Targhe d'immatricolazione dell'Italia

Sistema di identificazione dei veicoli a motore in Italia

Le targhe d'immatricolazione in Italia hanno una storia risalente alla fine del XIX secolo.

Targa automobilistica della provincia autonoma di Bolzano (formato in vigore dal 1999)

Storia

1897–1901

Le prime targhe veicolari italiane furono previste con il Regio Decreto 16 dicembre 1897 n. 540 che introduceva l'obbligo di dotare i velocipedi di una targa comunale.

Per analogia verso tale disposizione, nel 1898 il Comune di Milano promulgò il Regolamento per la circolazione delle vetture automobili, il cui articolo 17 imponeva la fissa apposizione di una targa, riportante il nome del proprietario e il numero di licenza comunale, sulla fiancata sinistra degli automobili, come venivano chiamate in quel tempo le autovetture.

1901–1905

Con il Regio Decreto del 28 agosto 1901 n. 416 viene promulgato il primo Regolamento per la circolazione delle vetture automobili sulle strade ordinarie, il cui articolo 91 dispone l'obbligatorietà di dotare tutte le vetture circolanti di apposita targa fissa, su concessione della locale prefettura. La targa, da realizzarsi a cura e spese del proprietario, doveva essere in metallo e riportare, per esteso e in caratteri ben visibili, il nome della provincia e il numero di licenza rilasciata dalla prefettura. Di questo periodo esistono tuttora tre esemplari: un "GENOVA 83" e un "TORINO 427", entrambi al Museo dell'Automobile di Torino (di cui il primo venne applicato su una FIAT 3 ½ HP, il secondo su nessun veicolo), e il terzo "PADOVA 2", conservato al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, che si asserisce fosse stato apposto su un triciclo Bernardi[1]. Le vetture circolanti in Italia erano 111 nel 1899, 326 nel 1900 e 937 nel 1901, le targhe venivano costruite dai proprietari dei veicoli tranne nel caso fossero iscritti al Touring Club Italiano, che forniva targhe con lo stemma dell'associazione a tutti i soci che lo richiedevano[2].

Rappresentazione schematica:
  PADOVA 2  
Targa della provincia di Padova
  GENOVA 83  
Targa della provincia di Genova

1905–1927

All'epoca ovviamente non si immaginava che le automobili avrebbero avuto un tale boom, per questo ben presto si eliminò il nome completo della città per far posto a targhe composte da un numero, di solito rosso, che indicava la provincia di provenienza, accanto al quale era scritto il numero di immatricolazione. Le targhe venivano prodotte in base al numero assegnato dalla prefettura, ma il compito della realizzazione della targa spettava al proprietario del veicolo (c'era anche la possibilità di farla predisporre dal Touring Club Italiano), per questo motivo le piastre dell'epoca erano spesso molto diverse tra di loro[3].

Targa automobilistica della provincia di Milano
  38 256  
Targa automobilistica della provincia di Roma
  55 101  
Targa automobilistica della provincia di Napoli
  40 325  
Targa automobilistica della provincia di Torino
  63 037  
Targa automobilistica della provincia di Palermo
  43 173  

Come si può notare nell'elenco riportato in Sigle automobilistiche italiane, le targhe sono tutte in ordine alfabetico fino al numero 69, corrispondente alla situazione delle province esistenti fino alla Grande Guerra. Le successive sei furono aggiunte in blocco nel 1923, dopo che il neoinsediato governo fascista riordinò amministrativamente i nuovi territori annessi e aggiunse due capoluoghi marinari. L'ultimo numero, il 76, fu integrato nell'elenco nel 1924 dopo l'ultima conquista, quella di Fiume. Nelle nuove province del confine nordorientale queste nuove targhe andarono a sostituire quelle vecchie che erano state mantenute sul modello delle targhe austriache anche dopo l'annessione di diritto internazionale[4].

1927–1948

 
Formato di targa posteriore con caratteri Garamond usato da giugno 1932 al 31/12/1947
 
Targa posteriore di una Fiat Balilla immatricolata nel 1933 (lo stemma del fascio littorio presente in origine è stato sostituito da quello della Repubblica)

Nel 1927 Mussolini con una serie di leggi riforma la legislazione provinciale e, tra i vari mutamenti, cambia anche l'impostazione delle targhe: esse ora si configurano con una sigla di due lettere rappresentanti la provincia[5]: la prima corrisponde alla prima lettera del capoluogo, la seconda a una delle lettere seguenti (ad eccezione di Roma che contiene il nome completo) e a seguire un numero progressivo da 1 a 999 999 (si passerà poi all'introduzione di lettere, superato il milione). Con le nuove targhe, inoltre, venne definitivamente abolito l'obbligo di ancorare la targa al telaio del veicolo, tramite fil di ferro piombato dalla Prefettura competente per provincia[6].
Dopo l'approvazione del nuovo Codice della Strada (1928) le targhe non furono subito sostituite. A tutti coloro in possesso di un'automobile fu inviato un Foglio di via provvisorio che li autorizzava a circolare con le vecchie targhe fino all'effettiva sostituzione della numerazione cessata.

  • Dal 28 febbraio 1927 a giugno 1932 sono in metallo, con sfondo nero e caratteri bianchi su una sola linea; il numero è sulla sinistra e la sigla della provincia sulla destra; dal 1º gennaio 1928 sulle targhe posteriori appare anche il fascio littorio, mentre quelle anteriori sono a discrezione del proprietario e quindi variano molto le une dalle altre. Le targhe della provincia di Roma, al posto della sigla provinciale, riportano la scritta "Roma" per esteso; nelle piastre posteriori la lettera "R" ha le stesse dimensioni delle cifre, le altre lettere per motivi di spazio sono invece impresse in minuscolo[7].
  • Da giugno 1932 alla fine del 1947 misurano 320 × 220 mm, sono sempre in metallo (o plastica dal 3 agosto 1963), con sfondo nero e caratteri bianchi su due linee; la sigla di individuazione della provincia è posta sulla prima riga, i numeri sulla seconda (fino a quattro cifre). Per i numeri dal 10000 in poi, le prime cifre trovano posto a fianco della sigla della provincia. Dal 1934 le targhe anteriori vengono prodotte dal CONI e riproducono i colori di quelle posteriori, ma sono molto più piccole e riportano la sigla provinciale dopo il numero. Le targhe emesse prima del 1932 vengono ristampate nel nuovo formato mantenendo la numerazione originale.
    Da settembre 1943 a marzo 1945 le targhe assegnate sono pochissime, vista anche la difficile situazione italiana; inoltre una legge specifica impedisce l'acquisto di automobili da parte di privati.
    Da marzo 1945 al 31 dicembre 1947, con la caduta del fascismo, il fascio viene rimpiazzato dal simbolo dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra (una corona di spine con tre baionette all'interno).

L'ultima autovettura con targa automobilistica italiana a Pola fu immatricolata il 28 agosto 1947, con codice PL 3271; la città venne annessa alla Jugoslavia il 15 settembre dello stesso anno[8].
La provincia di Cuneo non ebbe la sigla CU ma CN, perché i cuneesi si ribellarono in quanto in lingua piemontese "cu" ha un ben preciso significato: quello di "fondoschiena".

Targhe delle colonie italiane

Nel 1927 l'Italia possedeva le colonie della Libia, dell'Eritrea, della Somalia e di Rodi, cui si aggiunsero l'Etiopia nel 1937, l'Albania nel 1939 e la Dalmazia nel 1941, che comprendeva la provincia di Spalato e quella di Cattaro. Tali regioni, non facendo parte del territorio metropolitano dello Stato, erano soggette a normative e regolamenti particolari adottati in loco.
Mentre in Africa le targhe generalmente riportavano i nomi per esteso dei governatorati fino alla metà degli anni Trenta e poi furono introdotte le sigle, la denominazione della città era sempre scritta senza abbreviazioni nelle targhe della provincia di Cattaro e in quelle emesse nei quattro centri d'immatricolazione conosciuti dell'Albania (vd. tabella in Sigle automobilistiche italiane – "Sigle delle colonie italiane").
In Eritrea i primi veicoli avevano placche con caratteri amarici in bianco su nero. Con il Decreto dell'Alto Commissario dell'Africa Orientale del 27 agosto 1937, nr. 7298, pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Colonia Eritrea, comparvero le targhe Africa Orientale Italiana (A.O.I.). Il piatto d'immatricolazione posteriore, in stile 1932, ha caratteri bianchi non ornati su sfondo nero[9] e reca in alto la sigla seguita dal bollo del fascio littorio e in basso il numero di immatricolazione. Le lettere sono di altezza leggermente ridotta rispetto alle cifre; dopo la numerazione 9999 la prima cifra figura in alto a destra. Lungo il lato sinistro è impresso il tricolore italiano, disposto verticalmente, e nei relativi tre spazi sono posizionate, dall'alto in basso, le lettere nere A (su verde), O (su bianco) e I (su rosso).
Anche nella targa anteriore, pure in bianco su nero, la sigla precede il numero; il tricolore AOI, disposto orizzontalmente, è riportato in piccolo sopra la targa stessa e centrato rispetto a quest'ultima.
L'utilizzo di queste targhe e dei relativi codici cessa a settembre del 1943.

1948–1951

 
Automobili con la targa emessa nella zona A del Territorio Libero di Trieste da metà dicembre 1947 al 1954 (si notino i colori invertiti rispetto a quelli delle targhe standard dell'epoca)

Dal 1º gennaio 1948 a maggio 1951, dopo l'entrata in vigore della Costituzione, nelle targhe sia anteriori sia posteriori compare l'emblema della Repubblica Italiana, ossia una stella a cinque punte all'interno di una ghirlanda e con al centro le lettere "RI", sostituendo lo stemma dei mutilati, utilizzando però gli stessi colori e formato delle targhe precedenti (sfondo nero e caratteri bianchi, dimensioni di 320 × 220 mm).
Un caso particolare è quello della provincia di Aosta che, divenuta regione autonoma, al posto dello stemma della Repubblica utilizza quello della regione; in concomitanza con questo cambiamento le targhe aostane del vecchio tipo vengono ritirate e la numerazione ricomincia da 1.
Da metà dicembre del 1947 al 1954, nella zona A del Territorio Libero di Trieste, conteso tra Italia e Jugoslavia, sono usate delle targhe specifiche di formato italiano, ma con caratteri neri su fondo bianco, dimensioni di 320 × 220 mm e lo stemma di Trieste colorato (a destra nelle targhe anteriori, in alto a destra dopo la prima cifra nelle targhe posteriori) al posto di quello della Repubblica. La numerazione era differente per autovetture, motoveicoli, autocarri e rimorchi (si rinvia a Targhe d'immatricolazione del Territorio Libero di Trieste).

1951–1976

 
Targa posteriore in uso nella provincia di Livorno dal 1951 al 14/03/1976
 
Targa anteriore (formato 1951–1976) di un veicolo immatricolato nella provincia di Cagliari

Da maggio 1951 al 14 marzo 1976 cambiano i caratteri utilizzati (diventano più lineari) e le dimensioni delle targhe posteriori sono ridotte da 320 × 220 mm a 275 × 200 mm. Non sono previste targhe posteriori su un'unica riga.
Per quanto riguarda la provincia di Trieste, tornata all'Italia nel 1954, termina l'emissione delle targhe del Territorio Libero e la numerazione riparte da "TS 25481"; entro il novembre 1956 tutte le targhe a sfondo bianco vengono sostituite con targhe italiane standard, in genere mantenendo il vecchio numero.

Fino al 1963 i caratteri delle targhe anteriori sono uguali a quelle delle targhe posteriori.
Dal 1963 le targhe diventano di plastica, mantenendo le dimensioni delle targhe del 1951 e vengono revisionati i caratteri delle targhe anteriori. La prima targa di plastica italiana, "RE 66715", viene apposta su una spiaggina Fiat 500 Ghia Jolly.
A partire dagli anni Sessanta, le targhe aventi numerazioni inferiori a 9999 sono realizzate anteponendovi degli zeri sino al raggiungimento del numero 10000.

Rappresentazione schematica:
  MIU6
  9582  
Targa posteriore della provincia di Milano

1976–1985

 
Targa anteriore e posteriore del periodo 1976–1985 (provincia di Roma)

Dal 15 marzo 1976 al 5 maggio 1985 (l'effettiva data di introduzione varia, a seconda della provincia, tra dicembre 1975 e febbraio 1977), mentre la targa anteriore rimane invariata, viene modificata quella posteriore: lo sfondo resta nero con caratteri bianchi, mentre la sigla della provincia assume colore arancione. Questo cambiamento divide la targa in due parti: la prima con la sigla della provincia di appartenenza (arancione) e la seconda con il numero progressivo e la ripetizione in piccolo della provincia prima del numero, sopra lo stemma RI.

La parte con la provincia viene fornita in due versioni in base al vano targa sul quale va montata: una con la sigla più lunga e con la provincia centrata, l'altra con la sigla più corta e la provincia posizionata a sinistra.

Sulle automobili progettate per le targhe precedenti oppure americane, cioè quadrate, la sigla della provincia lunga occupa lo spazio superiore, sopra la parte con la numerazione progressiva; la sigla più corta è usata invece negli autoveicoli con il vano targa rettangolare, impressa sulla sinistra prima del numero.

Questo nuovo tipo di piastre introdusse anche in Italia il formato rettangolare con numeri e lettere su un'unica riga (all'epoca l'Italia era l'unico Paese europeo a non prevederlo), risolvendo i problemi di posizionamento della targa sulle auto di produzione straniera; in breve tale formato verrà preferito al vecchio anche dai costruttori italiani, sia per i nuovi modelli (come la Fiat Ritmo) sia per i restyling di quelli già esistenti (come la Fiat 127 o l'Alfa Romeo Alfasud).

Rappresentazione schematica:
  24354A MI  
Targa anteriore della provincia di Milano
  Roma X74036  
Targa posteriore della provincia di Roma
   Roma
 X74036  
Targa posteriore della provincia di Roma in versione quadrata

1985–1994

 
Targa automobilistica posteriore della provincia di Verona
 
Targa automobilistica anteriore della provincia di Milano

Tra il 6 maggio 1985 e il 27 febbraio 1994 si ritorna al metallo, poiché la plastica era meno resistente alle intemperie e facilmente deformabile, con caratteri neri su sfondo bianco riflettente (scritta PGS-B1 o PGS-A1); la targa anteriore, che dal 1934 era rimasta molto piccola, viene decisamente ingrandita (340 × 115 mm), anche se non portata alle stesse dimensioni dei due pezzi della targa posteriore, come invece accadeva nella maggior parte degli stati europei, e la sigla della provincia, che nelle vecchie targhe anteriori seguiva il numero, ora lo precede come in quelle posteriori. Le dimensioni delle targhe posteriori restano invariate (486 × 109 mm o, per quelle su doppia linea, 336 × 202 mm). Anche in tale circostanza la data di introduzione delle nuove targhe è puramente indicativa perché la data reale variava da provincia a provincia: Ragusa fu la prima, a fine marzo; Roma adottò il nuovo formato in maggio con la targa Roma-50001H (mai emessa, ma tuttora conservata a scopo espositivo); Genova ritardò qualche mese (fino a ottobre) il passaggio per raggiungere la "cifra tonda" GE-A00000 (ultima targa emessa con il vecchio formato), ma l'ultima provincia a emettere targhe nere fu Aosta, nel mese di dicembre 1985. Con queste targhe si è esteso l'obbligo di anteporre degli zeri anche nelle province con numerazione composta da cinque cifre.

Rappresentazione schematica:
  MI 3U2456  
Targa della provincia di Milano
  Roma 3H4234  
Targa della provincia di Roma

1994–1999

 
Formato di targa automobilistica introdotto nel 1994

Dal 28 febbraio 1994 al 12 gennaio 1999 l'aspetto esteriore rimane pressoché invariato (in metallo, caratteri neri su sfondo bianco), ma la targa posteriore torna a essere costituita da un unico piatto d'immatricolazione e viene rivoluzionato il sistema di numerazione: scompare la sigla della provincia e la targa si compone di una combinazione di sette caratteri alfanumerici costituiti da lettere nelle prime due e nelle ultime due posizioni e cifre nelle tre posizioni centrali. L'ordine è seriale per le tre cifre e poi per le quattro lettere, cosicché da ottenere ad esempio la sequenza AA 998 AA, AA 999 AA, AA 000 AB.

Si utilizzano complessivamente 22 lettere (quelle dell'alfabeto inglese ad esclusione di I, O, Q e U) che formerebbero un totale di 234 256 000 possibili disposizioni. In realtà sussiste il rischio che altre categorie di targhe automobilistiche replichino alcune combinazioni alfanumeriche delle targhe ordinarie, per cui alcuni abbinamenti di lettere sono stati esclusi. Fino a settembre 2010 le combinazioni ambigue già esaurite sono quelle che cominciano con CC (possono replicare le targhe dei veicoli del Corpo Consolare), con CD (possono replicare le targhe dei veicoli di Corpi Diplomatici) e le targhe che sarebbero iniziate con la combinazione EE (che avrebbero potuto replicare le targhe dei veicoli degli Escursionisti Esteri). La serie EE non è stata utilizzata da veicoli civili per motivi di ambiguità, soprattutto per non creare problemi con i sistemi di rilevamento automatici.
Alcune combinazioni sono riservate a usi specifici: sin dall'origine (1994) le combinazioni inizianti con "Z" (a partire da ZA 000 AA) sono assegnate alle targhe posteriori quadrate. Dal 2009 le targhe dei mezzi della polizia locale riportano le combinazioni che incominciano con "Y". Dal 20 febbraio 2013, in base al DPR n. 198/2012, i rimorchi impiegano targhe la cui lettera iniziale è "X".

Rappresentazione schematica di una targa standard:

 AN 745 NL 

Le targhe vennero assegnate alle province a lotti, seguendo indicativamente la frequenza delle immatricolazioni. Il nuovo sistema di numerazione fu introdotto quindi gradualmente, via via che le singole province esaurivano le targhe obsolete: le prime immatricolazioni avvennero nelle province di Ancona, Asti e Bergamo il 2 marzo del 1994 e recavano le combinazioni AA 000 DA, AB 000 MD e AA 000 DK; il lotto inaugurale con la combinazione AA 000 AA fu invece assegnato alla provincia di Terni.

Fino al 1999 fu concesso alle province istituite nel 1992 (Biella, Verbano-Cusio-Ossola, Lecco, Lodi, Rimini, Prato, Crotone, Vibo Valentia) e ad altre province con cospicue rimanenze di targhe di vecchio tipo (come Viterbo, Isernia e Benevento) di continuare a distribuire targhe appartenenti al precedente sistema di numerazione: erano i proprietari dei veicoli da immatricolare che potevano scegliere il tipo di targa. In questo modo anche le nuove province poterono vantare la targa con la sigla automobilistica "provinciale" per alcune migliaia di veicoli, fino a un massimo di 12 000 per ogni nuova provincia.

In virtù della distribuzione a lotti delle targhe, anche questo sistema di numerazione consente di risalire alla provincia di prima immatricolazione, sempre che non vi siano stati "prestiti" fra le province per sopperire a ritardi nelle consegne o a consumi anomali. Utilizzano comunque gli stessi lotti di targhe alcune province, come Firenze e Prato o Milano e Monza, in quanto condividono l'ufficio della Motorizzazione Civile.

A richiesta vengono fornite delle targhe posteriori (occasionalmente anche anteriori) in formato su due righe (dette in gergo "quadrotte"), destinate ai veicoli (fuoristrada, autocarri, auto d'epoca o di importazione) che non hanno il vano targa sufficientemente largo per ospitare piastre standard.

Rappresentazione schematica di una targa quadrata:

ZA
000 AA

Il numero di autoveicoli immatricolati ha fatto sì che la prima lettera avanzasse di un'unità ogni circa 5 anni. Dal 1994 a gennaio 2019 sono state emesse circa 61,5 milioni di combinazioni numeriche (da AA000AA a FT999ZZ). Se dovesse mantenersi inalterata l'attuale media, la numerazione sarebbe sufficiente per vari decenni ancora, arrivando almeno fino al 2075.

Dal 1999 a oggi

 
Targa posteriore standard in uso dal 1999 con bande blu ai lati
 
Targa anteriore sprovvista di sigla provinciale nella banda blu a destra
 
Formato quadrato con serie iniziante per "Z"

La mancanza della sigla della provincia non era gradita a molti italiani, tanto che fu commercializzata e adottata da molti automobilisti una placca di colore blu con l'indicazione della provincia in bianco, da aggiungere lateralmente alla targa posteriore. Per soddisfare questa preferenza e per permettere l'identificazione immediata della provincia di prima immatricolazione, dal 13 gennaio 1999 avvenne una ulteriore revisione che lasciò invariato il sistema di numerazione, cambiando invece l'estetica della targa.

Le nuove targhe hanno due fasce blu ai lati: su quella a sinistra sono presenti in colore giallo le 12 stelle dell'Unione europea e in colore bianco la lettera "I" dell'Italia; ciò ha eliminato l'obbligo di incollare l'ovale con la sigla nazionale, che spesso provocava confusione. Sulla banda a destra sono facoltativamente posizionate in alto, dentro un cerchio con contorno giallo, due cifre gialle che indicano l'anno della prima immatricolazione (es.: 18 = 2018), mentre in basso si può applicare, sempre su richiesta del proprietario del veicolo, la sigla della provincia o città metropolitana di residenza dell'intestatario, in colore bianco o grigio. Anno e sigla sono adesivi e vengono generalmente incollati al momento dell'immatricolazione oppure, se non applicati, consegnati al proprietario assieme al libretto di circolazione del veicolo.

Per le province autonome a Statuto speciale di Trento, Bolzano e Aosta sono presenti gli stemmi provinciali o regionali sopra la seconda lettera, che viene per questo riportata in dimensioni ridotte.

Per effetto delle nuove bande laterali, queste targhe sono di 3 cm più larghe delle precedenti, mentre i caratteri sono più marcati. Queste le dimensioni esatte:

  • anteriore: 360 × 110 mm;
  • posteriore su una riga: 520 mm × 110 mm;
  • posteriore su due righe: 297 mm × 214 mm.

Le targhe con le due fasce blu ai lati sono state introdotte a partire da BB 000HH, assegnato a Varese per quanto riguarda quelle su una sola riga, e da ZA 400LV per quelle su due righe. Dal 2003 viene inoltre modificata la filigrana delle targhe, precedentemente P.G.S. A/B 1/2, cioè Provveditorato Generale dello Stato (A e B sono due diversi tipi di patina: 1 o 2 se la patina è rispettivamente bianca o gialla), ora M.E.F. A/B/C 1/2, ovvero Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Nel 2011 venne saltata l'intera serie avente come combinazione iniziale le lettere EE, per evitare di confondere le targhe con quelle degli Escursionisti esteri; al numero ED999ZZ è quindi seguito EF000AA.

Rappresentazione schematica della targa standard attuale:

I FV 123 HG TO

Rappresentazione schematica della targa quadrata attuale:

I ZB BO
199AS

Sistema di numerazione

 
Il primo esemplare di automobile immatricolato in Italia avente una targa costituita anche da lettere. Fu installata il 7 aprile 1965 su un'Alfa Romeo Giulia[10]. Sulla destra si può vedere Giuseppe Luraghi, all'epoca presidente dell'Alfa Romeo
  • La numerazione della prima serie andava da 0 fino a 999999 senza lettere né zeri prima delle cifre significative. Questi ultimi furono introdotti con la distribuzione delle prime targhe nelle nuove province di Pordenone (istituita nel 1968) e Isernia (istituita nel 1970), la cui numerazione iniziò dal numero 0001. Nella provincia di Oristano, istituita nel 1974, la prima targa fu 000001 (6 cifre) ma dopo il numero 009999 si passò a 10000 (5 cifre). Nessuna spiegazione fu data per tale cambio di numero di cifre totali. Le targhe a sfondo riflettente furono stampate solo in formato a 6 cifre.
  • Per ovviare al raggiungimento del milione di immatricolazioni nelle province più popolose, in primis quelle di Milano (prima a tagliare tale traguardo) e Roma (a seguire) si dovette ricorrere a una lettera in prima posizione che significasse un numero di 2 cifre da 10 in avanti. La prima lettera usata fu la A che significava "10", onde la targa A00000 simboleggiava la milionesima immatricolazione nella provincia. A seguire le successive lettere fino a Z furono le 21 dell'alfabeto italiano meno la C, I, O e Q ma inclusa la K (tra la H e la L, quindi identificante le vetture immatricolate da 1 700 000 a 1 799 999); dopo la lettera Z furono usate le altre quattro lettere dell'alfabeto latino X, Y e W, rispettivamente in quest'ordine (a differenza dell'ordine alfabetico W, X e Y). Per tutti gli anni sessanta Milano (dal 7 aprile 1965), Roma (dal 14 aprile 1966) e Torino (dal 5 aprile 1968[11]) furono le uniche province a vantare più di un milione di veicoli immatricolati; la quarta provincia fu Napoli nel settembre 1975, che assegnò la targa NA A00000 a un autobus Fiat 418 carrozzato Sofer dell'ATAN, numero di vettura 3650. Nel corso degli anni, a superare la milionesima immatricolazione furono anche le province di Genova, Bergamo, Brescia, Como, Varese, Padova, Verona, Treviso, Bologna, Modena, Firenze, Bari, Palermo e Catania.
  • Le prime province a esaurire la serie alfabetica in testa, a inizio anni ottanta, furono quelle di Milano e, a seguire, ancora Roma e Torino. Fu deciso quindi che in questi casi la lettera avrebbe dovuto essere spostata in fondo alla sequenza alfanumerica. Alla targa W99999 (ovvero l'immatricolazione 3 099 999) fece quindi seguito la targa 00000A (la A in fondo significava il numero 31 in cima all'immatricolazione); rispetto alle 21 lettere della serie precedente furono tolte ulteriori 3 lettere (B, K e U) riducendo la serie a 18; fu tuttavia ripristinato l'ordine alfabetico corretto, per cui le lettere W, X e Y furono collocate dopo la V e prima della Z a rappresentare quindi i numeri iniziali 45, 46 e 47 dell'immatricolazione. L'ultima targa con la lettera in fondo fu 99999Z (ovvero l'immatricolazione numero 4 899 999).
  • Nelle province più grandi (Roma e Milano) si è dovuto successivamente ricorrere a spostare la lettera in seconda posizione (esempio: 9A9999). Da questa serie, oltre alle lettere saltate nella prima serie alfanumerica, è esclusa anche la B, vengono invece reintrodotte la U e la K.
  • Milano fu l'unica provincia italiana a esaurire anche le lettere in seconda posizione, passando a mettere la lettera A e D in terza posizione (esempio: 99A999)
  • A Roma la prima targa (1-Roma) e la milionesima (Roma A00000) furono assegnate, rispettivamente nel 1927 e nel 1966, a due autovetture FIAT, una 503 e una 124, entrambe appartenenti allo stesso abitante della capitale, Giorgio Vertunni, che venne a ritirare la sua nuova "124 berlina" a bordo della "503"[12]. Nel 1982, nella stessa famiglia, venne acquistata una Fiat 131 Mirafiori CL 1300 berlina, a cui venne assegnata la targa Roma 00000A, ossia la numero 3.100.000.

Le targhe degli altri veicoli

Autocarri, autobus e veicoli assimilabili utilizzano le stesse targhe destinate alle automobili. Altre categorie di veicoli (motocicli, ciclomotori, rimorchi, macchine agricole, macchine operatrici e filobus) hanno invece targhe specifiche. In passato anche le piastre per questi particolari veicoli, come quelle per le automobili, erano emesse su base provinciale; a partire dal 1994 è stato introdotto per ogni tipo di targa (tranne che per i filobus) un sistema di numerazione unico per tutta Italia, tuttavia, a causa del basso numero di veicoli speciali immatricolati, molte province hanno continuato per molti anni a distribuire targhe di vecchio tipo per smaltire le scorte.

Motoveicoli

Rappresentazione schematica della targa di un motoveicolo della provincia di Milano da inizio Novecento al 1927
  38
 132 
 
Targa di un motociclo immatricolato nel 2000
 
Targa di uno scooter con caratteri Garamond in uso da giugno 1932 al 1951
 
Targa di uno scooter con caratteri in uso dal 1951 al 1985

La targa dei motoveicoli di cilindrata superiore ai Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido., secondo l'ultima revisione (1999), è di dimensioni maggiori di quelle emesse fino al 31/12/1998 (177 × 177 mm anziché 165 × 165 mm), disposta su due linee, con caratteri neri su fondo bianco riflettente. Sui lati della prima riga, oltre a due lettere che avanzano progressivamente in ordine alfabetico, vi sono delle bande blu recanti a sinistra le 12 stelle dell'Unione Europea e la sigla internazionale I dell'Italia, a destra l'anno di immatricolazione e la sigla della provincia (opzionali), mentre sulla seconda riga vengono riportate cinque cifre.

Targa per moto con formato usato dal 1927 a giugno 1932:

  3164
      MI  

Formato utilizzato da giugno 1932 al 1985:

  MI·61 
  9344  

Formato in uso dal 1985 al 1994:

  MI·99 
  7027  

Formato in uso dal 1994 al 1999:

 AB·0 
 1234 

Rappresentazione schematica di una targa attuale:

I EP· FI
00000

In passato anche le targhe motociclistiche hanno avuto una numerazione legata alle sigle provinciali[13]. In tutte le sue edizioni è stata mantenuta la distribuzione delle lettere e delle cifre su due righe.

Nelle prime 9999 targhe di ogni provincia (salvo alcune eccezioni per quelle di più recente istituzione) compariva prima il numero e poi la sigla della provincia. Per i numeri successivi la targa era in grado di ospitare fino a sei cifre di immatricolazione: le ultime quattro venivano posizionate sulla riga inferiore, la prima e la seconda quando presenti (con eventuali zeri di riempimento) erano impresse dalla prima riga alla destra dei due caratteri della sigla della provincia. La disposizione era quindi analoga a quella utilizzata per gli autoveicoli. Dal 1927 al 1933 avevano caratteri bianchi su sfondo nero; in quell'anno le targhe precedentemente emesse vennero sostituite con altre di nuovo tipo con sfondo bianco e caratteri blu. Tra il 1933 e il 1985 le targhe ricevettero solo piccole modifiche: negli anni Quaranta venne introdotto l'emblema della Repubblica Italiana, negli anni cinquanta vennero revisionati i caratteri, negli anni sessanta si passò dal metallo alla plastica. Nel 1985, cioè con la corrispondente revisione dell'aspetto e della foggia delle targhe automobilistiche, le targhe per motocicli adottarono i caratteri neri e lo sfondo riflettente.

Durante l'uso della numerazione legata alle sigle provinciali nessuna provincia ha immatricolato 1 000 000 o più motocicli, dunque non è stato necessario ricorrere a combinazioni alfanumeriche per gestire le immatricolazioni delle province più popolose.

A partire da marzo del 1994 i due caratteri non rappresentano più la provincia ma una combinazione alfanumerica che varia in maniera analoga a quella delle targhe automobilistiche. Per evitare duplicazioni non vengono utilizzate le sequenze identiche a quelle delle sigle provinciali in vigore nel 1993. Anche per i motocicli dal 1994 al 1999 non era più riportata la sigla di provincia e la disposizione dei caratteri era la seguente: sulla prima riga due lettere e una cifra, sulla seconda riga le restanti quattro cifre.

Così come già accaduto per le targhe delle autovetture, anche per quelle dei motocicli la serie "EE" è stata saltata per non creare confusione con le targhe riservate agli Escursionisti Esteri. Pertanto alla targa ED99999 è seguita la targa EF00000.

Le targhe per motocicli si applicano anche ai veicoli ad essi assimilati, ovvero motocarri e mototrattori di cilindrata superiore a 50 cm³, e ai quadricicli.

Ciclomotori

 
La targa per ciclomotori utilizzata dal 1993 al 2006 ("targhino")
 
La targa dei ciclomotori in uso dal 14 luglio 2006

Fino al 30/09/1993 i ciclomotori erano privi di targa. I motocicli di cilindrata inferiore ai Errore in {{M}}: parametro 2 non è un numero valido. e non omologati per il trasporto di un passeggero avevano una targa propria (o contrassegno di circolazione) legata al proprietario del veicolo e non al mezzo; ciò permetteva di poter utilizzare la stessa targa su mezzi diversi. Queste targhe erano caratterizzate da forma esagonale (gli angoli superiori erano tagliati) e sfondo bianco, con una combinazione di cinque caratteri neri distribuiti su due righe, due sulla prima e tre sulla seconda. Erano state introdotte a partire dal 1º ottobre 1993 e l'immatricolazione da allora avrebbe riguardato sia i veicoli nuovi sia quelli antecedenti a tale data. La prima targa di questo sistema, le cui dimensioni erano di 97 × 115 mm, è stata 00/001; si procedeva nell'ordine secondo cui prima venivano i numeri dallo zero al nove e poi le lettere dalla A alla Z: ad esempio dopo la targa 45/678, è venuta la 45/679 e dopo ancora la 45/67A. Una volta arrivati alla 45/67Z, si è passati alla 45/680, fino a 9Z/ZZZ. Questo sistema, che ripartì da A0/001 ad aprile 2002, arrivò fino alla stampa della combinazione AF080, dopodiché si passò a un nuovo sistema.

Il 14 luglio 2006 è stato introdotto un nuovo tipo di targhe, legato al veicolo e non più al proprietario. Le piastre attuali hanno forma quadrata (142 × 122 mm) e sfondo bianco, con una combinazione di sei caratteri neri (20 lettere e 8 numeri) disposti su due righe da tre caratteri ciascuna; i caratteri 0, 1, A, E, I, O, Q, U, non vengono utilizzati. La prima targa del nuovo sistema è stata quindi X22222 assegnata alla provincia di Palermo. Il criterio di numerazione è di 6 caratteri in base 28 (8 numeri e 20 lettere), che formano un totale di 481 890 304 possibili combinazioni, mentre il sistema precedente era di 5 caratteri in base 32 (10 numeri e 22 lettere). La lettera X in testa alla sequenza serve solo da discrimine alfanumerico tra targhini e nuove targhe. Entro il 13 febbraio 2012 tutte le targhe ciclomotori del primo tipo, ovvero i "targhini" a 5 caratteri, avrebbero dovuto essere rimpiazzate dalle nuove targhe a 6 caratteri, stabilendosi dunque definitivamente il legame indissolubile tra targa e veicolo e abolendosi la possibilità di spostare il targhino tra vari ciclomotori. A luglio 2011 ne erano state rilasciate circa 2 500 000.

Le targhe per ciclomotori si applicano anche ai veicoli ad essi assimilati, ovvero a motocarri e mototrattori di cilindrata inferiore a 50 cm³, e ai quadricicli leggeri.

Rimorchi

Dal 1927 al 1932 i rimorchi avevano targhe simili a quelle automobilistiche, erano però contraddistinte dalla scritta RIMORCHIO sopra i numeri e la provincia.
Dal 1932 al 1959 le targhe di questi veicoli non si differenziavano da quelle delle automobili tranne che per la dicitura "RIMORCHIO" sulla riga inferiore scritta in minuscolo[14]. Dal 1959 al 19 febbraio 2013 presentavano la scritta "RIMORCHIO" sopra il numero; fino al 1985 avevano lo sfondo nero e caratteri bianchi, con le cifre che precedevano la provincia, subendo solo lievi modifiche negli anni fino al 1963, quando le targhe diventarono di plastica.
Con l'avvento delle piastre riflettenti, nel 1985 lo sfondo divenne bianco e i caratteri neri; il numero seguiva la provincia come nelle automobili e la scritta "RIMORCHIO" assunse colorazione rossa. Fino a tutto il 1992 erano apposte sul lato destro del rimorchio, dal 1993 venivano applicate sul retro del rimorchio stesso.

 
Targa per rimorchi con formato emesso dal 28/02/1994 al 19/02/2013

Le targhe emesse a partire dal 1994 erano composte, come quelle dei motocicli, da due lettere e cinque cifre. Misuravano 340 × 109 mm e si presentavano bianche con caratteri neri, su un'unica linea, mentre sulla riga superiore c'era scritto in rosso "RIMORCHIO". Le coppie di lettere corrispondenti alla sigla di una provincia non venivano saltate, contrariamente alle targhe delle motociclette, causando a volte confusioni con i precedenti piatti d'immatricolazione a base provinciale.

 
Targa ripetitrice per rimorchi con formato in uso dal 28/02/1994 al 19/02/2013

Dal 1959 al 2013 i rimorchi dovevano sempre esporre, accanto alla targa propria, quella ripetitrice del veicolo trainante, contrassegnata da una R. La targa ripetitrice fino al 1994 seguiva la sigla della provincia e anteriormente al 1985 non si diversificava dalle piastre delle automobili (fondo nero e caratteri bianchi); era contraddistinta da una "R" sopra la sigla provinciale nei modelli 1976–1985, mentre nei modelli 1959–1976 la lettera si trovava sopra lo stemma della Repubblica. Nel 1985 diventarono gialle con caratteri neri composti da adesivi da applicare sul fondo seguendo la numerazione della motrice; la lettera "R" divenne di colore rosso.

 
Targa di un rimorchio per segnaletica stradale con formato utilizzato dal 20/02/2013

Dal 20 febbraio 2013 i rimorchi, le roulotte e i carrelli appendice di nuova immatricolazione sono muniti soltanto di una piastra simile a quella posteriore degli autoveicoli, senza più targa ripetitrice. Lo prevede il D.P.R. 28 settembre 2012, n. 198[15] che, fra l'altro, modifica il regolamento di esecuzione e attuazione del codice della strada. La serie è partita da XA 000 AA, dove la lettera "X" è fissa mentre gli altri caratteri sono progressivi. La targa ripetitrice rimane obbligatoria per i rimorchi, le roulotte e i carrelli appendice immessi in circolazione prima del 20 febbraio 2013 e non reimmatricolati dopo tale data. Restano esclusi dalle nuove norme i veicoli immatricolati in data antecedente al 1º ottobre 1993. Infatti, come era stato chiarito dal Ministero dell'interno con la circolare prot. n. 300/A/21050/105/20/1 del 10 gennaio 1994, l'articolo 235, comma 7, del codice della strada contiene una norma transitoria che di fatto consente ai rimorchi immatricolati fino al 30 settembre 1993 di sottostare alla disciplina previgente a quella del D.Lgs. n. 285/1992, con il posizionamento della targa di immatricolazione sul lato destro del veicolo e della targa ripetitrice sul lato posteriore. Il lotto inaugurale con la combinazione "XA 000 AA", rilasciata il 27 febbraio 2013, è stato assegnato alla provincia di Agrigento.

Rappresentazione schematica della targa attuale:

I XA 449KW BA

Schema di targa per rimorchio dal 1994 al 2013:

   RIMORCHIO 
   AA 19871 

Schema di targa per rimorchio dal 1985 al 1994:

   RIMORCHIO 
   MI 113535 

Schema di targa per rimorchio dal 1959 al 1985:

 RIMORCHIO
   80134     MI 

Schema di targa per rimorchio dal 1932 al 1959:

 MI
 5752
 
 rimorchio

Macchine agricole

 
Targa di una macchina agricola con formato emesso dal 1951 al 1985

Le macchine agricole sono munite di una targa propria solo posteriore: la serie corrente, entrata in vigore nel 1994, ha una forma quadrata (165 × 165 mm) e uno sfondo giallo con caratteri di colore nero; la numerazione è di tipo AB 123C. Esiste anche una targa specifica per i rimorchi agricoli (se di massa complessiva di almeno 1,5) con gli stessi colori e la stessa numerazione delle targhe agricole, ma ha forma rettangolare (come le normali targhe per rimorchi) e riporta in alto la scritta RIM. AGR. con lettere e punti rossi; in ogni caso deve essere affiancata dalla "targa ripetitrice", ossia un duplicato di quella del mezzo trainante contrassegnato da una R rossa.
Tra il 1985 e il 1994 l'aspetto di queste piastre era identico, ma la serie era costituita dalla sigla della provincia e un numero progressivo; dal 1951 al 1985 lo sfondo era verde scuro o verde acqua e i caratteri bianchi.
Dal 1927 al 1951 l'unica targa di cui erano provvisti tali veicoli era anteriore, triangolare, rossa con le scritte bianche e su quattro linee: in alto, sotto lo stemma di una croce all'interno di un quadrato, erano posizionate le lettere U.M.A, iniziali di Utente Motore Agricolo, che sormontavano la dicitura MOTORE sulla seconda riga e la parola AGRICOLO sulla terza; sulla linea inferiore erano impresse la sigla provinciale e, dopo una spaziatura, un numero composto da un massimo di cinque cifre[16].

Macchine operatrici

 
Targa di una macchina operatrice con formato in uso dal 1994
 
Targa di una macchina per la manutenzione delle strade con formato 1992–1994

Dal 1994 le macchine operatrici dispongono di una targa posteriore quadrata (165 × 165 mm) a caratteri rossi su fondo giallo che segue la numerazione AB-C-123.
Per le macchine operatrici trainate da altri mezzi esiste un piatto d'immatricolazione specifico simile a quello dei rimorchi agricoli, ma che segue una numerazione propria che riporta in alto la scritta MACC. OP. in nero, mentre in basso ripete la sequenza alfanumerica del veicolo trainante, da cui si differenzia per il colore rosso.
Tra il 1992 e il 1994 queste piastre avevano lo stesso formato e gli stessi colori delle targhe attuali, ma seguivano una numerazione diversa, legata alla provincia (del tipo PR AA000, con PR sigla della provincia).
Prima del 1992 le macchine operatrici erano sprovviste di targa o immatricolate in altre categorie di veicoli.

Filobus

 
Targa anteriore visibile su un filobus Volvo-Mauri B59 Ansaldo in servizio sulla linea 11 a Rimini dal 1978 a settembre 2009

Il Decreto del Ministro dei Trasporti del 3 dicembre 1984 introdusse l’obbligo di targatura per i filobus, ma solo nel 1987 ne vennero determinate le caratteristiche. Questi veicoli utilizzano una targa propria, rettangolare (320 × 115 mm), con fondo blu e testo bianco su una sola riga. La numerazione è costituita dalla sigla automobilistica della provincia (di due lettere, anche per Roma: RM), dal logo dell'azienda esercente e un numero di identificazione a tre cifre. Se il mezzo ha una matricola a quattro cifre (come a Roma, a Genova e su alcuni mezzi di Bologna), la prima viene omessa. Se nella stessa provincia ci sono due aziende con veicoli aventi la stessa matricola, la loro targa differisce solo nel logo, mentre le cifre sono uguali in entrambe (al momento succede solo a Napoli)[17].

Targhe militari

Nel 1905 una Istruzione sul servizio automobilistico prescriveva per i veicoli appartenenti alle Forze Armate una targa metallica bianca riportante la sigla in rosso S.zio M.re (abbreviazione di "Servizio Militare") seguita da un numero di tre cifre in nero. Nel 1909 tale disposizione venne però contraddetta dall'articolo 23 del R.D. 29 luglio 1909, che prevedeva anche per i veicoli militari l'immatricolazione con normale targa civile. L'anno successivo, il R.D. n. 612 del 31 agosto 1910 concedeva ai veicoli militari l'esenzione dalla tassa di circolazione, notificando però l'obbligo di affiancare alla targa civile una targa riportante la scritta "SERVIZIO MILITARE". Il R.D. n. 811 del 2 luglio 1914 pose fine a questa situazione contraddittoria disponendo che le Forze Armate immatricolassero i propri veicoli. Successivamente l'articolo 26 del R.D. n. 1814 del 29 luglio 1927, attuativo del Pubblico registro automobilistico, escluse dall'iscrizione al PRA i veicoli "in uso ai corpi armati dello Stato", inclusi quelli dei Vigili del fuoco, della Croce Rossa Italiana e del Sovrano militare ordine di Malta. Ogni Corpo adottò inizialmente una sigla identificativa e un sistema proprio di numerazione.

Sigle militari non più utilizzate

 
Targa posteriore per autovetture e autocarri della PAI (primo tipo)

Nella tabella seguente sono riportate le sigle delle Forze armate e di Polizia non più in uso[18]:

AdiC Agenti di Custodia (1983-1992)
AF Agricoltura e Foreste (1929-primi anni Cinquanta)
CC. RR. Carabinieri Reali (1945-1949)
CFS Corpo Forestale dello Stato (primi anni Cinquanta-31/12/2016)
MdS Milizia Nazionale della Strada (1932-1943)
M.N.F. Milizia Nazionale Forestale (1932-1943)
M.P.[19] Milizia Portuaria (1932-1943)
MVSN Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (1932-1943)
PAI[20] Polizia dell'Africa Italiana (1939-1946)
POLIZIA COLONIALE Polizia Coloniale (1938-1939)
POLIZIA PEN. Polizia Penitenziaria (1992-2000)
R.A., RA Regia Aeronautica (1924-1946)
RCTC Regio Corpo Truppe Coloniali (primi anni Trenta-1943)
RCTL Regio Corpo Truppe Libiche (1938-1943)
RO ETO oppure R.O E.TO oppure R.E. Regio Esercito (1924-1946)
R.G.diF. Regia Guardia di Finanza (1927-1946)
R.M., RM Regia Marina (1924-1946)
S.zio M.re oppure S.M. oppure SM Servizio Militare (per tutte le Armi, 1914-1924)
S.R., SR Servizio Reale (1927-1946)
TSM Servizio Militare in Tripolitania italiana (1913-ultimi anni Venti)
UNPA Unione Nazionale Protezione Antiaerea (1934-1945)

Sigle militari attualmente in uso

 
Una Fiat Panda con targa del Corpo delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera
 
Targa posteriore di una vettura della Guardia di Finanza
 
Targa posteriore attuale di un autoveicolo della Marina Militare

Le targhe militari a partire dal 1997 hanno adottato un sistema di numerazione del tipo EI AA 000, in sostituzione di quello precedente del tipo EI 000 AA, probabilmente per non creare confusione con il sistema delle targhe civili (AA 000 AA) introdotto nel 1994.

Le sigle in uso sono:

AM Aeronautica Militare
CC Arma dei Carabinieri
CP Capitaneria di Porto - Guardia Costiera
CRI Croce Rossa Italiana
DPC Dipartimento della Protezione Civile del Ministero dell'interno (solo a Roma)
EI Esercito Italiano
GdiF Guardia di Finanza
MM Marina Militare
PC Protezione Civile (solo nelle province di Bolzano e Trento)
SMOM Sovrano militare ordine di Malta, ossia ACISMOM e (raramente) CISOM [21]
VF Vigili del Fuoco

Corpo Forestale dello Stato

Fino alla data dell'assorbimento nell'Arma dei Carabinieri (1° gennaio 2017), il Corpo adottava targhe con sigla CFS in rosso seguita dalla combinazione alfanumerica del tipo 123 AB.

Rappresentazione schematica:

 CFS 123 AB 

Corpo Forestale

Dal 2000 nelle regioni a statuto speciale, dove il Corpo Forestale dello Stato non è presente, per i Corpi regionali si adotta generalmente una targa del tipo CF 000 XX, dove XX è la sigla della provincia di appartenenza, di colore rosso (nero solo in Trentino). L'unica eccezione è rappresentata dal Friuli-Venezia Giulia, le cui targhe al posto della sigla provinciale recano lo stemma del Corpo regionale. Sui veicoli delle regioni Sicilia e Sardegna le sigle provinciali impresse a destra della serie numerica o alfanumerica sono quelle dei rispettivi capoluoghi.
Sono documentati piatti d'immatricolazione montati anche sul retro di alcuni trattori, con fondo giallo e codice "CF" sulla linea superiore, serie (alfa)numerica e sigla identificativa della provincia su quella inferiore[22].
Dal 2001 nella Provincia autonoma di Bolzano si adotta la numerazione CF FD 000, con la parte alfabetica in rosso e i numeri in nero. FD sono le iniziali di ForstDienst ("Servizio Forestale" in tedesco, lingua ufficiale nella Provincia autonoma di Bolzano).

Rappresentazioni schematiche targhe dei veicoli CF delle regioni a statuto speciale

Provincia autonoma di Bolzano:

I  CF FD 123 

Provincia autonoma di Trento:

I  CF A12TN 

Sardegna[23]:

I  CFVA A12 CA 

Sicilia:

I  CF 123 PA 

Valle d'Aosta:

I  CF 123 AO 

Friuli-Venezia Giulia:

I  CF 123   

Croce Rossa Italiana

  Lo stesso argomento in dettaglio: Targhe d'immatricolazione della Croce Rossa Italiana.
 
Targa di un automezzo della Croce Rossa Italiana, del tipo in uso dal 2007
 
Formato utilizzato dal 2002 al 2007
 
Formato emesso dal 1983 al 2002 per le sole ambulanze

I veicoli della Croce Rossa Italiana, al contrario di quelli delle altre pubbliche assistenze, circolano con targa militare[24], come disposto dall'articolo 26 del regio decreto del 29 luglio 1927 nº 1814[25], che esenta detti mezzi dall'iscrizione al Pubblico registro automobilistico equiparandoli a quelli "dei Corpi armati dello Stato". Di fatto però tale targa fu applicata sin dal 21 agosto 1911[26], sebbene in contrasto con la norma allora in vigore[27], che prevedeva un unico tipo di placca per vetture militari e civili, senza eccezioni. La situazione venne ufficializzata nel 1913.
L'utilizzo di targa propria per i veicoli della Croce Rossa Italiana è stato riconfermato nel 1992 dall'art.138 del Nuovo Codice della Strada, D.L. 30 aprile 1992 nº 285 pubblicato sulla GU n° 114, che definisce le modalità per l'immatricolazione militare dei veicoli ed il rilascio delle patenti, estendendo tali disposizioni ai mezzi della Croce Rossa Italiana (comma 11).
La sigla "CRI", in rosso, è seguita dal simbolo della Croce Rossa, anch'esso rosso, e dalle cifre in nero.
A partire dai primi anni Settanta, con il raggiungimento del numero progressivo 8000, si ebbe uno sdoppiamento della serie: le ambulanze ottennero una numerazione indipendente che partiva dal progressivo 10000; tutti gli altri veicoli di servizio proseguirono invece con la normale numerazione dal numero 8001 fino al 9999, poi da A000 ad A999, infine da A0000 in poi.
Il formato posteriore quadrato e i punti dopo le lettere terminarono nel 1983.
Nel 1996 venne introdotto un formato di 340 × 115 mm, con targa anteriore e posteriore identiche e stemma più piccolo.
Nel 2002 è subentrata la numerazione di tipo A000A, con il blocco divenuto alfanumerico per tutti gli automezzi.
Dal 2005 le dimensioni sono diventate uguali a quelle delle targhe civili: l'anteriore misura 340 × 110 mm e la posteriore 489 × 110 mm.
Nel 2007 la sequenza è stata nuovamente modificata con l'introduzione della serie CRI 000 AA. Nelle piastre su due righe (330 × 202 mm) la prima lettera è una "Z".
Esistono anche targhe prova per i veicoli da sottoporre a collaudi su strada, contraddistinte dalla dicitura "PROVA", a caratteri ridotti e di colore verde, posizionata al centro, sopra il codice "CRI" e la serie alfanumerica.

Motocicli

Le targhe per i motocicli della Croce Rossa Italiana sono rettangolari, su due righe: sulla prima è scritta la sigla CRI in rosso seguita dal simbolo della Croce Rossa e sulla seconda è posizionato il numero di immatricolazione di tre o quattro cifre. Tale formato è utilizzato anche per i rimorchi, le roulotte e i ciclomotori.

Rappresentazione schematica:

 CRI 
 1234 

Esercito Italiano

 
Piatto di immatricolazione applicato su un veicolo dell'Esercito Italiano
 
Targa attuale di un veicolo dell'Arma dei Carabinieri

Le targhe per i veicoli dell'Esercito Italiano, caratterizzate dalla sigla EI in rosso e dal fondo bianco con una stella verde, sono state introdotte nel 1947.
Fino al 2000 questa serie di targhe identificava anche i veicoli appartenenti all'Arma dei Carabinieri, che a seguito dello scorporo dall'Esercito Italiano è divenuta forza armata autonoma adottando per i propri veicoli le targhe con sigla CC.
Come nelle altre targhe militari, dopo la sigla identificativa del Corpo vengono utilizzate anche le lettere "I" e "U", che non sono usate nelle sequenze alfanumeriche delle targhe ordinarie.
Dal 1947 fino al 1979 queste placche d'immatricolazione avevano un formato simile a quelle civili (quadrata), con la sigla EI seguita da sei cifre (EI 000000), dove certi blocchi di numerazioni erano riservati a diversi tipi di veicoli: ad esempio le combinazioni da EI 900000 a 999999 erano riservate ai rimorchi, contraddistinti da una "R" sopra la stella, mentre le combinazioni da EI 400000 a EI 450000 erano riservate ai veicoli da ricognizione.
Dal 1979 al 1996 le targhe EI hanno seguito un sistema di numerazione alfanumerico EI 000 AA, ad eccezione dei carri armati, veicoli blindati e motocicli. I rimorchi avevano il sistema EI R00 AA.
La versione attualmente in uso, del tipo EI AA 000, è stata introdotta nel 1996. I rimorchi hanno la combinazione EI AA 00 con sopra la scritta in rosso "RIMORCHIO".
I motocicli adottano il sistema EI A0000 dal 1996; prima di allora il sistema era solo numerico del tipo EI 000000.
I mezzi corazzati utilizzano ancora il sistema esclusivamente numerico usato nelle altre categorie di veicoli fino al 1979.

Veicoli storici

 
Targa di un veicolo storico dell'Esercito Italiano

A partire dal 2004 sono state emesse le targhe riservate ai veicoli storici dell'Esercito Italiano che non dispongono più della targa originale. Le prime due lettere progressive della numerazione sono sostituite dalla sigla VS (che sta per "veicolo storico") in verde.

Vigili del fuoco

 
Targa utilizzata dai mezzi dei Vigili del Fuoco

Per i mezzi del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco viene emessa una targa propria a partire dal 1º agosto 1938; precedentemente a questa data si utilizzavano piastre civili. Da allora hanno subito leggere modifiche, ma sostanzialmente sono sempre state caratterizzate dalla sigla VF in rosso e dalla numerazione in nero. La targa attuale, introdotta nel 2002, è composta dalla sigla VF in rosso seguita dalla numerazione progressiva a cinque cifre con caratteri neri. Le due parti sono separate da uno spazio in cui compare un piccolo stemma della Repubblica Italiana.

Rimorchi

I rimorchi del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco hanno una targa simile a quella dei veicoli, ma con numerazione a quattro cifre e una lettera R (che sta per "rimorchio") di colore rosso, più piccola degli altri caratteri, tra la sigla VF e la numerazione progressiva[28].

 VF R 1234 

Vigili del fuoco delle Province autonome di Trento e Bolzano

 
Targa dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di Trento
 
Targa dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di Bolzano (formato cessato nel 2009)

Gli automezzi del Comando provinciale dei Vigili del fuoco della provincia autonoma di Trento adottano una targa simile a quella nazionale, in cui la serie progressiva è alfanumerica, costituita da tre caratteri seguiti dalla sigla fissa "TN". La numerazione era inizialmente composta da una lettera e due cifre (da A00 a Z99); una volta arrivati a Z99, si è spostata la lettera in seconda posizione iniziando da 0A1. Oltre allo stemma della Repubblica, tra la sigla VF e la numerazione progressiva compare lo stemma della provincia autonoma di Trento.
La provincia autonoma di Bolzano fino a tutto il 2008 utilizzava un formato analogo, con lo stemma provinciale tra le lettere "VF" e la numerazione e la sigla fissa "BZ" dopo il numero di tre cifre. Dal 2009 è stato introdotto un nuovo formato, con le lettere fisse FW (che stanno per Feuerwehr, in tedesco "Vigili del fuoco") di colore rosso come la sigla VF che le precede. A destra è posizionata la serie numerica, composta da tre cifre nere.

 VF FW 012 

ACISMOM

 
Targa "SMOM" su un veicolo dell'ACISMOM

L'Italia è l'unico Paese al mondo a riservare la targa speciale SMOM (acronimo di Sovrano militare ordine di Malta) ai veicoli dell'Associazione dei cavalieri italiani del Sovrano militare ordine di Malta (ACISMOM)[29]. Le autovetture dei vertici del Sovrano militare ordine di Malta circolano invece con targa diplomatica italiana, essendo lo SMOM un soggetto di diritto internazionale.
La sigla "SMOM" in rosso è seguita da una numerazione composta da un massimo di tre cifre di colore nero.
Queste targhe sono emesse dal Ministero della Difesa.

Targhe ministeriali

Polizia

 
Targa posteriore di un veicolo della Polizia di Stato (formato emesso dal 1983 a metà aprile 2018)
 
Targa anteriore di un automezzo in dotazione alla Polizia Penitenziaria

Ai sensi dell'articolo 93 comma 11 del Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n. 285, le targhe destinate ai veicoli della Polizia stradale vengono rilasciate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti su richiesta del corpo che utilizza il veicolo da immatricolare.
La Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria usano targhe in cui sono riportate per esteso, in colore rosso e al di sopra della numerazione, rispettivamente le diciture "POLIZIA" e "POLIZIA PENITENZIARIA". Una lettera da "A" a "Z" precede quattro cifre progressive negli automezzi della Polizia, mentre in quelli della Polizia Penitenziaria un numero a tre cifre precede due lettere da "AA" a "ZZ".
Fino a tutto il 1982 il formato delle targhe della Polizia era simile a quello delle targhe civili (quadrate); la sigla "POLIZIA" nella riga superiore era seguita da cinque cifre nella riga inferiore. Nel 1983 la serie è diventata alfanumerica con l'introduzione di una lettera sequenziale al posto della prima cifra.
Da metà aprile del 2018 la sigla "POLIZIA" e il nuovo stemma araldico vengono preposti su un'unica linea ai rimanenti caratteri che, posteriormente, sono delle stesse dimensioni di quelli delle targhe civili.

Polizia locale

 
Targa posteriore di una vettura della Polizia locale
 
Targa anteriore di un automezzo della Polizia locale

Le targhe per i veicoli utilizzati dai corpi di Polizia locale (provinciale e municipale) sono state adottate dal 26 giugno 2006 con regolamento del 27/04/2006 del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti[30]. Queste targhe hanno dimensioni e foggia analoghe a quelle civili, sebbene i caratteri alfanumerici abbiano dimensioni più piccole delle targhe normali, inoltre portano la scritta per esteso "POLIZIA LOCALE" di colore blu, sopra la numerazione progressiva. Quest'ultima per le autovetture è del tipo YA 000 AA, dove la lettera "Y" è fissa mentre i restanti caratteri sono progressivi. Il lotto inaugurale con la combinazione YA 000 AA è stato attribuito alla provincia di Ancona in data 19 gennaio 2009.

Motocicli

 
Targa di un motociclo della Polizia locale della provincia di Genova

Le targhe per i motocicli della Polizia locale sono di forma quadrata, con numerazione progressiva del tipo YA 00000 disposta su due righe, dove la lettera "Y" è fissa. Riportano la scritta per esteso "POLIZIA LOCALE" in colore blu, tra le due righe della numerazione.

Ciclomotori

Le targhe per i ciclomotori della Polizia locale hanno una numerazione del tipo Y00 0LL su due righe (0 = cifra, L = lettera) e riportano la sigla PL, azzurra e di dimensioni ridotte, in alto a sinistra.

Dipartimento della Protezione Civile

Le targhe "DPC" sono riservate ai veicoli appartenenti al Dipartimento della Protezione Civile del Ministero dell'interno, con sede a Roma. I mezzi appartenenti alle varie componenti della Protezione civile in Italia hanno invece normale targa civile. Le targhe DPC sono state previste per la prima volta dall'articolo 138 comma 11 del Nuovo Codice della Strada; recano la sigla DPC in rosso e una numerazione del tipo "A 0000", su una sola riga in campo bianco rifrangente. Per dimensioni sono identiche alle targhe civili, la targa posteriore può però essere di dimensioni pari a quella anteriore.

Rappresentazione schematica:

 DPC X 1234 

Targhe per rimorchi adibiti a ricovero di emergenza

Esistono targhe speciali riservate alle roulotte del Dipartimento di Protezione Civile adibite a ricovero di emergenza per gli sfollati a seguito di una catastrofe. La targa è rettangolare (300 × 210 mm) con scritte nere su fondo bianco e la dicitura, per esteso su tre righe: "DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE RICOVERO DI EMERGENZA". La numerazione occupa la quarta riga ed è del tipo XX 0000, dove le due X rappresentano la sigla automobilistica della provincia in cui si trova il deposito (detto C.A.P.I., ovvero Centro assistenziale di pronto intervento) a cui è assegnato il veicolo, mentre i quattro zeri successivi stanno per le cifre che costituiscono la numerazione progressiva. I mezzi immatricolati nella città metropolitana di Roma Capitale non presentano la scritta "ROMA" per esteso come nelle targhe normali, bensì la sigla RM.

Rappresentazione schematica:

DIPARTIMENTO
PROTEZIONE CIVILE
RICOVERO DI EMERGENZA

RM 0123

Protezione Civile Provinciale

Nel 2001 sono state introdotte targhe speciali per i veicoli degli enti di Protezione Civile delle province autonome di Bolzano e Trento nonché delle regioni autonome Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia.

Protezione Civile di Bolzano

 
Targa di un veicolo della Protezione Civile provinciale di Bolzano

Sono di formato analogo alle attuali targhe per gli autoveicoli privati, con le bande blu agli estremi. La numerazione reca le sigle fisse, in rosso, PC ("Protezione Civile") e ZS ( Zivilschutz, ovvero "Protezione Civile" in tedesco) separate dallo stemma della Repubblica Italiana, seguite da una sequenza costituita da tre cifre. La banda blu a destra riporta in basso la sigla provinciale Bz sormontata dallo stemma della provincia.

Protezione Civile di Trento

 
Targa di un'autovettura della Protezione Civile provinciale di Trento

Sono assegnate ai veicoli dell'ente di Protezione Civile della provincia autonoma di Trento. Sono di formato analogo alle attuali targhe per gli autoveicoli privati, con le bande blu agli estremi. La numerazione reca le lettere fisse, in rosso, PC ("Protezione Civile") seguite da un blocco progressivo costituito da una lettera, due cifre e la sigla automobilistica TN (fissa). La banda blu a destra riporta in alto le ultime due cifre dell'anno di immatricolazione (come per le targhe civili) e in basso il logo triangolare della Protezione Civile della provincia autonoma di Trento. Tra le lettere "PC" e la numerazione si trovano due piccoli stemmi: quello della Repubblica Italiana e quello della provincia di Trento. L'approvazione di questo tipo di targa è avvenuta con Decreto del Presidente della Provincia di Trento 9 ottobre 2001, n. 32-83/Leg ai sensi dell'articolo 138 del Codice della Strada.

Protezione Civile di Valle d'Aosta e Friuli Venezia-Giulia

La sigla "PC" rossa è seguita da una serie numerica di tre cifre e dal logo internazionale della Protezione Civile, che consiste in un triangolo blu inscritto in un cerchio arancione; mancano le lettere, presenti invece nelle targhe emesse dallo stesso ente nelle province di Bolzano e Trento.

Rappresentazione schematica di targa per veicoli della Protezione Civile delle regioni Valle d'Aosta e Friuli Venezia-Giulia:

I PC  012    

Targhe per le Forze Alleate in Italia (AFI)

 
Targa AFI standard utilizzata nella base di Napoli fino al 2004
 
Targa AFI per secondi veicoli in uso nella base di Napoli fino al 2004

Le targhe AFI e AFI OFFICIAL (acronimo di Allied Forces Italy) erano utilizzate per i mezzi delle Forze NATO in Italia e per quelli privati del personale dei Paesi della NATO che vi presta servizio. Venivano inoltre assegnate anche ai comandi di forze (e relativo personale) appartenenti a Stati della NATO ma schierate in Italia grazie ad accordi bilaterali. La gestione delle targhe "AFI" era affidata per tutto il territorio nazionale all'Allied Joint Force Command Naples di Napoli tramite i diretti comandi delle forze dell'esercito e dell'aeronautica.
Dal 1º ottobre 1968 queste targhe riportavano una lettera che indicava l'ubicazione del comando o reparto di appartenenza del mezzo di servizio o del titolare del mezzo privato (ad esempio: "N" stava per il Comando della Forza congiunta alleata di Napoli), seguita da un trattino e una serie numerica; per dimensioni, sistema d'aggancio e formato generale erano simili alle targhe in uso negli Stati Uniti. I secondi veicoli intestati a un proprietario avevano i colori invertiti, ovvero i caratteri erano bianchi su fondo nero, e un 2 in prima posizione sulla seconda riga. I motocicli avevano targhe di formato analogo a quelle degli autoveicoli, ma con la lettera "M" in ultima posizione.
Le lettere e le rispettive basi di provenienza corrispondenti erano le seguenti:

A partire dal 2003, in seguito alla Seconda guerra del Golfo, i Comandi delle Forze USA in Italia avviarono un'ampia campagna perché il proprio personale immatricolasse i mezzi privati con targhe quasi identiche a quelle civili italiane (l'unica differenza era la mancanza dell'emblema della Repubblica Italiana), al fine di rendere i mezzi del proprio personale meno riconoscibili e dunque meno soggetti agli atti vandalici che subivano con crescente frequenza o a possibili attentati terroristici. Accordi fra i comandi USA e le autorità italiane consentirono l'accelerazione della relativa procedura e l'esenzione fiscale dall'A.P.I.E.T. (Addizionale Provinciale all'Imposta Erariale di Trascrizione) ma non dal rimborso del costo della targa; i comandi USA dell'esercito e dell'aeronautica sostennero queste spese[31] sin dall'inizio dell'iniziativa, mentre i comandi della Navy seguirono con qualche ritardo.

L'adozione di queste targhe di copertura doveva essere completata entro il 1 giugno 2004. Comunque, un'eccezione per macchine meno adatte per le dimensioni della targa italiana rimaneva in vigore a Aviano fino al 1 giugno 2007.[32]

Dopo questa data le uniche targhe AFI che si incontrano sporadicamente sono targhe temporanee per macchine che sono in fase di trasferimento (rimpatrio negli Stati Uniti, assegnazione ad un'altra base statunitense in Europa, e, in casi eccezionali, passaggio a una targa italiana vera e propria).

Targhe diplomatiche

 
Targa del Corpo Diplomatico con formato in uso dal 1995 (340 × 109 mm), XG = Vaticano
 
Targa di un veicolo privato del personale (specialisti) delle Nazioni Unite
 
Targa di un veicolo del Corpo Diplomatico francese (AQ = Francia) con formato 1985–1995

Le targhe diplomatiche hanno sempre seguito un sistema di numerazione distinto da quelle ordinarie.
A partire dal 1936 erano di metallo; presentavano la scritta Roma ed uno 0 davanti ai numeri per distinguerle dalle targhe civili.
Dal 1944 avevano i caratteri di colore argento anziché bianco e le lettere "CD" seguite da un numero crescente, con numerazione unica per tutte le nazionalità e caratteri bianchi su sfondo nero.
Nel 1951 venne introdotto un sistema per poter distinguere la provenienza: il formato era CD 12345. La prima cifra era "1" se si riferiva ad un'ambasciata presso lo Stato italiano e "2" se presso il Vaticano; la seconda e la terza cifra indicavano il Paese di provenienza, mentre le ultime due erano assegnate serialmente da ciascuna ambasciata. Per alcune nazioni aggiunte in un secondo momento e per quelle che avevano necessità di targhe aggiuntive, presumibilmente dal 1957 in prima posizione fu utilizzato il "5"; in alcune circostanze, per le organizzazioni internazionali, il "3" o il "4". I piatti d'immatricolazione posteriori erano costituiti da due righe (278 × 205 mm), mentre gli anteriori da una soltanto (390 × 86 mm).
Dal 1976 queste targhe divennero di plastica, con caratteri bianchi e le lettere "CD" sovrapposte anziché affiancate; le prime due cifre (tre solo nei numeri 533, 581 e in quelli compresi fra 500 e 516) indicavano il Paese della rappresentanza ed erano seguite da un numero progressivo come nel sistema precedente. Le dimensioni delle placche posteriori diventarono di 340 × 115 mm.
Nel 1985 fu emesso un nuovo formato per i veicoli del Corpo Diplomatico: non vi era più la distinzione tra le targhe delle ambasciate presso lo Stato italiano e quelle presso il Vaticano ed il sistema di numerazione avanzava da 000 AA fino a tutto il 1994 e da 0000 AA a partire dal 1995, anno in cui sono stati introdotti i punti tra lettere e cifre. I caratteri iniziali "CD" e le due lettere a destra della serie numerica sono di colore azzurro, mentre le cifre sono nere. Inoltre vi è un piccolo ovale con la sigla automobilistica internazionale dell'Italia I posizionato al di sopra delle due lettere finali, che indicano il Paese o l'organizzazione internazionale a cui appartiene il veicolo[33].
Sempre nel 1995 è incominciata l'emissione delle targhe per il Corpo Consolare (prima inesistenti), del tutto identiche a quelle del Corpo Diplomatico fuorché per la sigla "CC" anziché "CD".
Per le Nazioni Unite, le cui targhe sono state introdotte nel 1995, la numerazione è iniziata da 000 AA (le due lettere dopo le tre cifre sono progressive fino a ZZ e non identificano nessuno Stato).
Nel 2002 alcune targhe del Corpo Diplomatico hanno avuto identiche lettere e cifre (ma diverso formato) di alcune targhe automobilistiche con sigla "CD", il che ha comportato problemi per l'identificazione dei veicoli (ad esempio in seguito a un'infrazione del Codice della Strada).
A differenza di quanto avviene in altri Paesi, in Italia non sono mai esistite targhe diplomatiche per motocicli.
Le sigle identificative e il relativo significato sono riportati nella tabella seguente.

CC Corpo Consolare
CD Corpo Diplomatico
UN Nazioni Unite (veicoli di servizio)
UNP Nazioni Unite (veicoli privati del personale)
UNT Nazioni Unite (veicoli in transito per l'Italia)

Targhe temporanee

Targhe Escursionisti Esteri

 
Targa anteriore Escursionisti Esteri (formato 1951–1985)
 
Targa posteriore Escursionisti Esteri con formato utilizzato dal 1951 al 1975

Si tratta di targhe doganali a validità limitata, utilizzate per veicoli destinati all'esportazione o utilizzate per breve tempo sul territorio italiano da chi risiede all'estero; sono contraddistinte dalla sigla fissa EE (Escursionisti Esteri).
Nel 1929, con la circolare ministeriale 23 febbraio 1929, venne istituita la targa speciale per veicoli importati temporaneamente o acquistati nuovi in Italia da turisti stranieri per successiva esportazione. Era rilasciata dalle Prefetture con numeri assegnati a blocchi di cento. Gli esemplari conosciuti seguivano l'evoluzione di stile delle targhe normali.
A partire dal 1935 le lettere "EE" precedevano le cifre nelle targhe posteriori.
Dal 1975 queste diventarono su una riga, di dimensioni 336 × 109 mm, con le lettere "EE" allineate verticalmente a sinistra dello stemma nazionale ufficiale e del numero. Sotto l'emblema era previsto uno spazio rettangolare per un adesivo con la data di scadenza. La targa anteriore restava invece inalterata[34].
Dal 1985 la numerazione è del tipo 000 AA; tutte le scritte sono in nero, come quelle delle piastre normali. Vicino al bordo superiore, da sinistra a destra, sono impressi lo stemma della Repubblica Italiana, due adesivi rossi con due cifre bianche corrispondenti al mese e all'anno di scadenza della targa (es.: 12 = dicembre, 16 = 2016) e la sigla automobilistica internazionale I dell'Italia nell'ovale. Le due lettere finali vengono assegnate a lotti a livello provinciale, per cui da esse è possibile risalire alla provincia di emissione.
I motocicli hanno sulla riga superiore la sigla, lo stemma e i due adesivi, su quella inferiore una serie alfanumerica del tipo A000.

Targhe di prova

 
Formato di targa prova del tipo 1951–1976 apposta su una Ferrari 268 SP


Dal 1928 fino al 1945 le targhe-prova erano uguali a quelle del periodo 1951–1976, pur usando caratteri diversi e lo stemma del fascio littorio al posto di quello della Repubblica; dal 1945 al 1948 il fascio venne rimpiazzato dallo stemma dell'Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra, mentre dal 1948 al 1951 comparve l'emblema della Repubblica Italiana.

Dal 1951 al 1976 le targhe-prova misuravano 275 × 200 mm; stile e caratteri non si differenziavano da quelli delle piastre normali con fondo nero. Sulla riga superiore la dicitura PROVA era scritta in rosso, su quella inferiore si trovavano la sigla, lo stemma nazionale e non più di quattro cifre di colore bianco. Le targhe più vecchie avevano il numero sopra la sigla, le più recenti viceversa. Non è noto l'anno del cambiamento. Esisteva anche un formato a fondo bianco e caratteri azzurri di 165 × 165 mm per motocicli, con la scritta "PROVA" rossa in alto, la sigla e il bollo ufficiale sulla riga centrale e un numero fino a quattro cifre in basso.

Dal 1976 al 1985 le dimensioni erano 336 × 109 mm; il fondo era nero con la sigla a caratteri bianchi, seguita dalla parola PROVA in rosso ruotata di 90° in senso antiorario e da un numero di non più di quattro cifre, anch'esse bianche. Il materiale era plastica stampata in rilievo.

La produzione e la circolazione delle targhe di prova avvengono a cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e, senza oneri per lo Stato, possono essere affidate a soggetti che ne facciano richiesta, purché le targhe suddette siano coperte da assicurazione per la responsabilità civile verso terzi.
L'obbligo di munire della carta di circolazione i veicoli che circolano su strada per esigenze connesse con prove tecniche, sperimentali e costruttive, dimostrazioni o trasferimenti, anche per ragioni di vendita o di allestimento, non sussiste per i seguenti soggetti:

  • fabbriche costruttrici di veicoli a motore e di rimorchi, i loro rappresentanti, concessionari, commissionari e agenti di vendita;
  • istituti universitari, enti pubblici e privati di ricerca che conducono sperimentazioni sui veicoli;
  • fabbriche costruttrici di carrozzerie e pneumatici, fabbriche di sistemi o dispositivi di equipaggiamento di veicoli a motore e di rimorchi;
  • esercenti di officine di riparazione e trasformazione, anche per proprio conto.

Dal 15 marzo 2004 è stata liberalizzata la stampa delle piastre di prova, che è consentita anche agli studi di consulenza automobilistica abilitati, con combinazioni alfanumeriche scelte dal possessore.
Sempre dalla data sopra specificata, la targa-prova è identica per ogni categoria di veicolo e trasferibile con la relativa autorizzazione. Può essere posizionata anche davanti alla targa posteriore originale, coprendola in parte.
È composta da due lettere o più raramente cifre, seguite dalla lettera P (iniziale di "prova") di dimensioni ridotte e da altri cinque caratteri alfanumerici: uno sulla riga superiore a destra della P e i quattro restanti su quella inferiore. Il colore delle lettere e delle cifre è nero. La prima lettera è di solito una X, seguita generalmente dalla cifra 0; in ogni caso è possibile richiedere combinazioni a piacere, ad esempio con lettere che formano il nome della concessionaria o autofficina.
La realizzazione dei caratteri alfanumerici (inclusa la lettera "P") avviene mediante azione meccanica di imbutitura di un supporto metallico piano in lamiera di alluminio, dello spessore di 1,00 +/- 0,1 mm, ricoperto di pellicola retroriflettente autoadesiva[35].
Le dimensioni delle targhe attuali sono 165 × 165 mm per quelle su doppia linea e di 520 × 110 mm per quelle su un'unica riga, che possono avere le bande blu laterali.

Dal 1985 al 2004 le targhe-prova per autoveicoli e rimorchi avevano sempre fondo bianco riflettente, ma erano composte da due lettere nere (la sigla della provincia fino al 28 febbraio 1994), la lettera P verde e di dimensioni più piccole (28 × 38 mm) di quella attuale sotto l'emblema della Repubblica Italiana e un numero di quattro cifre, anch'esso nero. Le dimensioni complessive erano 340 × 115 mm.
Le piastre su due linee per motocicli, ciclomotori, macchine agricole (con fondo giallo dal 1985) e macchine operatrici misuravano 165 × 165 mm; le lettere e la "P" occupavano la riga superiore, tre cifre quella inferiore. Le targhe per macchine agricole avevano inoltre le lettere "MA" verdi e allineate verticalmente sotto la "P", mentre le piastre per macchine operatrici si distinguevano per le lettere "MO", anch'esse verdi e allineate in verticale sotto la "P".
Le targhe di prova dei mezzi agricoli fino al 1985 erano uguali a quelle delle auto, ma avevano lo sfondo verde e caratteri bianchi sotto la scritta "PROVA" in rosso.

Secondo la Circolare del Ministero dell'Interno, diramata il 30 maggio 2018 e con oggetto "utilizzo della targa Prova su Veicoli immatricolati", essa può essere impiegata solo su veicoli non ancora targati oppure in attesa di revisione della carta di circolazione; non può invece essere utilizzata su veicoli già immatricolati ma privi di assicurazione e/o revisione[36].

Targhe provvisorie con sigla alfanumerica della provincia

 
Targa di transito, con durata massima di 60 giorni, fissata su un veicolo della città metropolitana di Genova (sigla "H1")

Secondo l'art. 99 del Codice della strada, gli autoveicoli, i motoveicoli e i rimorchi che circolano per le operazioni di accertamento e di controllo della idoneità tecnica, per recarsi ai transiti di confine per l'esportazione, per partecipare a riviste prescritte dall'autorità militare, a mostre o fiere autorizzate di veicoli nuovi e usati, devono essere muniti di foglio di via e di una targa provvisoria rilasciati da un ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri. Il foglio di via deve indicare il percorso, la durata e le eventuali prescrizioni tecniche. La durata non può eccedere i sessanta giorni. Tuttavia, per particolari esigenze di sperimentazione di veicoli nuovi non ancora immatricolati, l'ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri può rilasciare alla fabbrica costruttrice uno speciale foglio di via, senza limitazioni di percorso, della durata massima di centottanta giorni[37].
Le targhe temporanee di questo tipo sono sempre state di cartone, a fondo bianco e caratteri neri; misuravano 200 × 200 mm fin da quando vennero istituite con il regio decreto 2 luglio 1914.
Con la riforma del 1927 vennero contraddistinte da un numero progressivo seguito da una sigla che identificava il Circolo Ferroviario di Ispezione (ente che a quell'epoca provvedeva ai collaudi). Le sigle erano costituite dalla lettera I ed un'altra lettera maiuscola, in base alla lista notificata dal regio decreto 2 dicembre 1928, n. 3179.
La legge 1740 del 1933 confermò le funzioni dei Circoli Ferroviari di Ispezione, mantenne le targhe provvisorie per gli usi sopra specificati, ma cambiò completamente le sigle.
Con l'avvento della Repubblica (2 giugno 1946), le funzioni dei Circoli Ferroviari di Ispezione vennero assunte dagli ispettorati compartimentali della Motorizzazione Civile. Il formato della targa provvisoria rimase invariato, ma la lista delle sigle venne nuovamente aggiornata.
A partire dal 1959 sia le targhe posteriori che anteriori misurano 275 × 200 mm, recano un numero di cinque cifre (a partire da 00001) sulla riga superiore e un codice alfanumerico, composto da una lettera seguita da una o due cifre di dimensioni ridotte, sulla riga inferiore. Non vengono usate le lettere "I", "J", "K", "Q" e "Y", mentre la "Z" è riservata alla provincia di Trieste fino al 1994 e non è seguita dalla cifra. Sono emesse anche targhe anteriori su un'unica riga, nelle quali sono presenti le bande blu e la sigla precede la numerazione.
La lettera identifica la regione italiana partendo da Nord-Ovest (A1 = Alessandria) e terminando con le isole (X4 = Oristano), mentre la cifra corrisponde alle province di una regione in ordine alfabetico, anche se le province istituite dal 1992 in poi sono state aggiunte in coda (per esempio Lecco e Lodi sono rispettivamente B10 e B11). La Valle d'Aosta è incorporata al Piemonte, il Molise all'Abruzzo, la Basilicata alla Campania.
È possibile incontrare, in zone vicine al confine con la Francia, targhe provvisorie italiane realizzate con stile francese, cioè gialle se posteriori, bianche se anteriori e con lo stesso font in uso nel Paese transalpino fino al 15 aprile 2009; il codice della provincia può seguire o precedere il numero di cinque cifre.
L'elenco con le sigle e le province corrispondenti è in Sigle automobilistiche italiane.

Targhe CITES

La sigla CITES significa Circolazione Temporanea Enti Stranieri; erano targhe rilasciate come temporanee a enti stranieri che operavano sul territorio italiano per realizzare programmi di ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale. Avevano caratteri neri su due linee e fondo arancio, la sigla CITES con lo stemma dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra sulla riga superiore e una numerazione progressiva di non più di quattro cifre su quella inferiore. Questo tipo di targhe venne usato solo dal 1945 al 1949.

Targhe dei veicoli storici reimmatricolati

A differenza di altri Paesi europei, in Italia è raro vedere vetture storiche dotate di targhe moderne, sia perché il loro valore inevitabilmente si riduce, sia perché la pratica per il rilascio è complessa e richiede tempi non brevi.
Nel 2010, in attuazione della direttiva europea 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso, è stato emanato il decreto con le nuove norme che regolano la circolazione delle auto storiche, tra le quali la possibilità di ritargarle anche se radiate o non abbiano più i documenti[38]. Già dal 2004 è consentita la reimmatricolazione agli automezzi d'epoca in dotazione all'Esercito Italiano privi di targa originale, che si contraddistinguono per le lettere VS (iniziali di "veicolo storico") di colore verde dopo la sigla "EI" rossa e prima della serie numerica (vd. supra, paragrafo "Targhe militari").
È possibile "riabilitare" una vettura d'epoca e reimmatricolarla nei seguenti casi:

  • radiazione d'ufficio;
  • ritiro dalla circolazione;
  • custodia in un'area privata;
  • provenienza dall'estero;
  • trasferimento in un'autodemolizione;
  • origine sconosciuta.

Per circolare con un veicolo storico occorre prima iscriverlo al registro Automotoclub Storico Italiano (ASI), sottoporlo ad una verifica sulla funzionalità ed autenticità delle parti meccaniche e del telaio, farsi rilasciare una dichiarazione e autocertificare la corretta conservazione della vettura. Con questa documentazione si fa revisionare il veicolo inoltrandone la domanda al Centro Prova Autoveicoli (CPA) per le vetture costruite prima del 1° gennaio 1960, all'Ufficio della Motorizzazione Civile (UMC) per quelle costruite in data successiva.
Se il collaudo è superato, la Motorizzazione rilascia al proprietario i documenti di circolazione e la targa nuova, con formato utilizzato da maggio 1951 (anche se il veicolo fosse stato immatricolato prima) al 14 marzo 1976 e sistema di numerazione introdotto il 28 febbraio 1994.
Nel caso di radiazione, oltre alla dichiarazione di avvenuto "restauro e collaudo", nell'autocertificazione sulla buona conservazione del veicolo occorre indicare gli anni trascorsi dalla data di cancellazione dal Pubblico Registro Automobilistico.
Se la vettura, invece, è stata custodita in un'area privata, ritirata dalla circolazione o portata in demolizione, si deve presentare l'estratto cronologico del PRA o il certificato di cancellazione; per i veicoli radiati dal 30 giugno 2008 è necessario indicare il "centro di raccolta o demolitore" al quale la vettura era stata consegnata.
Qualora infine l'auto o moto storica sia stata importata, affinché si possa procedere alla nazionalizzazione del veicolo, bisognerà avere i documenti esteri originali e informare lo Stato di provenienza dell'avvenuta reimmatricolazione in Italia.

Rappresentazioni schematiche della targa posteriore e anteriore di una vettura d'epoca o storica reimmatricolata:

  ZA  7
  86DT  
  ZA786  DT  

Note

  1. ^ Carlo Bellini, Marcello Gallina, Marcello Taverna, Un secolo di targhe, De Ferrari Editore, 2000, pp. 8-9.
  2. ^ Targhe automobilistiche del primo periodo
  3. ^ http://www.targheitaliane.com/visualizza_1905.php
  4. ^ In ossequio alla politica generale dei governi liberali verso i territori conquistati con la guerra, anche per le targhe si procedette a una pura italianizzazione del lessico, lasciando inalterata la sostanza. A quel tempo l'Austria utilizzava un sistema di numerazione su base provinciale e l'Italia, subentrando nella sovranità in quelle zone, nelle targhe dei veicoli di nuova immatricolazione fece solo cambiare la E, che identificava il Tirolo, con una T per indicare il Trentino e la K, che identificava il Kustenland, con una VG per indicare la Venezia Giulia, continuando peraltro la numerazione in atto: se ad esempio l'ultima targa austriaca fosse stata E 945, la prima italiana sarebbe stata T 946. Fu il fascismo a giudicare questo meccanismo antipatriottico e a voler applicare anche alle nuove province il sistema italiano di immatricolazione.
  5. ^ Dal quotidiano "La Provincia di Bolzano" di sabato 23 aprile 1927 p. 2 prima colonna in alto a sinistra, che riporta l'elenco delle nuove targhe.
  6. ^ Le nuove disposizioni per le targhe, R.A.C.I., n.1 del 1927, p. 5.
  7. ^ Nel formato emesso da maggio 1951 e in quelli successivi, queste lettere verranno scritte in maiuscoletto.
  8. ^ Tabelle per targhe italiane
  9. ^ Eccettuate le targhe del Regio Corpo Truppe Coloniali, del Regio Corpo Truppe Coloniali della Libia e quelle di cartone (con la dicitura COLLAUDO sulla riga superiore) apposte sui veicoli in prova, che presentano tutte caratteri neri su fondo bianco. Le piastre per le immatricolazioni provvisorie, anch'esse di cartone, si contraddistinguono invece per i caratteri rossi e le lettere T.P. (che stanno, appunto, per "targa provvisoria") in alto a sinistra.
  10. ^ Alfa Romeo Giulia TI MI A00000, su patrimonioalfaromeo.blogspot.com. URL consultato il 30 settembre 2018.
  11. ^ Siamo al milione, in Stampa Sera, 6 aprile 1968, p. 2. URL consultato il 20 gennaio 2018.
  12. ^ Roma 1 milione, L'Automobile n. 48 (1966).
  13. ^ Sigle di provenienza tra il 1905 e il 1927
  14. ^ Targhe a Roma
  15. ^ Decreto del presidente della Repubblica 28 settembre 2012, n. 198, in materia di "Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1992 n. 495, in materia di variazione dell'intestatario della carta di circolazione, intestazione temporanea di autoveicoli, motoveicoli e rimorchi e di targhe dei rimorchi."
  16. ^ Cfr. http://plaque.free.fr/eur/i/?path=./_HISTOR/AGRIC/
  17. ^ Al momento sono presenti filovie nelle seguenti città: Ancona, Bologna, Cagliari, Chieti, Cremona, Genova, La Spezia, Lecce, Milano, Modena, Napoli, Parma, Rimini, Roma e Sanremo (sigla IM).
  18. ^ Salvo le targhe della Polizia coloniale, che le aveva azzurre, le lettere erano rosse, mentre le cifre erano sempre nere; cfr. Carlo Bellini, Marcello Gallina, Marcello Taverna, Un secolo di targhe, De Ferrari Editore, 2000 rist. 2005, p. 111.
  19. ^ Ai veicoli di questo Corpo è probabile che venisse assegnata anche una sigla M.Po., manca tuttavia la documentazione che ne attesti l'esistenza.
  20. ^ I primi mezzi avevano la scritta per esteso (POLIZIA AFRICA sulla riga superiore, ITALIANA su quella inferiore) in caratteri blu e le cifre nere, come i veicoli della Polizia coloniale. Successivamente si passò a colorarle entrambe di rosso. In un terzo momento queste targhe ebbero solo la sigla PAI rossa, mentre le cifre sottostanti erano nuovamente nere.
  21. ^ Le targhe SMOM vengono ormai usate quasi esclusivamente dai cavalieri dell'ACISMOM, mentre per il CISOM sono quasi sempre utilizzate le targhe italiane civili.
  22. ^ http://www.plate-planet.com/images/plates/Fotobatch-161142-gr.gif
  23. ^ Le lettere rosse VA, di dimensioni molto ridotte dopo il codice CF, stanno per "Vigilanza Ambientale" e sono state introdotte nel 2001.
  24. ^ Mario Mariani, La Croce Rossa Italiana - L'epopea di una grande istituzione, Milano, Mondadori, 2006, ISBN 88-04-55124-0, cap. VI, p. 97, cap. VII, p. 109.
  25. ^ R.D. 29 luglio 1927, n° 1814 pubblicato sulla G.U. n° 230 del 05/10/1927.
  26. ^ La prima targa documentata CRI 1 fu apposta quel giorno su un veicolo immatricolato a Bergamo, cfr. http://www.targheitaliane.it.
  27. ^ R.D. 29 luglio 1909, n° 710.
  28. ^ Nelle placche d'immatricolazione dei veicoli della Guardia di Finanza (sigla: GdiF), invece, la lettera R rossa non precede ma segue la numerazione progressiva.
  29. ^ Non mancano però casi di veicoli immatricolati normalmente con targa italiana.
  30. ^ Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12 giugno 2006
  31. ^ Disposizioni del Comando del 31º Stormo da caccia USAF (Aviano) sulle targhe simili a quelle civili italiane (paragrafo 3.1). Archiviato il 1º novembre 2004 in Internet Archive.
  32. ^ Kent Harris, Aviano says Italian plates for all by June 1, Stars and Stripes 17 maggio 2007
  33. ^ Si rinvia alla tabella nel sito https://www.targheitaliane.com/visualizza_diplomatiche.php, con le associazioni tra queste lettere e gli Stati corrispondenti per le targhe diplomatiche e consolari.
  34. ^ Bellini C. - Gallina M. - Taverna M., pp. 95-96. ISBN 88-7172-303-1
  35. ^ http://dati.asaps.it/notizie/utili_per_guida/0013.html
  36. ^ https://www.newsauto.it/notizie/circolare-del-ministero-interno-sulla-targa-prova-2018-155821/
  37. ^ http://www.agenziagallia.com/pratiche-auto/targa-provvisoria-di-cartone/
  38. ^ Cfr. https://www.autoyes.info/targhe-storiche.htm

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