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Versione del 12 nov 2018 alle 13:38 di Clockwork93 (discussione | contributi) (Creata la sezione "critica e ricezione" con sottogruppi critica in occidente e in Cina. Aggiunte note)
Qiu Xiaolong

Qiu Xiaolong, (Cinese semplificato 裘小龙; pinyin: Qiú Xiǎolóng) (Shanghai, 1953), è uno scrittore, poeta, traduttore saggista cinese di lingua inglese.

Originario di Shanghai, dove ha vissuto nella prima parte della sua vita, si trasferisce negli Stati Uniti nel 1988 come studente straniero per lavorare ad un libro su T.S. Elliot. A seguito degli eventi che culminarono con la repressione di piazza Tian’an Men del 1989, viene bollato come nemico del governo e costretto a rimanere negli Stati Uniti per evitare ripercussioni.[1]

La sua fama è legata ai romanzi di genere poliziesco/giallo/mystery ambientati nella sua città natale, Shanghai, raccolti in una serie che porta il nome del suo principale protagonista, l'ispettore Chen. Uomo dalla solida formazione morale, amante della poesia, Chen si muove in una Shanghai che riflette il tumultuoso e rapido cambiamento che la Cina sta vivendo dagli inizi degli Anni Novanta.

Interamente tradotti in italiano e pubblicati dalla casa editrice Marsilio, i romanzi di Qiu Xiaolong hanno suscitato l’entusiasmo di critica e pubblico, facendo guadagnare al suo autore nel 2001 il prestigioso Anthony Award come miglior esordio con il suo romanzo La misteriosa morte della compagna Guan.[1][2]

Biografia

Gli anni in Cina

Autore eclettico, poeta e traduttore, Qiu Xiaolong nasce a Shanghai nel 1953, in un periodo storico della Repubblica Popolare Cinese segnato dal decennio della Rivoluzione Culturale.[3] Il padre, proprietario di una piccola azienda di profumi divenuta poi de facto statale con la nazionalizzazione delle industrie durante gli anni Cinquanta, viene bollato con tutta la sua famiglia come “nemico di classe”[4] e costretto a fare pubblica ammenda con conseguente richiesta di perdono davanti ad un pubblico di guardie rosse. La madre, a seguito delle irruzioni del governo per sequestrare i beni di lusso posseduti dalla famiglia, subisce un forte crollo nervoso da cui non riuscirà a riprendersi.[3]

Il primo approccio alla scrittura di Qiu Xiaolong consiste nella stesura di una confessione di colpevolezza per conto del padre, chiamato a pentirsi delle sue trascorse attività capitalistiche in cambio di un intervento chirurgico di ripristino della retina. Se la prima dichiarazione, redatta dal padre, non venne ritenuta sufficiente, quella di Qiu, caratterizzata da un linguaggio melodrammatico, valse a questi la definitiva assoluzione. Lo scrittore così commenterà l'episodio: “è stata la prima volta in cui ho guadagnato fiducia nella mia scrittura.”[3]

Durante la sua adolescenza, nel pieno della Rivoluzione Culturale, Qiu viene esentato dall'obbligo di trasferirsi nelle campagne per la “rieducazione”, imposto a tutti i giovani cinesi, perché affetto da bronchite cronica. Ha quindi la possibilità di dedicarsi appieno alla lettura e alla pratica del Taiqi,[4] e ad avvicinarsi alla letteratura in lingua inglese, che riuscirà a padroneggiare una volta conclusa la Rivoluzione con la morte di Mao nel 1976.

Dopo essersi iscritto alla Easter China Normal University di Shanghai, si trasferisce a Pechino alla Chinese Academy of Social Sciences dove si laurea. In questo periodo inizia a scrivere poesie e a tradurre poeti come T.S. Elliot, le cui opere erano giunte in Cina grazie alla riapertura dei rapporti con l’Occidente.[4][1]

L'arrivo negli Stati Uniti

Grazie a un programma di scambio offerto dalla Ford Foundation, nel 1988 Qiu giunge a Saint Louis negli Stati Uniti, con lo scopo di dedicarsi più approfonditamente allo studio di T.S. Elliot, immergendosi completamente nella sua città natale e studiando nell'università fondata dal nonno, la Washington University. Il programma di soggiorno temporaneo, a fini di studio, subirà un'improvvisa ridefinizione a seguito delle ripercussioni che la rivolta di Tian’an Men imprimerà alla vita dello scrittore cinese: il 4 luglio del 1989, in occasione dell'omonima festività americana, Qiu prende la decisione di installare un chiosco per la vendita di involtini primavera vicino al fiume St. Louis. L'intenzione era quella di devolvere il ricavato per sostenere gli studenti cinesi che stavano protestando a Tian'an Men. Qiu si vide bene dall'esporsi eccessivamente, ma in quanto poeta il suo era un nome famoso e per questo venne riportato da un'emittente televisiva che si occupava della trasmissione dell'evento. A seguito delle minacce da parte della polizia ricevute dalla sorella ancora in Cina e l'annullamento dell'accordo di pubblicazione di un suo libro di poesie in Cina, Qiu prese la decisione di rimanere negli Stati Uniti, dove avrebbe iniziato a scrivere esclusivamente in Inglese e dove fece arrivare la moglie [1][4]

Nel 1995 ottiene il dottorato presso la Washington University e decide di raccontare i cambiamenti in atto in Cina attraverso i suoi romanzi.[1][4]

Ad oggi Qiu vive una vita tranquilla a St. Louis con la moglie e la figlia Julia. Con la saga dell'Ispettore Chen egli ha pubblicato, ad oggi, dieci romanzi in lingua Inglese, tradotti anche in 19 lingue tra cui Svedese, Giapponese, Ebraico[5] e in lingua italiana, che hanno venduto più di 2 milioni di copie in tutto il mondo.[6]

Written in English, the books have been translated into 19 languages including Swedish, Japanese and Hebrew.

Nl frattempo egli ha continuato a dedicarsi alla poesia pubblicando nel 2003 una raccolta dal titolo Lines around China e traducendo ed editando una collezione bilingue, inglese - cinese, dal titolo Treasury of Chinese Love Poems.[4]

Carriera letteraria

(inglese)
«One of the reasons I started writing [...] was because this type of dramatic change -- you can call it 'best of times, worst of times' -- I found poetry is a good vehicle for my own feelings, but if you want to describe this kind of dramatic social change, maybe the novel is the best vehicle in that sense.»
(italiano)
«Una delle ragioni per cui ho iniziato a scrivere [...] è stata la necessità di un cambiamento drastico... Ho scoperto che la poesia è un eccellente mezzo per i miei sentimenti, ma se si vogliono descrivere cambiamenti sociali così drammatici, forse il romanzo è il veicolo migliore in quel caso.»

Gli inizi

Qiu Xiaolong inizia ad appassionarsi alla letteratura sin dall'adolescenza, quando inizia ad acquisire una notevole familiarità con con i romanzi gialli e le detective stories; fu così introdotto al genere nella sua traduzione in cinese, facendo attenzione a non venire scoperto perché allora, durante gli anni della Rivoluzione Culturale, anche "Sherlock Holmes poteva metterti nei guai".[7][8] Tra gli autori che hanno influito sulla sua formazione letteraria, lo scrittore cita gli svedesi Maj Sjowall e Per Wahloo, che lo hanno affascinato per il realismo dell'antieroe - l’ispettore Martin Beck - protagonista della loro serie di gialli. [7][9]

Parallelamente Qiu coltiva la sua passione, anch'essa precoce, per la poesia: dapprima con le raccolte di poesie Tang dell'autore Li Shangyin, per poi passare a raccolte di poeti cinesi contemporanei, durante la Rivoluzione Culturale. Mettersi a confronto con la difficoltà della poesia Tang, fortemente elusiva ed evocativa, ha avuto, secondo Qiu stesso, il vantaggio di fortificare il suo spirito creativo e interpretativo. Nel 1978 egli inizia a scrivere poesie mentre studia sotto la guida del poeta Bian Zhilin. Da studente egli scrive poesia, articoli accademici e traduce anche in cinese opere del poeta modernista T.S. Eliot come The Waste Land e The Love Song of J. Alfred Prufrock. Della poesia occidentale Qiu entrerà a contatto con autori romantici come Keats, Shelley e Byron, ma sarà soprattutto la "teoria impersonale" di T.S. Eliot ad avere l'influenza più grande sia nella produzione poetica che in quella in prosa. Secondo questa teoria, che si oppone alla tradizione romantica, afferma che il poeta non deve identificarsi con la persona all'interno del poema.[10][8][7]

Lo stesso vediamo nella produzione in prosa: L'ispettore Chen protagonista dei suoi romanzi condivide dei tratti comuni con l'autore stesso, si veda la passione per la letteratura, la poesia cinese o anche la cucina, ma non è l'autore stesso, portando ad una tensione tra ciò che è personale gli spunti autobiografici) e l'intento dell'autore stesso di mantenere il distacco dal suo personaggio.[2][9]

La produzione in lingua inglese

Con la decisione di rimanere negli Stati Uniti a seguito degli eventi del 1989, per Qiu pubblicare in Cina risulta difficoltoso e decide quindi di adottare la lingua inglese come lingua di scrittura. Concluso il dottorato, nel 1995 torna in Cina dopo un lungo periodo di assenza e rimane stupito dai cambiamenti sociali che stavano accadendo nel suo Paese, primo fra tutti l'ascesa della mentalità capitalista e il declino del socialismo, o anche la scomparsa della "vecchia" Cina e l'arrivo, improvviso e destabilizzante, della modernità. Tornato negli Stati Uniti egli tenta di esprimere il suo stupore con un poema lungo intitolato "Don Chisciotte in Cina" senza però ottenere un risultato soddisfacente. Egli allora decide di abbandonare gli schemi liberi della poesia per abbracciare quelli più rigidi del romanzo: Qiu stesso affermerà come la scelta della prosa sia stata dettata da due motivazioni principali: la prima, per il suo schema fisso - omicidio, indagine e risoluzione del caso - relativamente semplice da seguire: a suo avviso, per uno alle prime armi come lui, intenzionato a utilizzare una lingua diversa da quella materna, questo modello gli avrebbe permesso una maggiore facilità di scrittura:[7]“[la prosa in giallo] è solo un inizio e una fine… il mistero viene risolto”;[11][9] la seconda era la convinzione che il romanzo fosse la forma migliore per descrivere "questi cambiamenti drammatici... quest'epoca al contempo migliore e peggiore".[11]

Nasce così l'ispettore Chen Cao, un poliziotto di Shanghai che però ha studiare letteratura inglese ed è un poeta e traduttore, e con lui nasce anche un prodotto nuovo, mai visto nel panorama occidentale del genere della Crime Story: nelle opere di Qiu, l'ispettore Chen sfrutta sapientemente la sua doppia natura di poliziotto-letterato, accoppiando le sue capacità logiche con la conoscenza della natura umana, derivante dai suoi studi classici sulla poesia cinese e sulla letteratura inglese. Egli si serve della poesia e della critica letteraria per risolvere i crimini, gli omicidi, combinando il metodo logico e critico occidentale delle indagini con elementi tradizionali della cultura cinese come buddismo e confucianesimo.[12][13]

Il risultato di questa influenza reciproca tra prosa e poesia ha permesso a Qiu di dare vitalità e complessità al suo protagonista, ed esplorare da punti di vista differenti anche la vicenda narrata, che spesso presenta prospettive allo stesso tempo complementari e contrastanti. Ma non è questo l'unico valore aggiunto che risulta da questa compresenza: attraverso di essa, Qiu riprende e reinterpreta in chiave moderna una delle figure più comuni della letteratura classica cinese, che è quella il funzionario di governo, esempio di moralità e di autoformazione grazie allo studio letterario e filosofico.[9]

In virtù di ciò è possibile anche affermare che Qiu, con l'unione tra elementi autoctoni tradizionali cinesi e metodologie razionali occidentali d'indagine, arriva a dare una svolta moderna a quello che è il giallo cinese, nell'accezione che la critica occidentale da del genere, nella storia della letteratura cinese è il grande assente - la cosa più vicina alla produzione in giallo erano i cosiddetti 公安 gong’an, ovvero casi giudiziari romanzati incentrati non tanto sulla risoluzione del caso attraverso un’indagine, ma sulle difficoltà del magistrato onesto ad applicare la legge in una società in cui la corruzione e i soprusi erano all’ordine del giorno.[14][7]

La Cina di Qiu

Shanghai e l'ispettore Chen

Qiu Xiaolong nasce e muove i primi passi in un periodo storico, economico e sociale piuttosto burrascoso per la Cina, e l’ispettore Chen ne riflette la complessità.[8] Nato e cresciuto a Shanghai, nonostante la lontananza, e nonostante la sua produzione letteraria sia stata e continui ad essere in lingua inglese, Qiu Xiaolong mantiene un rapporto stretto con questa città che fa da sfondo e da co-protagonista dei suoi romanzi.[7] Oltre a fornirgli un background, un’ambientazione familiare, di cui conosce bene i dettagli, Shangai offre a Qiu, espatriato negli Stati Uniti , la possibilità di esplorare prospettive diverse, e riuscire a coglierne le contraddizioni. [7][15] Shanghai infatti è stata una delle prime città ad inizio Novecento ad aprirsi all’esterno, e ciò l'ha resa un crogiolo di culture diverse, un melting pot tra Occidente ed Oriente.[15] È il luogo in cui si materializzano tutte le contraddizioni e i cambiamenti che attraversano la Cina, ne diviene un paradigma. L’ispettore Chen diventa la lente d’ingrandimento con cui Qiu riesce a portare a compimento questo processo: egli è nato e vive a Shanghai, la conosce perfettamente, ma allo stesso tempo il rapido sviluppo della città lo destabilizza e gli provoca sentimenti contrastanti.[15]

Nei romanzi di Qiu compare sempre sullo sfondo il percorso storico, economico e socio-politico attraversato dalla Cina, il cui apice è rappresentato dalla Rivoluzione Culturale. Egli non si limita a costruire una storia indirizzata alla ricerca del colpevole, ma esplora le circostanze culturali, storiche, economiche e sociali in cui è maturato un certo evento, dà un contesto al romanzo.[7] La storia della Cina comunista è sempre presente:[1] ne La Morte della Compagna Guan e Quando il Rosso è Nero si palesano le tragiche conseguenze della Rivoluzione Culturale; ne La Ragazza che Danzava per Mao, Qiu analizza la piaga della corruzione a livello amministrativo; ne Le Lacrime del Lago Tai, il problema dell’inquinamento.

L’ispettore Chen si muove nel mondo corrotto della burocrazia di cui è parte e cerca di smascherarlo.[1] Allo stesso tempo, pur condannandone i mezzi, egli per forza di cose accetta dei compromessi per poter andare avanti. Si fa scrupoli morali, cerca sempre di fare un buon lavoro come poliziotto, ma è consapevole di quanto gli è permesso di fare nel contesto in cui è inserito[2]. In questo senso, l'ispettore protagonista dei romanzi di Qiu rappresenta una metafora della società cinese.[4]

La censura e il doppio punto di vista

Le critiche alla corruzione e alle contraddizioni interne alla società cinese non sono una prerogativa dei romanzi di Qiu. Negli ultimi decenni, grazie all'uso di Internet, è aumentato il fenomeno dei microblog che denunciano esempi di cattiva amministrazione, mostrando come i cambiamenti avvenuti a livello economico non abbiano portato a mutamenti della situazione politica, alla centralità assegnata dal governo agli interessi del Partito.[16]

Questo clima ha fatto sì che la macchina statale della censura entrasse in azione pesantemente verso tutti coloro che pubblicano online contenuti ritenuti "sensibili" e nocivi verso lo status quo dell'apparato governativo. Oltre ad essere una macchina pervasiva, la censura è anche estremamente frustrante: sebbene in alcuni casi sia facile individuare quali argomenti siano considerati sensibili - ogni riferimento a politica, sesso, droga, Tibet, Taiwan o anche alla Rivoluzione Culturale, sicuramente non riuscirà a passare il controllo della censura e verrà automaticamente eliminato[17] - non esistono, tuttavia, confini netti tra ciò che è lecito scrivere, documentare e riportare e ciò che non lo è;[18] Questo porta gli scrittori a muoversi in una zona grigia: dove argomenti vengono tollerati il giorno prima e diventano illegali, e quindi censurati, il giorno dopo.[19][20]

Questo ha fatto sì che la censura diventi prima di tutto autocensura: sono gli autori stessi a controllare più e più volte i loro testi prima di pubblicarli o proporli ad una casa editrice, in quanto qualsiasi accenno ad argomenti illegali, magari sfuggito al processo di autocontrollo, può arrivare anche a determinare la fine della carriera dello scrittore stesso.[20]

Nel contesto della censura in madrepatria, Qiu si trova in una posizione avvantaggiata nel suo intento di denuncia: in quanto espatriato egli, nel pubblicare in Occidente, non solo non è colpito dalla (auto)censura dei suoi colleghi in Cina, ma ha anche possibilità di accedere a materiale introvabile, o difficilmente reperibile nel suo paese d'origine.[16]Inoltre, il doppio punto di vista che Qiu esprime nei suoi romanzi - quello di chi conosce profondamente la cultura e la storia del paese e dei personaggi narrati, in quanto nato e cresciuto in quel paese, e quello di chi guarda dall'esterno quella stessa realtà, perché vive altrove, nella condizione di espatriato - ha permesso ai suoi romanzi di ottenere un alto grado di verosimiglianza, e di raggiungere un vasto e diversificato pubblico di lettori.[16]

Tutt'altro discorso è invece la pubblicazione dei suoi romanzi in Cina: Nonostante le assicurazioni che la pubblicazione dei suoi primi tre libri non avrebbe comportato tagli, a pochi me dalla pubblicazione, l'editore avvisa Qiu della necessità di effettuare cambi e tagli importanti affinché la sua opera possa essere pubblicata, altrimenti la casa editrice avrebbe subito pesanti ripercussioni.[17] Ecco che allora "Shanghai" viene rimpiazzata dalla "Città di H", togliendo ogni riferimento a luoghi specifici che avrebbero reso facile l'identificazione della metropoli;[21][20][17] alcuni personaggi, così come passaggi all'interno della storia, vengono riscritti per essere più affini alle ideologie del Partito.[20] Qiu, che aveva acconsentito, non senza risentimento, a questi cambiamenti che lui stesso definiva "ridicoli, [tanto da] rendere il libro incoerente" per quanto riguardava i primi tre volumi, rifiutò di sottostare a questa censura per i successivi, che rimangono inediti in lingua cinese.[20][21]

Critica e ricezione

Per quanto riguarda la critica dei romanzi e la loro ricezione nel mondo, esiste un forte divario tra occidente ed oriente; mentre, infatti, in occidente i romanzi di Qiu Xiaolong godono di una fama solida, anche grazie alla positiva critica di testate giornalistiche come The Wall Street Journal, Booklist e altre, in oriente la tendenza è decisamente opposta e non sono mancate stroncature da parte dei lettori e dei critici cinesi.

In Occidente

In Occidente i romanzi di Qiu sono stati accolti positivamente sia dalla critica che dai lettori, che apprezzano particolarmente la felice unione tra prosa e poesia. Publishers Weekly fa notare come "L'autore, egli stesso un poeta e critico, alimenta la storia con allusioni alla letteratura classica cinese, mescolando la pateticità della poesia con l'orrore degli omicidi; in questo modo il romanzo appare come la traslazione di un testo antico in uno schema di intrighi moderno".[22][23]

E ancora, il New York Times mette in luce nei romanzi "il senso di realismo che, agli occhi dei lettori, ha reso [Qiu Xiaolong] un esperto dei più sordidi aspetti del sistema politico e legale cinese".[22][23]

Dei romanzi di Qiu viene, quindi, particolarmente apprezzata l'immagine che ne deriva della Cina moderna, con le difficoltà che il passaggio ad una società più moderna, e a tratti occidentale, riserva ad un sistema sociale, economico e politico che ancora fortemente risente della tradizione. I critici fanno anche notare come la descrizione della Cina sia la parte più interessante dei libri e che il delitto in sé è solo una cornice e come dai suoi romanzi è interessante "ciò che ne traspare della Cina e ciò che ne traspare della complessità umana in quell'ambiente".[24]

In Cina

Contrariamente a quanto successo in Occidente, in Cina i romanzi di Qiu Xiaolong hanno avuto un successo decisamente meno fortunato, attirando il biasimo sia da parte della critica letteraria che del pubblico. Una delle principali critiche che è stata mossa contro questi romanzi riguarda proprio il realismo: per i critici orientali quello di Qiu Xiaolong più che realismo è portavoce di quella visione orientalista della Cina che si ha in Occidente: un pease poco conosciuto - a tratti esotico - e pieno di stereotipi. La critica afferma come all'interno dei romanzi, la Cina descritta sia ancora quella della fine degli Anni 80 e inizi Anni 90, una visione obsoleta e che non rispecchia la Cina odierna.[25][26]

Quello che ne risulta è una rappresentazione distorta del Paese che fa fede non tanto alla realtà ma all'immaginario e alla percezione Occidentale.[27]

Qiu Xiaolong viene anche criticato per il suo uso della poesia, che non viene considerata tale dal pubblico cinese, e dalla poca caratterizzazione dei personaggi secondari, primo fra tutti quello dell'ufficiale Catherine Rohn in "Visto per Shanghai".[26]

Opere principali

Serie L'ispettore Chen Chao

  • Death of a Red Heroine (2000)
La misteriosa morte della compagna Guan, traduzione di Paola Vertuani, Marsilio Editori spa, 2002, ISBN 9788831779890.
  • A Loyal Character Dancer (2002)
Visto per Shanghai, traduzione di Paola Vertuani, Marsilio Editori spa, 2004, ISBN 9788831783040.
  • When Red Is Black (2004)
Quando il rosso è nero, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2006, ISBN 9788831789721.
  • A Case of Two Cities (2006)
Qiu Xiaolong, Ratti Rossi, traduzione di Vittorio Curtoni, Marsilio Editori spa, 2008, ISBN 9788831794558.
  • Red Mandarin Dress (2007)
Qiu Xiaolong, di seta e sangue, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2012, ISBN 9788831711883.
  • The Mao Case (2009)
Qiu Xiaolong, La ragazza che danzava per Mao, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2012, ISBN 9788831711746.
  • Don't Cry, Tai Lake (2012)
Qiu Xiaolong, Le lacrime del lago Tai, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2014, ISBN 9788831718615.
  • Enigma of China (2013)
Qiu Xiaolong, Cyber China, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2014, ISBN 9788831718424.
  • Shanghai Redemption (2015)
Qiu Xiaolong, Il principe rosso, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2016, ISBN 9788831723060.
  • Becoming Inspector Chen (2016)
Qiu Xiaolong, Il poliziotto di Shanghai, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2016, ISBN 9788831726979.

Altre opere

  • Years of Red Dust (2010)
Qiu Xiaolong, Il vicolo della Polvere Rossa, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2013, ISBN 9788831736244.
  • Qiu Xiaolong, Nuove storie dal Vicolo della Polvere Rossa, traduzione di Fabio Zucchella, Marsilio Editori spa, 2015, ISBN 9788831739450.

Bibliografia

  • Qiu Xiaolong, Yan Ying, Death of a Red Heroine; A Loyal Character Dancer; When Red is Black, in Modern Language Studies, vol. 35, n. 1, 2005, pp. 75-83.
  • Alan R. Velie, The Detective Novels of Qiu Xiaolong, in World Literature Today, vol. 83, n. 3, 2009, pp. 55-58.
  • Paolo Magagnin, Qiu Xiaolong's Death of a Red Heroine in chinese translation: a macro-polysystemic analysis, in Annali Ca'foscari. Serie orientale, vol. 51, giugno 2015, pp. 95-107.
  • Robbie B. H. Goh, Engaging future Asia: Techno- orientalisms, ethnography, speculative fiction, in Creative Industries Journal, vol. 6, n. 1, 2013, pp. 43–56.
  • Jonathan Stalling, Bilingual Poetics in the Global Age: An Interview with Qiu Xiaolong, in Chinese Literature Today, vol. 6, n. 1, 2017, pp. 89-97.

Note

  1. ^ a b c d e f g Skwiot
  2. ^ a b c Black
  3. ^ a b c Qiu's corner
  4. ^ a b c d e f g Gay
  5. ^ Ian Ransom, Shanghai sleaze the muse for Chinese crime writer, su uk.reuters.com, 17 marzo 2008, p. 1.
  6. ^ Luca Vaglio, Polvere di censura su Xialong, su ilsole24ore.com, 16 maggio 2011, p. 1.
  7. ^ a b c d e f g h Green
  8. ^ a b c Hindustantimes
  9. ^ a b c d Veile, 79
  10. ^ Wasserstrom
  11. ^ a b Silva
  12. ^ Alan R. Veile, 55
  13. ^ Veile, 80
  14. ^ Crimefictionlover
  15. ^ a b c Scene of the Crime
  16. ^ a b c Wong
  17. ^ a b c Domiguez, 1
  18. ^ Andrew Jacobs, Authors Accept Censors’ Rules to Sell in China, su nytimes.com, 19 ottobre 2013, p. 1.
  19. ^ Gabriel Domínguez, China's censors put Western authors in tight spot, su dw.com, 20 ottobre 2013, p. 1.
  20. ^ a b c d e Jacobs, 1
  21. ^ a b Ransom, 1
  22. ^ a b Book reviews, su http://www.qiuxiaolong.com. URL consultato il 12 novembre 2018.
  23. ^ a b St. Louis poet, critic and crime novelist Qiu Xiaolong to read, su https://source.wustl.edu/. URL consultato il 12 novembre 2018.
  24. ^ Connie Fletcher's review of Death of a Red Heroine, su Booklist. URL consultato il 12 novembre 2018.
  25. ^ 裘小龙:告诉西方一个当代中国, su http://www.china.com.cn. URL consultato il 12 novembre 2018.
  26. ^ a b 警惕裘小龙式的经纪文人, su http://culture.163.com. URL consultato il 12 novembre 2018.
  27. ^ 海外中国作家批评——以哈金、裘小龙为例, su http://www.china.com.cn. URL consultato il 12 novembre 2018.

Collegamenti esterni