Parco nazionale del Matese
Il parco regionale del Matese è un'area naturale protetta della Campania. Istituito con legge regionale n. 33 del 1993 è entrato in funzione solamente nel 2002. Il parco si estende su di una superficie di 33.326,53 ettari.
| Parco nazionale del Matese | |
|---|---|
| Tipo di area | Parco nazionale |
| Codice WDPA | 6045 |
| Codice EUAP | EUAP0955 |
| Class. internaz. | Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie |
| Stati | |
| Regioni | |
| Province | |
| Superficie a terra | 33.000,00 ha |
| Provvedimenti istitutivi | L.R. 33, 01.09.93 - DD.PP.GG.RR. 5572, 02.06.95 - 8141, 23.08.95 - 60, 12.02.99 - 1407, 12.04.02 |
| Gestore | Ente Parco Regionale del Matese, entrato in funzione il 12 aprile 2002. |
| Presidente | Vincenzo Girfatti |
| Mappa di localizzazione | |
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| Sito istituzionale | |
Storia
Il parco del Matese è stato istituito con legge regionale della Campania n. 33 del 1º settembre 1993 dal titolo "Istituzione di parchi e riserve naturali in Campania".
A causa della mancata approvazione delle norme attuative della legge regionale n. 33 del 1993, il parco è entrato in funzione solo nell'anno 2002. La norma di riferimento è la delibera di Giunta regionale della Campania n. 1407 del 12 aprile 2002.
Dal 2006 l'ente parco regionale del Matese ha sede in San Potito Sannitico, in provincia di Caserta. Primo presidente del parco è stato Giuseppe Scialla, docente universitario e ambientalista.
A seguito della revisione della legge italiana di bilancio 2018 è stata approvata la norma che contempla la futura trasformazione del parco del Matese in parco nazionale, con probabile coinvolgimento delle province di Isernia e Campobasso[1].
Territorio
Il territorio del parco comprende prevalentemente il massiccio montuoso del Matese.
Le montagne più alte, di natura calcarea, sono il monte Mutria, il monte Gallinola e il monte Miletto.
Il parco prende il nome dal lago del Matese. Altro importante lago è quello di Letino.
Il parco è attraversato da due importanti fiumi: il fiume Titerno e il fiume Tammaro.
Flora
La vegetazione del massiccio del Matese è costituita, nella zona più bassa da lecci, carpini, corbezzoli ed altri elementi tipici della macchia mediterranea; mana mano che si sale, queste specie vengono sostituite dapprima dal cerro e dal castagno e da maestosi ed imponenti faggi. Qua e là si trovano sorbi selvatici, aceri, cornioli, frassini, ornielli e abeti bianchi. Tra le numerose piante erbacee delle radure e del sottobosco notiamo la genziana, la digitale e soprattutto l'onnipresente Sambucus ebulus, la pianta più caratteristica che accompagna la faggeta negli spiazzi maggiormente aperti e luminosi.
Fauna
La fauna del massiccio è molto ricca anche per la presenza dei tre laghi (del Matese, di Gallo, di Letino). Oltre alle specie tipiche della foresta di latifoglie (volpe, marmotta, tasso, ghiro, picchio rosso maggiore, tordella, ghiandaia, allocco) si trovano anche specie di ambienti più aperti, come la lepre e il cinghiale, o delle nude balze rocciose come il codirossone e la rara coturnice. Tra le presenze eccezionali troviamo l'aquila reale che nidifica nelle ripide pareti rocciose di Valle dell'inferno, ma soprattutto quella del lupo, avvistato regolarmente nei comuni di Letino e Gallo Matese.
La presenza dei laghi favorisce inoltre lo stanziamento di folaghe e anatre, aironi e persino cicogne. Nelle acque di questi bacini idrici troviamo carpe, tinche, persici, anguille e lucci, le tre ultime specie introdotte dall'uomo.
Note
- ^ Dopo 26 anni diventa realtà il sogno del Parco Nazionale del Matese - Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile, in Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile, 27 dicembre 2017. URL consultato il 20 ottobre 2018.
