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Elisabeth Katherine Åsbrink, nota come Elisabeth Åsbrink (Göteborg, 29 aprile 1965), è una scrittrice e giornalista svedese.
Nel 2011 ha vinto il premio svedese August con il suo primo libro Och i Wienerwald står träden kvar, che nel 2014 è stato insignito anche del prestigioso premio polacco Ryszard Kapuściński come il miglior reportage letterario.[1]
Nel 2018 è stato tradotto in italiano per i tipi di Iperborea il saggio 1947.[2]
Biografia
Nata a Götenborg nel 1965, Elisabeth Åsbrink ha lavorato per diversi anni come reporter per la televione di stato svedese Sveriges Television (SVT) e come giornalista investigativa per il programma televisivo Uppdrag Granskning. Come editorialista e critica letteraria collabora, tra gli altri, al quotidiano svedese Dagens Nyheter e al settimanale danese Weekend Avisen[1].
Il suo primo libro, Smärtpunkten - Lars Norén, pjäsen Sju tre och morden i Malexander, pubblicato nel 2009, ha ricevuto la nomina per l'Augustpriset.[3]
Nel 2010 Elisabeth Åsbrink ha ricevuto la borsa di studio Jarl Alfredius con la motivazione di essere riuscita a rappresentare con grande curiosità e sensibilità le questioni sociali contemporanee.[4]
Nel 2013 ha pubblicato Och i Wienerwald står träden (E ci sono ancora alberi nel Wienerwald), che ha ricevuto nel 2013 l'Augustpriset e il Dansk-svensk kulturfonds kulturpris, e nel 2014 il Premio polacco Ryszard-Kapuściński per il miglior rapporto letterario.
Nel 2016 ha pubblicato l'opera 1947, nominata in quello stesso anno per l'Augustpriset e insignita l'anno successivo del Letterstedska Författar dall'Accademia reale svedese delle scienze.
Nel 2017-2018 è stata presidente del PEN svedese. Åsbrink vive e lavora a Stoccolma e Copenaghen .
Smärtpunkten (2009)
Smärtpunkten - Lars Norén, pjäsen Sju tre och morden i Malexander (trad.: Punto dolente - Lars Norén, la piéce 7:3 e gli omicidi di Malexander), pubblicato nel 2009, è incentrato su uno dei progetti teatrali più dibattuti in Svezia - 7:3, del drammaturgo Lars Noren - collegato a uno dei più noti crimini avvenuti nel 1999: il brutale omicidio di due agenti della polizia a Malexander, durante l'inseguimento dei rapinatori di una banca. Si sarebbe in seguito scoperto che gli autori, poi arrestati, appartenevano a una frangia neo-nazista che programmava le rapine per autofinanziarsi. Essi avevano lavorato in un progetto teatrale con Lars Norén, e nel 2010 avrebbero anche partecipato, fra mille polemiche, ad una sua rappresentazione, grazie a un permesso richiesto alla prigione di Österåker. [5]
Och i Wienerwald står träden (2011)
Nell'agosto 2011 Elisabeth Åsbrink pubblica il libro Och i Wienerwald står träden kvar (trad.: E ci sono ancora alberi nel Wienerwald), basato su oltre 500 lettere scritte da Elise e Joseph, genitori del tredicenne ebreo austriaco Otto Ullmann (1925-2005), che nel 1939 riuscì a riparare in Svezia, salvandosi dalla persecuzione nazista, grazie alla Missione svedese per Israele a Vienna che organizzava trasporti di bambini.[6] In Svezia Otto trovò lavoro come bracciante presso l'azienda agricola della famiglia Kamprad ad Agunnaryd, nella provincia di Småland, e divenne amico intimo di Ingvar, figlio del proprietario e attivista fascista. Il libro racconta di questa strana amicizia fra un rifugiato ebreo e un membro del partito nazista svedese, ma anche descrive l'antisemitismo diffuso nella società svedese del tempo, il rapporto con i rifugiati ebrei e il dramma delle famiglie distrutte dalla guerra e dalle politiche di asilo.[1][7]
Le lettere pubblicate, le ultime delle quali spedite dal campo di concentramento di Terezin, dove i genitori di Otto morirono nel 1944, vennero messe a disposizione di Åsbrink, di origine ebraica, da una figlia di Ullmann dopo la sua scomparsa. A queste la scrittrice ha integrato estratti storici di giornali, interviste e documenti, spostando il punto di vista dalla singola famiglia perseguitata a un sistema di terrore capillare e in evoluzione[8]. Il libro ricevette molta attenzione da parte del pubblico perchè portò alla luce, attraverso fonti inedite, i trascorsi nazisti di Invar Kamprad, futuro fondatore dell'Ikea, a quel tempo attivista hitleriano e grande sostenitore del politico di estrema destra Per Engdahl, capo negli anni Trenta e Quaranta del partito fascista svedese Sveriges Fascistiska Kamporganisation, SFKO. Le rivelazioni verranno poi confermate da un'intervista a Kamprad condotta dalla stessa autrice e pubblicata nel libro, nella quale il proprietario del colosso svedese dichiarerà la sua imperitura fedeltà a Engdahl.[9]
Nel 2013 il libro è stato insignito dell'Augustpriset, del Dansk-svensk kulturfonds kulturpris, e nel 2014, del Premio polacco Ryszard-Kapuściński per il miglior rapporto letterario.
Drammaturgia
Nel 2012 Elisabeth ha debuttato come drammaturga con lo spettacolo Räls (trad. Rotaie), basato sul verbale di uno degli incontri nazisti convocati da Hermann Göhring nel 1938, che ha posto le basi per l'Olocausto, e sulle lettere autentiche inviate dai genitori ebrei ai loro figli rifugiati, utilizzate in parte nel libro E ci sono ancora alberi nel Wienerwald[10]. Ha prodotto successivamente le commedie Pojken och Det Sjungande Trädet e Dr Alzheimer.[11]
1947
In questo saggio Åsbrink racconta in prima persona e sotto forma di diario le vicende di un anno, scandite mese per mese, incrociando vicende collettive e personali, eventi cruciali e altri comuni e di scarsa importanza, accaduti in diverse zone del mondo: dall'emigrazione degli ebrei in Palestina e la contemporanea fuga dei nazisti verso l'America Latina, all'inizio della Guerra Fredda e la proclamazione dell'indipendenza dell'India; dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e l'apparizione dei dischi volanti in Oregon, alle creazioni dello stilista Christian Dior e alla scelta esistenziale, che segnerà anche il destino della scrittrice, che dovrà compiere il padre orfano ungherese: restare a Budapest o andare in Palestina.[2][12]
Opere
- 2009. Smärtpunkten: Lars Norén, pjäsen Sju tre och morden i Malexander. Stockholm: Natur & Kultur
- 2010. Bläck: tatueringar, hud, minnen. Tillsammans med fotograf Björn Abelin. Stockholm: Natur & Kultur
- 2011. Och i Wienerwald står träden kvar (Trad. E ci sono ancora alberi nel Wienerwald). Stockholm: Natur & Kultur
- 2015. Anna Odell. Stockholm: Orosdi-Back 2015, i serien Svenska illustratörer och konstnärer.
- 2016. 1947. Här börjar nu Stockholm: Natur & Kultur
- 1947, traduzione di Alessandro Borini, Milano, Iperborea, 2018, ISBN 9788870914924
- 2018. Orden som formade Sverige. Stockholm: Natur & Kultur
Premi
- 2010. Borsa di studio Jarl Alfredius
- 2011. Augustpriset per E ci sono ancora alberi nel Wienerwald
- 2013. Premio Cultura danese-svedese per E ci sono ancora alberi nel Wienerwald
- 2014. Ryszard Kapuscinski Prize per il reportage letterario E ci sono ancora alberi nel Wienerwald
- 2017. Freedom Pen (Fondazione Torgny Segerstedts)
- 2017. Lifeguard
Note
- ^ a b c (EN) Elisabeth Åsbrink Awards, su elisabethasbrink.se. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ a b 1947, su iperborea.com.
- ^ Elisabeth Åsbrink / Smärtpunkten, in Expressen. URL consultato il 30 May 2015.
- ^ Sveriges Radio, Olle Hägg och Elisabeth Åsbrink de första Jarl Alfredius-stipendiaterna, su sverigesradio.se. URL consultato il 30 May 2015.
- ^ (SV) Lars Lindström, Nazister, rånare och polismördare - så lever de i dag, in Expressen, 26 maggio 2010. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ Elisabeth Åsbrink: "Och i Wienerwald står träden kvar", in DN.SE. URL consultato il 30 May 2015 (archiviato dall'url originale il 24 September 2015).
- ^ (DE) Aldo Keel, Ein jüdisches Schicksal in Schweden, in Neue Zürcher Zeitung, 16 luglio 2014. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ (DE) Soraya Levin, Und im Wienerwald stehen noch immer die Bäume – von Elisabeth Åsbrink, su Zukunft Braucht Erinnerung, 4 agosto 2014. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ Alessandro Mezzena Lona, Elisabeth Åsbrink: “Se cancelli il passato, il presente diventa illeggibile”, su ArcaneStorie. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ (SV) Räls, in Folkteatern. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- ^ Sveriges Radio, Elisabeth Åsbrink, su sverigesradio.se. URL consultato il 30 May 2015.
- ^ Alessandro Nitta Modigliani, 1947, in Il foglio, 9 maggio 2018.
Bibliografia
- Alessandro Mezzena Lona, Elisabeth Åsbrink: “Se cancelli il passato, il presente diventa illeggibile”, su Arcanestorie. URL consultato il 22 febbraio 2019.
- Matilde Quarti, 1947: un anno secondo Elisabeth Åsbrink, su Panorama, 23 maggio 2018. URL consultato il 22 febbraio 2019.
Collegamenti esterni
(SV, EN) Sito ufficiale Elisabeth Åsbrink, su elisabethasbrink.se.
(SV) Judisk kultur i Sverige Jewish Culture in Sweden, Elisabeth Åsbrink parla con Lars Dencik del suo libro 1947, su youtube, 15 dicembre 2016.