Sequestro di Farouk Kassam

sequestro di persona
Versione del 19 nov 2018 alle 22:05 di MarioCartaSerra (discussione | contributi) (Storia: conosciuto attraverso Mario e Antonello Zappadu)

Il sequestro di Farouk Kassam è stato un caso di rapimento ad opera dell'Anonima Sequestri avvenuto in Italia nel 1992 di cui fu vittima un bambino di 7 anni, Farouk Kassam, nato il 9 maggio 1984 a Vancouver, in Canada. L'ostaggio, di nazionalità belga e canadese, è figlio di Fateh Kassam, belga di origine indiana, gestore di un grande albergo della località turistica di Porto Cervo, in Sardegna e nipote del Vazir Adjabali Kassam molto vicino a Karim Aga Khan .

Storia

Il sequestro avvenne il 15 gennaio 1992, nella villa dei genitori del bambino, a Porto Cervo[1]. Fu organizzato e portato a termine da uno dei più noti esponenti del banditismo sardo: Matteo Boe che ottenne uno dei riscatti più alti mai ottenuti per un sequestro di persona in Sardegna: 5 miliardi e 300 milioni di Lire. La cifra esborsata non venne mai dichiarata in sede processuale, ma la sua esistenza fu chiarita dal mediatore, il bandito Graziano Mesina, uscito appositamente dal carcere per attivare la trattativa, e l'entità della somma venne riferita dal fotoreporter d'inchiesta Antonello Zappadu[2].

Si sparse inizialmente l'informazione secondo cui i Kassam fossero parenti del principe ismaelita Karim Aga Khan, l'uomo più ricco e potente della Costa Smeralda; una notizia rivelatasi poi non vera. Vero è che la famiglia ha la stessa provenienza, che il nonno del bambino lavorava in passato quale diplomatico per l'Imam e che il terreno su cui si ergeva l'albergo dei Kassam era di sua proprietà.

Durante la prigionia, durata quasi 6 mesi, il padre, che a causa della legge antisequestri varata alcuni mesi prima dal Parlamento Italiano, non aveva più la disponibilità dei suoi beni, infastidito con le forze dell'ordine che assediavano la sua casa, prima sfidò i sequestratori e poi si mise in solitaria alla ricerca del figlio. La madre, dopo tre mesi dalla sparizione, si recò il giorno di Pasqua direttamente a Orgosolo, nucleo pulsante del banditismo sardo dell'epoca, e entrata in chiesa fece appello per la liberazione del bambino al paese e alle altre madri.

I rapitori presero il primo contatto attraverso il quotidiano La Nuova Sardegna, successivamente con i sindaci di due piccoli paesi, quindi con due sacerdoti e in questo modo comunicarono con sicurezza con la famiglia, ma la situazione restava comunque in stallo. Il Servizio Segreto Italiano si occupò ovviamente del caso e rilasciato il bandito Mesina con la scusa di un permesso per motivi familiari, le trattative, che si focalizzarono solo sul riscatto, presero un nuovo corso e finalmente si giunse alla somma definitiva che però Fateh Kassam, il padre, disse inizialmente di non voler più pagare.

Faruk che, tenuto nascosto per diverso tempo in una grotta sul Montalbo, vicino a Lula [3], il paese di quelli che si riveleranno più avanti essere i sequestratori, subì, quale terza prova in vita, la mutilazione della parte superiore dell'orecchio sinistro, venne liberato l'11 Luglio, in circostanze mai completamente chiarite. Infatti la liberazione per mano di Mesina venne smentita dalle forze di polizia, ma egli aveva avvertito anticipatamente Pino Scaccia del Tg1 (conosciuto attraverso Mario e Antonello Zappadu), che diede la notizia, da cui ne conseguì un tira e molla tra media e istituzioni che non poté che elevare la tensione[4].

Il processo si concluse con la condanna a 30 anni di detenzione per Matteo Boe e a 27 e 29 anni di carcere per due suoi compaesani, Ciriaco Marras e Mario Asproni. Rimane il mistero su chi fossero due dei quattro banditi che irruppero nella casa della famiglia Kassam e chi fossero i due custodi descritti dal bimbo come una vecchia e un uomo basso e tarchiato.

Note

  1. ^   (IT) Gianni Minoli, Partita a tre - La Storia Siamo Noi - Il Sequestro Kassam...by Gisto, su YouTube, La Storia Siamo Noi - Rai, 15 Giu 2017. URL consultato il 17 Nov 2018.
    «Guarda, vogliamo 10 miliardi e metti un annuncio sul giornale.»
  2. ^   (IT) Carlo Lucarelli, Sardegna - Perché banditi 2/4, su YouTube, Blu notte, 27 lug 2012, a 20 min 20 s. URL consultato il 13 Nov 2018.
    «Il dibattimento non ha detto né che sia stato pagato il riscatto né che non sia stato pagato.»
  3. ^ Si, è la mia prigione, su LaNuovaSardegna.it, 27 Nov 1994. URL consultato il 17 Nov 2018.
  4. ^   (IT) Pino Scaccia, èStoria 2013: Il bandito di Orgosolo - Graziano Mesina, su YouTube, 11 Giu 2013. URL consultato il 17 Nov 2018.
    «Il Bambino è stato liberato, sta bene.»

Voci correlate


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