Italo-svizzeri
Italo-svizzeri definisce gli Italiani residenti da molti anni in Svizzera ed i loro discendenti[3]. L'emigrazione in Svizzera, avvenuta dopo quella nel nuovo mondo, con il passare degli anni e con l'integrazione dei figli degli emigranti di seconda e terza generazione ha gettato le basi per definire Italo-Svizzeri in particolare coloro con doppia cittadinanza o con solo passaporto svizzero ma dalle origini italiane.
Italo-svizzeri | ||||
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Luogo d'origine | ![]() | |||
Popolazione | 543.189[1] [2] | |||
Lingua | italiano, francese, tedesco | |||
Religione | cattolicesimo | |||
Distribuzione | ||||
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Terminologia
Il termine "Italo-svizzeri" trattandosi di un fenomeno recente legato prevalentemente alle nuove generazioni dei figli d'emigranti italiani nati in Svizzera, non è molto utilizzato e quando si parla d'emigranti italiani si usa prevalentemente dire "gli Italiani in Svizzera". Gli Italo-svizzeri non vanno inoltre confusi con gli Svizzeri italiani, che sono invece gli abitanti autoctoni delle regioni svizzere di lingua italiana distribuite a sud delle Alpi, nel Canton Ticino (dove l'italiano ricopre il ruolo di prima lingua a scuola e nelle istituzioni) e nel Canton Grigioni (più precisamente nelle valli della Mesolcina, Calanca, Poschiavo e Bregaglia e nell'ex comune di Bivio in Val Sursette).
La lingua italiana
In Svizzera la lingua italiana è lingua nazionale e riconosciuta come lingua ufficiale della Confederazione insieme al tedesco, il francese ed il romancio (lingua ladina del Canton Grigioni). L'italiano viene parlato come lingua autoctona dagli Svizzeri italiani nel Canton Ticino e in parte del Canton Grigioni.
Nonostante l'Italiano sia parte integrante del tessuto culturale e linguistico elvetico, fuori dalla Svizzera italiana la sua importanza e l'uso nella collettività vanno decrescendo per varie ragioni[4].
La causa principale è da ricercarsi nell'integrazione dei figli d'italiani emigrati di seconda e terza generazione, che (come dimostrato nel censimento del 2000) pensano e parlano - quasi esclusivamente ormai - usando la lingua d'adozione, il tedesco o il francese. Se da una parte ciò rappresenta un merito alla politica svizzera d'integrazione, dall'altra si è forse persa l'occasione, per la minoranza italofona, d'accrescere l'impatto culturale della lingua italiana nelle regioni tedescofone e francofone.
Un'altra causa della perdita di terreno della lingua italiana in Svizzera e, più in generale nel mondo, è lo scarso sostegno che la lingua italiana riceve dallo Stato italiano fuori dall'Italia[5]. Il British Council, a titolo di paragone, riceve dallo Stato britannico, per curare e promuovere l'uso della lingua inglese, circa 220 milioni di euro, il Goethe-Institut dallo Stato tedesco riceve 218 milioni di euro, l'Instituto Cervantes, per promuovere l'uso dello spagnolo riceve da Madrid 90 milioni di euro, l'Alliance Française riceve quasi 11 milioni da Parigi (cui vanno aggiunti 89,2 milioni di euro destinati all'Organizzazione Internazionale della Francofonia[6]), mentre la Società Dante Alighieri, per promuovere e curare l'utilizzo dell'italiano fuori dall'Italia, riceveva 1,2 milioni di euro, dimezzati nel 2010 a 600.000 euro a causa dei risparmi decisi da Roma[7] (circa un quinto di quanto spende il solo Canton Ticino per salvaguardare il dialetto ticinese e l'italianità in Svizzera[8].
La comunità italo-svizzera ha aperto numerose scuole nelle principali città elvetiche (finanziate in parte dagli stessi immigrati, in parte dalla Confederazione svizzera). Due scuole elementari, una scuola media e un liceo a Basilea; una scuola elementare, una scuola media e un liceo a Losanna; una scuola media e un liceo a Zugo; una scuola elementare, una scuola media, un liceo artistico e una scuola superiore a Zurigo; una scuola elementare, una scuola media e tre licei tecnici a San Gallo[9]. Vengono inoltre considerate "scuole italiane" anche l'Istituto elvetico (scuola media e liceo, gestiti dai Salesiani) di Lugano e il Liceo L. Da Vinci di Lugano, in quanto seguono un programma di studio più simile a quello italiano che a quello ticinese.
Integrazione dei giovani e il rientro dei pensionati
Una convenzione tra Svizzera e Italia, ha permesso agli italiani residenti in Svizzera e che hanno fatto richiesta di acquisire la cittadinanza elvetica, di mantenere il passaporto italiano, acquisendo la doppia cittadinanza[10]; questo ha comportato una crescita delle richieste di naturalizzazione, permettendo loro di godere dei diritti civici in entrambe le nazioni ed accelerando così il processo d'integrazione e la partecipazione attiva alla vita politica Svizzera. Secondo l'ufficio di statistica della Confederazione, nel 2017 gli italo-Svizzeri con la doppia cittadinanza erano, con oltre 225'000 individui, i più numerosi tra i naturalizzati che decidono di mantenere il passaporto d'origine.[11]
I figli della grande emigrazione in Svizzera, iniziata nel dopo guerra fino ai primi anni ottanta, difficilmente decidono di rientrare in patria, al contrario dei loro genitori che a volte riprendono la via del ritorno quando raggiungono l'età della pensione. La questione del rientro, con l'invecchiamento della popolazione degli emigranti, ha comportato a partire dagli anni novanta il confronto con nuove problematiche sociali: in molti infatti decidono di restare in Svizzera per stare accanto ai propri figli e nipotini[12], altri decidono di tornare nel paese d'origine, dove spesso hanno costruito la casa del tanto agognato rientro. Coloro che hanno deciso di rientrare, possono ritrovarsi "emigranti" per una seconda volta, quando si rendono conto che le abitudini della loro infanzia e le amicizie di un tempo non ci sono più, in un'Italia che è certamente cambiata[13].
In funzione di questi rientri, in quei paesi del Mezzogiorno d'Italia dove l'emigrazione ha costituito per decenni un vero tratto distintivo, culturale e di crescita economica, sono nate una serie di Associazioni costituite e gestite da ex emigranti, che fanno da corollario a svariate manifestazioni e feste che ripropongono il tema da un profilo storico e sociale.
Comunità italiana
Interessante sotto il profilo storico il percorso didattico presente all'interno del Museo dei trasporti di Lucerna che, presentato in Italiano, pone al centro la storia di alcuni lavoratori italiani giunti dalla Valtellina in Svizzera tra fine '800 e inizio '900, per lavorare alla costruzione della grandi gallerie del Gottardo e del Sempione in condizioni spesso rischiose e disumane. In effetti pochi ricordano come il 5 settembre del 1875, la protesta degli operai italiani per le condizioni di lavoro nel Gottardo, fu soppressa nel sangue, con l'intervento dell'esercito Svizzero che aprì il fuoco su una massa di operai inermi uccidendone 4.[14] .
La storia dell'emigrazione italiana in Svizzera cominciò nella prima metà dell'Ottocento.[15] La maggioranza proveniva inizialmente dal Nord Italia, soprattutto dal Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. Attualmente le regioni italiane di maggiore provenienza sono: Lombardia (15%), Campania (13,1%), Puglia (12,4%), Sicilia (12,1%) e Veneto (8,4%); inoltre, gli italiani o italo-svizzeri, si concentrano per lo più nella zona di Zurigo 22,7%, Basilea (14,4%) e Losanna (11,3%). In Canton Ticino, che per vicinanza, lingua e cultura si presta particolarmente ad accogliere lavoratori italiani in ogni ambito professionale (ristorazione, insegnamento, tecnologia, edilizia, vendita al dettaglio); nel 2017 il 17.1% della popolazione residente possedeva il solo passaporto italiano, il che corrisponde a 60'523 persone su una popolazione globale di 353'709 abitanti e 98'587 stranieri residenti, gli italiani in Canton Ticino rappresentavano quindi oltre il 61% degli stranieri residenti,[16]^[17]senza contare gli italiani con doppio passaporto, non contemplati in questa statistica[18]
Negli anni trenta vi fu anche una piccola emigrazione di intellettuali e politici antifascisti, che diedero vita alle "Colonie libere italiane" nel loro esilio. La seconda guerra mondiale arrestò l'emigrazione momentaneamente, ma nel 1945 riprese incrementata dalla distruzione bellica dell'economia italiana. Alla fine degli anni cinquanta si esaurì l'emigrazione dal centro-nord italiano, per via del miracolo economico italiano, mentre si incrementò quella dal Mezzogiorno. L'importanza dell'emigrazione italiana in Svizzera la si deduce anche dal fatto che vi furono oltre sette milioni di partenze di emigranti italiani dall'Italia per l'estero tra il 1945 ed il 1976, e ben due milioni andarono nella Confederazione Elvetica.[20] Quasi il 70% degli Italiani, che emigrò nella Confederazione dopo la seconda guerra mondiale, si stabilì nei cantoni di lingua tedesca [21]
La popolazione italiana sale costantemente fino al 1975. Più di due terzi dell’intera popolazione straniera in Svizzera provengono dall’Italia. Nel 1975 si raggiunge il punto più alto e vengono registrati 573.085 italiani. Questo arrivo in massa di lavoratori italiani, di fatto richiesti da un'economia Svizzera in pieno fermento, non mancò di suscitare ondate xenofobe da parte della popolazione[22] e iniziative politiche da parte dei partiti nazionalisti, per ridurre il numero di stranieri, in particolare italiani, nella Confederazione. In questo senso nel 1970 fece tremare l'economia Elvetica l'Iniziativa Schwarzenbach", che prevedeva un tetto del 10% per la popolazione straniera, che fu bocciata con solo il 54% di voti contrari.[23] Molti degli emigranti negli anni '60 e nei primi anni '70, sono lavoratori stagionali, il cui permesso di soggiorno è limitato a 9 mesi e può essere rinnovato all' occorrenza. Sono occupati innanzi tutto in cantieri edili, pubblici e privati, fabbriche e negli esercizi alberghieri, ma anche in diversi settori non vincolati alla stagionalità. Lo “stagionale” non è autorizzato a farsi raggiungere in Svizzera dalla famiglia. Soltanto dopo anni e a determinate condizioni i lavoratori stranieri ricevono il permesso di far venire la famiglia.[24] A seguito di questo grande flusso di lavoratori italiani, nel 1964 l'attuale televisione di Stato svizzera SRG SSR idée suisse, con in testa la Televisione della Svizzera Italiana (TSI) in coproduzione con la RAI, mandò in onda la trasmissione settimanale Un'ora per voi, dedicata agli Italiani in Svizzera.
La proporzione di stranieri in Svizzera, che nel 1960 aveva superato il 10% della popolazione, toccò il 17,2% nel 1970 con oltre un milione d'individui, il 54% dei quali italiani[25]. Nel 2'000, contando i naturalizzati con doppio passaporto, gli italiani in Svizzera superavano le 527.000 unità[26]. Nel 2007 gli stranieri in Svizzera rappresentavano il 23% della popolazione e la comunità italiana era ancora quella più numerosa (il 18,9% della popolazione straniera). L'Anagrafe ufficiale del Ministero dell'Interno italiano attestava come nel 2007 vivessero 500.565 Italiani in Svizzera con diritto di voto, quindi maggiorenni iscritti all'AIRE e 261.180 nuclei familiari. [27].
Nel 2017 l'Ufficio federale di statistica della Confederazione contava 317'300 italiani residenti, tutt'ora la comunità più numerosa che rappresenta il 14,9% della popolazione straniera[28] a cui vanno ad aggiungersi i 225'889 cittadini naturalizzati con la doppia cittadinanza, per un totale di 543'189 italiani o italo-svizzeri residenti. Da questi numeri si può dedurre da una parte l'importanza che ricopre ancora oggi la comunità italo-svizzera nella Confederazione, dall'altra l'importanza della Svizzera quale paese di emigrazione per gli Italiani.
Recentemente si è fatta consistente l'emigrazione in Svizzera di imprenditori italiani. Il flusso, molto modesto negli anni passati (ma iniziato negli anni Settanta) si è irrobustito. La figura più conosciuta è quella di Ernesto Bertarelli, figlio dell'imprenditore Fabio Bertarelli che nel 1977 trasferì l'impresa di famiglia Serono da Roma a Ginevra. A partire dagli anni Novanta si è accentuato il trasferimento di imprenditori italiani in Svizzera, soprattutto nel Canton Ticino e nei Grigioni (favorita dalla vicinanza geografica, dalla lingua italiana a dalle politiche di marketing territoriale). Le ragioni di questi trasferimenti sono principalmente: la burocrazia svizzera più snella, il carico fiscale più modesto, migliori infrastrutture e la presenza di parchi tecnologici[29].
Un altro aspetto non prettamente connesso con l'emigrazione, ma legato al mondo del lavoro tra Italia e Svizzera è quello del frontalierato [30], ovvero cittadini italiani che al mattino si recano al lavoro nella vicina Svizzera nei cantoni di confine come il Ticino, Grigioni e Vallese per fare ritorno a casa la sera. Particolarmente attiva la presenza di lavoratori frontalieri italiani nel Canton Ticino, con oltre 58'000 presenze giornaliere che rappresentano più del 22% della forza lavoro del Cantone di lingua italiana[31], la cui popolazione ammonta a poco più di 340'000 unità[32]
Nuova emigrazione
Complice la crisi economica che ha colpito l'Italia e un po' tutto il sistema economico europeo, con alcune eccezioni come la Germania, Inghilterra e appunto la Svizzera, dal 2010 c'è stato un repentino aumento di nuovi e giovani emigranti provenienti dall'Italia. Nel 2015 sono stati 18'900 gli italiani giunti nel paese elvetico, questo nuovo e rinnovato flusso migratorio ha riportato gli italiani ad essere il primo gruppo etnico in Svizzera, superando i tedeschi che negli anni 2000 avevano raggiunto il primato. Oggi la tipologia dell'emigrante italiano è più eterogenea rispetto al passato, quando occupavano prevalentemente posti nell'edilizia, ristorazione e nell'industria manuale. Oggi, oltre alle categoria di lavoratori medi e artigiani qualificati, una percentuale d'italiani che giungono in Svizzera sono laureati e occupano posti di responsabilità in istituti scientifici e culturali, come ad esempio la fisica Fabiola Gianotti, Direttrice generale del CERN di Ginevra.[33]
Pubblicazioni degli Italo-svizzeri
- Il Giornalino, trimestrale (Briga, 1988), editore Colonia Italiana di Briga, direttore Cinzia Viscomi Minniti.
- Comunità, mensile (San Gallo, dal 1975), editore e direttore padre Emilio Bernardini (Missione Cattolica Italiana di San Gallo).
- Corriere degli Italiani (Lucerna).
- Insieme di Affoltern, bimestrale (Affoltern am Albis, 1982), editore Missione Cattolica Italiana di Affoltern, direttore don Albino Michelin.
- Presenza Italiana, bimestrale della MCL di Ginevra (Ginevra, 1972), editore e direttore Luciano Cocco (Padri Scalabriniani).
- La Rivista, mensile (Zurigo, 1909), editore Andrea G. Lotti (Camera di Commercio Italiana per la Svizzera), direttore Giangi Cretti.
- Il Dialogo, bimestrale (Lugano, 1990), editore ACLI Svizzera (Associazioni cristiane lavoratori italiani), direttore Luigi Zanolli.
- L'Eco-Tele7, settimanale (Basilea, 1966) editore ITALINFO, redattore capo Stefano Materia.
- Tuttoitalia, portale online - Il media italiano in Svizzera (Zurigo, 2003) editore Tuttoitalia.ch, direttore Cirano Tondi
Film sull'emigrazione italiana in Svizzera
- Lo stagionale 1972 di Alvaro Bizzarri
- Siamo italiani 1964 di Alexander J. Seiler
- Il treno rosso di Peter Ammann, CH 1972
- Pane e cioccolata (1973), di Franco Brusati, con l'interpretazione di Nino Manfredi
- Emigration di Nino Jacusso, CH 1978
- I fabbricasvizzeri (1978) di Rolf Lyssy: film satirico sull'integrazione forzata, con l'interpretazione di Claudio Caramaschi
- Ritorno a casa di Nino Jacusso, CH 1980
- Azzurro (2001), regia di Denis Rabaglia con Paolo Villaggio
- Vento di settembre (2002), di Alexander J. Seiler
- Cara moglie (2006) Regia di Silvano Console, le lettere inviate dagli emigranti alle proprie famiglie.
- Il resto di una storia-The rest of a story (2007) di Antonio Prata, Docu/Diario in cui si rivisita Zurigo, città da cui si fuggiva per sconfiggere la dipendenza dall'eroina. Torino Film Festival 2007 Menzione speciale, Doclisboa 2008 Internat.Best short film,
- Terradentro-Earthinside (2013) film-documentario di Antonio Prata. Lo spaesamento emotivo e la ricerca di un luogo dove mettere radici, tra due terre distrutte. L'Abruzzo, terra d'origine dell'autore, sconvolto dal terremoto che ha cancellato i ricordi e sradicato un'identità che ora si rivela illusoria e la Svizzera, stravolta da una distruzione-ricostruzione programmata, che cancella anche le tracce del suo passato e sembra indolore, nell'apparente indifferenza delle persone. Selezionato al Torino Film Festival del 2013.
- Non ho età - il ritornello che ha commosso una generazione di emigranti, documentario di Olmo Cerri, CH 2017
Opere teatrali
- Italiani cìncali - parte prima: minatori in Belgio Di Mario Perrotta scritto insieme a Nicola Bonazzi pubblicato su Hystrio - trimestrale di teatro e spettacolo, n.2 anno 2008
- La turnàta - Italiani cìncali parte seconda Di Mario Perrotta scritto insieme a Nicola Bonazzi
Italo-svizzeri famosi
- Romano Amerio, filosofo e teologo
- Giuseppe Aquaro, calciatore
- Umberto Barberis, calciatore
- Tranquillo Barnetta, calciatore
- Cecilia Bartoli, mezzosoprano
- Diego Benaglio, calciatore
- Gaetano Berardi, calciatore
- Ernesto Bertarelli, imprenditore
- Teresita Bramante, atleta
- Sébastien Buemi, pilota
- Massimo Busacca, arbitro
- Fabian Cancellara, ciclista
- Ignazio Cassis, medico e consigliere federale
- Fabio Celestini, calciatore
- Davide Chiumiento, calciatore
- Alessandro Ciarrocchi, calciatore
- Diego Ciccone, calciatore
- Massimo Colomba, calciatore
- Moreno Costanzo, calciatore
- Fabio Daprelà, calciatore
- Lisa Della Casa, soprano
- Andrea Di Consoli, giornalista e scrittore
- Roberto Di Matteo, calciatore
- Antonio Esposito, calciatore
- Gilbert Facchinetti, imprenditore
- Marcello Foa, giornalista e RAI
- Carlo Frigerio, anarchico
- Vittorio Frigerio, scrittore e insegnante
- Bruno Ganz, attore
- Fabiola Gianotti, fisica
- Lara Gut, sciatrice alpina
- Monika Hauser, ginecologa
- Gianni Infantino, dirigente sportivo
- Massimo Lombardo, calciatore
- Massimo Lorenzi, giornalista
- Natascha Lusenti, giornalista e conduttrice televisiva
- Lorenzo Manta, tennista
- Angela Marzullo, performer femminista
- Benedetta Mazzini, attrice e conduttrice radio-televisiva
- Paola del Medico, cantante
- Paolo Meneguzzi, cantautore
- Robert Miles, compositore
- Sofia Milos, attrice
- Mina, cantante
- Lolita Morena, attrice (Miss Svizzera 1982)
- Michel Morganella, calciatore
- Marco Padalino, calciatore
- Marco Pascolo, calciatore
- Raimondo Ponte, calciatore
- Denis Rabaglia, regista
- Giuseppe Rensi, filosofo e avvocato
- Marina Ricolfi Doria, campionessa mondiale di sci nautico
- René Italo Ricolfi Doria, imprenditore
- Rosanna Rocci, cantante
- Anna Rossinelli, cantautrice
- Eugenio Santoro, scultore
- Emanuele Filiberto di Savoia, principe e conduttore TV
- Vittorio Emanuele di Savoia principe e imprenditore
- Franco Sbarro, imprenditore
- Deborah Scanzio, sciatrice
- Enrico Scacchia, pugile
- David Sesa, calciatore
- Ciriaco Sforza, calciatore
- Sinplus, duo pop-rock
- Serge Trinchero, calciatore
- Nello Valzania, aviatore
- Jean-Yves Valentini, calciatore
- Fabrizio Zambrella, calciatore
- Monica Zanchi, attrice
- Alfredo Zardini, lavoratore italiano emigrato in Svizzera vittima di un'aggressione xenofoba.
Note
- ^ Popolazione straniera in svizzera
- ^ Doppia cittadinanaza in Svizzera
- ^ Voce: "italo-",De Mauro, il dizionario della lingua italiana, Milano, Paravia, 2000, p. 1316, 2: "relativo ai rapporti tra l'Italia e un altro paese, in composizioni che spesso mantengono il trattino [da italo]."
- ^ Crisi dell'italiano in Svizzera
- ^ L'italiano sui banchi di scuola - swissinfo
- ^ Organisation internationale de la Francophonie
- ^ R. Martinoni, Se la politica minaccia l'italiano, in: Corriere del Ticino, 4 novembre 2010, pp. 1-2
- ^ italianità in Svizzera
- ^ Le scuole italiane all'estero Archiviato il 28 maggio 2010 in Internet Archive.
- ^ La doppia cittadinanza in Svizzera
- ^ Popolazione residente in Svizzera con doppia cittadinanaza
- ^ condizioni di vita degli italiani anziani in Svizzera
- ^ Migrazioni e problemi collegati Archiviato il 6 dicembre 2008 in Internet Archive.
- ^ Spari sugli operai italiani in sciopero
- ^ breve storia dell'emigrazione italiana in Svizzera
- ^ Annuario statistico del Canton Ticino 2017 - popolazione
- ^ Annuario statistico del Canton Ticino 2017 - Tabelle
- ^ Annuario statistico del Canton Ticino 2015 - popolazione
- ^ Emigrazione italiana in Svizzera
- ^ Colonie libere italiane in Svizzera
- ^ Dossier e archivi storici sull'emigrazione
- ^ Emigranti vietato ai cani e agli italiani
- ^ Storia dell'iniziativa Schwarzenbach
- ^ Lavoratori stagionali
- ^ La lunga storia dell'immigrazione in Svizzera
- ^ Documento sull'emigrazione italiana in Svizzera nel 2000
- ^ Statistiche ufficiali italiane
- ^ Popolazione straniera, statistiche ufficiali svizzere
- ^ La campagna d'Italia della Svizzera: «Piccoli, delocalizzate da noi»
- ^ Emigrazione e frontalierato
- ^ Statistica svizzera - Frontalieri Archiviato il 20 ottobre 2013 in Internet Archive.
- ^ Statistica svizzera - Comunicati stampa, su bfs.admin.ch. URL consultato il 19 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
- ^ [1]
Bibliografia
- Berruto, Moretti & Schmid. Interlingue italiane nella Svizzera tedesca. Osservazioni generali e note sul sistema dell'articolo, in E. Banfi e P. Cordin (a cura di). Storia dell'italiano e forme dell'italianizzazione. Bulzoni. Roma, 1990.
- Crespi Ferdinando. Ticino irredento. La frontiera contesa. Dalla battaglia culturale dell'"Adula" ai piani d'invasione. FrancoAngeli. Milano, 2004.
- Favero Luigi e Tassello Graziano. Cent'anni di emigrazione italiana (1876-1976). Cser. Roma, 1978.
- Foerster, Robert Franz. The Italian Emigration of Our Times. Ayer Publishing. New York, 1969 ISBN 0-405-00522-9
- Savoia Sergio e Vitale Ettore. Lo Svizzionario. Edizioni Linguanostra. Bellinzona, 2002.
- Gian Antonio Stella, L'orda quando gli albanesi eravamo noi, Rizzoli editore, 2002.
Voci correlate
Collegamenti esterni
- L'Italia è un po' tutti noi, su swissinfo.org.
- Anzianità e migrazione, su alter-migration.ch (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2008).
- Colonie libere italiane in Svizzera, su fcli.ch.
- Consiglio generale italiani all'estero, su cgie.it.
- Italiani nel mondo, su italianinelmondo.it.
- Nuova emigrazione italiana in Svizzera, su swissinfo.ch.
- emigrazione italiana in Svizzera nel XXI secolo (PDF), su edizionicafoscari.unive.it.