San Marzano di San Giuseppe
San Marzano di San Giuseppe (in Arbëreshë, AFI: [ar'bəreʃ]: Shën Marcani, nel dialetto locale di Brindisi: Sa'Mmarzanu) è un comune italiano con 9 228 abitanti (1° gennaio 2018)[4] della provincia di Taranto in Puglia. San Marzano di San Giuseppe, insieme a Casalvecchio di Puglia (in arbëresh: Kazallveqi) e Chieuti (in arbëresh: Qefti), è un antico centro arbëreshë della regione.
San Marzano di San Giuseppe comune | |
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(IT) San Marzano di San Giuseppe (AAE) Shën Marcani | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuseppe Tarantino (Lista civica "Per San Marzano") dal 10-6-2018 |
Territorio | |
Coordinate | 40°27′N 17°30′E |
Altitudine | 134 m s.l.m. |
Superficie | 19,19 km² |
Abitanti | 9 228[1] (1-1-2018) |
Densità | 480,88 ab./km² |
Comuni confinanti | Fragagnano, Francavilla Fontana (BR), Grottaglie, Sava, Taranto |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 74020 |
Prefisso | 099 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 073025 |
Cod. catastale | I018 |
Targa | TA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona C, 1 247 GG[3] |
Nome abitanti | sammarzanesi |
Patrono | San Giuseppe |
Giorno festivo | 19 marzo |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
San Marzano di San Giuseppe è stato quasi sempre di proprietà di famiglie albanesi che hanno cercato di preservare la memoria degli antenati. Oggi il paese è l'unico tra i 14 paesi fondati o rifondati da albanesi [(Belvedere estinto), Carosino, Civitella (oggi: masseria Civitella), Faggiano, Fragagnano, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Roccaforzata, San Crispieri (oggi una frazione di Faggiano), San Giorgio Ionico, San Martino (estinto) e Santuario Santa Maria della Camera (oggi parte di Roccaforzata)] nell'Albania Tarantina che oltre alla lingua albanese pre-ottomana (Gluha Arbëreshe) hanno conservato alcuni usi e costumi del paese di origine.[5]
Geografia fisica
San Marzano di San Giuseppe, ad un'altitudine di 134 m sul livello del mare, si trova sull'altopiano di una collina calcarea delle Murge Tarantine. Il comune è situato tra i comuni limitrofi di Grottaglie, Sava, Fragagnano, Francavilla Fontana; si trova a circa 23 chilometri a est di Taranto, a 20 chilometri a nord del Mar Ionio, a 56 chilometri a ovest di Lecce e immediatamente adiacente alla provincia di Brindisi.
Origini del nome
Sull'origine del toponimo non esiste una chiara spiegazione. Studi recenti sostengono che il nome Marzano deriva dal clan romano Marcia, che, al momento dell'Impero Romano si era stabilito nella zona dove possedeva praedia (proprietà) nei pressi della Masseria Casa Rossa. Un'altra ipotesi è che (San) Marzano deriva da Marcus della famiglia Marcia, che viene testimoniato in Terra d'Otranto anche da altri nomi di luogo e iscrizioni di lapidi.[6]
Il prefisso San deriverebbe dal greco e significa "agricoltore", che sarebbe stato usato nei nomi dei casali per indicare il mestiere di colui che viveva in quel luogo.[7] Un'altra ipotesi è che il prefisso San starebbe a indicare la cristianizzazione del primo centro romano dedicato ad una divinità pagana, cioè Marte.[6]
Nel Medioevo, appare il nome della località Sancti Marzanus o Sanctus Marzanus, indicando il nome originale Martianum e non Marcianum.[6]
Storia
Fu fondato tra il 1460 e 1530, dai discendenti di Giorgio Castriota Skanderbeg, personaggio tra i più importanti in Europa, reso celebre per aver combattuto per venticinque anni l'Impero Ottomano.
Il comune di San Marzano di San Giuseppe (Shën Marcani e Shën Xhësepëtit) fu costruito da esuli albanesi in fuga dall'Albania e dalle proprie terre a causa dell'invasione turca dei Balcani. Riusciti a salvarsi dall'orda ottomana di fede musulmana, gli albanesi, si instaurarono in Puglia formando nuovi villaggi secondo le proprie esigenze, tradizioni, usi e costumi[8]. Qui ricrearono la propria terra abbandonata, l'Albania, riuscendo a coltivare e a mantenere vitale la propria identità, nell'aspetto linguistico e religioso. Gli esuli albanesi, gli arbëreshë, erano di fede ortodossa, e professavano le liturgie secondo le antiche preghiere cristiane orientali, come di tradizione in greco, ma anche in albanese.
Nel 1530 Re Carlo V investì del feudo un valoroso capitano albanese, Demetrio Capuzzimati, che aveva combattuto durante le lotte sostenute contro Francesco I di Francia.[9]. Durante la sua signoria, il casale s'ingrandì sempre più divenendo in breve uno dei centri più fecondi di rito greco-ortodosso di tutta l'Albania Tarantina. Alla morte di Demetrio, il feudo venne ereditato dal figlio primogenito Cesare e, da costui, a suo figlio Demetrio, nipote del capitano.
Il rito bizantino si perse a San Marzano nel 1622, a causa delle pressioni della chiesa latina che spingeva e, infine, obbligò a sopprimere agli albanesi di Puglia l'antico rito portato gelosamente dai propri avi. Uno dei motivi che spinse queste popolazioni a lasciare l'Albania fu la ricerca della libertà religiosa (cristiana di rito orientale) e identitaria (albanese). La latinizzazione sfrenata e furente di San Marzano ha accelerato il processo di assimilazione e la scomparsa di un mondo ricco d'identità, usi, costumi e suggestioni balcaniche.
Nel 1639 San Marzano venne così acquistato da Francesco Lopez y Royo, Duca di Taurisano, al quale, qualche anno dopo, succedette il figlio Diego. Morto costui, il feudo passò al suo primogenito Francesco, quindi a suo fratello Giuseppe, marito di Elena Castriota, discendente diretta di Giorgio Scanderbeg. Nel 1755 San Marzano venne acquistato da Giuseppe Capece Castriota la cui famiglia continuò a possederlo sino alla fine del XVIII secolo.
Nel settembre del 1866 fu aggiunto "San Giuseppe" al nome del comune, venerato protettore della cittadina.
Dalla metà del Novecento l'identità albanese-arbëreshe di San Marzano è stata rivalutata e ripresa, sono nati gruppi folk, sono avviati corsi pubblici e privati di lingua albanese e la cultura d'origine è stata interessata da particolare interesse e attenzione. Importante è il comune di San Marzano, che iniziato un percorso caratterizzato da programmi e idee finalizzate alla fondamentale salvaguardia e rivalorizzazione della lingua e cultura albanese[10]. Nel paese si parla ancora la lingua arbëreshë di Scanderbeg. Vi è anche la presenza di un gruppo folcloristico arbëresh denominato Katundi në Zëmbra, che suona melodie tradizionali e canta in lingua arbëreshë.
Lista dei Signori di San Marzano
I Baroni di San Marzano
- 1° Barone - Demetrio Capuzzimati († febbraio 1557)
- 2° Barone - Cesare Capuzzimati († 1595), figlio di Demetrio
- 3° Barone - Demetrio Capuzzimati, figlio di Cesarae
- 4° Barone - Francesco Lopez y Royo (acquista San Marzano nel 1639)
I Marchesi di San Marzano
- 1° Marchese - Francesco Lopez y Royo († 1657)
- 2° Marchese – Diego Lopez y Royo († 1672), figlio di Francesco
- 3° Marchese – Francesco Lopez y Royo, figlio di Diego
- 4° Marchese – Giuseppe Lopez y Royo († 1699), fratello di Francesco
- 5° Marchesa – Elena Branai (Granai) Castriota, discendente di Vrana Konti († 1709), moglie di Giuseppe Lopez y Royo
- 6° Marchese - Giorgio Branai (Granai) Castriota († 1726), pronipote di Elena Branai (Granai) Castriota
- 7° Marchese - Giovanna Branai (Granai) Castriota, una zia paterna
- 8° Elena Sparano, figlia di Giovanna Branai (Granai) Castriota (riceve il Marchesato per donazione della madre nel 1744)
- 9° Marchese - Francesco Galluccio († 1753), figlio di Giovanna Branai (Granai) Castriota (riceve il Marchesato per donazione della madre il 17. August 1745)
- 10° Marchese - Caterina Galluccio, sorella di Francesco, che rifiuta. Il Marchesato va al fratello Paolo († 8 ottobre 1753)
- 11° Marchese - Giovanna Galluccio, sorella minorenne di Paolo
- 12° Marchese - Giuseppe Pasquale Capece Castriota († 1785), discendente di Vrana Konti, compra il Marchesato nel 1755
- 13° Marchese – Nicola Capece Castriota († 1791), nipote (figlio del figlio) di Giuseppe
- 14° Marchese - Francesca Maria Capece Castriota, sorella di Nicola
- 15° Marchese - Pasquale Bonelli, Marchese dal 14. April 1806
- 16° Marchese – Pasquale, figlio di Pasquale
- 17° Marchese – Raffaele, figlio di Pasquale, l'ultimo Marchese
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
D'importanza storico-artistica è la Chiesa Madre. Le frane e i terremoti, come anche le ricostruzioni successive, hanno mutato la prima chiesa edificata dagli esuli albanesi, che doveva presentarsi semplice e richiamante lo stile architettonico bizantino. Attualmente, all'interno, si può ammirare uno crocifisso in grandezza naturale e una ricostruzione della grotta di Lourdes.
- Chiesa Matrice San Carlo Borromeo
- Chiesa dell'Addolorata
- Chiesa San Gennaro al Castello
- Chiesa San Giuseppe al Santuario
- Chiesa Rupestre Madonna delle Grazie (con affreschi bizantini)
Altro
- Centro storico Arbereshe (scalinate e bronzo di Skanderbeg)
- Trullo del Brigante Pizzichicchio. Situato in zona Principe a 2,5 km dal paese, di proprietà privata.
- Palazzo Demetrio Capuzzimati (1530). Situato in Piazza Angelo Casalini, di proprietà privata.
- Comignoli Balcani Arbereshe
- Casa Rossa
- Galleria Piazzetta Mostre
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[11]

Lingue e dialetti
La conservazione della lingua albanese è ciò che differenzia ancora oggi la comunità di San Marzano da tutte le altre della provincia jonica. A distanza di cinque secoli la lingua albanese d'origine è sopravvissuta ed è parlata dalla comunità con orgoglio considerando che per oltre quattro secoli è stata volutamente l'unica forma di comunicazione verbale[12].
La lingua albanese parlata a San Marzano è la variante linguistica del dialetto tosco parlato nell'Albania centrale e meridionale. Da qualche anno il comune di San Marzano di San Giuseppe ha istituito uno Sportello Linguistico Comunale che si occupa a vario titolo di studi, ricerche, disseminazioni di materiali, contatti con altre comunità albanofone italiane, docenze in lingua minoritaria, e valorizzazione della cultura locale[13].
Religione
Gli abitanti di San Marzano professavano la religione cattolica, fin dalle origini del paese.
La festa di San Giuseppe
L’origine certa della nostra festa è da ricercare in tempi lontani, quando nel 1866 la comunità sammarzanese, decise di non offrire gli annuali fuochi propiziatori al Santo. Durante la notte fra il 17 e 18 Marzo un violento nubifragio si abbatté su San Marzano distruggendo vegetazione, campi e colture. Il mattino seguente si iniziò a pensare che San Giuseppe avesse voluto, con quel gesto, punire i propri fedeli per aver trascurato la propria ricorrenza. A quel punto si decise di offrire un solo fuoco, questa volta più grande e imponente, proprio nel centro del paese. Tutta la cittadinanza accorse portando con se legna e fascine, chi a piedi chi invece con carri trainati da cavalli. Da questo momento in poi ha origine la tradizione della processione delle fascine per accensione del tradizionale “fucarazzu” o “zjarrë i madhë”. Sempre nello stesso anno il 7 settembre con delibera comunale si decretò che a San Marzano fosse aggiunto il suffisso di San Giuseppe per suggellare il proprio legame al Santo.
Le azioni della festa si ripetono di anno in anno da allora, in un appuntamento a cui nessun sammarzanese vuole mancare osservando cadenze e tempi rigidi e stabiliti. Già il 17 Marzo i rituali della festa arrivano agli ultimi preparativi, la cittadinanza organizza con settimane di anticipo l’allestimento e la preparazione dei pani tradizionali, dei tredici piatti e delle cosiddette “mattre” . In alcune case vengono allestite le tavole con tredici pietanze, piatti semplici e senza carne, proprio in rispetto al periodo quaresimale che ospita la festa. I forni ardono di calore per cuocere tutte le “pagnottelle” con la tradizionale sigla “S. G.” da offrire ai fedeli, il paese è ormai in festa.
Il programma del 18 marzo è ricco di eventi.
Al mattino si radunano tutte le ceste ricolme di pani all’interno delle Chiesa Madre per la tradizionale benedizione, il pane poi viene distribuito alla popolazione che lo dividerà con i propri cari recitando il Padre Nostro. Mentre nel pomeriggio , intorno alle 15, la più bella e caratteristica della nostra festa prende vita: la processione delle fascine. Tutti ne prendono parte, con piccoli fasci, con carretti, con trattori e naturalmente con i carri trainati dai cavalli. Sfilano per le vie del paese, attorniati da turisti e concittadini, e si dirigono verso la contrada Principe, luogo destinato all’accensione. E’ una processione interminabile che si snoda per le vie del paese e vede la partecipazione di uomini, donne , anziani ognuno con il proprio carico ed i bambini con le carrozzelle rumorose e cariche anch’esse di legna. E, infine, i carrettieri con i grandi protagonisti della processione: i cavalli addobbati per l’ occasione con eleganti finimenti e con il loro traino carico di fascine e sormontato da un’ effige del Patrono. A sera inoltrata poi, terminata la processione, la cittadinanza si riunisce finché “lu facarazzu” non viene acceso e li come una grande famiglia dopo una lunga giornata di lavoro, si ritrova quel senso di condivisione e appartenenza che riporta tutti verso l’ amato San Giuseppe. Il fuoco poi, arde per tutta la notte.
In memoria dell’ ospitalità ricevuta dalla Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto sempre il 18 marzo vengo allestite le tredici pietanze, in ricordo dell’ Ultima Cena. Si utilizzano ancor oggi gli alimenti tipici della civiltà contadina: olio, farina, pepe, pesce, legumi ed ortaggi. Non compaiono né formaggio né carne perché costosi e naturalmente perché siamo in quaresima: il piatto principale è il pane servito con finocchio ed un’ arancia; segue l’ insalata, i “ lampascioni lessati con olio e pepe; fave con olio, pepe ed un’ acciuga; ceci e fagioli conditi nello stesso modo; cavolfiore lessato intero ed insaporito con olio e pepe; riso con sugo ed un pezzetto di baccalà fritto; stoccafisso al sugo; massa di San Giuseppe con olio, “spunzale” ed un pezzo di baccalà; maccheroni lunghi fatti a mano e conditi con miele e mollica di pane fritto; “carteddate” con pepe. I 13 piatti sonopoi serviti per 3,5,7 o 15 “Santi” scelti tra le famiglie più povere del paese che rappresentano la Sacra Famiglia da sola o accompagnata da San Gioacchino e Sant’ Anna con i dodici apostoli. La sera del 18 marzo, dopo la messa e prima dell’ accensione del falò, il parroco benedice le tavolate e, dopo che i padroni di casa hanno lavato le mani ai Santi ( gesto rituale che ricorda l’ Ultima Cena), questi possono assaggiare le pietanze. Terminata la rappresentazione il cibo viene offerto ai poveri e/o ai forestieri.
La mattina del 19, fra le vie stracolme di gente vengono allestite le tradizionali tavole di San Giuseppe le cosiddette Mattre , ( tavolieri di legno contenente piatti tipici della tradizione culinaria locale: orecchiette, “ braciole” al ragù, pane, vino, polpette, carteddate e zeppole) piatti semplici e gustosi, preparati con amore dalle donne del posto che vengono destinate a tutti coloro che ne fanno richiesta, spesso gente “forastiera”. Un gesto di condivisione e devozione al Santo. Ogni anno sempre più famiglie portano avanti questa tradizione, e come una festa nelle festa, fanno da contorno all’uscita dalla chiesa del Santo Protettore, che dopo la Santa Messa delle 11, viene portato fra le tradizionali tavole. Solo dopo il suo passaggio e quindi la loro benedizione, possono essere consumate e condivise dai fedeli accorsi. Terminate le tappe salienti delle giornate, la festa può dirsi chiusa, la processione religiosa del pomeriggio e i lo spettacolo di fuochi pirotecnici concludono i festeggiamenti, lasciando nei sammarzanesi un senso di abbandono e la consapevolezza che poi, dopo un anno tutto ricomincerà di nuovo, come negli untimi 150 anni.
Certo difficile è spiegare il legame profondo dei sammarzanesi con il Santo e le ritualità a lui collegate. Ogni parte della festa viene curata discussa e perché no, anche criticata. Nulla più essere cambiato e tutto deve rimanere sempre uguale. Rispetto alla parte più controversa della festa, cioè quella della “processione delle fascine” va detto che i cavalli vengono curati e rispettati per tutto l’anno, non è infatti strano vedere a San Marzano, in giro per le vie di campagna ma anche in paese, con carretti o senza, i carrettieri portare a spasso i propri cavalli. La grande devozione spinge queste persone a prendersi cura dei propri animali con grande sacrificio e con sentita riverenza verso il Santo. La festa non potrebbe essere la stessa senza questo aspetto e di certo nessuno vorrebbe mai rovinarne l’identità. Bisogna poi sottolineare come per i sanmarzanesi, dedicarsi alla preparazione del “pane” come anche delle “mattre”, sia il miglior modo devozionale, di onorare San Giuseppe. Quel pane e quei piatti rappresentano la volontà di tramandare una fede più che una semplice tradizione. Ecco perché il pane e la “mattra” di un tempo si perpetua, anche nei tempi moderni, come quel valore antico che, nella tradizione della Festa di San Giuseppe, diventa anche la sua identità religiosa. Il pane e il cibo delle “mattre” di San Giuseppe, oggi sembrano lontani dall’utilità di dover sfamare i poveri, come realmente è eppure nulla viene cambiato nella gestualità in questo aspetto della tradizione, forse oggi l’intento è arricchire le anime e per educare tutti al rispetto delle tradizioni e, soprattutto, al rispetto degli insegnamenti di Dio. Già, perché ancora oggi a nessuno è consentito di spezzare un pezzo di quel pane o di assaggiare quel cibo senza prima aver recitato almeno una preghiera di ringraziamento (M.Margherita).
Un programma che nel suo significato primario è innanzitutto religioso. Una Festa, quella del 18 e 19 Marzo, dedicata al Santo Patrono dai quale grandi sono i significati e gli insegnamenti religiosi che tutti noi traiamo.
Cultura
- Biblioteca San Carlo Borromeo
- Casa Museo la nostra storia (foto e raccolta costumi e oggetti)
- Galleria Mostre d'epoca (esposizioni e mostre artisti locali)
- La Piazzetta, casa espositiva d'epoca
Cinema
Il paese è stato protagonista in varie pellicole cinematografiche.
- Il primo film documentario è stato realizzato nel 1978 dal titolo "Quando la Scuola Cambia" a cura del regista Vittorio De Seta, per conto della Rai. In quel lavoro viene raccontata la vita del professore Carmine De Padova (sammarzanese) che insegna l'antica lingua arbereshe ai ragazzi della locale Scuola Elementare Casalini. Sempre in questo lavoro vengono intervistati anziani al mercato cittadino.
- Altro film che ha San Marzano protagonista si chiama "Il Generale dell'Armata Morta" del 1983, regia di Luciano Tovoli con Marcello Mastroianni, Michel Piccolì e il debuttante Sergio Castellitto. In quel film erano presenti alcuni personaggi di San Marzano.
- Nel 2007 vennero girate alcune scene per il documentario "Il Senso degli Altri" regia di Marco Bertozzi.
Economia
L'economia locale è preminentemente dedita all'agricoltura., con prevalenza delle culture tradizionali della vite e dell'ulivo.
Nel XX secolo sorse una distilleria che si affermò nella produzione del liquore "Elisir San Marzano Borsci"[14], che negli anni ottanta fu lanciato sul mercato nazionale con una campagna pubblicitaria.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio comunale è interessato dalla strada statale 7 ter Salentina.
Amministrazione
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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21 settembre 1987 | 4 luglio 1992 | Antonio Bruno | Partito Socialista Democratico Italiano | Sindaco | [15] |
4 luglio 1992 | 28 aprile 1997 | Giuseppe Tarantino | Democrazia Cristiana | Sindaco | [15] |
28 aprile 1997 | 14 maggio 2001 | Giuseppe Tarantino | Cristiani Democratici Uniti | Sindaco | [15] |
14 maggio 2001 | 30 maggio 2006 | Giuseppe Tarantino | centro-destra | Sindaco | [15] |
30 maggio 2006 | 20 marzo 2007 | Giuseppe Tarantino | Casa delle Libertà | Sindaco | [15] |
20 marzo 2007 | 15 aprile 2008 | Antonio Paglialonga | Comm. pref. | [15] | |
15 aprile 2008 | 28 maggio 2013 | Giuseppe Borsci | lista civica | Sindaco | [15] |
28 maggio 2013 | in carica | Giuseppe Tarantino | lista civica: per San Marzano | Sindaco | [15] |
Sport
Calcio a 5 Femminile
L'A.S.D. Atletic San Marzano calcio a 5 femminile venne fondata da Matteo Cataldo Abate e da Giovanni Spada nella stagione calcistica 2014/2015. La stagione non andò benissimo perché la squadra si qualificò al penultimo posto. Nella stagione calcistica 2015/2016 la squadra riesce a raggiungere il secondo posto giocando i play-off contro il Taranto 83, vincendo la semifinale e qualificandosi per la finale dove viene sconfitta con una rete di differenza dal REAL Statte. Nella stagione calcistica 2016/2017 la squadra partecipa al campionato FIGC di Serie C, con il 6º posto raggiunto.
Calcio
La principale squadra di calcio è la Polisportiva Dilettantistica San Marzano che, dopo aver superato i play-off, è stata promossa in Prima Categoria nell'aprile 2013; militava nel campionato regionale di Seconda Categoria dal 2009, anno in cui vinse il campionato di Terza Categoria. Il traguardo massimo è stato ottenuto con la promozione nel campionato di Prima Categoria nel 1988, nel 2005 e nel 2013. Nella stagione 2013 - 2014 per la prima volta nella storia il San Marzano conquista la permanenza in prima categoria per la stagione successiva. L'attuale presidente è Tommaso Gigante mentre l'allenatore è Mimmo Mazza.
Note
- ^ - Popolazione residente al 1° gennaio 2018
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Comune di San Marzano di San Giuseppe, su tuttitalia.it. URL consultato l'8 febbraio 2019.
- ^ Casali Albanesi nel Tarentino, S. 53
- ^ a b c Origine del toponimo, su prolocomarciana.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ San Marzano di San Giuseppe, su arbitalia.it. URL consultato il 7 febbraio 2019.
- ^ Piccione Emilio, L'Albania salentina. San Marzano di San Giuseppe, su ibs.it. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ San Marzano di San Giuseppe (TA) Shen Marcani, su arbitalia.it. URL consultato l'8 marzo 2017.
- ^ VETAM ARBËRESHË CAMPERA - RECENSIONI. 1º Festival delle lingue di minoranza e delle culture migranti, su vetamarbereshecampera.it. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
- ^ Shën Marxani San Marzano di San Giuseppe - uno studio sulla lingua e la cultura arbëreshe, su lup.lub.lu.se. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ Etnia albanese a San Marzano di San Giuseppe, su grottaglieinrete.it. URL consultato il 14 febbraio 2016.
- ^ In epoca medievale i Borsci, originari di Borshi in Albania, si sposta esule in Puglia a causa dell'avanzata turca nei Balcani. Nel 1840 nel comune di San Marzano di San Giuseppe il liquorista Giuseppe Borsci, ispirandosi ad un'antica ricetta ereditata dai suoi avi, perfeziona e inizia a produrre il suo Elisir ponendo fin dalle origini sulla storica etichetta gialla la dicitura "Specialità Orientale" insieme all'aquila bicipite caratteristica d'Albania.
- ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
Bibliografia
- F. Antonio Primaldo Coco, Casali Albanesi nel Tarentino (PDF), Grottaferrata, Scuola Tipografica Italo-Orientale "S. Nilo", 1921.
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su San Marzano di San Giuseppe
Collegamenti esterni
- Sito ufficiale, su comune.sanmarzano.ta.it.
- San Marzano di San Giusèppe, su sapere.it, De Agostini.
- Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica, su dl.antenati.san.beniculturali.it. URL consultato il 24 gennaio 2019.
- Comune di San Marzano - Bashkia e Shën Marcanit, su sanmarzano-ta.gov.it.
- Raccolta del Lessico, su comunesanmarzano.ta.it. URL consultato il 24 gennaio 2019.
- San Marzano di San Giuseppe (TA) Shën Marcani su ARBITALIA, su arbitalia.it.
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