Omicidio di Elvira Orlandini
L'omicidio di Elvira Orlandini, noto anche come omicidio del Corpus Domini, avvenne il 5 giugno del 1947 a Toiano, nella provincia di Pisa, ed è rimasto un caso irrisolto[1][2] che sconvolse l'opinione pubblica della Toscana e dell'intera Italia nel secondo dopoguerra.[3] Il processo contro l'unico indiziato, attirò l'interesse dell'opinione pubblica che si divise fra colpevolisti e innocentisti e presso il Tribunale di Pisa arrivarono per assistere anche duemila persone.[1]
Storia
Il cadavere di Elvira Orlandini, detta la "bella Elvira", una ragazza di 22 anni di origini contadina che lavorava come domestica per la ricca famiglia svizzera dei Salt[3],[1] il 5 giugno del 1947, durante la processione del Corpus Domini, venne scoperto nel vicino bosco delle Purghe, uccisa mentre stava prendendo l'acqua alla fonte; l'autopsia rilevò che la ragazza morì per una ampio taglio alla gola inferto con un coltello tagliente al quale seguirono altre coltellate quando era ormai già morta; poi il corpo venne trascinato lungo il sentiero del Botro della Lupa, un vecchio canale di scolo dismesso che attraversava il bosco.[1]
Il corpo venne ritrovato dal padre che la era andata a cercare quel pomeriggio stesso. Non ci sono testimoni e anche l'arma del delitto non si trova; inoltre l' assassino ha preso le mutandine di Elvira.[1]
Fra i sospettati vi erano un parente vicino alla vittima, il figlio di una famiglia romana benestante che aveva preso residenza a Toiano in quegli anni, ed infine il fidanzato, con il quale era prossima alle nozze. I carabinieri arrestarono il fidanzato, veterano di guerra coetaneo della ragazza, nonostante l'opposizione dei compaesani.
Leonardi, il maresciallo dei Carabinieri, arresta il fidanzato della ragazza, Ugo Ancillotti, perché ritiene che il promesso sposo di Elvira è arrivato sul luogo del delitto senza che qualcuno glielo avesse prima indicato e per via delle macchie di sangue sui pantaloni; inoltre i due fidanzati si erano già lasciati un paio di volte e questo fa pensare al movente della gelosia. Ancillotti però non confessa e uscirà di prigione solo nel 1949. Nel processo che ha attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, l'accusato ha come avvocato Giacomo Picchiotti, parlamentare socialista che insieme ai colleghi Gattai e Gelati patrocinano gratis, convinti che si tratti di un processo indiziario a carico di un poveraccio.[1] Il processo contro l'accusato iniziò nel 1949 a Pisa e il grande clamore mediatico costrinse a trasferirlo a Firenze:[1] l'eco mediatica della vicenda causò un grande afflusso di pubblico e qualche disordine per i contrasti tra colpevolisti e innocentisti[4][1]. Il processo verteva su prove inconsistenti tanto che il procuratore generale chiese diciotto anni invece dell'ergastolo ma l'impianto accusatorio non resse in quanto vicino al luogo del delitto vennero trovate impronte di scarpa numero 40, mentre Ancillotti portava il 43 e le macchie ematiche sui pantaloni erano molto piccole e comunque incompatibili con quelle che si sarebbero avute durante un atto efferato come l'omicidio di Elvira e i due fidanzati avevano lo stesso gruppo sanguigno e quindi avrebbero potuto essere anche di Ancillotti; circa poi il fatto di essere giunto sul luogo del delitto senza che nessuno glielo avesse prima indicato, si scoprì che quando venne svegliato e gli dissero della tragedia, prese la bicicletta e si diresse verso casa Orlandini ma arrivò prima sul luogo del delitto solo perché si trova lungo il percorso.[1] Il 14 luglio i giudici svolsero senza risultati un sopralluogo nel bosco nel quale era stato ritrovato il corpo.[senza fonte] Il processo si concluse con l'assoluzione per mancanza di prove del fidanzato, che tornò a vivere a Toiano. Il caso rimase irrisolto e a ricordare la giovane Elvira venne messa una foto su una lapide commemorativa nel Botro della Lupa.[1]
Il 30 marzo 2013 è morto a 91 anni l'unico imputato, il fidanzato Ugo Ancillotti che si è sempre proclamato innocente.[5][6]
Per molti anni ci sono stati "avvistamenti" del fantasma della Bella Elvira, esempio di "leggenda metropolitana".
Note
- ^ a b c d e f g h i j Quel giorno che Elvira andò al fiume - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 novembre 2018.
- ^ La Nazione, di GIUSEPPE MEUCCI CÈ CHI DICE che di notte il fantasma della Bella... - La Nazione, in La Nazione. URL consultato il 29 novembre 2018.
- ^ a b Lilith, L'omicidio di Elvira Orlandini, la bella Elvira - Emadion, in Emadion, 1º novembre 2016. URL consultato il 29 novembre 2018.
- ^ Maresco Martini, L'alba sulla collina: MEMORIE: LA BELLA ELVIRA, su L'alba sulla collina, martedì 3 maggio 2011. URL consultato il 29 novembre 2018.
- ^ Bella Elvira, morto a 91 anni l’unico imputato - Cronaca - il Tirreno, in il Tirreno, 30 marzo 2013. URL consultato il 29 novembre 2018.
- ^ Quel giorno che Elvira andò al fiume - la Repubblica.it, in Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 29 novembre 2018.
Bibliografia
- Paolo Falconi, La bella Elvira. Toiano 1947: il delitto del Corpus Domini, il "giallo" di una storia vera di Paolo Falconi, CDL Libri, 2002.