L'uomo lupo (film 1941)

film del 1941 diretto da George Waggner

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Una scena del film
Titolo originaleThe Wolf Man
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti
Anno
Durata70 min
Dati tecniciB/N
rapporto: 1.37:1
Generedrammatico, fantastico, orrore
RegiaGeorge Waggner
FotografiaJoseph A. Valentine
MontaggioTed J. Kent
MusicheCharles Previn
Hans J. Salter
Frank Skinner
TruccoJack Pierce
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
(Ridoppiaggio)
Logo ufficiale del film

L'uomo lupo (The Wolf Man) è un film del 1941 diretto dal regista George Waggner. Il film ha avuto un remake, Wolfman (2010).

Trama

Larry Talbot, figlio di un gentiluomo gallese, torna a casa a Llanelli dall'America dopo la scomparsa del fratello maggiore. Qui, fatta la pace col padre, conosce una bella ragazza del villaggio vicino alla sua tenuta. Una notte la ragazza e l'uomo si avventurano nel bosco per farsi leggere le carte da un gruppo di zingari. Uno di questi è un misterioso e pericoloso lupo mannaro che aggredisce un'amica della ragazza. Larry Talbot, per salvarla, uccide il lupo mannaro con un bastone dal pomo d'argento, ma viene accidentalmente morso sul petto. Ben presto si accorgerà di essere divenuto a sua volta un lupo mannaro che seminerà terrore per le campagne vicine fino a che suo padre, ignaro della vera identità della bestia, non lo ucciderà con lo stesso bastone dal pomo d'argento.

Produzione

 
Maleva, la zingara

Le riprese durarono dal 27 ottobre al 25 novembre 1941.[1]

Concezione

L'idea di un film sui licantropi venne già ai dirigenti della Universal nel 1935, quando venne prodotto il film Il segreto del Tibet (Werewolf of London). Questa prima versione, nonostante il formidabile trucco ideato da Jack Pierce che rendeva altresì l'uomo lupo più felino della versione del 1941, non ebbe molto successo fra il pubblico.

La svolta avvenne nel 1941, quando lo sceneggiatore ebreo Curt Siodmak, fuggito dalla Germania nazista a Hollywood, ideò la nuova sceneggiatura per l'uomo lupo, disseminandola con riferimenti alla religione ebraica (la stella a cinque punte che compare sulla mano delle vittime del licantropo), e scrivendo la famosissima poesia Even a man who is pure of heart and says his prayers by night may become a wolf when the wolfbane blooms and the autumn moon is bright (Anche l'uomo che ha puro il suo cuore, ed ogni giorno si raccoglie in preghiera, può diventar lupo se fiorisce l'aconito, e la luna piena splende la sera). Diventato una delle pietre miliari del cinema horror, grazie allo splendido trucco ideato da Jack Pierce e dalle musiche tritonali (nel medioevo il tritono era legato alla figura di Satana), è stato più volte ripreso e citato, per esempio da John Landis nel suo Un lupo mannaro americano a Londra, da Joe Dante ne L'ululato e da Fred Dekker in Scuola di mostri.

Edizioni home video

Il 27 aprile 2004, la Universal distribuì The Wolf Man in formato DVD come parte della "Universal Legacy Collection". L'edizione deluxe a due dischi include quattro film: Werewolf of London, The Wolf Man, Frankenstein Meets the Wolf Man e She-Wolf of London. Inoltre sono presenti vari contenuti extra. Nel 2012 il film è stato distribuito in formato Blu-ray come parte della "Universal Classic Monsters Collection".

Edizione italiana

Nell'edizione in DVD della Universal il doppiaggio italiano è completamente rifatto, così come nel Blu-ray Disc della stessa casa. Solo il DVD prodotto dalla Sinister Film contiene ancora il doppiaggio originale. L'edizione italiana originale fu tuttavia privata di alcune scene - probabilmente per censura - che di conseguenza non furono doppiate.[2]

Note

  1. ^ L'uomo lupo (1941) - Curiosità e citazioni, su silenzioinsala.com, Silenzio in Sala. URL consultato l'8 giugno 2017.
  2. ^ Il citato DVD della Sinister Film presenta il film in sé nella versione originale (sono quindi andati persi i titoli iniziali e finali italiani) sovrapponendo il doppiaggio italiano originale; le parti non doppiate sono sottotitolate.

Bibliografia

  • Riccardo F. Esposito, Il cinema dei licantropi, Roma, Fanucci, 1987. ISBN 88-347-0053-8.
  • Andrea Ferrari, Il cinema dei mostri, Milano, Mondadori Electa, 2003. ISBN 88-435-9915-1.
  • Morando Morandini, Laura Morandini, Luisa Morandini, il Morandini: dizionario dei film, Bologna, Zanichelli, 2005. ISBN 88-08-11907-6.

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