Modernismo
Il Modernismo è un movimento filosofico-estetico che, in linea con i cambiamenti culturali del suo tempo, nacque dalle enormi trasformazioni della società occidentale durante la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Tra i fattori che determinarono il modernismo c'erano lo sviluppo delle moderne società industriali e la rapida crescita dell'urbanizzazione, seguite poi dalle reazioni di orrore alla devastazione della prima guerra mondiale. Il modernismo si contrappose spesso alle certezze del pensiero illuminista, e molti modernisti si opposero alla fede religiosa[1][2].

Il modernismo, in generale, include le attività e le creazioni di coloro che sentivano le forme tradizionali di arte, architettura, letteratura, fede religiosa, filosofia, organizzazione sociale, attività della vita quotidiana e scienze, si stavano adattando in modo obsoleto al nuovo ambiente economico, sociale e politico di un mondo emergente pienamente industrializzato. L'incitazione del poeta Ezra Pound del 1934 a "Make it new!" fu il termine di paragone dell'approccio del movimento verso ciò che vedeva come la cultura ormai obsoleta del passato. In questo spirito, le innovazioni, come la tecnica del flusso di coscienza, la musica atonale e dodecafonica, la pittura divisionista e l'arte astratta, ebbero dei precursori nel XIX secolo.
Una caratteristica degna di nota del modernismo è l'autocoscienza e l'ironia riguardo alle tradizioni letterarie e sociali, che spesso hanno portato a sperimentazioni con la forma, spesso sviluppando tecniche che focalizzavano l'attenzione sui processi e sui materiali usati nella creazione di un dipinto, una poesia, un edificio, ecc.[3], rigettando esplicitamente l'ideologia del realismo e riutilizzando spesso il passato attraverso la ripresa, l'incorporazione, la riscrittura, la ricapitolazione, la revisione e la parodia.
Alcuni critici definiscono il modernismo come un modo di pensare, con diverse caratteristiche filosoficamente definite, come autocoscienza o autoreferenzialità, che attraversano tutte le novità nelle arti e nelle discipline[4]. Più comuni, soprattutto in Occidente, sono quelli che la vedono come una tendenza di pensiero progressista che afferma il potere degli esseri umani di creare, migliorare e rimodellare il loro ambiente con l'aiuto della sperimentazione, conoscenza scientifica o tecnologia. Da questa prospettiva, il modernismo ha incoraggiato la rielaborazione di ogni aspetto dell'esistenza, dal commercio alla filosofia, con l'obiettivo di cercare ciò che era d'intralcio al progresso e sostituendolo con nuovi modi per raggiungere lo stesso fine. Altri ancora si concentrano sul modernismo come un'introspezione estetica, facilitando così la considerazione di specifiche reazioni all'uso della tecnologia nella prima guerra mondiale, e aspetti anti-tecnologici e nichilistici delle opere di diversi pensatori e artisti da Friedrich Nietzsche (1844–1900) a Samuel Beckett (1906–1989).
Mentre alcuni studiosi vedono il modernismo continuare nel ventunesimo secolo, altri lo vedono evolversi nel tardo modernismo o nell'alto modernismo. Il postmodernismo fu poi l'abbandono delle tesi del modernismo e la confutazione dei suoi assunti di base.
Storia del modernismo
Il Contesto
Secondo un critico, il modernismo si è sviluppato a partire dalla rivolta del Romanticismo contro gli effetti della rivoluzione industriale e dei valori borghesi: "Il motivo fondamentale del modernismo, afferma Gerald Graff, era la critica all'ordine sociale borghese del XIX secolo e alla sua visione del mondo ... i modernisti, portando la fiaccola del romanticismo ". William Turner (1775-1851), uno dei più grandi pittori paesaggisti del XIX secolo, era un membro del movimento romantico, come "un pioniere nello studio della luce, del colore e dell'atmosfera", egli "anticipava gli impressionisti francesi" e quindi il modernismo "per abbattere le convenzionali formule di rappresentazione, a differenza di loro, credeva che le sue opere dovessero sempre esprimere significativi temi storici, mitologici, letterari o di altra natura narrativa"[5]
Dal 1850 circa, le tendenze dominanti dell'Inghilterra vittoriana industriale furono in conflitto con i poeti e pittori inglesi che costituivano la Confraternita dei Preraffaelliti, a causa della loro "opposizione alle capacità tecniche senza ispirazione" di natura accademica. I preraffaelliti erano poi influenzati dagli scritti del critico d'arte John Ruskin (1819-1900), che aveva forti convinzioni riguardo al ruolo dell'arte nel contribuire a migliorare la vita delle classi lavoratrici urbane, nelle città industriali della Gran Bretagna in rapida espansione. Il critico d'arte Clement Greenberg descrive la fratellanza preraffaellita come proto-modernista: "I proto-modernisti erano, tra tutti, i preraffaelliti (e anche prima di loro, come proto-proto-modernisti, i Nazareni tedeschi). I preraffaelliti in realtà anticiparono Manet (1832-83), con il quale iniziò definitivamente la pittura modernista. Agirono con insoddisfazione per la pittura del loro tempo, sostenendo che il suo realismo non era abbastanza veritiero." Il razionalismo ebbe poi avversari nei filosofi Søren Kierkegaard (1813–55), e più tardi Friedrich Nietzsche (1844–1900) entrambi con una influenza significativa sull'esistenzialismo.
La rivoluzione industriale andava avanti, e le innovazioni influenti includevano l'industrializzazione a vapore, e in particolare lo sviluppo delle ferrovie, a partire dalla Gran Bretagna negli anni '30 dell'800, e i successivi progressi in fisica, ingegneria e architettura associati a questo. Un importante risultato di ingegneria del XIX secolo fu il Crystal Palace, l'enorme sala espositiva in ghisa e lastre di vetro costruita per la Grande esposizione delle opere dell'industria di tutte le Nazioni di Londra del 1851. Vetro e ferro vennero usati in uno stile simile nella costruzione dei principali terminal ferroviari di Londra, come la Paddington Station (1854) e la stazione di King's Cross (1852). Questi progressi tecnologici portarono alla costruzione di strutture successive come il Ponte di Brooklyn (1883) e la Torre Eiffel (1889). Queste meraviglie dell'ingegneria hanno modificato radicalmente l'ambiente urbano del XIX secolo e la vita quotidiana delle persone. Le possibilità offerte all'uomo furono poi ampliate con lo sviluppo del telegrafo del 1837 e e l'adozione del tempo standard da parte delle compagnie ferroviarie britanniche dal 1845 e nel resto del mondo per i prossimi cinquanta anni.
Ma nonostante i continui progressi tecnologici, l'idea che la storia e la civiltà fossero intrinsecamente progressiste, e che il progresso fosse sempre buono, fu oggetto di una crescente messa in discussione. All'inizio del secolo, il filosofo Arthur Schopenhauer (1788-1860), nel suo Il mondo come volontà e rappresentazione, aveva messo in discussione il precedente ottimismo e le sue idee hanno avuto un'influenza importante sui pensatori successivi, tra cui Nietzsche. Due dei pensatori più significativi della metà del diciannovesimo secolo erano il biologo Charles Darwin (1809–1882) con il suo L'origine delle specie (1859), ed il filosofo ed economista Karl Marx con il suo Il Capitale (1867). La teoria dell'evoluzione di Darwin per selezione naturale ha minato la certezza religiosa e l'idea di unicità umana. In particolare, l'idea che gli esseri umani fossero guidati dagli stessi impulsi di "animali inferiori" si dimostrò difficilmente conciliabile con l'idea di una spiritualità nobilitante. Karl Marx sosteneva che c'erano delle contraddizioni fondamentali all'interno del sistema capitalista e che i lavoratori fossero tutt'altro che liberi.
Origini e sviluppo nel tardo XIX secolo
Storici e scrittori di diverse discipline hanno suggerito varie date come punti di partenza per il modernismo. Lo storico William Everdell, ad esempio, sostiene che il modernismo iniziò negli anni '70 dell'Ottocento, quando la continuità metaforica (o ontologica) cominciò a cedere il passo con il matematico Richard Dedekind (1831-1916) e con la termodinamica statistica di Ludwig Boltzmann (1844-1906). Everdell pensa anche che il modernismo in pittura iniziò nel 1885-1886 con il Divisionismo di Georges Seurat, e la tecnica pittorica per punti usata per dipingere Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte. D'altra parte, il critico d'arte visiva Clement Greenberg ha definito Immanuel Kant (1724-1804) "il primo vero modernista", sebbene scrisse anche: "Ciò che può tranquillamente chiamarsi Modernismo emerse a metà del secolo scorso - e piuttosto a livello locale, in Francia, con Baudelaire nella letteratura e Manet nella pittura, e forse anche con Flaubert, nella narrativa in prosa. (Fu un po 'più tardi, e non così localmente, che il Modernismo apparve nella musica e nell'architettura)." I fiori del male di Baudelaire e Madame Bovary di Flaubert furono pubblicati entrambi nella Parigi del 1857.
Due importanti approcci svilupparono separatamente in Francia, nelle arti e nelle lettere, a partire dagli anni '60 dell'Ottocento. Il primo fu l'Impressionismo, una scuola di pittura che inizialmente si concentrava sul lavoro svolto, non negli studi, ma all'aperto (en plein air). I dipinti impressionisti hanno dimostrato che gli esseri umani non vedono oggetti, ma vedono invece la luce stessa. Questa scuola comprendeva numerosi artisti nonostante le divisioni interne tra i suoi principali attori e ha assunse un ruolo sempre più influente. Inizialmente osteggiato dalla più importante mostra commerciale dell'epoca, il Salone di Parigi sponsorizzato dal governo, gli impressionisti organizzarono mostre collettive annuali in sedi commerciali negli anni 1870 e 1880, parallelamente il Salone ufficiale. Un evento significativo fu il Salon des Refusés del 1863, creato dall'imperatore Napoleone III per esporre tutti i dipinti respinti dal Salone di Parigi, in cui attirò l'attenzione il lavoro di Manet, aprendo del movimento le porte all'attenzione dei collezionisti. La seconda scuola francese fu il Simbolismo, che gli storici della letteratura vedono cominciare da Charles Baudelaire (1821-1867), e proseguire con i poeti successivi, Arthur Rimbaud (1854-1891), Paul Verlaine ( 1844-1896), Stéphane Mallarmé (1842-1898) e Paul Valéry (1871-1945). I simbolisti '"sottolineavano la priorità della suggestione e dell'evocazione sulla descrizione diretta e l'analogia esplicita" e erano particolarmente interessati alle "proprietà musicali del linguaggio". I Cabaret, locali notturni in voga a quell'epoca che diedero i natali a così tante arti del modernismo, tra cui anche gli artisti dell'archeologia del cinema, ebbero inizio in Francia nel 1881 con l'apertura del Le Chat noir di Montmartre.
Influenti agli inizi del modernismo furono anche le teorie di Sigmund Freud (1856-1939). Il primo grande lavoro di Freud fu Studi sull'isteria, scritto con Josef Breuer nel 1895. Centrale per il pensiero di Freud è l'idea "del primato dell'inconscio nella vita mentale", che incentra la realtà soggettiva sul gioco delle pulsioni e degli istinti di base, attraverso i quali veniva percepito il mondo esterno. La descrizione degli stati soggettivi implicava un'inconscio piena di impulsi primari, controbilanciati dalle restrizioni auto-imposte derivate dai valori sociali.
Friedrich Nietzsche (1844-1900) fu un altro importante precursore del modernismo, con una filosofia in cui le pulsioni psicologiche, in particolare la "volontà di potenza" (Wille zur Macht), era di fondamentale importanza. Henri Bergson (1859-1941), dall'altra parte, sottolineava la differenza tra tempo scientifico, il tempo dell'orologio e esperienza diretta, soggettiva, umana del tempo. Il suo lavoro sul tempo e sulla coscienza "ha avuto una grande influenza sui romanzieri del ventesimo secolo,"in particolare modo quei modernisti che hanno usato la tecnica del flusso della coscienza, come Dorothy Richardson, James Joyce e Virginia Woolf (1882-1941). Altrettanto importante nella filosofia di Bergson era l'idea di "élan vital", la forza vitale, che "determina l'evoluzione creativa di ogni cosa." La sua filosofia ha anche attribuito un grande valore all'intuizione, senza tuttavia rifiutare l'importanza dell'intelletto.
Nel modernismo letterario furono precursori Fëdor Dostoevskij (1821-1881), che scrisse i romanzi Delitto e castigo (1866) e I fratelli Karamazov (1880); Walt Whitman (1819-1892), che pubblicò la raccolta di poesie Foglie d'erba (1855-1891); e August Strindberg (1849-1912), in particolare le sue opere teatrali successive, alla trilogia To Damascus 1898-1901, A Dream Play (1902) e The Ghost Sonata (1907). Anche Henry James fu un precursore significativo con il suo Ritratto di signora (1881).
Fuori dalla collisione degli ideali derivati dal Romanticismo con il tentativo di trovare una via di conoscenza nuova, arrivò la prima ondata di opere nel primo decennio del XX secolo, che, se da un lato erano considerate dai loro autori come estensioni delle tendenze esistenti nell'arte, dall'altro determinò una frattura con il contratto implicito per cui gli artisti erano gli interpreti e i rappresentanti della cultura e delle idee borghesi. Divennero quindi nuovi punti di riferimento la musica atonale del Second String Quartet di Arnold Schoenberg del 1908, la pittura espressionista di Wassily Kandinsky iniziata nel 1903 e culminata con la sua prima pittura astratta e la fondazione del gruppo Der Blaue Reiter a Monaco di Baviera nel 1911, i Fauves e le invenzioni del Cubismo partiti dagli studi di Henri Matisse, Pablo Picasso, Georges Braque e altri, negli anni tra il 1900 e il 1910.
Tra gli anni '10 ed i '30 del novecento
Un aspetto importante del modernismo è il modo in cui si relaziona con la tradizione attraverso l'adozione di tecniche come la ripresa, l'incorporazione, la riscrittura, la ricapitolazione, la revisione e la parodia nel creare nuove forme.
T.S. Eliot fece commenti significativi sulla relazione tra l'artista e la tradizione, sostenendo che "spesso scopriremo che non solo le parti migliori, ma anche le parti più individuali dell'opera [di un poeta], possono essere quelle in cui i poeti morti, i suoi antenati, affermano la loro immortalità con più vigore". Tuttavia, il rapporto tra Modernismo e tradizione era complesso, come afferma lo studioso letterario Peter Childs "C'erano tendenze paradossali se non opposte verso posizioni rivoluzionarie e reazionarie, paura del nuovo e delizia per la scomparsa del vecchio, nichilismo e entusiasmo fanatico, creatività e disperazione".
Un esempio di come l'arte modernista possa essere sia rivoluzionaria che legata alla tradizione passata, è la musica del compositore Arnold Schoenberg. Da un lato Schoenberg rifiutava l'armonia tonale tradizionale, il sistema gerarchico di organizzazione delle opere musicali che aveva guidato la produzione musicale per almeno un secolo e mezzo. Credeva di aver scoperto un modo completamente nuovo di organizzare il suono, basato sull'uso della dodecafonia. Eppure, mentre questo era davvero del tutto nuovo, le sue origini possono esser fatte risalire al lavoro di compositori precedenti, come Franz Liszt, Richard Wagner, Gustav Mahler, Richard Strauss e Max Reger. Inoltre, va notato che Schoenberg ha scritto anche musica tonale per tutta la sua carriera.
Nel mondo dell'arte, nel primo decennio del XX secolo, giovani pittori come Pablo Picasso e Henri Matisse furono determinanti nell'instaurare il loro rifiuto della prospettiva tradizionale come mezzo per strutturare i dipinti, sebbene l'impressionista Claude Monet avesse già apportato delle innovazioni. Nel 1907, mentre Picasso dipingeva Les Demoiselles d'Avignon, Oskar Kokoschka scriveva Mörder, Hoffnung der Frauen, il primo dramma espressionista (che fece scandalo nel 1909), e Arnold Schoenberg stava componendo il suo Quartetto d'archi N° 2 in Fa diesis minore (1908), la sua prima composizione senza un centro tonale.
Un passaggio fondamentale che portò al cubismo fu la rappresentazione della forma tridimensionale negli ultimi lavori di Paul Cézanne, che vennero esposti in una retrospettiva al Salon d'Automne del 1907. Nell'opera d'arte cubista, gli oggetti vengono analizzati, suddivisi e riassemblati in una forma astratta; invece di rappresentare oggetti da un punto di vista, l'artista descrive il soggetto da una moltitudine di punti di vista per rappresentare il soggetto in un contesto più ampio. Il cubismo fu portato all'attenzione del pubblico generalista per la prima volta nel 1911 al Salon des Indépendants tenutosi a Parigi dal 21 aprile al 13 giugno. Jean Metzinger, Albert Gleizes, Henri Le Fauconnier, Robert Delaunay, Fernand Léger e Roger de La Fresnaye furono presentati assieme nella sala 41, provocando uno "scandalo" dal quale il cubismo è emerso e si è diffuso in tutta Parigi e oltre. Sempre nel 1911, Kandinsky dipinse Bild mit Kreis (Immagine con un cerchio), che in seguito chiamò la prima pittura astratta. Nel 1912, Metzinger e Gleizes scrissero il primo (e unico) manifesto cubista maggiore, Du "Cubisme", pubblicato in tempo per il Salon de la Section d'Or, la più grande mostra cubista mai realizzata. Nel 1912 Metzinger dipinse ed esibì la sua incantevole La Femme au Cheval (Donna con un cavallo) e Danseuse au Café (Danzatrice in un Caffé). Albert Gleizes dipinse ed esibì i suoi Les Baigneuses (Le bagnanti) e il suo monumentale Le Dépiquage des Moissons. Questo lavoro, insieme a La Ville de Paris (Città di Parigi) di Robert Delaunay, fu il più grande e ambizioso dipinto cubista intrapreso durante il periodo cubista prebellico.
Nel 1905 un gruppo di quattro artisti tedeschi, guidati da Ernst Ludwig Kirchner, formò Die Brücke (il Ponte) nella città di Dresda. Questa fu probabilmente l'organizzazione fondatrice del movimento espressionista tedesco, sebbene non usassero questa parola per autodefinirsi. Pochi anni dopo, nel 1911, un gruppo di giovani artisti con idee simili formò Der Blaue Reiter ("Il cavaliere azzurro") a Monaco. Il nome deriva dal dipinto Der Blaue Reiter di Wassily Kandinsky del 1903. Tra i loro membri c'erano Kandinsky, Franz Marc, Paul Klee e August Macke. Tuttavia, il termine "espressionismo" non venne utilizzato molto fino al 1913, e seppur partito soprattutto come movimento artistico tedesco attivo soprattutto nella pittura, nella poesia e nel teatro tra il 1910 e il 1930, la maggior parte dei nomi che precorsero il movimento non furono tedeschi. Inoltre, ci furono scrittori espressionisti di prosa, così come scrittori espressionisti di lingua non tedesca, e, mentre il movimento, in Germania, andò scomparendo negli anni '30 con l'ascesa di Adolf Hitler, ci furono comunque opere espressioniste successive a quegli anni.
L'espressionismo è notoriamente difficile da definire, in parte perché "si sovrappone ad altri principali "ismi" del periodo modernista: con il futurismo, il vorticismo, il cubismo, il surrealismo e il dadaismo". Richard Murphy scrsse: "la ricerca di una definizione omnicomprensiva è problematica nella misura in cui gli espressionisti più complessi" come il romanziere Franz Kafka, il poeta Gottfried Benn e il romanziere Alfred Döblin sono stati contemporaneamente i più fervidi anti-espressionisti. Ciò che, tuttavia, si può dire, è che si trattò di un movimento sviluppatosi all'inizio del XX secolo principalmente in Germania in reazione all'effetto disumanizzante dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione, e che "uno dei mezzi centrali con cui l'espressionismo identifica se stesso come un movimento d'avanguardia, e con il quale segna la sua distanza dalle tradizioni e dall'istituzione culturale nel suo insieme è attraverso il suo rapporto con il realismo e le convenzioni dominanti della rappresentazione". Gli espressionisti respinsero quindi l'ideologia dominante del realismo.
Un movimento espressionista tedesco di teatro era particolarmente attivo nei primi del Novecento, di cui Georg Kaiser ed Ernst Toller erano i più famosi drammaturghi. Altri illustri drammaturghi espressionisti erano poi Reinhard Sorge, Walter Hasenclever, Hans Henny Jahnn e Arnolt Bronnen. Questi autori guardavano al drammaturgo svedese August Strindberg ed all'attore e drammaturgo tedesco Frank Wedekind come precursori dei loro esperimenti drammaturgici. L' Assassino, speranza delle donne di Oskar Kokoschka, è considerata la prima drammaturgia espressionista per il teatro e fu messa in scena il 4 luglio 1909 a Vienna. L'estrema semplificazione dei personaggi ai tipi mitici, gli effetti corali, il dialogo declamatorio e l'accrescimento dell'intensità diverrebbero caratteristiche delle successive rappresentazioni espressioniste. La prima opera a pieno titolo dell'espressionismo fu Il figlio di Walter Hasenclever, pubblicata nel 1914 e presentata per la prima volta nel 1916.
Un altro movimento modernista è il futurismo. Nel 1909, il quotidiano parigino Le Figaro pubblicò il primo manifesto di Filippo Tommaso Marinetti. Poco dopo un gruppo di pittori, tra cui Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo e Gino Severini, firmarono il Manifesto del Futurismo. Modellato sul famoso "Manifesto del Partito Comunista" di Karl Marx e Friedrich Engels (1848), tali manifesti proponevano idee che hanno lo scopo di provocare e raccogliere seguaci. Tuttavia, gli argomenti a favore della pittura geometrica o puramente astratta erano, in questo momento, in gran parte limitati a "piccole riviste" che avevano solo poca circolazione. Il primitivismo modernista e il pessimismo erano controversi, e il mainstream nel primo decennio del XX secolo era ancora incline a una fede nel progresso e all'ottimismo liberale.
Gli artisti astratti, prendendo come esempi gli impressionisti, così come Paul Cézanne (1839-1906) e Edvard Munch (1863-1944), iniziarono con l'assunto che il colore e la forma, non la rappresentazione del mondo naturale, formassero le caratteristiche essenziali dell'arte. L'arte occidentale era stata, dal Rinascimento fino alla metà del XIX secolo, sostenuta dalla logica della prospettiva e un tentativo di riprodurre un'illusione di realtà. Le arti di culture diverse da quella europea divennero accessibili a tutti, mostrando modi alternativi di descrivere l'esperienza visiva all'artista. Alla fine del XIX secolo molti artisti sentirono il bisogno di creare un nuovo tipo di arte che comprendesse i cambiamenti fondamentali che stavano avvenendo in tecnologia, scienza e filosofia. Le fonti da cui i singoli artisti trassero le loro argomentazioni teoriche erano le più disparate e riflettevano le preoccupazioni sociali e intellettuali in tutte le aree della cultura occidentale di allora. Wassily Kandinsky, Piet Mondrian e Kazimir Malevich credevano tutti nella ridefinizione dell'arte come disposizione del colore puro. La diffusione della fotografia, che aveva reso perlopiù obsoleta la funzione di rappresentazione dell'arte visiva, influenzò fortemente questo aspetto del modernismo.
Architetti e designer modernisti, come Frank Lloyd Wright e Le Corbusier, credevano che la nuova tecnologia rendesse obsoleti i vecchi stili di costruzione. Le Corbusier pensava che gli edifici dovessero funzionare come "macchine per vivere", analogamente alle automobili, che vedeva come macchine per viaggiare. Proprio come le auto avevano sostituito il cavallo, così il design modernista dovrebbe rifiutare i vecchi stili e strutture ereditati dalla Grecia antica o dal Medioevo. Seguendo questa estetica della macchina, i designer modernisti generalmente rifiutarono i motivi decorativi nel design, preferendo enfatizzare i materiali usati e le forme geometriche pure. Il grattacielo è l'archetipo dell'edificio modernista, e il Wainwright Building, un edificio per uffici di 10 piani costruito nel 1890-91, a St. Louis, nel Missouri, fu tra i primi grattacieli al mondo. Il Seagram Building di Ludwig Mies van der Rohe a New York (1956-1958) è spesso considerato il culmine di questa tipologia di architettura modernista. Molti aspetti del design modernista persistono ancora nella corrente principale dell'architettura contemporanea, sebbene il precedente dogmatismo abbia lasciato il posto a un uso più scherzoso della decorazione, della citazione storica e del dramma spaziale.
Nel 1913 - che fu l'anno delle idee del filosofo Edmund Husserl, dell'atomo quantizzato del fisico Niels Bohr, della fondazione dell'Imagismo di Ezra Pound, dell'Armory Show di New York, ed a San Pietroburgo la "prima dell' opera futurista" Vittoria sul sole di Mikhail Matyushin - un altro compositore russo, Igor Stravinsky, compose La sagra della primavera, un balletto che descrive il sacrificio umano, e ha uno spartito musicale pieno di dissonanze e ritmiche primitive, causando scalpore alla sua prima esibizione a parigina. A quel tempo, sebbene il modernismo fosse ancora "progressista", vedeva sempre di più le forme tradizionali e le disposizioni sociali come ostacoli al progresso, guardando contemporaneamente all'artista sempre più come un rivoluzionario, impegnato a rovesciare piuttosto che illuminare la società. Sempre nel 1913, in Francia, si verificò un evento meno violento con la pubblicazione del primo volume della importante sequenza di romanzi di Marcel Proust À la recherche du temps perdu (1913-1927) (Alla ricerca del tempo perduto). Questo è spesso presentato come un primo esempio di utilizzo della tecnica del flusso di coscienza, anche se secondo Robert Humphrey, la tecnica utilizzata da Proust "riguarda solo l'aspetto reminiscente della coscienza" e che "stava deliberatamente ricatturando il passato allo scopo di comunicarlo, quindi non scrisse un vero romanzo di stream-of-consciousness".
Il flusso di coscienza era un'importante innovazione letteraria modernista, e secondo molti addetti ai lavori Arthur Schnitzler (1862-1931) fu il primo a farne pieno uso nel suo racconto Leutnant Gustl (Nessuno tranne i coraggiosi, 1900). Dorothy Richardson fu la prima scrittrice inglese a utilizzarlo, nei primi volumi della sua serie di romanzi Pilgrimage (1915-67). Gli altri romanzieri modernisti associati all'uso di questa tecnica narrativa includono James Joyce con il suo Ulysses (1922) ed Italo Svevo con La coscienza di Zeno (1923).
Tuttavia, con l'avvento della Grande Guerra del 1914-18 e della rivoluzione russa del 1917, il mondo cambiò drasticamente e il dubbio rigettò le credenze e le istituzioni del passato. Il fallimento del precedente status quo sembrava ovvio per una generazione che aveva visto milioni di persone morire combattendo per un brandello di terra: prima del 1914 si sosteneva che nessuno avrebbe combattuto una simile guerra, dal momento che il costo era troppo alto. La nascita di un'era della macchina che aveva apportato importanti cambiamenti nelle condizioni della vita quotidiana nel XIX secolo, aveva radicalmente cambiato anche la natura della guerra. La natura traumatica di quell'esperienza trasformò gli assunti di base e la rappresentazione realistica della vita nelle arti sembrava inadeguata di fronte alla natura fantasticamente surreale della guerra di trincea. La visione che la storia dell'umanità fosse legata ad un costante progresso morale ora sembrava ridicola di fronte al massacro insensato, descritto in opere come il romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale (1929) di Erich Maria Remarque. Pertanto, la visione del modernismo della realtà, che era stata un gusto minoritario prima della guerra, divenne più di dominio pubblico negli anni '20.
Nella letteratura e nell'arte visiva alcuni Modernisti cercavano di sfidare le aspettative principalmente per rendere la loro arte più vivida o per costringere il pubblico a prendersi la briga di mettere in discussione i propri preconcetti. Questo aspetto del modernismo è spesso sembrato una reazione alla cultura del consumismo, sviluppata in Europa e nel Nord America alla fine del XIX secolo. Mentre la maggior parte dei creativi cerca di realizzare prodotti che possano essere commercializzati facendo appello a preferenze e pregiudizi, i modernisti respingono tali atteggiamenti consumistici al fine di indebolire il pensiero convenzionale. Il critico d'arte Clement Greenberg espose questa teoria del modernismo nel suo saggio Avant-Garde and Kitsch. Greenberg ha etichettato i prodotti della cultura del consumo "kitsch", perché il loro design mirava semplicemente ad avere il massimo appeal, eliminando tutte le caratteristiche legate alla complessità. Per Greenberg, il modernismo costituì quindi una reazione contro lo sviluppo di esempi della moderna cultura del consumo come la popular music commerciale, Hollywood e la pubblicità. Greenberg ha associato questo con il rifiuto rivoluzionario del capitalismo.
Alcuni modernisti si consideravano parte di una cultura rivoluzionaria che includeva la rivoluzione politica. In Russia, dopo la Rivoluzione del 1917, iniziò in effetti un fiorire di attività culturali d'avanguardia, tra cui il futurismo russo. Tuttavia, altri rifiutarono la politica convenzionale e le convenzioni artistiche, ritenendo che una rivoluzione della coscienza politica avesse maggiore importanza di un cambiamento nelle strutture politiche. Ma molti modernisti si consideravano apolitici. Altri, come T. S. Eliot, respinsero la cultura popolare di massa da una posizione conservatrice. Alcuni addirittura sostengono che il modernismo nella letteratura e nell'arte funzionasse per sostenere una cultura d'elite che escludeva la maggioranza della popolazione.
Il Surrealismo, che ebbe origine nei primi anni 1920, venne considerato dal pubblico come la forma più estrema del modernismo, o "l'avanguardia del Modernismo". La parola "surrealista" fu coniata da Guillaume Apollinaire e apparve per la prima volta nella prefazione al suo dramma Le mammelle di Tiresia, scritto nel 1903 e eseguito per la prima volta nel 1917. I maggiori surrealisti furono Paul Éluard, Robert Desnos, Max Ernst, Hans Arp, Antonin Artaud, Raymond Queneau.
Nel 1930, il Modernismo aveva conquistato un posto nei palazzi del potere, incluso l'establishment politico e artistico, sebbene a quel tempo lo stesso Modernismo fosse già cambiato.
Il modernismo tra il 1930 ed il 1945
Il modernismo negli anni '30 continuò a rinnovarsi. Tra il 1930 e il 1932 il compositore Arnold Schoenberg lavorò a Moses und Aron, una delle prime opere a usare la tecnica a dodecafonica, Pablo Picasso dipinse nel 1937 Guernica, la sua condanna cubista al fascismo, mentre James Joyce nel 1939 spinse più in la i confini del romanzo moderno con Finnegans Wake. Anche nel 1930 il Modernismo iniziò ad influenzare la cultura mainstream, tanto che, per esempio, la rivista The New Yorker pubblicò in quegli anni i lavori influenzati dal Modernismo, da giovani scrittori e umoristi come Dorothy Parker, Robert Benchley, Elwyn Brooks White, Sidney Joseph Perelman e James Thurber. Perelman è molto stimato per i suoi racconti umoristici che ha pubblicato sulle riviste degli anni '30 e '40, più spesso nel New Yorker, che sono considerati i primi esempi di Umorismo surreale in America. Le idee moderne dell'arte cominciarono anche ad apparire più frequentemente negli spot e nei loghi, un primo esempio del quale, dal 1916, è il famoso logo metropolitana di Londra disegnato da Edward Johnston.
Uno dei cambiamenti più visibili di questo periodo nell'Europa occidentale e nel Nord America, fu l'adozione di nuove tecnologie nella vita quotidiana delle persone comuni. L'elettricità, il telefono, la radio, l'automobile - e la necessità da queste create, come ripararli e conviverci - hanno creato un forte cambiamento sociale. Il tipo di momento disgregativo legato alle telecomunicazioni che solo pochi conoscevano negli anni '80 del secolo precedente, divenne un evento comune. Ad esempio, la velocità di comunicazione riservata agli agenti di borsa del 1890 divenne parte della vita familiare, almeno nella classe media del Nord America. Associati all'urbanizzazione e al cambiamento dei costumi sociali, anche le famiglie più piccole e le relazioni tra genitori e figli cambiarono.
Un'altra forte influenza in questo momento era il marxismo. Dopo l'aspetto generalmente primitivistico/irrazionalista del Modernismo pre-Grande Guerra, che per molti modernisti precludeva qualsiasi attaccamento a soluzioni meramente politiche, e il neoclassicismo degli anni '20, con i suoi rappresentanti più famoso da T.S. Eliot ed Igor Stravinsky, che rifiutava soluzioni popolari per problemi moderni, l'ascesa del fascismo, la grande depressione ed i nuovi venti di guerra, contribuirono a radicalizzare una generazione. Bertold Brecht, W. H. Auden, André Breton, Louis Aragon e i filosofi Antonio Gramsci e Walter Benjamin sono forse i più famosi esponenti di questa forma modernista del marxismo. C'erano, tuttavia, anche modernisti dichiaratamente di "destra", tra cui Salvador Dalí, Wyndham Lewis, T. S. Eliot, Ezra Pound, l'autore olandese Menno ter Braak ed altri.
Significative opere letterarie moderniste continuarono a essere create negli anni '20 e '30, inclusi ulteriori romanzi di Marcel Proust, Virginia Woolf, Robert Musil e Dorothy Richardson. La carriera del drammaturgo modernista americano Eugene O'Neill iniziò nel 1914, ma i suoi lavori più importanti apparvero negli anni '20, '30 e primi anni '40. Altri due importanti drammaturghi modernisti che scrissero negli anni '20 e '30 furono Bertold Brecht e Federico García Lorca. L'amante di Lady Chatterley di D. H. Lawrence, fu pubblicata privatamente nel 1928, mentre un altro importante punto di riferimento per la storia del romanzo moderno arrivò con la pubblicazione di L'urlo e il furore di William Faulkner nel 1929. Negli anni '30, oltre a ulteriori importanti lavori di Faulkner, Samuel Beckett pubblicò la sua prima opera importante, il romanzo Murphy (1938). Poi nel 1939 apparve Finnegans Wake di James Joyce. Questo è scritto perlopiù in un linguaggio idiosincratico, costituito da una miscela di elementi lessicali inglesi, neologismi multilinguistici, Calembour e parola macedonia, tentando di ricreare l'esperienza del sonno e dei sogni. Nella poesia T. S. Eliot, E. E. Cummings e Wallace Stevens scrissero dagli anni '20 fino agli anni '50. Mentre, se la poesia modernista in lingua inglese è spesso vista come un fenomeno americano, con esponenti di spicco tra cui Ezra Pound, T.S. Eliot, Marianne Moore, William Carlos Williams, Hilda Doolittle e Louis Zukofsky, è anche vero che ci furono importanti poeti modernisti britannici, tra cui David Jones, Hugh MacDiarmid, Basil Bunting e Wystan Hugh Auden. I poeti modernisti europei comprendono Federico García Lorca, Anna Akhmatova, Constantine Cavafy e Paul Valéry.
Nello stesso periodo nella Russia sovietica, venne prodotta l'opera del compositore Dimitri Shostakovich (1906-1975) Il naso che fu rappresentata per la prima volta nel 1930, utilizzando un montaggio di stili diversi, tra cui la musica folklorica, la popular music, e la atonalità. Tra le sue influenze c'era l'opera di Alban Berg (1985-1935) Wozzeck (1925), che "aveva fatto una tremenda impressione su Shostakovich quando fu messo in scena a Leningrado". Tuttavia, dal 1932 in Unione Sovietica, il realismo socialista cominciò a spodestare il modernismo, e nel 1936 Shostakovich fu attaccato e costretto a ritirare la sua 4^ Sinfonia. Il Concerto per violino di Berg fu eseguito per la prima volta nel 1935, e sempre Alban Berg scrisse un'altra significativa, anche se incompleta, opera modernista, Lulu, che fu rappresentata per la prima volta nel 1937. Come lo Shostakovich, altri compositori affrontarono molte difficoltà in questo periodo, mentre, in Germania, Arnold Schoenberg (1874-1951) fu costretto a fuggire negli Stati Uniti quando Hitler salì al potere nel 1933, a causa del suo stile atonale modernista e della sua ascendenza ebraica. Le sue opere principali di questo periodo sono un Concerto per violino, op. 36 (1934/36), e Concerto per pianoforte op. 42 (1942). Schoenberg scrisse anche musica tonale in questo periodo con la Suite per archi in sol maggiore (1935) e la Sinfonia da camera n. 2 in Mi bemolle op. 38 (iniziato nel 1906, completato nel 1939). Durante questo periodo, il modernista ungherese Béla Bartók (1881-1945) produsse una serie di importanti opere, tra cui Musica per archi, percussioni e celesta (1936) e il Quartetto per archi n. 5 (1934), Divertimento per orchestra d'archi (1939) e Quartetto per archi n. 6 (1939), per poi partire per per gli Stati Uniti nel 1940, a causa dell'ascesa del fascismo in Ungheria. Anche Igor Stravinsky (1882-1971) continuò a scrivere nello stile neoclassico negli anni Trenta e Quaranta, con opere come la Sinfonia di Salmi (1930), la Sinfonia in C (1940) e la Sinfonia in tre movimenti (1945). A causa della seconda guerra mondiale emigrò poi negli Stati Uniti. Olivier Messiaen (1908-1992) invece, prestò servizio nell'esercito francese durante la guerra e fu imprigionato nello Stalag VIII-A dai tedeschi, dove compose il suo famoso Quatuor pour la fin du temps. Il quartetto fu rappresentato per la prima volta nel gennaio 1941 ad un pubblico di prigionieri e guardie carcerarie.
Nella pittura, negli anni Venti e Trenta e durante la Grande Depressione, il modernismo è definito dal Surrealismo, dal tardo cubismo, dalla Bauhaus, dal De Stijl, dal Dada, dall'espressionismo tedesco, dai pittori modernisti e magistrali come Henri Matisse e Pierre Bonnard e dalle astrazioni di artisti come Piet Mondrian e Wassily Kandinsky che caratterizzarono la scena artistica europea. In Germania, Max Beckmann, Otto Dix, George Grosz e altri politicizzarono i loro dipinti, prefigurando l'avvento della Seconda Guerra Mondiale, mentre in America il modernismo si concretizzò nel [[ In painting, during the 1920s and the 1930s and the Great Depression, modernism is defined by Surrealism, late Cubism, Bauhaus, De Stijl, Dada, German Expressionism, and Modernist and masterful color painters like Henri Matisse and Pierre Bonnard as well as the abstractions of artists like Piet Mondrian and Wassily Kandinsky which characterized the European art scene. In Germany, Max Beckmann, Otto Dix, George Grosz and others politicized their paintings, foreshadowing the coming of World War II, while in America, modernism is seen in the form of American Scene painting e nel realismo sociale e nei movimenti del regionalismo che contenevano sia il commento politico, che sociale dominante nel mondo dell'arte di allora. Artisti come Ben Shahn, Thomas Hart Benton, Grant Wood, George Tooker, John Steuart Curry, Reginald Marsh e altri divennero importanti. Infine, in America Latina, il modernismo fu caratterizzato dal lavoro di pittori come l'Uruguaiano Joaquín Torres García ed il messicano Rufino Tamayo, mentre muoveva i suoi primi passi il movimento muralista con Diego Rivera, David Siqueiros, José Clemente Orozco, Pedro Nel Gómez e Santiago Martinez Delgado ed il simbolismo di Frida Kahlo che furono una rinascita delle arti della regione, caratterizzati da un uso più libero del colore e una particolare enfasi sui messaggi politici.
Dopo la seconda guerra: le arti visive e performative
Il teatro dell'assurdo
Pollock e le influenze dell'astrattismo
Note
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- ^ "[James] Joyce's Ulysses is a comedy not divine, ending, like Dante's, in the vision of a God whose will is our peace, but human all-top-human...". Peter Faulkner, Modernism (Taylor & Francis, 1990). p. 60.
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