St. Georgen-Bräu
StatoGermania (bandiera) Germania
Sede principale Buttenheim
ProdottiBirra
Sito webwww.georgenbraeu.de

La St. Georgen Bräu è un birrificio a conduzione famigliare a Buttenheim nell'Alta Franconia in Germania.

Storia

 
Birrificio St. Georgen Bräu Buttenheim

Il birrificio fu fondato nel 1634 ed è il più vecchio e anche il più grande birrificio di Buttenheim. Dal 1816 al 2009 fu sempre gestito dalla famiglia Modschlieder. Produce una decina di varietà di birra secondo il Reinheitsgebot e dispone di una sorgente propria da dove attingere l'acqua per la produzione.[1]

Varietà prodotte

  • St. Georgen Kellerbier, la più tradizionale. Classica Kellerbier torbida non filtrata e poca gassata con il 4,9% di alcool (vol).
  • St. Georgen Helles, birra chiara con il 4,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Pilsener, una pilsener con il 4,9% di alcool (vol).
  • St. Georgen Goldmärzen, una märzen con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Hopfenzuber, birra chiara con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Landbier, una märzen con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Heller Bock, una bock con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Weissbier, una weizen con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Buttenheimer Urstoff, una märzen con il 5,6% di alcool (vol).
  • St. Georgen Naturtrübes Radler, una radler con il 5,6% di alcool (vol).

Note

  1. ^ (DE) St. Georgen Bräu Buttenheim, su bierstrasse-franken.de. URL consultato il 26 febbraio 2019.


k.u.k. Feldjäger
Descrizione generale
Attiva1870 - 1918
NazioneAustria-Ungheria
ServizioEsercito comune
Tipofanteria
Dimensione29 battaglioni di fanteria
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

I k.u.k. Feldjäger ("cacciatori campali") erano un corpo militare a reclutamento di leva appartenente all'esercito comune dell'Impero austro-ungarico.


Struttura

Note


Bibliografia

  • Bundesministerium für Verteidigung (a.c.), Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Erster Band Das Kriegsjahr 1914, Wien, Verlag der Militärwissenschaftlichen Mitteilungen, 1930. [1]
  • Bundesministerium für Verteidigung (a.c.), Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Dritter Band Das Kriegsjahr 1915 Zweiter Teil, Wien, Verlag der Militärwissenschaftlichen Mitteilungen, 1932. [2]
  • Bundesministerium für Verteidigung (a.c.), Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Vierter Band Das Kriegsjahr 1916 Erster Teil, Wien, Verlag der Militärwissenschaftlichen Mitteilungen, 1933. [3]
  • Bundesministerium für Verteidigung (a.c.), Österreich-Ungarns letzter Krieg 1914-1918 Registerband, Wien, Verlag der Militärwissenschaftlichen Mitteilungen, 1938.[4]
  • Filippo Cappellano, L'Imperial regio Esercito austro-ungarico al fronte italiano (1915-1918), Rovereto, Museo storico italiano della guerra – Edizioni Osiride, 2003, ISBN non esistente.
  • Filippo Cappellano, L'artiglieria austro-ungarica nella grande guerra, Valdagno, Rossato, 2001, ISBN 978-88-8130-078-5.
  • (DE) Maximilian Ehnl, Die österreichisch-ungarische Landmacht nach Aufbau, Gliederung, Friedensgarnison, Einteilung und nationaler Zusammensetzung im Sommer 1914. Ergänzungsheft 9 zum Werke "Österreich-Ungarns letzter Krieg", Wien, Militärwissenschaftliche Mitteilungen, 1934. [5]
  • (DE) Fritz Franek, Die Entwicklung der öst.-ung. Wehrmacht in den ersten zwei Kriegsjahren. Ergänzungsheft 5 zum Werke "Österreich-Ungarns letzter Krieg", Wien, Militärwissenschaftliche Mitteilungen, 1934, ISBN non esistente. [6]
  • (DE) Rudolf Jeřábek, Militärisches Potential und Kriegsverlauf 1914-1918, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band XI - Die Habsburgermonarchie und der Erste Weltkrieg 1. Teilband Teil 1, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2016, ISBN 978-3-7001-7968-9.
  • Alberto Lembo, Kappenabzeichen: i distintivi militari austro-ungarici 1914-1918, Rovereto, Museo storico italiano della guerra, 2007, ISBN non esistente.
  • Siro Offelli, Le armi e gli equipaggiamenti dell'esercito austro-ungarico dal 1914 al 1918. Uniformi - Distintivi - Buffetterie, Valdagno, Rossato, 2001, ISBN 978-88-8130-076-1.
  • (DE) M. Christian Ortner, Die österreichisch-ungarische Artillerie von 1867 bis 1918: Technik, Organisation und Kampfverfahren, Wien, Militaria Verlag, 2002, ISBN 978-3-902526-12-0.
  • (DE) Ranglisten der k.k. Landwehr und der k.k. Gendarmerie 1917, Wien, k.k. Hof- und Staatsdruckerei, 1917. [7]
  • (DE) Manfried Rauchensteiner, Der Erste Weltkrieg und das Ende der Habsburgermonarchie, Wien, Böhlau, 2013, ISBN 978-3-205-78283-4.
  • Gunther E. Rothenberg, L'esercito di Francesco Giuseppe, Gorizia, LEG, 2004, ISBN 978-88-86928-68-7.
  • (DE) Schematismus der k.k. Landwehr und der k.k. Gendarmerie der im Reichsrat vertretenen Königreiche und Länder für 1913, Wien, k.k. Hof- und Staatsdruckerei, 1913.
  • (DE) Hugo Schmid, Heerwesen: Lehr- und Lernbehelf für Militär-Erziehungs- und Bildungsanstalten sowie Reserveoffiziersschulen. Band 2 Österreich-Ungarn, Wien, Hugo Schmid, 1916. [8]
  • (DE) Anatol Schmied-Kowarzik, Die wirtschaftliche Erschöpfung, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band XI - Die Habsburgermonarchie und der Erste Weltkrieg 1. Teilband Teil 1, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2016, ISBN 978-3-7001-7968-9.
  • (DE) Erwin A. Schmiedl, Die Totalisierung des Krieges, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band XI - Die Habsburgermonarchie und der Erste Weltkrieg 1. Teilband Teil 1, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 2016, ISBN 978-3-7001-7968-9.
  • (DE) Sobička Georg, Gliederung und Entwicklung der Batterie der österreichisch-ungarischen Feld- und Gebirgsartillerie im Weltkriege 1914-1918, Hamburg, Verlag Karl Harbauer, 1920.
  • (DE) Otto Stolz, Das Tiroler Landsturmregiment Nr. II im Kriege 1914-15 in Galizien, collana Veröffentlichungen des Tiroler Landesmuseums Ferdinandeum, Innsbruck, Tiroler Landesmuseums Ferdinandeum, 1938. [9]
  • (DE) Wilfried Thanner, Analyse des Stellungskrieges am Isonzo von 1915-1917: Darstellung der Eskalation des Waffeneinsatzes an der Isonzofront am Beispiel einer Division, Università di Vienna, Tesi di dottorato, 2009. [10]
  • (DE) Walter Wagner, Die k.(u.)k. Armee - Gliederung und Aufgabenstellung, collana Die Habsburgermonarchie 1848-1918 Band 5 - Die bewaffnete Macht, Wien, Verlag der österreichischen Akademie der Wissenschaften, 1987, ISBN 3 7001 1122 3.


L'imperiale e regio esercito comprende tutte le forze terrestri dell'Impero austro-ungarico, l'esercito comune (in tedesco Gemeinsame Armee) dal 1889 ufficialmente chiamato k.u.k. Armee (in ungherese Császári és királyi hadsereg) e i due eserciti nazionali, la k.k. Landwehr austriaca e quello ungherese la Magyar királyi honvédség comunemente conosciuta come Honvéd. All'inizio della Prima guerra mondiale furono inoltre mobilitati la leva di massa austriaca, il k.k. Landsturm e quella ungherese il Magyar királyi népfölkelés, anch'essi parte integrante dell'imperiale e regio esercito. Quest'ultimo costituiva insieme con la k.u.k. Kriegsmarine le forze armate dell'Impero austro-ungarico.

L'imperiale e regio esercito nacque a seguito del compromesso del 15 marzo 1867 (Ausgleich), che suddivise in due realtà statali autonome i territori della corona d'Austria (Cisleitania) e quelli del Regno d'Ungheria (Transleitania). I due stati erano riuniti sotto la figura del monarca, l'imperatore d'Austria e re d'Ungheria, Francesco Giuseppe (1830-1916). Quest'ultimo fu anche comandante supremo di tutte le forze armate dell'impero austro-ungarico. Lo sviluppo numerico dell'imperiale e regio esercito e il suo armamento rimasse in seguito alla suddivisione in due stati sovrani indietro in confronto le altre grandi potenze militari del continente e fu spesso punto di baratto per le concessioni nazionali soprattutto degli Ungheresi. pp. 28-32

{{U|Imperiale e regio esercito|Guerra|Febbraio 2019}

Il primo progetto offensivo era stato abbozzato ancora prima dell'entrata in guerra dell'Italia. È stato l'ufficiale Karl Schneller, capo della sezione Italia dell'ufficio operazioni del comando supremo austro-ungarico, a proporlo nel maggio 1915. Il piano prevedeva di colpire lo schieramento italiano, concentrato lungo il fiume Isonzo alle spalle. Partendo dal Tirolo le forze austro-tedesche, era previsto l'impegno anche dell'alleato tedesco, dovevano sfondare le linee italiane e giungere la pianura veneto-friulana tra Schio e Bassano del Grappa.

Aeroporto di Gardolo
Flughafen Gardolo
Stato  Impero austro-ungarico
Stato attuale  Italia
CittàGardolo
Informazioni generali
TipoAeroporto
Altezza440 m s.l.m.
Inizio costruzione1913
DemolizioneBruciato nel 1918
Condizione attualeIn rovina
Proprietario attualeDemanio
VisitabileNo
Informazioni militari
Utilizzatore  Impero austro-ungarico
Funzione strategicaDifesa del fronte bellico durante la Prima guerra mondiale
Termine funzione strategica1918
Comandanti storicisottotenente Konrad Schwarz
Azioni di guerraBattaglia degli Altipiani
EventiFu utilizzato prettamente per ricognizioni o bombardamenti lungo le linee italiane poco distanti. Incendiato nel 1918.
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L'aeroporto di Gardolo (in tedesco: Flughafen Gardolo) era un aeroporto militare strategico, oggi non più esistente, posto a quota 440 m s.l.m. nei pressi dell'omonimo paese.

 
L'aeroporto di Gardolo durante la Prima guerra mondiale



Lista dei campi di prigionieri di guerra in Austria-Ungheria

Durante la Prima guerra mondiale furono istituiti nell'Impero austro-ungarico vari campi per i prigionieri di guerra. Solo il numero di quelli principali si aggira tra i 40 e 50 campi. Oltre questi campi ci furono anche diversi campi per la popolazione civile come i campi per i profughi di guerra o i campi di internamento per i civili sospettati di collaborazionismo.

Note


Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

Alfred von Waldstätten

Mitterndorf http://agso.uni-graz.at/mitterndorf/chronik/00.htm http://www.unterirdisch.de/index.php?threads/%C3%96sterreichische-kriegsgefangenenlager-im-1-weltkrieg.11245/page-2

Collegamenti esterni


Lungo il confine tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico furono costruititi tra la metà dell'ottocento e l'inizio del novecento una serie di fortificazione e appostamenti a difesa di una eventuale invasione da nord. Lo stesso fece l'Austria-Ungheria dall'altra parte del confine nonostante l'alleanza di entrambi nella Triplice Alleanza.

Struttura

Regione Lombardia

Regione Veneto

Regione Friuli

Regione Lombardia

Sbarramento Bormio

  • Forte Dossaccio
  • Batteria Le Motte
  • Batteria Monte delle Scale

Sbarramento Poschiavo

  • Forte Canalì
  • Batteria Croce dei Monti

Sbarramento Tonale-Mortirolo

Sbarramento Giudicarie

Settore orientale

  • Monte Manos
  • Forte Valedrana
  • Appostamento Antegolo

Settore occidentale

Regione Veneto

Settore Peschiera

  • Forte Isola Trimelone

Settore Val d'Adige

Gruppo Bocchetta

  • Forte Bocchetta di Naole
  • Forte M. Cima Grande

Gruppo Chiusa-Rivoli

Settore Sinistra Adige

Gruppo Masua

Gruppo S. Viola

Gruppo S. Briccio

  • Forte San Briccio
  • Batteria Monticelli

Sbarramento Agno-Assa

1°Settore Schio

2°Settore Arsiero

3°Settore Asiago

Sbarramento Brenta-Cismon

Sbarramento Cordevole

  • Tagliata di Sasso di S. Martino
  • Batteria alta di Sasso S. Martino

Fortezza Cadore-Maé

Regione Friuli

Fortezza Alto Tagliamento-Fella

  • Osoppo

Fortezza Medio Tagliamento

Fortezza Basso Tagliamento

Bibliografia

  • Massimo Ascoli, Fluvio Russo: La difesa dell'arco alpino 1861 - 1940, Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico, Roma 1999.
  • Walter Belotti: Le batterie corazzate. I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l'Età Moderna e la Grande Guerra, Brescia 2009 ISBN 978-88-904522-0-8
  • Robert Striffler: Da Forte Maso a Porta Manazzo. Storia sulla costruzione e impiego dei forti delle batterie italiani dal 1883 al 1916. Edizioni Atelier Grafico, Schio 2015.

Biografia

Igo Etrich proveniva da una famiglia benestante di Ober Altstadt vicino a Trautenau allora parte dell'Impero Austro-Ungarico, oggi Trutnov nella Repubblica Ceca. Il padre possedeva alcuni grandi filatoi, ma era appassionato di volo e riuscì ad acquistare un'aliante di Otto Lilienthal pioniere dell'aviazione tedesca dopo la morte di Lilienthal nel 1896.

 
Il seme della Alsomitra macrocarpa

Igo costruì insieme con il padre un laboratorio e si misse a studiare l'aliante di Lilienthal. Basandosi sul metodo di disseminazione anemocora di una pianta tropicale la alsomitra macrocarpa progettò nel 1903 il primo tuttala, brevettato nel 1905.



Igo Etrich wurde am 25. Dez. 1879 in Oberaltstadt bei Trautenau im Riesengebirge geboren. Sein Vater - der dort große Spinnereien besaß - hatte auch schon ein Gleitflugzeug gebaut. Nach dem Besuch bei Prof. Ahlborn begann Igo Etrich, zusammen mit dem Militärfechtmeister Franz Xaver Wels, bei Trautenau Gleitversuche mit Nurflügelgleitern in "Zanonia"- Form, zuerst unbemannt, dann mit Wels als Pilot. Zu Studienzwecken hatte Etrich einen Lilienthal- Gleiter erworben, den er bei einem Rechtsanwalt in Berlin auftrieb.

Note


Collegamenti esterni

https://www.marcaaperta.it/maggiore-mario-fiore/