Flaminio Delfini

nobile e militare italiano (1552 – 1605)

Flaminio Delfini (1 novembre 1552Ferrara, 7 novembre 1605) è stato un nobile e militare italiano.

Uomo d'armi della nobiltà municipale romana, e appartenente a una famiglia di fortuna economica, ebbe una rapida ascesa divenendo capitano generale dell'esercito e della flotta pontificia dello Stato della Chiesa.

In Campidoglio si trova la Camera dei Capitani, ex sala degli Imperatori. Il monumento celebrativo a Flaminio Delfini è in marmo con ritratto dipinto su rame, un busto di pittura in nero e oro con l'iscrizione:

"FLAMINIO DELPHINO MILITARIBUS ET IMPERATORIS ARTIBUS MAGISTERIO EQUITUM DUCTU EXERCITUM REBUS PRAE CLARE CESTIS DOMI FORISQUE CLARISSIMO POST FUNUS PUBLICO AERE LUCTUQUE CELEBRATUM S.P.Q.R. CIVI OPTIMO MDCV "

Biografia

Giovanissimo militare 19enne partecipa alla battaglia di Lepanto in seguito alla rottura politica con la Repubblica di Venezia[chi ha rotto e perché, dato che Venezia è una degli stati che partecipa alla battaglia], il 7 ottobre 1571 e in collaborazione con la Spagna mise in fuga le navi corsare a Terracina. Combatté, con 12 galere pontificie, la numerosa flotta Ottomana comandata da Sinan Pascià[come fa a combattere Sinan morto nel 1555].

Nel giugno 1586 partecipò alla guerra delle Fiandre con Alessandro Farnese. Nell'attacco di Utrecht fu circondato dagli avversari, ma riuscì a sfondare le linee nemiche e si diresse a marce forzate verso la conquista di Venloo.

In seguito passò al servizio di Ferdinando Granduca di Toscana e gli fu concesso il grado di colonnello a capo di 5 compagnie di cavalleria, 4 di archibuglieri e 1 di lancieri.

Il cardinale Pietro Aldobrandini, soprintendente dello Stato Ecclesiastico gli accordò di concedere un salvacondotto a chi avesse voluto servire in guerra con lui non considerando la provenienza e i delitti commessi.

Papa Clemente VIII diede la benedizione apostolica al "diletto figlio" Flaminio Delfini con mandato speciale che sottostessero e ubbidissero a lui 66 colonnelli, capitani e comandanti minori, condottieri d'ordini, soldati e ufficiali.

Il 22 settembre 1601 presso i Santissimi Apostoli sotto l'anello del pescatore, Flaminio Delfini combatté la masnada nella Marche d'Ascoli. In seguito per il re di Francia Enrico IV ebbe come avversari i nobili.

Il cardinale Pietro Aldobrandini, con editto il 10 maggio 1591, lo nominò comandante contro i turchi in Transilvania e il 22 novembre fu posto al comando delle milizie papaline.

Flaminio Delfini intervenne poi in favore dell'ufficiale Spirito Spiriti incarcerato.

Nel 1593 combatté con Celso Celsi alla caccia di briganti: Francesco Alfani, i fratelli Attivati, Angelo Bocambi, Curzio d'Ascoli, Prete da Guarcino, il Pacchiarotti, e Marco Sciarra che fu ucciso.

Il 4 giugno 1595 al nipote di Papa Clemente VIII diede, in Santa Maria Maggiore, il bastone del Generalato, e questi partì per Trento con le compagnie di cavalleria che erano state di Flaminio Delfini.

Nel periodo 1595 - 1597 partecipò alle campagne d'Ungheria. L´Ambasciatore Dolfin di Venezia scrisse di lui: "HA VEDUTO LUNGAMENTE LA GUERRA ACQUISTANDO GRANDE REPUTAZIONE, E´ ROMANO DI CASA ONORATISSIMA".

Nel 1599 fu inviato Pontificio a Praga alla corte Imperiale di Rodolfo II.

Nel 1601 combatté una seconda volta contro l´Impero ottomano. Si imbarcò ad Ancona con la flotta di Cesare Magalotti con un contingente di 3.000 fanti e 10 pezzi di artiglieria per combattere in Ungheria e Croazia.

Per liberare la fortezza di Kanizsa, circondata da paludi, utilizzò nuove tattiche e durante l'assedio caddero numerosi soldati.

Alla morte di Cesare Magalotti fu nominato luogotenente della flotta pontificia e prese il comando di Civitavecchia.

Scortò nobili in varie missioni e trasportò armi e munizioni. Successivamente giunto in Sicilia ebbe un duello in mare contro i nemici corsari barbareschi. Avvistate le galee superiori in agilità ordinò la caccia per speronarle e fu salvato da 4 galee pontifice. Nel 1604 fu nominato Governatore di Ferrara ove morì. Le esequie solenni furono officiate all'Ara Coeli con una lode di Bernardino Stefonio. La sua reputazione non fu nemmeno intaccata dall'aver ordinato l'omicidio del pretendente della sorella Drusilla. Il Papa Sisto V lo assolse per i duelli avuti con Marcantonio Benzoni e Gaspare Micciarelli.

Flaminio Delfini commissionò all'artista Bartolomeo Bassi il suo monumento a cavallo. Il sepolcro è opera dell'ungherese Giorgio Policarpo Kosztla'nyi con questa iscrizione sulla lastra tombale :

" D.O.M. FLAMINIO DELPHINO EXIMIS NATURAE ET ANIMI DOTIBUS INCLYTO BELLICAM GLORIAM INVICTISSIMORUM DUCUM JOANNIS AUSTRIACI ET ALEXANDRI FARNESII SUB QUIBUS DIU MILITA VERAT AEMULATO MAGNIS EXPEDITIONIBUS PRO SEDE APOSTOLICA STRENUE DEFUNCTO IMPERATORIOS TITULOS ADEPTO MARIUS PARENTI OPTIMO P. VIXIT ANN. LII MXIDXVI OB FERRARIAE VII KAL. NOVEMBRIS MDCV PONTIFICIIS COPIIS PRAEFECTUS".L

Bibliografia

  • Bruno Blasi, Gli Albanesi a Corneto e del Patrimonio di San Pietro in Tuscia
  • Stefania Crespi, Il brigantaggio Piceno nella storia. Cap 6 Le milizie Corse
  • Condottieri di Ventura operanti in Italia 1330 - 1550
  • Marina Militare Pontificia, Antico Arsenale Pontificio. Le attivita´ di costruzione del naviglio Papale Pontificio risalgono al 1400. Ad opera di Papa Clemente XI Albani e commissionato dalla Camera Apostolica fu terminato l´arsenale nel 1715, a doppia navata, dall'Architetto Carlo Fontana e il Giovanni Battista Contini Ingegnere Idraulico, durante lo stesso periodo dell´Arsenale di Civitavecchia.
  • Archivio Storico del Comune di Tarquinia

Collegamenti esterni