Cina" senza però ottenere un risultato soddisfacente. Egli allora decide di abbandonare gli schemi liberi della poesia per abbracciare quelli più rigidi del romanzo: Qiu stesso affermerà come la scelta della prosa sia stata dettata da due motivazioni principali: la prima, per il suo schema fisso - omicidio, indagine e risoluzione del caso - relativamente semplice da seguire: a suo avviso, per uno alle prime armi come lui, intenzionato a utilizzare una lingua diversa da quella materna, questo modello gli avrebbe permesso una maggiore facilità di scrittura:[7]“[la prosa in giallo] è solo un inizio e una fine… il mistero viene risolto”;[10](nota) la seconda era la convinzione che il romanzo fosse la forma migliore per descrivere "questi cambiamenti drammatici... quest'epoca al contempo migliore e peggiore".(nota)
Nasce così l'ispettore Chen Cao, un poliziotto di Shanghai che però ha studiare letteratura inglese ed è un poeta e traduttore, e con lui nasce anche un prodotto nuovo, mai visto nel panorama occidentale del genere della Crime Story: nelle opere di Qiu, l'ispettore Chen sfrutta sapientemente la sua doppia natura di poliziotto-letterato, accoppiando le sue capacità logiche con la conoscenza della natura umana, derivante dai suoi studi classici sulla poesia cinese e sulla letteratura inglese. Egli si serve della poesia e della critica letteraria per risolvere i crimini, gli omicidi, combinando il metodo logico e critico occidentale delle indagini con elementi tradizionali della cultura cinese come buddismo e confucianesimo.(nota)
Il risultato di questa influenza reciproca tra prosa e poesia ha permesso a Qiu di dare vitalità e complessità al suo protagonista, ed esplorare da punti di vista differenti anche la vicenda narrata, che spesso presenta prospettive allo stesso tempo complementari e contrastanti. Ma non è questo l'unico valore aggiunto che risulta da questa compresenza: attraverso di essa, Qiu riprende e reinterpreta in chiave moderna una delle figure più comuni della letteratura classica cinese, che è quella il funzionario di governo, esempio di moralità e di autoformazione grazie allo studio letterario e filosofico.[11]
In virtù di ciò è possibile anche affermare che Qiu, con l'unione tra elementi autoctoni tradizionali cinesi e metodologie razionali occidentali d'indagine, arriva a dare una svolta moderna a quello che è il giallo cinese, nell'accezione che la critica occidentale da del genere, nella storia della letteratura cinese è il grande assente - la cosa più vicina alla produzione in giallo erano i cosiddetti 公安 gong’an, ovvero casi giudiziari romanzati incentrati non tanto sulla risoluzione del caso attraverso un’indagine, ma sulle difficoltà del magistrato onesto ad applicare la legge in una società in cui la corruzione e i soprusi erano all’ordine del giorno.[12][7]
In the works of Qiu Xiaolong, detective Chen Cao's reasoning skills, coupled with the knowledge of human behavior he derives from his study of classical Chinese and contemporary English literature, make him a highly effective sleuth. Given the current Chinese policy favoring those with a formal education, Chen makes chief inspector in a very short time. He doesn't abandon his literary interests, however: he still writes poetry, and even finds time to pursue a master's in classical Chinese literature in a special program at Shanghai University. His efforts result in his appointment as an executive member of the Writers Association
Of particular interest is the way Chen Cao uses literary criticism to solve murders, combining Western critical methods with elements of traditional Chinese culture, espe cially Confucianism and Buddhism. He does this to an extent in all his investigations, but the most extensive example is the way he uses a range of critical approaches?biographical, psychological, semiotic, and deconstructive, along with traditional Chinese practices like Buddhist meditation and Confucian discipline?to solve the case.
Thus was born his protagonist Inspector Chen Cao, like Qiu a Chinese poet and translator from Shanghai who studied English literature, but also a policeman. Qiu says, "A cop needs to walk around, knock on people's doors and talk to various people. This particular cop is very helpful because he's an intellectual. He's not only going to catch a murderer; he also tries to think what's wrong historically, socially, culturally -- in what kind of a context did this tragedy occur?"
Qiu's first Inspector Chen novel, Death of a Red Heroine, garnered him the 2001 Anthony Award for Best First Novel by a mystery writer and The Wall Street Journal ranked it as the third best political novel of all time. It was based in part on an actual sex and drug scandal from the early 1990s. Up to 2015, Qiu has written nine Inspector Chen novels. The early novels are often occupied with legacies of the Cultural Revolution. The series has tried to keep up with the continuing changes in China. Qiu goes back regularly to visit, watches Chinese TV via satellite, and reads Chinese newspapers over the internet. The seventh novel, Don't Cry, Tai Lake touches on environmental contamination in modern China. Discussions and revelations on Chinese microblogs (Weibo)inspired some of the eighth novel, The Enigma of China. The scandals and downfall of the high Chinese official Bo Xilai formed a basis for the ninth novel, Shanghai Redemption.
In many of the Inspector Chen novels, Qiu portrays traditional Shanghai life amidst the old alleyways and also how it is rapidly disappearing with modernization. These are also themes in two of his other works: Red Dust is a set of short stories about the inhabitants of a small lane in Shanghai, spanning Mao's rise to the return of capitalism; Disappearing Shanghai combines intimate black-and-white photos of older Shanghai with poems by Qiu. Qiu visits his old family house in Shanghai occasionally; frozen in time, it is filled with old carved furniture and devoid of plumbing (having instead a chamber pot).
La Cina di Qiu
Shanghai e l'ispettore Chen
Qiu Xiaolong nasce e muove i primi passi in un periodo storico, economico e sociale piuttosto burrascoso per la Cina, e l’ispettore Chen ne riflette la complessità.[8] Nato e cresciuto a Shanghai, nonostante la lontananza, e nonostante la sua produzione letteraria sia stata e continui ad essere in lingua inglese, Qiu Xiaolong mantiene un rapporto stretto con questa città che fa da sfondo e da co-protagonista dei suoi romanzi.[7] Oltre a fornirgli un background, un’ambientazione familiare, di cui conosce bene i dettagli, Shangai offre a Qiu, espatriato negli Stati Uniti , la possibilità di esplorare prospettive diverse, e riuscire a coglierne le contraddizioni. [7][13] Shanghai infatti è stata una delle prime città ad inizio Novecento ad aprirsi all’esterno, e ciò l'ha resa un crogiolo di culture diverse, un melting pot tra Occidente ed Oriente.[13] È il luogo in cui si materializzano tutte le contraddizioni e i cambiamenti che attraversano la Cina, ne diviene un paradigma. L’ispettore Chen diventa la lente d’ingrandimento con cui Qiu riesce a portare a compimento questo processo: egli è nato e vive a Shanghai, la conosce perfettamente, ma allo stesso tempo il rapido sviluppo della città lo destabilizza e gli provoca sentimenti contrastanti.[13]
Nei romanzi di Qiu compare sempre sullo sfondo il percorso storico, economico e socio-politico attraversato dalla Cina, il cui apice è rappresentato dalla Rivoluzione Culturale. Egli non si limita a costruire una storia indirizzata alla ricerca del colpevole, ma esplora le circostanze culturali, storiche, economiche e sociali in cui è maturato un certo evento, dà un contesto al romanzo.[7] La storia della Cina comunista è sempre presente:[1] ne La Morte della Compagna Guan e Quando il Rosso è Nero si palesano le tragiche conseguenze della Rivoluzione Culturale; ne La Ragazza che Danzava per Mao, Qiu analizza la piaga della corruzione a livello amministrativo; ne Le Lacrime del Lago Tai, il problema dell’inquinamento.
L’ispettore Chen si muove nel mondo corrotto della burocrazia di cui è parte e cerca di smascherarlo.[1] Allo stesso tempo, pur condannandone i mezzi, egli per forza di cose accetta dei compromessi per poter andare avanti. Si fa scrupoli morali, cerca sempre di fare un buon lavoro come poliziotto, ma è consapevole di quanto gli è permesso di fare nel contesto in cui è inserito[2]. In questo senso, l'ispettore protagonista dei romanzi di Qiu rappresenta una metafora della società cinese.[4]
La censura e il doppio punto di vista
Le critiche alla corruzione e alle contraddizioni interne alla società cinese non sono una prerogativa dei romanzi di Qiu. Negli ultimi decenni, grazie all'uso di Internet, è aumentato il fenomeno dei microblog che denunciano esempi di cattiva amministrazione, mostrando come i cambiamenti avvenuti a livello economico non abbiano portato a mutamenti della situazione politica, alla centralità assegnata dal governo agli interessi del Partito.[14]
Questo clima ha fatto sì che la macchina statale della censura entrasse in azione pesantemente verso tutti coloro che pubblicano online contenuti ritenuti "sensibili" e nocivi verso lo status quo dell'apparato governativo. Oltre ad essere una macchina pervasiva, la censura è anche estremamente frustrante: sebbene in alcuni casi sia facile individuare quali argomenti siano considerati sensibili - ogni riferimento a politica, sesso, droga, Tibet, Taiwan o anche alla Rivoluzione Culturale, sicuramente non riuscirà a passare il controllo della censura e verrà automaticamente eliminato[15] - non esistono, tuttavia, confini netti tra ciò che è lecito scrivere, documentare e riportare e ciò che non lo è;[16] Questo porta gli scrittori a muoversi in una zona grigia: dove argomenti vengono tollerati il giorno prima e diventano illegali, e quindi censurati, il giorno dopo.[17][18]
Questo ha fatto sì che la censura diventi prima di tutto autocensura: sono gli autori stessi a controllare più e più volte i loro testi prima di pubblicarli o proporli ad una casa editrice, in quanto qualsiasi accenno ad argomenti illegali, magari sfuggito al processo di autocontrollo, può arrivare anche a determinare la fine della carriera dello scrittore stesso.[18]
Nel contesto della censura in madrepatria, Qiu si trova in una posizione avvantaggiata nel suo intento di denuncia: in quanto espatriato egli, nel pubblicare in Occidente, non solo non è colpito dalla (auto)censura dei suoi colleghi in Cina, ma ha anche possibilità di accedere a materiale introvabile, o difficilmente reperibile nel suo paese d'origine.[14]Inoltre, il doppio punto di vista che Qiu esprime nei suoi romanzi - quello di chi conosce profondamente la cultura e la storia del paese e dei personaggi narrati, in quanto nato e cresciuto in quel paese, e quello di chi guarda dall'esterno quella stessa realtà, perché vive altrove, nella condizione di espatriato - ha permesso ai suoi romanzi di ottenere un alto grado di verosimiglianza, e di raggiungere un vasto e diversificato pubblico di lettori.[14]
Tutt'altro discorso è invece la pubblicazione dei suoi romanzi in Cina: Nonostante le assicurazioni che la pubblicazione dei suoi primi tre libri non avrebbe comportato tagli, a pochi me dalla pubblicazione, l'editore avvisa Qiu della necessità di effettuare cambi e tagli importanti affinché la sua opera possa essere pubblicata, altrimenti la casa editrice avrebbe subito pesanti ripercussioni.[15] Ecco che allora "Shanghai" viene rimpiazzata dalla "Città di H", togliendo ogni riferimento a luoghi specifici che avrebbero reso facile l'identificazione della metropoli;[19][18][15] alcuni personaggi, così come passaggi all'interno della storia, vengono riscritti per essere più affini alle ideologie del Partito.[18] Qiu, che aveva acconsentito, non senza risentimento, a questi cambiamenti che lui stesso definiva "ridicoli, [tanto da] rendere il libro incoerente" per quanto riguardava i primi tre volumi, rifiutò di sottostare a questa censura per i successivi, che rimangono inediti in lingua cinese.[18][19]
Critica e ricezione
Similarly, the "China" written by Ha Jin and Qiu Xiaolong is not the "cultural black box" imagined by the West. The author's original intention of "realism" has become the propaganda slogan of "Orientalism" in the explanatory situation of the West. It is said that the advertisement made by a German tourism company for Qiu Xiaolong is: "Follow Detective Chen's footsteps." Look at China! " Western publishers even asked Qiu Xiaolong to give his novel the title of "red" which represents China according to the impression of Western society. When the Bund Garden was published in Germany, it was renamed "Red Heart Dancer", "Shikumen Lige" was renamed "When Red Is Black" and "Death of Red Ying", which are charming ancient times. There are important clues hidden in the poems. That is still at the end of the 1980s. Housing is settled by units. China in the era of hairy crab purchasing with preferential "state-owned brand price", and the inefficient Chinese units and inhumane local policies written by Ha Jin. All of this gives Westerners an imaginary "China". Westerners do not understand the complex structure of the "black box", but provide space filled with Western imagination. In the eyes of the West, this "cultural black box" of MADEIN CHINA provides a set of key "codes" to explain China in the West. Those "Chinese" go into the "black box" - like magician's hat. Next, all the western eyes expect and guess what magicians can pull out of the "black box"? This has nothing to do with grandeur. Sometimes, the fate of characters is simply regarded as a kind of "witness" of "black box" functional attributes (politics, centralization, etc.). This is also the reason why Qiu Xiaolong's works are regarded as literary works, but also as "sociological materials" by some American universities. We can not refuse all kinds of political reading besides literary reading.
If Qiu Xiaolong is going to write a reasoning novel, I think he should first write it to the story itself, rather than deliberately explain Chinese ancient poetry in detail with a large number of dialogues. These chapters, which explain the poems of Su Dongpo and Liu Yong in large numbers, may attract the curious interest of British and American people just like Peking Opera, but if so, it will probably become a guidebook.
I don't feel like a police officer when I finish reading Ron. A police officer with a positive image and a lot of ink won't make a zero contribution in a reasoning novel.
Opere principali
Serie L'ispettore Chen Chao
- Death of a Red Heroine (2000)
- La misteriosa morte della compagna Guan, traduzione di Paola Vertuani, Marsilio Editori spa, 2002, ISBN 9788831779890.
- A Loyal Character Dancer (2002)
- Visto per Shanghai, traduzione di Paola Vertuani, Marsilio Editori spa, 2004, ISBN 9788831783040.
- When Red Is Black (2004)
- Quando il rosso è nero, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2006, ISBN 9788831789721.
- A Case of Two Cities (2006)
- Qiu Xiaolong, Ratti Rossi, traduzione di Vittorio Curtoni, Marsilio Editori spa, 2008, ISBN 9788831794558.
- Red Mandarin Dress (2007)
- Qiu Xiaolong, di seta e sangue, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2012, ISBN 9788831711883.
- The Mao Case (2009)
- Qiu Xiaolong, La ragazza che danzava per Mao, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2012, ISBN 9788831711746.
- Don't Cry, Tai Lake (2012)
- Qiu Xiaolong, Le lacrime del lago Tai, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2014, ISBN 9788831718615.
- Enigma of China (2013)
- Qiu Xiaolong, Cyber China, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2014, ISBN 9788831718424.
- Shanghai Redemption (2015)
- Qiu Xiaolong, Il principe rosso, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2016, ISBN 9788831723060.
- Becoming Inspector Chen (2016)
- Qiu Xiaolong, Il poliziotto di Shanghai, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2016, ISBN 9788831726979.
Altre opere
- Years of Red Dust (2010)
- Qiu Xiaolong, Il vicolo della Polvere Rossa, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2013, ISBN 9788831736244.
- Qiu Xiaolong, Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2015, ISBN 9788831739450.
Bibliografia
- Qiu Xiaolong, Yan Ying, Death of a Red Heroine; A Loyal Character Dancer; When Red is Black, in Modern Language Studies, vol. 35, n. 1, 2005, pp. 75-83.
- Alan R. Velie, The Detective Novels of Qiu Xiaolong, in World Literature Today, vol. 83, n. 3, 2009, pp. 55-58.
- Paolo Magagnin, Qiu Xiaolong's Death of a Red Heroine in chinese translation: a macro-polysystemic analysis, in Annali Ca'foscari. Serie orientale, vol. 51, giugno 2015, pp. 95-107.
- Robbie B. H. Goh, Engaging future Asia: Techno- orientalisms, ethnography, speculative fiction, in Creative Industries Journal, vol. 6, n. 1, 2013, pp. 43–56.
- Jonathan Stalling, Bilingual Poetics in the Global Age: An Interview with Qiu Xiaolong, in Chinese Literature Today, vol. 6, n. 1, 2017, pp. 89-97.
- Isabel Santaulària i Capdevila, This Is Getting a Little Too Chinese for Me’: The Representation of China in Crime Fiction Written in English, in Coolabah, n. 20, 2016, pp. 67-82.
- Qiu's corner, su qiuxiaolong.com.
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- Malcom Gay, The Case of the Shanghai Shamus, su riverfronttimes.com.
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- Cara Black, Qiu Xiaolong, interviewed by Cara Black, su mysteryreaders.org (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2003).
- Jeffrey Wasserstrom, Shanghai Mysteries: A Q&A with Qiu Xiaolong, su blog.lareviewofbooks.org.
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- Alan Veile e Qiu Xiaolong, A Selection of Poems by Inspector Chen, in Chinese Literature Today, vol. 6, n. 1, 2017.
- Eddie Silva, Chinese Puzzle, su riverfronttimes.com.
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Note
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- ^ Crimefictionlover
- ^ a b c Scene of the Crime
- ^ a b c Wong
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- ^ Gabriel Domínguez, China's censors put Western authors in tight spot, su dw.com, 20 ottobre 2013, p. 1.
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