Misteri di Alleghe
I misteri di Alleghe è una serie di cinque omicidi commessi dal 1933 al 1946 nei pressi del lago di Alleghe e all'interno di un albergo del paese, e divenuta nota come "I misteri di Alleghe" dal titolo di un libro scritto da Sergio Saviane nel 1964,[1] anticipato da un suo articolo per Il Lavoro Illustrato del 1952 nel quale venne pubblicata una inchiesta giornalistica che determinò l'avvio di un'indagine condotta dall'allora maresciallo dei carabinieri Domenico Uda e dal vice brigadiere Ezio Cesca, che si concluse con l'arresto dei responsabili della catena di omicidi.[2][1][3]
Storia
Il 9 maggio del 1933, Emma De Ventura, la cameriera ai piani dell'albergo Centrale, venne trovata uccisa mentre lavorava. I proprietari dell'albergo sostengono che si sia suicidata e questa versione viene sostenuta anche dal parroco e dal medico condotto, che per primo ha effettuato i rilievi. Dalla ricostruzione emerge che la ragazza si sarebbe uccisa ingerendo della tintura di iodo che, provocandole poi dolori inimmaginabili, l’avrebbe spinta a farla finita velocemente tagliandosi la gola con un rasoio. La bottiglietta del veleno viene trovata chiusa e sistemata su un mobile mentre il rasoio era sul comodino, a qualche metro dal cadavere. Nonostante le incongruenze, viene confermata la tesi del suicidio e il caso venne archiviato.[2]
Il figlio del macellaio del paese, Aldo Da Tos, si sposa con Caterina Finazzer, di buona e ricca famiglia e poi partono per il viaggio di nozze che interrompono tornando a casa prima del previsto. La sposa chiama la madre chiedendole di venire a prenderla ad Alleghe il giorno dopo. Invece il 4 dicembre 1933, il suo corpo verrà trovato nelle acque dell’imbarcadero. SI ipotizza che fosse depressa e che soffrisse di sonnambulismo e che cadde così, accidentalmente, nel lago. Suo corpo verranno trovati lividi sul collo che per il medico legale sono solo i primi segni della putrefazione anche se Caterina è morta da poche ore e le acque in cui è stata ritrovata sono ghiacciate; anche stavolta venne dichiarato che si tratta di suicidio e il caso venne archiviato.[2]
Il 18 novembre 1946 sempre ad Alleghe, in piena notte i coniugi Del Monego, Luigi e Luigia, stanno tornando a casa dopo aver chiuso il loro negozio con l’incasso di 100.000 lire. Giunti nel vicolo La Voi vengono uccisi a colpi di pistola. Nessuno ha però sentito nulla anche perché la guerra era finita da poco e non era strano sentire qualche colpo di arma da fuoco. Il giorno dopo vengono trovati i loro corpi ma senza l'incasso. Il delitto venne archiviato come omicidio a scopo di rapina a carico d’ignoti.[2][4][5][6] Del delitto venne inizialmente accusato Luigi Verocai, un latitante evaso dal carcere prima della condanna in contumacia per un altro omicidio e dal quale venne poi assolto nel 1949; Verocai venne arrestato ma poi prosciolto dalle accuse in fase di istruttoria.[4][7]
Il giornalista Saviane, che conosceva per averci passato le ferie il paese di Alleghe, nei primi anni cinquanta, quando lavorava al settimanale Il Lavoro Illustrato inizia a indagare tornando sul luogo dei crimini nel 1952 scrive un articolo, pubblicato con il titolo "La Montelepre del Nord" riferendosi alla località siciliana del bandito Giuliano). Nell'articolo i quattro delitti vennero messi in relazione ipotizzando che il responsabile sia uno solo. Viene per questo citato in giudizio lo stesso anno dai proprietari dell'albergo Centrale, Aldo Da Tos e Pietro De Biasio i quali, anche se non erano stati citati nell'articolo, si erano sentono ugualmente diffamati. Anche per la mancanza di riscontri dovuto alla mancanza dei testimoni di Saviane che non si presentano o, se lo fanno, testimoniano comunque contro, il giornalista viene condannato per diffamazione a mezzo stampa e condannato a otto mesi.[2][4][5][6]
Un brigadiere dei carabinieri ad Auronzo, Ezio Cesca, ha però letto l'articolo oltre al libro che Saviane ha scritto nel 1953 sulla vicenda, I misteri di Alleghe. I suoi dubbi portano all'apertura di una indagine e il brigadiere si reca in incognito ad Alleghe, trovando lavoro come operaio e frequentando le osterie, raccogliendo quanto si raccontano in giro e scopre che i Del Monego sarebbero stati uccisi per qualcosa che avevano visto e viene fuori il nome di Giuseppe Gasperin. Cesca riesce a conoscerlo diventandone amico tanto che Gasperin arriva a confidargli che nel vicolo La Voi abita una signora, Corona Valt, che sa qualcosa sull'omicidio della coppia. Per arrivare alla signora Valt, Cesca riesce a fidanzarsi con la nipote e, dopo qualche tempo, quando ormai è uno della famiglia, l'anziana donna gli confida che la notte del delitto ha visto tre persone nel vicolo, una delle quali è riuscita a riconoscere, ovvero Giuseppe Gasperin. Per far cadere Gasperin gli propone un affare nel quale servirebbero uomini che non abbiano paura di sparare. Gasperin accetta confidandogli che lui ha già sparato e ucciso. A seguito di questo Gasperin venne convocato in caserma e arrestato e interrogato rivelando i nomi dei responsabili dei delitti. Nel 1958 vennero quindi arrestati Pietro de Biasio, il marito di Adelina, e Aldo da Tos e pochi mesi dopo anche Adelina Da Tos, accusata di aver ucciso Emma De Ventura. Caterina Finazzer, la moglie di Aldo, è stata invece strangolata da Pietro De Biasio, con l'aiuto dei fratelli Da Tos; venne uccisa perché durante il viaggio di nozze il marito le aveva parlato dell'omicidio della cameriera e lei non aveva reagito bene, dando segni di paura, e così i Da Tos, decisero di eliminarla. I coniugi Del Monego vennero poi uccisi perché la notte del 4 dicembre 1933, avevano visto Aldo portare in spalla il corpo della moglie morta verso il lago e dopo tredici anni decisero di eliminare anche loro, venendo uccisi nel vicolo da Aldo Da Tos, Pietro De Biasio e Giuseppe Gasperin.[2][1][4][5][6]
Quando Elvira Riva, la proprietaria dell'albergo Centrale e di altri immobili in tutta Alleghe, si era sposata con Fiore Da Tos, un povero bracciante più giovane di lei di undici anni, era incinta di un altro uomo; Fiore fece partorire Elvira a Mirano, dove era nata, lasciando poi il bambino, Umberto Giovanni, a Venezia, da una conoscente affinché lo allevasse a sue spese. Il bambino una volta cresciuto giunse ad Alleghe per reclamare la sua parte di eredità ma venne ucciso per questo. Casualmente, la cameriera Emma De Ventura ne scoprì il corpo nelle cantine dell'albergo e pertanto venne uccisa affinché non parlasse. Il corpo di Umberto Giovanni non venne mai ritrovato.[2][1][4][5][6]
Processo
Dopo un processo durato sei mesi, con 33 udienze, l'8 giugno 1960, la Corte d’Assise di Belluno, riconobbe colpevoli Aldo e Adelina Da Tos e Pietro De Biasio, condannandoli all'ergastolo. Aldo e Pietro sono colpevoli della morte di Carolina Finazzer e dei coniugi Del Monego, Adelina solo della morte di Finazzer; l'omicidio di Emma De Ventura era invece caduto in prescrizione. Giuseppe Gasperin venne condannato a trent'anni di cui sei condonati per aver contribuito, con la sua confessione, ad arrestare gli altri responsabili.[2][4][5][6]
Durante il processo d’appello nel 1964, anche i Da Tos e De Biasio confessarono di aver partecipato agli omicidi ma la pena di primo grado venne confermata e successivamente anche la Corte di Cassazione confermo le precedenti sentenze, il 4 febbraio 1964.[2][8] Aldo Da Tos e Pietro De Biasio morirono in carcere, mentre Adelina Da Tos venne graziata nel 1981 a 73 anni e morì nel 1988.[2][8][4][5][6]
Influenza culturale
Televisione
- Buio nella valle (1984) miniserie televisiva;
- Blu notte - Misteri italiani (2000) documentario.
Libri
- I misteri di Alleghe (1964) Sergio Saviane;
- I segreti del lago (2001), Pietro Ruo;
- La montagna assassina. Innocenti e colpevoli dei ‘delitti di Alleghe’ (2010), Toni Sirena.
Note
- ^ a b c d Alessandra Ceschia, E' morto il maresciallo Cesca: svelò i misteri di Alleghe - Cronaca, su Messaggero Veneto, 29 agosto 2017. URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ a b c d e f g h i j Alleghe, la lunga scia di sangue: il mistero dei delitti del lago, su LaVeraCronaca, 4 novembre 2016. URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ (EN) Addio a Ezio Cesca: fece luce sui misteri di Alleghe., su www.oggitreviso.it. URL consultato il 10 dicembre 2018.
- ^ a b c d e f g Roberto De Nart, Belluno ieri e oggi, cronache del passato, Lulu.com, 25 gennaio 2018, ISBN 9781291693706. URL consultato il 14 dicembre 2018.
- ^ a b c d e f Andrea Accorsi e Massimo Centini, I grandi delitti italiani risolti o irrisolti, Newton Compton Editori, 31 ottobre 2013, ISBN 9788854162150. URL consultato il 14 dicembre 2018.
- ^ a b c d e f Giuseppina Mellace, Delitti e stragi dell'Italia fascista dal 1922 al 1945, Newton Compton Editori, 10 settembre 2015, ISBN 9788854180062. URL consultato il 14 dicembre 2018.
- ^ Perché i «Delitti» furono errore giudiziario, su Corriere delle Alpi, 6 dicembre 2010. URL consultato il 14 dicembre 2018.
- ^ a b Tre ergastoli. E uno sconto a Gasperin - il Corriere delle Alpi, su Archivio - il Corriere delle Alpi. URL consultato il 14 dicembre 2018.