Franco Angioni
Franco Angioni (Civitavecchia, 25 agosto 1933) è un generale e politico italiano.
Franco Angioni | |
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Nascita | Civitavecchia, 25 agosto 1933 |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Esercito Italiano |
Corpo | Paracadutisti |
Grado | generale di corpo d'armata |
Guerre | Guerra del Libano (1982) |
Campagne | Libano 2 |
Comandante di | Spedizione Italiana in Libano (ITALCON); III Corpo d'armata; Centro Alti Studi per la Difesa (CASD); Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa (FTASE) |
Studi militari | Scuola Militare Nunziatella, Accademia Militare |
Pubblicazioni | Un soldato italiano in Libano |
Frase celebre | “Quando siamo arrivati, era palpabile l’aria della tragedia. Le macerie fumavano. La disperazione della gente, la paura…Forse dai nostri sguardi hanno capito che volevamo aiutarli” (sulla missione Libano 2)[1] |
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Franco Angioni | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislatura | XIV |
Gruppo parlamentare | DS-L'Ulivo |
Coalizione | centrosinistra |
Circoscrizione | Lazio 1 |
Collegio | 4 - Roma-Monte Sacro |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democratici di Sinistra |
Professione | militare |
Biografia
Ex-Allievo della Scuola Militare Nunziatella, ha frequentato l'accademia militare ed è stato ufficiale dell'Esercito italiano, arrivando al grado di generale di corpo d'armata.
Ufficiale dei paracadutisti, ha comandato il Battaglione Sabotatori Paracadutisti (denominato in seguito Battaglione d'assalto paracadutisti "Col Moschin").
Tra il settembre del 1982 ed il febbraio del 1984, nell'ambito della Prima Guerra Libanese e successivamente al massacro di Sabra e Shatila a Beirut, ha guidato il contingente italiano della Forza Multinazionale in Libano durante la missione Libano 2. Quest'ultima era in principio nata come iniziativa ONU, ma il veto dell'URSS annullò l'egida internazionale mentre il contingente era in navigazione verso il Libano, per cui ITALCON si trasformò in corso d'opera in uno sforzo eminentemente nazionale, con Francia e USA. Come diretta conseguenza, i mezzi VCC-1 Camillino impegnati sul terreno furono comunque colorati di bianco (identificazione di mezzo ONU), ma portarono dipinta la bandiera italiana.
L'intervento in Libano, durante il quale sia il contingente americano sia quello francese subirono gravissime perdite in seguito a due attentati, fu grazie ad Angioni un modello cui si riferirono anche le successive missioni italiane all'estero. L'approccio del generale, infatti, fu quello di spingere i propri soldati a conoscere la cultura locale, sulla quale distribuì a tutti dei libri. Questo permise agli italiani di comprendere le ragioni delle parti e proporsi come forza di interposizione, piuttosto che come l'ennesimo contingente straniero in terra libanese[2]. I rapporti con la popolazione locale e le diverse parti in lotta vennero inoltre enormemente facilitati dalla costruzione di un ospedale da campo nei pressi dell'aeroporto di Beirut, dove tutti i feriti di qualunque fazione venivano curati[3].
Un caso paradigmatico del livello di interazione raggiunto è la storia del piccolo Mustafà Haoui, curato nell'ospedale italiano, che divenne in seguito la mascotte del contingente, emigrò poi in Italia ed è divenuto tecnico di laboratorio presso l'Istituto Regina Elena di Roma[4].
La missione in Libano segnò anche lo spartiacque nel rapporto tra la popolazione italiana e le Forze armate italiane, deterioratosi dopo la seconda guerra mondiale, ed ancora di più dopo la contestazione del Sessantotto. La Brigata Folgore rientrò nella sua base di Livorno a fine missione, accolta da grandi festeggiamenti in città, e il suo comandante conobbe un'enorme popolarità su scala nazionale[5]
Nel corso della sua carriera militare, Angioni ha ricoperto incarichi di prestigio, quale il comando del III Corpo d'armata di Milano; la presidenza del Centro Alti Studi per la Difesa (CASD) dal 7 settembre 1992 all'11 gennaio 1994; l'incarico di comandante delle Forze Terrestri Alleate del Sud Europa di Verona (FTASE) dal 14 gennaio all'8 giugno 1994; per diventare successivamente Segretario generale e direttore nazionale degli armamenti presso il Ministero della difesa. È stato inoltre Presidente del Consiglio dell'Ordine Militare d'Italia[6]
Terminata la carriera nell'Esercito il 9 settembre 1996, si è dedicato alla vita pubblica quale esponente dei Democratici di Sinistra. È stato eletto alla Camera dei deputati nel 2001, nel collegio uninominale di Roma-Monte Sacro, in rappresentanza della coalizione di centrosinistra, rimanendo Deputato fino al 27 aprile 2006.
Ha occupato l'incarico di segretario della Commissione Difesa dal 21 giugno 2001 al 27 aprile 2006 ed è stato membro della delegazione parlamentare presso l'assemblea Nato dal 19 settembre 2001.
Onorificenze
— 5 novembre 2001[7]
— 25 febbraio 1984[7]
— 20 giugno 1997[9]
Curiosità
Nel 1964, allora col grado di capitano, Angioni frequentò il corso Ranger negli Stati Uniti. Un sergente istruttore gli intimò in malo modo di togliersi i gradi e lo scudetto della brigata di appartenenza (la Folgore). Angioni rifiutò e chiese rapporto al comandante della base, ottenendo di conservare i distintivi di grado e di appartenenza per tutta la durata del corso, al termine del quale si classificò primo su 75 ufficiali stranieri partecipanti.[5]
Al Generale Angioni si è ispirata la giornalista scrittrice Oriana Fallaci per rappresentare la figura del "Condor", il generale al comando del contingente italiano, nel romanzo Insciallah.
Opere
- Franco Angioni, Un soldato Italiano in Libano, Rizzoli, 1984, ISBN 88-17-53027-1
Galleria d'immagini
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Franco Angioni con Sandro Pertini nel 1983
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Franco Angioni con Sandro Pertini e il bambino Mustafà Haoui
Note
- ^ La Storia siamo noi - Arrivano i bersaglieri Archiviato il 3 settembre 2007 in Internet Archive.
- ^ In Libano tutti cattivi tranne i soldati italiani « Sottoosservazione's Blog
- ^ Informazione Corretta
- ^ Mustafa, la mascotte dell'82 Tornate ad aiutare il mio paese - Repubblica.it » Ricerca
- ^ a b Simone Gianfranco, Trappole, camion bomba e soldati innamorati: il generale Angioni ricorda, in corriere.it, 9 settembre 1996. URL consultato il 9 settembre 1996 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2014).
- ^ comunicato
- ^ a b c Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (Angioni Ten. Gen. Franco)
- ^ Sito web dell'Ordine militare d'Italia: OMI concesse 1983-2010.[collegamento interrotto] URL consultato il 13-11-2011.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (Angioni Gen. C.A. Franco)
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. (Angioni Gen.Brig. Franco)
Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Franco Angioni
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Franco Angioni
Collegamenti esterni
- Date personali e incarichi nella XIV legislatura, su legxiv.camera.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 6342786 · LCCN (EN) n84175688 · J9U (EN, HE) 987007400336705171 |
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