Chrysler Building
Il Chrysler Building è un grattacielo in stile art déco della città di New York, situato nell'East Side del quartiere Midtown del distretto di Manhattan, all'angolo tra la la 42ª strada e Lexington Avenue.
Chrysler Building | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Stato federato | ![]() |
Località | New York |
Indirizzo | 405, Lexington Avenue NY 10174 |
Coordinate | 40°42′24.12″N 74°00′35.28″W |
Informazioni generali | |
Condizioni | in uso |
Costruzione | 1928 – 1930 |
Inaugurazione | 27 maggio 1931 |
Stile | Art déco |
Uso | commerciale e residenziale |
Altezza | |
Piani | 77 |
Area calpestabile | 111.201 m² |
Ascensori | 32 |
Realizzazione | |
Costo | $ 14.000.000 (anno 1930) |
Architetto | William Van Alen |
Ingegnere | Ralph Squire & Sons |
Appaltatore | Fred T. Ley & Co. |
Proprietario | Abu Dhabi Investment Council (90%) Tishman Speyer Properties (10%) |
Committente | Walter P. Chrysler |
Considerato uno dei maggiori simboli della città, venne costruito per ospitare la sede della casa automobilistica Chrysler e, con i suoi 319 metri di altezza, è stato il primo grattacielo più alto del mondo fra il 1929 e il 1931, fino a quando venne superato dall'Empire State Building. Dal 1976 risulta iscritto al National Historic Landmark Program come monumento nazionale.
A seguito di vari passaggi di proprietà, dal 2008 è gestito da due società immobiliari, la Abu Dhabi Investment Council e la Tishman Speyer Properties,[1] tuttavia dai primi mesi del 2019 pare siano state aperte nuove trattative.[2]
Storia
Genesi del progetto
Il progetto originale del grattacielo fu realizzato nel 1926 da William Van Alen dapprima per il senatore William H. Reynolds, già fondatore di Dreamland, lo storico parco di divertimenti di Coney Island. Tuttavia i primi disegni del grattacielo non convinsero Reynolds per l'inedita sommità che prevedeva una sorta di cupola e il progetto fu accantonato.
Il nuovo committente
In seguito Van Alen ripropose il progetto giacente a Walter P. Chrysler, che era alla ricerca di una prestigiosa sede per la propria industria automobilistica fondata nel 1925.
Chrysler si appassionò presto all'idea di un nuovo grattacielo e, seppur anch'egli si dimostrò un committente altrettanto esigente chiedendo subito diverse varianti al progetto, ingaggiò Van Alen per la realizzazione dell'edificio.
Walter P. Chrysler fece aggiungere da subito gli ultimi dieci piani poiché a quel tempo i maggiori committenti e costruttori di New York erano in costante competizione per realizzare il grattacielo più alto del mondo. In seguito chiese che la sommità del grattacielo fosse completamente ridisegnata per dare maggior slancio e carattere all'edificio. Entrambi concordarono che l'acciaio cromato sarebbe stato il materiale migliore per realizzarla, coerentemente con lo stile art déco ma il committente insistette anche per realizzare un apparato decorativo costituito da simboli e allegorie volte a evocare le automobili Chrysler. Infine, Walter P. Chrysler fece realizzare anche un proprio appartamento privato agli ultimi piani dell'edificio.
L'importo del progetto finale, comprensivo di ogni variante e con l'obiettivo segreto di diventare il primo edificio più alto del mondo, raggiunse la considerevole cifra di quattordici milioni di dollari, che Walter P. Chrysler finanziò interamente con suoi fondi personali, pertanto l'edificio non appartenne mai alla Chrysler Corporation.
La costruzione e il raggiungimento del primato
La costruzione dell'edificio ebbe inizio il 19 settembre del 1928 e fu eretto con una media di quattro piani a settimana, senza decessi di addetti ai lavori per tutta la durata del cantiere.
A competere con Van Alen per contendersi il primato di edificio più alto del mondo c'erano anche John W. Cross che aveva progettato il General Electric Building e Craig Severance, autore del grattacielo della Manhattan Bank che stava sorgendo al numero 40 di Wall Street; Severance improvvisamente fece aggiungere due piani a questo grattacielo, rivendicando subito il titolo di edificio più alto del mondo.[N 1]
Tuttavia, in gran segreto, Van Alen aveva già preparato una sua astuta rivincita ottenendo il permesso di costruire l'imponente guglia realizzata in acciaio inossidabile. Dapprima montata all'interno della struttura per non essere vista dall'esterno,[3] essa fu eretta in meno di due ore in cima all'edificio il 24 ottobre del 1929, superando ogni edificio della città e rendendo così il Chrysler Building il grattacielo più alto del mondo e il primo a superare i trecento metri di altezza.[4][5]
L'inaugurazione e la perdita del primato
Fu così che il grattacielo più alto del mondo aprì al pubblico il 27 maggio 1930 e con esso anche i nuovi uffici aziendali e il grande salone espositivo situato al piano terra, dove venne esposta tutta la gamma delle vetture Chrysler.
Putroppo la soddisfazione di Van Alen per il primato raggiunto era destinata a durare assai poco, poiché entro l'anno successivo il vicino Empire State Building lo superò di oltre venti piani.[N 2] La perdita di questo primato fu altresì resa più amara da Walter P. Chrysler, che si rifiutò di pagare il cospicuo saldo della parcella di Van Alen che, come era consueto per l'epoca, ammontava al 6% dell'importo complessivo dei lavori. Questa disputa in seguito innescò una lunga battaglia legale tra Van Alen e Walter P. Chrysler, che tuttavia vide uscirne l'architetto vincitore.
Malgrado la perdita di questo primato il Chrysler Building divenne comunque il secondo edificio più alto della città per svariati anni e uno dei caratteristici elementi del panorama cittadino, nonché uno dei più eminenti esempi di architettura art déco. Oltre a ospitare gli uffici e il più grande autosalone della Chrysler, l'edificio fu presto occupato anche da altre attività commerciali e dagli studi del canale televisivo Channel 2, che ebbe la sua sede all'ultimo dei sette piani della cuspide d'acciaio fino ai primi anni cinquanta, quando trasferì l'attività nel vicino Empire State Building.
I vari passaggi di proprietà
Il grattacielo fu proprietà della famiglia Chrysler e sede dell'omonima casa automobilistica fino al 1953, anno in cui gli eredi di Walter P. Chrysler vendettero l'intero edificio all'imprenditore immobiliare William Zeckendorf.[6]
Nel 1957 l'edificio fu acquistato dalla Massachusetts Mutual Life Insurance Company che, dopo che l'edificio venne inserito nel National Historic Landmark nel 1976,[7] si occupò anche di una ristrutturazione interna e del restauro degli esterni che terminarono nel 1979.[8]
L'anno successivo fu acquistato dall'imprenditore immobiliare Jack Kent Cooke che, dopo un secondo restauro nel 1998, lo vendette alla Travelers Insurance Group per 220 milioni di dollari.
Nel 2001 l'edificio fu di nuovo venduto alla finanziaria TMW che acquistò il 75% della proprietà per 300 milioni di dollari. Nel 2005 anno il Fondo Michelangelo di Sorgente Group S.p.a. ha rilevato una partecipazione di maggioranza relativa nella proprietà del Chrysler Building, che è stata ceduta successivamente alcuni anni dopo.
Dal 2008 il nuovo assetto proprietario vede come detentore della maggioranza l'Abu Dhabi Investment Council che ha acquistato il 90% della proprietà per 800 milioni di dollari,[9] mentre il restante 10% è stato acquisito alla Tishman Speyer Properties,[1] tuttavia dai primi mesi del 2019 pare siano state aperte nuove trattative.[10]
I riconoscimenti
Già inserito nel registro del National Historic Landmark dal 1976, nel 2005 il Chrysler Building è stato definito il «più bel grattacielo di New York» da novanta dei cento membri della giuria americana composta da architetti, critici, ingegneri, storici dell'arte, avvocati e studenti.[11]
Nel 2007 l'edificio è stato inserito nella America's Favorite Architecture dalla American Institute of Architects che lo ha definito «l'esempio architettonico di art déco più puro di New York».[12]
L'architettura
Caratteristiche tecniche
Lo schema costruttivo adottato per l'intero edificio è costituito dalla consueta armatura portante in travi d'acciaio che poggia su fondazioni realizzate con pilastri in acciaio annegati nel calcestruzzo, posti a circa 14 metri di profondità su un fondo roccioso di scisti.
L'intera struttura portante è in travi d'acciaio saldate e bullonate che, secondo le leggi in vigore al tempo della costruzione, è stata rivestita di mattoni o colate di calcestruzzo per garantire una maggiore resistenza al calore in caso di incendio. Le pareti perimetrali sono state realizzate in laterizio utilizzando 3.826.000 mattoni e ospitano ben 3.862 finestre quadrangolari.
L'edificio conta 77 piani per una superficie totale di circa 111.201 m² e un'altezza complessiva di 318,90 metri, mentre il livello più alto abitabile è il 73° piano, posto a 252,30 metri di altezza.[13]
L'esterno
Di colore grigio tenue, il grattacielo è caratterizzato da un uniforme rivestimento esterno di mattoni che contrasta con le superfici argentee delle cornici metalliche.
Esso si erge su un più ampio basamento rastremato a pianta quadrangolare e libero su tre lati, di circa 60 metri per ciascun prospetto, caratterizzato da un'alta zoccolatura in marmo nero di circa tre metri, lo stesso materiale utilizzato per i tre grandi portali d'accesso dall'inconsueta forma esagonale. Questo primo modulo conta alcune terrazze a vari livelli e 31 piani, di cui uno al livello stradale con un ampio mezzanino, dove in origine vi era il grande salone espositivo della Chrysler. L'austera simmetria dei volumi del basamento è il risultato dell'intersezione dei due grandi moduli laterali principali al di sopra del mezzanino, che creano un'evidente scanalatura centrale in cui si innesta corpo principale dell'edificio e da cui partono tre file di coppie di finestre quadrangolari che percorrono verticalmente tutto l'edificio fino a raggiungere la sommità della guglia.
Al di sopra di questo articolato basamento, creato in ottemperanza alle leggi del piano regolatore dell'epoca,[N 3][14][15] s'innalza per 170 metri il corpo principale che termina al sessantunesimo piano, dove vi sono altre quattro ampie terrazze panoramiche angolari decorate da otto grandi doccioni zoomorfi in acciaio cromato.
Esso è a sua volta sormontato da un altro modulo quadrangolare più piccolo caratterizzato dalle pareti perimetrali che culminano su ciascun prospetto con un arco a tutto sesto e il cui profilo strombato è rivestito in acciaio cromato.
La parte sommitale è costituita dalla caratteristica cuspide di 38 metri di altezza realizzata con uno speciale acciaio inossidabile cromato realizzato in Germania dalla Krupp e commercializzato con il nome Nirosta.[N 4][16] Essa è scandita da sette archi ellittici sovrapposti in cui, su ciascun prospetto, si aprono 30 caratteristiche finestre triangolari smerlate disposte a raggiera. L'intera struttura della cuspide metallica fu originariamente assemblata di nascosto all'interno della parte terminale dell'edificio e quindi issata ed estroflessa soltanto successivamente, mediante una complessa centina mobile interna;[3] dopo essere stata completamente estesa fu bullonata e rivettata da operai specializzati, che successivamente vi fissarono sulla sommità la grande guglia che ha funzioni di parafulmine e di antenna.
L'apparato decorativo esterno nell'insieme appare sobrio ma tuttavia non privo di numerose allegorie e dettagli stilistici voluti dallo stesso Walter P. Chrysler, come le decorazioni metalliche che riproducono i tappi alati dei radiatori dei modelli Chrysler del 1929[17] presenti sulla cima del basamento al trentunesimo piano e il fregio raffigurante ruote di automobili stilizzate con enormi perni argentati a imitazione dei coprimozzo e griglie d'aerazione esterne analoghe alle prese d'aria laterali delle automobili. Tuttavia gli elementi decorativi più evidenti sono gli otto grandi doccioni zoomorfi in acciaio posti agli angoli del sessantunesimo piano che raffigurano delle aquile stilizzate, simbolo dell'America, ma anche stemma del modello Chrysler più lussuoso dell'epoca, la Chrysler Imperial.
A completare l'edificio vi è anche un articolato sistema di illuminazione esterna monocromatica installato sul perimetro di tutte le finestre triangolari della cuspide e sulla sua base, che illumina lateralmente anche le pareti perimetrali esterne.
Gli interni
L'ingresso dell'edificio è al 405 di Lexington Avenue, dove uno dei tre alti portali esagonali in marmo nero introduce all'atrio che è anch'esso un evidente esempio di art déco.
Concepito come un luogo magico e irreale, è caratterizzato da un'insolita pianta triangolare e da soffitti obliqui affrescati e pareti rivestite in marmo rosso, mentre lampade con elaborati decori metallici e altri effetti luminosi esaltano gli altri materiali utilizzati come il mogano e l'acciaio. Da qui si ha accesso a 8 dei 32 ascensori appositamente realizzati dalla Otis i cui pannelli interni sono rivestiti con un differente intarsio in legno ciascuno, riportante motivi ornamentali che ricordano gli stemmi araldici riportati sul corpo principale dell'edificio insieme al logo alato della Chrysler.
L'atrio è ad accesso libero ed è l'unica area dell'edificio che attualmente è concesso visitare. A differenza dell'Empire State Building, che ospita da sempre soltanto uffici, attività commerciali e un articolato percorso di visita, il Chrysler Building ospita sia uffici che alcune esclusive unità immobiliari a uso residenziale, tra cui il doppio appartamento che originariamente occupava completamente il sessantanovesimo e settantesimo piano fatto realizzare dallo stesso Walter P. Chrysler.[18]
Fino al 1945 il settantunesimo piano all'interno della cuspide era visitabile come punto di osservazione panoramico ma successivamente l'accesso al pubblico fu chiuso per ospitare il Cloud Club fino alla fine degli anni settanta; dal 1986 gli stessi locali sono stati adibiti a uso ufficio.[19]
Suicidi
Il Chrysler Building è forse il grattacielo di New York che registra il numero più basso di suicidi, infatti è noto soltanto il caso di Edward Schlaudt, gettatosi da un piano alto dell'edificio il 13 luglio del 1967.[20]
Note
Approfondimenti
- ^ Escludendo le strutture, come la torre Eiffel.
- ^ In origine, all'interno della guglia sotto la cuspide, si trovava un contenitore di vetro che conteneva il primo campionario di strumenti di Walter P. Chrysler, che si disse sia stata rimossa e nascosta il giorno in cui l'Empire State Building sorpassò in altezza il Chrysler Building.
- ^ Le leggi del piano regolatore di New York di quegli anni non permettevano di realizzare edifici dalle forme troppo uniformi e squadrate tali da oscurare la vista del cielo e in grado di creare dei veri e propri "canyon" privi di luce tra le stesse vie della città. Questo provvedimento stimolò dunque gli architetti a realizzare edifici rastremati o con due o più torri.
- ^ Il termine commerciale Nirosta è un acronimo tedesco creato dalla Krupp per il suo speciale acciaio "Enduro KA-2", esso deriva dalla fusione delle parole "nicht" "rostender" "stahl", ovvero "acciaio inossidabile" (in inglese: non-rusting steel).
Fonti
- ^ a b The New York Times, su nytimes.com. URL consultato il 15-12-2008.
- ^ https://nypost.com/2019/01/09/chrysler-building-is-now-for-sale/
- ^ a b Carol Willis, Empire State Building, 21 mesi per costruire il grattacielo più alto del mondo, Architetti e Architetture, Mondadori Electa, Milano, 2004, p. 22.
- ^ Edward Rutherfurd, New York, Mondadori, Milano, 2010, pp. 784-785.
- ^ Emporis GmbH, Emporis Data "...a celebrated three-way race to become the tallest building in the world.", su emporis.com. URL consultato il 27 settembre 2010.
- ^ Charles V. Bagli, A New Owner To Take Over An Old Classic, in The New York Times, 25 novembre 1997. URL consultato il 26 ottobre 2011.
- ^ Carolyn Pitts, National Register of Historic Places Inventory-Nomination: Chrysler Building (PDF), su pdfhost.focus.nps.gov, National Park Service, agosto 1976. URL consultato il 3 maggio 2009.
- ^ Michael J. Lewis, An enduring hood ornament, in The San Diego Union-Tribune, 19 giugno 2005. URL consultato il 23 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2009).
- ^ Chrysler Building on the Block, Sovereign arab fund to pay $800MC, "New York Post", 11 giugno 2008.
- ^ https://nypost.com/2019/01/09/chrysler-building-is-now-for-sale/
- ^ :: Empirestate.it - New York Italian Community ::
- ^ FavoriteArchitecture.org, FavoriteArchitecture.org. URL consultato il 27 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2011).
- ^ https://www.skyscrapercenter.com/building/chrysler-building/422
- ^ Carol Willis, p. 25
- ^ (EN) Carol Willis, Form follows finance, New York, Princeton Architectural Press, 1995, pp. 62-65.
- ^ Article: Trade names associated with stainless steels, su bssa.org.uk. URL consultato il 27 settembre 2010.
- ^ 1926 Chrysler Radiator Cap Used On The Chrysler Building, su imperialclub.com, 13 dicembre 2006. URL consultato il 27 settembre 2010.
- ^ {{Cita web|url=http://www.architetturaeviaggi.it/photogallery.php?par=america_FT_233 MIDTOWN MANHATTAN - L'atrio interno del Chrysler Building]
- ^ David Michaelis, Inside the Needle: The Chrysler Building Gets Lit by David Michaelis, su mrbellersneighborhood.com, MrBellersNeighborhood, 31 marzo 2002. URL consultato il 27 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2009).
- ^ {{Cita web|url=http://www.answers.com/Q/Did_anybody_ever_commit_suicides_off_of_the_Chrysler_building
Bibliografia
- David Stravitz, The Chrysler Building: Creating a New York Icon, Day by Day, Princeton Architectural, 2002, ISBN 1568983549
- Carol Willis, Empire State Building, 21 mesi per costruire il grattacielo più alto del mondo, Architetti e Architetture, Mondadori Electa, Milano, 2004, ISBN 88-370-2664-1
- Edward Rutherfurd, New York, Mondadori, Milano, 2010
Voci correlate
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Chrysler Building
Collegamenti esterni
- La storia del Chrysler Building - Da CBS Forum
- Articolo su Salon.com (02/2002), su salon.com.
- NYCfoto.com Galleria di foto, su nycfoto.com.
- Immagini del Chrysler da New York Architecture, su nyc-architecture.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 316594263 · LCCN (EN) sh94003508 · GND (DE) 4390482-8 · J9U (EN, HE) 987007290553105171 |
---|